domenica, maggio 12, 2024

Gocce d'inchiostro: La chiave della gioia - Liam Callanan

Questo non è certamente il mio stile, quello cioè di non << parlare >> di un romanzo, dopo averlo letto. Non è la mia posizione forse di altri lettori, poiché dopo che leggo devo assolutamente esprimere me stessa. In passato, ad esempio, quando mi dilettavo solo ogni tanto nella scrittura, non davo così tanto peso alla cosa. Né, confesso, leggevo i testi che leggo adesso. Più scorrevoli, sentimentali e zuccherosi, che mi irritavano nel constatare come il bello di turno scegliesse la meno intelligente irritandomi maggiormente anziché pormi innumerevoli riflessioni. Ma capita, durante il percorso della nostra vita, di imbatterci in storie la cui parvenza è molto simile a quella di cui vi facevo cenno, e che negli anni della mia formazione spirituale e razionale ha passato innumerevoli ore, col naso infilato, fra le pagine di libri di svariato genere. Un pò e un pò ho spaziato su svariati fronti, e alla fine compreso quale fosse quello adatto al mio spirito. Questa lettura tuttavia si stanziò come un faro luminoso in una notte buia e stellata, sentimentalmente parlando, con parole che spero arrivino dritto dritto nel cuore di chi mi legge. E ugualmente luminosa è stata la sua storia, la cui aura quasi trascendentale mi ha investito, mi ha reso vittima di una vera e propria remissione di peccati, che non mi appartengono ma mi sono appartenuti. A cui inevitabilmente si aspira alla redenzione, alla remissione di ogni peccato.


Titolo: La chiave della gioia

Autore: Liam Callanan

Casa editrice: Nord

Prezzo: 19, 80
N° di pagine: 352
Trama: Guardando il sole svanire tra i palazzi di Trastevere, Claire si rigira tra le mani una vecchia chiave e si chiede quale sarà il proprio destino. Dopo vent’anni passati a crescere una figlia da sola e a lavorare senza sosta, ora ha il tempo di fermarsi e di dedicarsi a se stessa. E ciò la terrorizza.Al suo arrivo in Italia quattro mesi prima, era sicura che vendere il convento in dismissione sarebbe stato il suo ultimo incarico come agente immobiliare. Una volta tornata negli Stati Uniti, avrebbe finalmente cambiato vita, realizzando il desiderio cui aveva dovuto rinunciare tanti anni addietro: prendere i voti. Poi, però, le cose si sono complicate. Non solo perché le suore del convento, determinate a salvare la loro casa, le hanno proposto di unirsi a loro, raggiungendo così il numero minimo per garantire la sopravvivenza dell’ordine, ma anche perché, più si avvicina il momento della scelta, più Claire si ritrova a pensare a Marcus, il suo amico più caro, l’uomo che le è sempre stato accanto, nella buona e nella cattiva sorte… Dilaniata dal dubbio, Claire si rende conto che l’unico modo per illuminare il suo futuro è fare chiarezza sul passato, a partire proprio da quella chiave trovata nella cella della badessa, di cui nessuno sembra sapere nulla. Forse, svelando quel mistero, Claire riuscirà anche ad aprire le porte del suo cuore e a ritrovare la felicità.

La recensione:

Per me che cibo la mia coscienza di classici, letture cervellotiche ed impegnative, questa lettura fu un caso << interessante >> solo per metà. A cavallo fra il desiderio di staccarsi da questo mondo, per qualche giorno, ed abbracciare l’ennesima sfida di lettura. Non so qualè stato l’espediente che mi abbia trascinato proprio qui, fra le sue pagine, ma forse questa storia mi aveva scelto. Ho passato molto tempo, e lo sto tutt’ora passando, sto trascorrendo dei bei momenti in compagnia del terzo volume della Ricerca. Chi ha già intrapreso questo viaggio sa a cosa si va incontro, e da lettrice consapevole, devo ammettere che avevo bisogno di questo. Avevo bisogno di conoscere Clary, di aver udito la sua storia di rinascita e ricerca, di vedere una parte dell’Italia che disgraziatamente non ho ancora visto. Ne avevo avuto una buona impressione sin dall’immediato: semplice, umile, riservata, fin troppo accomodante e silenziosa. Mi dissi che forse Clary era rinchiusa in una solida cella di segreti e ristrettezze, col bisogno di una ventata d’aria fresca e di qualcosa da cui ne sarebbe dipeso il suo futuro. E la magia che la lettura ne ha scaturito è stata un magnifico trampolino di lancio!

Quel che non mi ha pienamente soddisfatta era che Clary si nasconde dietro a quello di cui facevo cenno, ma non se ne conosce le ragioni, le motivazioni. E la lettrice curiosa e intraprendente che è in me non ne è rimasta contenta, convinta a lasciarsi andare al flusso di parole semplici, sussurrate quasi come una canzoncina al nostro orecchio e non poter avere alcuna risposta, ma quando mi sono sempre più fatta strada nel cuore pulsante del suo animo ho compreso. Clary ingenuamente aspirava ad un miracolo, nonostante l’età adulta e il bagaglio di esperienze accumulate, ma riconoscendo come insegnante di vita la Vita, le fece apparire dal nulla, dal palmo della sua mano tesa, una fievole luce. Spegnerla avrebbe equivalso a tornare sui suoi passi; ravvivarla prendere con forza e di petto la sua vita e sfidarla a una gara di << miracoli >>.

La chiave della gioia è un'opera drammatica, intensa, profonda e introspettiva, che non ha avuto bisogno di molte parole per raccontarsi. Su una sola cosa l'autore getta una particolare importanza, una storia d'amore atipica per la vita, raggiungibile però solo grazie alla fede, e quando mi avvicinai non feci nulla per lasciarla nella sua bolla privata. Sarebbe rimasta impressa nell’immensità.

Il nome del suo autore, ora che ci penso, non era mai comparso da nessuna parte. Il mio stupore non durò poi molto. Quando il mio cuore aveva preso a battere in sintonia con Clary, scorsi in lei e nella sua storia un chè di tragico e le conseguenze da cui ne conseguirono momenti di incertezze, ansie o paure. Coloro che hanno vissuto esperienze simili, quelle cioè in cui si perde momentaneamente la bussola, è stato possibile decifrare comportamenti inappropriati rettificati tuttavia da paradigmi religiosi ampiamente diversi dai miei. Disagevole, inappagante persino imperdonabile, sotto certi versi, di cui Clary ha cercato solo di  rendersi libera.

Sono stata trascinata in una Roma calda e luminosa, dipinta con pennellate di gioia ed entusiasmo generale alla vita, dove il mondo esterno è un grande ammasso di preoccupazioni, disordini, rancori da cui è possibile proteggersi solo mediante la preghiera. Perché in bilico tra reale e possibile, sogni e speranze, ci dona un quadro armonioso su cui si cela la condizione umana tipica di chiunque, il suo essere peccatore ma non per questo libero da ogni colpa. Un viaggio che, inizialmente, non apparve come un viaggio quanto un vagabondaggio a tentoni da cui non era possibile conoscerne la meta, e che sembrava nascondere qualcosa di lontano, remoto.

Una storia apparentemente semplice che racchiude una vastità di significati, conflitti interiori di diverse tipologie: quello riguardante il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" e quello riferito all'importanza del proprio Io. Lontanissimo dalle mie previsioni, La chiave della gioia è stata quel genere di storia realista, armoniosa, emotiva che altri non è che una nostalgica rievocazione del passato, del proprio sé, ripristino della propria identità, dei primi amori, delle prime difficoltà, costantemente punteggiato da riferimenti letterari che ne accentuano il tono elegiaco. Rivisitazione di una figura celebre della letteratura classica italiana, quella cioè della Monaca di Monza, che, al suo ascolto, dà vita a una riflessione più profonda in cui si rinuncia all’amore e ad ogni legame per rivalutare se stessa. E priva di forza e di coscienza, inconsapevole delle brusche conseguenze a cui andrà incontro, abbracciando la fede in maniera così repentina. Clary infatti non ha una voce tutta sua, e sentirla è stato davvero difficile: mi ha fatta sentire come un uccellino che vola e può sentire la forza del vento. Scorgere in lontananza un paesaggio, ma troppo distante per poterne cogliere i particolari.

Vivida manifestazione del racconto di una vita che lentamente sembra stia per appassire, per nulla, candida e semplice, un'iniezione di vita dalle tonalità drammatiche e intense che inonderà di luce il fosco e tetro paesaggio della sua vita. Interessante percorso di crescita spirituale che scruta una parte fondamentale del nostro animo: i sentimenti e che, nel periodo di transizione all'età adulta, scritto con quella semplicità, quella spontaneità tipica dei romanzi “scacciapensieri”  come mi piace tanto chiamarli, e, naturalmente, leggere.

Valutazione d’inchiostro: 4

2 commenti:

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