sabato, novembre 15, 2025

Gocce d'inchiostro: Ogni cuore umano - William Boyd

I viaggi spirituali, quei pellegrinaggi di vita che sono strettamente legati alla crescita, alla nascita di un’entità che presto o tardi si sarebbe amalgamata al mondo circostante, è sempre stato per me motivo di grande fascino e l'occasione di leggere Ogni cuore umano, fu davvero irresistibile: rifocillare il mio spirito con la sua lettura, avrebbe avuto l'effetto desiderato. Forse. Si trattava letteralmente di dare una risciacquata al mio animo. William Boyd ha celebrato con grande fervore il suo apparire nella cittadella della mia coscienza e lo ha fatto con una storia semplice, sotto certi aspetti simile al cammino che percorrerà il nobile Artù, deteriorata da un passato di cui si sa poco e niente, lacerando la mia anima in minuscoli pezzettini. Perchè l’uomo, l’essere, era un reprobo della società, che pur di sopravvivere si aggrappò alle uniche forze che lo inducano a scovare la libertà. Raccontata elegantemente ma con fervore. Corrodendo e annientando il mio spirito, anche se in minima parte, incoraggiandomi ad accettare il suo invito senza pensarci due volte.

Titolo: Ogni cuore umano

Autore: William Boyd

Casa editrice: Beat Bestseller

Prezzo: 15, 50 €

N° di pagine: 608

Trama: Che cosa spinge un essere umano a scrivere il suo diario intimo? Il bisogno impellente, a un certo punto della propria vita, di essere sinceri con se stessi? Di dirsi tutta la verità senza pudore, e gettare così finalmente luce su quegli aspetti della propria esistenza che non osiamo confessare neanche a noi stessi? Niente di tutto questo vale per il protagonista di queste pagine: Logan Gonzago Mountstuart, scrittore nato in Uruguay nel 1906 da madre uruguayana e padre inglese, e vissuto più o meno ovunque nel corso della sua esistenza. Logan Mountstuart scrive il suo journal intime per quello che lui ritiene lo scopo di ogni vero diario: venire a capo delle infinite personalità che compongono quello strano animale che è l'essere umano.

La recensione:

Immagini e figure recise i cui messaggi sono verità che salvano. L'unica cosa vera che forse condurrà alla salvezza. Intriga, sbigottisce, dominando sulla scena come figure invisibili che sottopongono le loro creature a un trattamento speciale, per usare un eufemismo, che include un esame attento sulla psiche umana. Considerati come messaggi provenienti da un altro mondo, un'altra dimensione, lunghi percorsi ad ostacoli senza alcuna possibilità d'uscita.

Logan era una identità distorta che aspira a nient’altro che scovare un tipo di libertà che possa trascinarlo, distaccarlo da quegli animali selvaggi che ringhiano e agognano ogni cosa, ma da cui quelle assurde chimere di felicità da cui vorrebbe sprofondare abilmente nel sotterraneo buio della sua psiche da cui non vi è alcun limite, lo riconosce solo mediante una nobile e raffinata arte. Quella delle parole. Le uniche con le quali può riconoscersi, può scovare un briciolo di speranza, di sopravvivenza, percorrendo così come a ritroso una storia in cui si lascerà andare a un complicato abbandono, affinchè quella libertà di cui facevo cenno sarà data. Una visione estremamente romantica come quella de Il prometeo liberato di Shelley in cui la ribellione contro questo tiranno, la guerrà potrà sfociare nel suo rovesciamento e, come un coraggioso cavaliere, pronto a sopportare ogni cosa. Quella della scrittura è un’arte che, tuttavia, pur quanto bella, mostra solo alcuni degli assetti di quella realtà sregolata e priva di ordine di cui Logan, anima penitente che vaga lungo la riva dell’assurdo, riporta le sue memorie in pagine acritiche in cui la cultura avrebbe dovuto aprire gli occhi, espediente per confutare ciò che o non è privo di fondamento, specialmente quando si tenta di affidarsi a qualcosa che non esiste. Questo scambio reciproco fra anime, questo dialogo incessante fra la sua anima e il mondo esterno, cosa avrebbe prodotto se non un’idea di moralità in cui ci si sente debosciati, fuori dall’acqua, inetti, incompresi e privi di speranza. Eppure scrivere concilia ogni desiderio represso, esorcizza ogni ricordo o tristezza e, in particolare, ci invita a sprofondare abilmente nel sotterraneo buio della sua psiche di cui non si trovano limiti, non si riconosce la fine. Ci invita a percorrere questa straordinaria storia avvicinandoci a tentoni verso suoni, voci confusi. Qualunque cosa, qualunque sia la voce che sussurra il nostro cuore, e che ci porta dritto all'isolamento. Alla solitudine.

Leggere questi capitoli che scorrono velocemente da indurci a confondere la realtà con la fantasia ha ironizzato quelle classi sociali borghesi a cui è rivolto il romanzo, ma di cui il suo autore pone come un tentativo di prendere a cuore ogni suo personaggio affinchè la natura, l’unico mezzo per rappresentare ogni essere umano così per com’è, dona l’impressione di disperdersi, discostarci dalla città natale, dagli usi e dai costumi che ne influenzano il comportamento, interiorizzando quella forma pragmatica e flaubertiana di mettere in relazione i personaggi in oggetto a cambiamenti o mutamenti, descrivendoli in ogni loro forma e sfaccettatura. Perchè questo impasto di pensieri, sogni, speranze, delusioni, sospesi nell'aria stagnante impossibili da annullare del tutto, in tutto il loro incredibile terrore, la vera identità di un ragazzo qualunque, recisa come una linea di demarcazione, sono rappresentati mediante forme di astrattismo in cui ci si concentra o focalizza sulla crescita spirituale di Logan, il suo amore per la scrittura e l’arte delle parole, creando come dal nulla complicate composizioni indipendenti del mondo visibile pur di esprimere emozioni che non sono derivazioni di referenze del mondo esterno o della realtà quotidiana, in un processo minuzioso in cui la quotidianità evidenzia o ingigantisce alcuni grandi eventi della storia d’America, in un paesaggio familiare di cui ho fatto perdere volontariamente le mie tracce, in cui spicca la figura evanescente di un uomo che cammina inconsapevolmente senza fermarsi lungo una strada in cui non si potrà più tornare indietro.

Tutto quello che mi aveva circondato esprimeva con parsimoniosa armonia una forte mancanza di tranquillità. Eppure nulla sembra aver macchiato l'anima di queste figure, quando si aggiravano furtivi nel mio campo visivo, o piuttosto in qualunque cosa facevano. Era la loro essenza che era mutata. L’America aspirava alla formazione di un nuovo governo, un tipo di libertà nazionale unitario che assieme a conservatori e liberali potesse essere realizzato un nuovo partito, quello cioè laburista nazionale. Ma a stento propensi a creare una politica protezionistica che virasse alla probabilità di favorire ogni modello o attività nazionale, opponendosi al libero scambio e alla teoria del vantaggio comparato, affinché la crisi economica potesse essere combattuta. Era un sistema iniquo e soffocante che avrebbe dovuto educare un giovane come Logan, un uomo che approva ogni forma di intelligenza, in un periodo storico che cela l’impostura e l’eroismo, l’amore e la grandezza nella generale impossibilità di distinguere un essere umano da un altro, sulle singole anime umane e sul tempo. Ciò di cui si necessita era quello di offrire qualcosa di più significativo e politico, più consono alla vita futura, dovendo vestire ogni personalità, una diversa da un’altra, espediente di cui riveste chiunque decide di abbracciare la scrittura, che come un solido ceppo di ciliegio resiste alla fiamma come calcestruzzo, in un ottovolante un po troppo uniforme che frulla e rimbomba nelle mani di un bambino maldestro, un bambino che si affanna più del dovuto, troppo impaziente di imparare come funziona il suo nuovo balocco. L’ho compreso solo dopo, quando questa storia mi aveva assorbita lentamente, ma Logan aveva compiuto l'atto involontario di alimentare un piccolo fuoco: non aveva capito che la sua storia fosse divenuta anche la mia. Perché questa libertà che agogna e che non otterrà tanto facilmente è la medesima di cui io mi affanno a scovare, a domare, giorno dopo giorno, mediante scrittura. Scrivere, riversare in quel contenitore imperfetto ogni cosa, ogni parte completamente celata. E ora la sua storia mi è sembrata fiorisse, e questo ho potuto confermarlo quando avevo smesso di percorrere quegli anditi in penombra della sua anima e imboccato corridoi che mi hanno portata in stanze buie e ombrose. Un alone azzurrognolo filtrava dalle fessure di una caverna che si affacciava sul mare. Il suo bagliore si proietta sino alla foce di un mare perennemente in tempesta. Parlarne mi ha conferito qualche difficoltà: ho lasciato cadere un certo silenzio che non ha bisogno di scuse per essere riempito o battute per non pensare al lavoro o alla mia inutilissima vita. In qualche giorno, sul prevenire delle vacanze estive, mi ero trovata in compagnia di uno sconosciuto, che in una manciata di giorni era divenuto compagno di viaggio che ha parlato quando è stato necessario, taciuto quando ci voleva silenzio. Intrattenendomi nel suo freddo abbraccio senza essere invadente. Non ho potuto fare a meno di sorridere per la famigliarità di tutto questo, apprezzando la sua volontà, il desiderio di essere solidali, il panico nei suoi occhi e il desiderio insopprimibile di urlare al mondo ciò che teneva saldamente nascosto pur di essere capito e aiutato. Ma da cosa, se non da se stesso? Tra donne avvenenti e ambiziosi, fantasmi del passato, in una trama dipanata egregiamente il cui risultato alla fine mostra un lavoro ben fatto.

Non avrei mai immaginato che romanzi come quello di Boyd finissero relegati in qualche soffitta impolverata della mia anima. Non mi intimidiva ciò che avrei potuto vedere, o che Ogni cuore umano potesse annoiarmi. Una nuova avventura reclamava la mia attenzione. E quando non sarebbe stata più necessaria la mia presenza fra le sue pagine avrei potuto assaporare la mia ricompensa: concludere l’ennesimo pellegrinaggio di vita. Con calma e senza alcun pregiudizio per convincermi che non tutto ciò che appare semplicistico possa tediarmi.

In qualche momento della mia permanenza fra le sue pagine ho iniziato a pensare a questi bagliori sinistri come preludio di dolore che divamparono ogni tanto, attorno a lui, come un’aura lucente. Nell'ombra avevo immaginato che quella luce spettrale mi aveva confinato nel suo spazio, e che i muri di questa piccola grotta trasudassero mancanza, dolore o perdita, che scivolava come miele nero lungo le rocce e formava pozze gelatinose ai piedi. Soprattutto nell'ombra, quando mi era parso di vedere il volto di una o più donne.

In quest'isola le mie giornate, perennemente avvolte da banchi di nuvole grigie e ombrose, brillavano furtive come un disco candido sulla placida superficie di un lago e, sporgendosi morbidamente con la loro pallida luce, proteggevano con il suo chiarore i miei entusiasti viaggi pomeridiani. Ad attrarmi, ammaliare il mio spirito la passione ardente per la scrittura, la letteratura, quella vera e genuina, di parole che si sono librate nell'aria acquietando la mia mente come una lenta litania. Catapultata su uno spazio che pur quanto si tenta di scovare la redenzione resterà sempre oscuro, ma profondo di cui io e Logan ignoravamo la sua essenza. Attanagliato le viscere, con trasporto ed impeto, accarezzandomi come morbida pelle.

In una manciata di giorni, coinvolta in una serie di situazioni rocambolesche dominate dalla disperazione, un tipo di disperazione inconscia, che hanno turbato il mio animo e avvolto completamente il mio corpo. Facendomi perdere la cognizione del tempo e, in qualche ora, divenendo più essenziali persino della mia stessa vita.

In una notte dall'aria fresca e ventilata, i miei occhi seguivano i caratteri stampati di un romanzo che è stato composto incidendo un frammento di vita sulle pagine e, con le palpebre pesanti e il tablet posto a mò di leggio sopra le gambe, non riuscivo a scollarmi se non quando giungevo alla fine del capitolo. La storia di vita di un uomo comune si contendeva silenziosa la mia coscienza. Nel cuore della notte, con il silenzio delle mie riflessioni, ho osservato inquietamente le vicende di questo fantoccio manovrato da un fato egoista e bastardo, avvertito paure come una malattia che avrebbe cominciato a manifestarsi immediatamente, dapprima in modo quasi impercettibile, poi con la fatalità di una condanna. Mi sono immedesimata a tal punto da provare empatia per ogni singolo personaggio. Disillusi, feriti, senza alcun futuro ne prospettiva. E, nel segreto del loro animo, invidiosi del resto del mondo, per la struttura della loro vita, l'importanza e il significato di quello che avrebbero potuto ottenere in un futuro più roseo. Anime peccatrici intrappolate in un pozzo buio e profondo che, al di là di quella maschera di cera tanto gelosamente custodita, vivono costantemente col timore di essere puniti: gente comune che conducevano una vita spensierata, ma a cui è stata tolta la felicità come un alito di vento.

Ogni cuore umano è un quadro brillantemente costruito in cui ogni pagina trasuda insoddisfazione, frustrazione, amore, dolore e che ammalia sin dal primo sguardo. Una storia in cui, questi manichini ombrosi che l'autore descrive, in una manciata di secondi, divengono "persone". 

Una storia di redenzione di cui le parole fungono da espediente per poter trovare un posto tutto proprio nel mondo. Dovuto da una speciale predisposizione a scuotere e a scricchiolare l'anima di chiunque, planando lentamente fra le stanze polverose della mia coscienza, dopo una sfilza di letture di vario tipo.

Valutazione d’inchiostro: 5

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