Mitch Albom mi ha raccontato una storia che parla di morte. Sebbene
a me non mi abbia detto e trasmesso niente di più di quel che mi ero immaginata,
e mancasse quel pathos o quello slancio emotivo con cui mi aggrappo a questo
tipo di storie, il suo modo di narrare, il suo modo di porsi, per certi aspetti,
è stato piacevole. La cosa più accattivante è stata la rapidità di scoprire se,
alla fine, il povero e penitente Edward, potrà ricongiungersi con la sua dolce
metà. E si riappacificherà parlando al lettore, ma, per quanto mi riguarda, non
arrivando dritto dritto al cuore.
Un dialogo semplice, intimo con la nostra anima, che dà prova come
il suo sentirsi inadeguato e pentito è una condizione sincera e che la brevità
di questa sua storia non nasce da un atteggiamento di disprezzo verso le
persone. Forse, se le nobili gesta di Edward fossero state dettate per puro e
semplice pentimento e inzuppato di eros o un certo coinvolgimento emotivo, adesso
sarei impegnata a riempire intere pagine di drammi e deliri. Eppure, non è stato
così. Perlomeno, non propriamente. E di delirio, di una sinfonia che scaldasse
il mio cuore, era proprio quello a cui speravo di andare incontro. Pur trasmettendo
un'impressione di sincerità, aver instaurato un certo cameratismo, Mitch Albom
mi ha lasciato parecchio insoddisfatta.
Qui, di seguito, la recensione di questo piccolo racconto, che poi
tanto piccolo non è, in quanto è un respiro non ancora esalato. Ammonimenti su
ciò per come sono andate le cose, e per come sarebbero potute andare. Di come
l'uomo, sebbene essere imperfetto, dovrebbe fare tesoro da certi insegnamenti
che ci inferte la vita, comprendere cosa è giusto e sbagliato, ma, soprattutto,
compiere degli errori e non ripeterli mai più.
Titolo: Le cinque persone che incontri in cielo
Autore: Mitch Albom
Casa editrice: Bur
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 267
Trama: Eddie, vecchio e solo, ha avuto una vita come quella di tanti
altri. E' il giorno del suo ottantatreesimo compleanno e nel luna park in cui lavora
una bambina è rimasta intrappolata nella grande ruota panoramica e rischia di cadere.
Eddie si arrampica per aiutarla, ma scivola, precipita e muore. Si risveglia in
cielo e scopre che il paradiso è il luogo in cui ciascuno di noi incontrerà
cinque persone che gli sveleranno il senso della propria vita. Ascoltando i racconti
dei cinque maestri ( uno dei quali è la moglie Marguerite, morta molti anni
prima), Eddie rivedrà sotto una nuova luce tutto il suo passato e capirà che anche
la sua umile esistenza ha avuto un ruolo necessario nell'ordine delle cose.
La recensione:
Non esistono
storie a sé stanti: talora s'incontrano alle estremità, talora si sovrappongono
le une sulle altre, come le pietre sul letto di un fiume.
Il
fulcro fondamentale su cui si proietta l'autore in queste poche pagine, oltre all'attività
di redenzione a cui Edward, il suo figlio di carta, si dedica quasi come un
impulso dettato dalla sua coscienza, fece sorgere alcuni problemi che stonarono
con la natura semplice e romantica della mia anima. Uno di questi è stato, senza
alcun dubbio, la mancanza di pathos, il mancato coinvolgimento emotivo che sarebbe
potuto scaturire anche da un semplicissimo gesto, come uno scontro sul diritto
di non potermi servire della purezza dei sentimenti umani che scorrono come un
reticolo di vene sul corpo di Edward. Il sentimento, nei romanzi che leggo, mi
piace vederlo e constatarlo come massima di vita o moto perpetuo per cui si
muovono le cose che l'autore o l'autrice impiega individualmente per gli usi
del benessere fisico e morale del suo protagonista, ma fra le pagine del suo romanzo Mitch Albom mi ha
come negato questo privilegio. Mi ha negato di entrare nel cuore di Edward,
interpretare il suo essere uomo solitario, contrito e pentito, arrivando ad un
punto in cui le cinque persone che incontrerà lungo il suo cammino protesteranno
contro la recinzione di filo spinato con cui aggrediranno con violenza Edward,
mediante i suoi gesti sconsiderati. La mia curiosità, tuttavia, mi spinse a
svolgere delle indagini su tali episodi, e fu che mediante questi cinque
incontri, in modo del tutto imprevisto, ho compreso Edward. L'ho messo a fuoco.
La
lettura del romanzo di Albom, per il momento, segna la fine di quel periodo di
conoscenza che, disgraziatamente per me, si è protratto per meno tempo del
previsto. Il contenuto delle sue pagine è piuttosto chiaro. Tra me ed Edward,
sebbene una sincera simpatia, non esisterà alcuna relazione. Piuttosto una
scissione, che mi ha sorpresa curiosa di conoscere l'epilogo di questa storia,
ma che aspirava a indirizzare i miei interessi su altro.
Riporto
queste poche righe con una certa costernazione; non credevo possibile che un
romanzo come questo, di cui avevo letto innumerevoli entusiastiche recensioni,
fosse avvenuto come incidente senza alcun effetto, e mi premuro ad esprimere il
mio più sincero dispiacere mentre ripongo il romanzo sullo scaffale. La mia anima
non si è sentita completamente partecipe alle tristi vicende di Edward. Tuttavia
non si può negare il fatto che il romanzo sia stato generato con sentimento, in
un momento piuttosto difficile per l'autore, e se avrò in futuro l'opportunità
di leggere qualcos'altro di suo, al fine di dissipare qualunque dubbio, sarò
pronta ad accogliere nel mio cantuccio personale una nuova opera. Mitch Albom
non penso volesse scrivere un capolavoro; penso, piuttosto, volesse essere ricordato.
Ed in un certo senso, per quanto non come avevo sperato, de Le cinque persone che incontri in cielo
serberò un ricordo particolare.
Come
in risposta a queste mie perplessità, da un banco di nuvole candide e morbide,
Eddie è sbucato come un bambino curioso di vedere il mondo per la prima volta.
Vive spesso posizioni e situazioni scomode, e, da ognuno di loro, non ottiene altro
che piccole ammonizioni. Riflessioni o acute e penetranti digressioni su ciò
che egli compii in vita. Edward è un anziano di 83 anni che regge sulle
proprie spalle il peso di innumerevoli sofferenze; la moglie morta da tempo, una
bambina strappata violentemente dall'abbraccio materno. La visione di una vita
che è stata tale per gli innumerevoli avvenimenti feroci, improvvisi, quasi devastanti,
di cui persino il lettore si sentirà coinvolto, ma suscitando nient'altro che
empatia e comprensione.
Un
risultato non propriamente felice. La missione di un uomo nostalgico, triste, fatto
di scelte, incontri, che esprimono qualcosa di terribilmente realistico ma che
non coinvolgono nel suo abbraccio. Non appassionano più di tanto, nemmeno nel
momento in cui il protagonista riconoscerà, con un certo impatto, quell'unica anima
che aveva avuto la fortuna di aderire perfettamente alla sua.
L'amore, come
la pioggia, può nutrire dall'alto infondendo in una coppia una gioia totale. Talora
però, nell'implacabile arsura della vita, si secca in superficie, e allora deve
nutrire dal basso, concentrandosi alle radici per mantenersi in vita.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Libro di cui non avevo sentito parlare che ha una trama da cui è impossibile non sentirsi attratti; dalla tua recensione però traspare che le intenzioni erano buone ma magari è poco coinvolgente dal punto di vista emotivo.
RispondiEliminaEsattamente! Una lettura un pò insoddisfacente, che ha segnato il periodo di conoscenza fra me e l'autore :) Almeno per ora..
EliminaDalla trama sembrava che questo libro avesse un ottimo potenziale, peccato che ti abbia deluso. Se la tua recensione fosse stata positiva, l'avrei sicuramente letto :)
RispondiEliminaGrazie per la fiducia, Maria, ma se a te incuriosisce non farti influenzare dal mio giudizio ;)
EliminaHum. Devo dire che mi aspettavo un parere più positivo perché, come detto sopra da Capitolo Zero, questo libro sembrava avere un buon potenziale. Sono contenta che tu ci abbia elencato anche le cose non del tutto positive! In questo modo uno può farsi un'idea :)
RispondiEliminaGrazie a te, Ilenia! Personalmente é stata una lettura che mi ha deluso, ma non ne sconsiglio la lettura. In fin dei conti, ognuno di noi ha i propri gusti :)
Elimina