martedì, settembre 19, 2017

Gocce d'inchiostro: Diario 1 - Anaïs Nin

Titolo: Diario 1
Autore: Anaïs Nin
Casa editrice: Bompiani
N° di pagine: 496
Trama:Questo primo volume, inizia nel 1931, nell'epoca in cui Anaïs Nin sta per pubblicare il suo primo libro. D. H Lawrence, che le conferì il riconoscimento pubblico come scrittrice. Termina nell'inverno del 1934, quando Anaïs lascia Parigi per raggiungere New York. Anaïs scrive sui treni, ai tavolini dei caffè, mentre aspetta per un appuntamento: come un talismano, porta il diario sempre con sé. "Questo diario è come il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d'oppio. E' la mia droga e il mio vizio. Invece di scoprire un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna, e indulgo in rifrazioni e diffrazioni".

La recensione:

Io sono il poeta che la vede. Io sono il poeta che scriverà cose  che non sarebbero mai state scritte se lei non fosse esistita. Ma anch'io esisto, indipendentemente dalla mia scrittura.

Nei giorni a venire avrei ricordato spesso questa straordinaria autrice, al percorso accidentato e irto di ostacoli che tagliò come una lama il filo della monotonia e si congiunse a quello rosso della mia vita dove questa scivola ogni tanto verso un abisso oscuro e profondo. Non esagero quando scrivo tutto questo, ma talvolta faccio fatica a non pensarla così. L'intensità di queste quasi cinquecento pagine raccoglieva molteplici piaceri immediati, pose senza sosta di sentimenti veritieri e contro natura che ho sentito così vicini da sembrare quasi miei: il cupo rossore di due guance morbide e lisce, la dolcezza dell'aria immobile e calda che avvolge il tutto, carica degli aromi del sesso e della possessione, l'abbandono di due corpi sudati dopo una giornata trascorsa a scrivere su un vecchio e logoro diario, i contorni spiegazzati di una storia che ha cominciato a prendere vita, la solo che possiedo al momento. La sensazione di eccitazione ed ebbrezza che ho provato all'idea di affiancare una poetessa del calibro come la Nin, che mi procurava anche un soffuso piacere sensuale avvolto da un generale senso di ebbrezza: Anaïs mi affascinava, mi incuriosiva e quello che avrei potuto leggere nel suo diario avrebbe potuto farmi male, come una condizione terribilmente scomoda. Ma non era detto che venisse fuori qualcosa di cattivo. Dopotutto stavo soddisfacendo una mia curiosità, e sapere cosa significa essere innamorati, o, ancor di più, vestire i panni di una donna comune a cui è stata sottoposta a un tipo di esperienze non comuni, mi emozionò tantissimo. A incrementare il tutto contribuirono una certa dose di fascino e stupore su ogni piccolissima parola, su ogni confessione, che hanno finito col lasciar cadere le barriere della mia corazza, costruita abilmente e accuratamente in tanti anni. Trasportata da un treno d'altri tempi, che mi ha condotto fra le pagine di questo diario senza nemmeno io me ne accorgessi.
Tante parole hanno contenuto tutto ciò che mi hanno agitato interiormente, e chiarito le ragioni per cui ho acquistato di getto questo romanzo. Fascino. Ammirazione. In pagine di diario in cui le parole sono state lanciate come accette, sono esplose con passione; consapevole di essere sprofondata in una cella dalla quale ho visto fuggire l'autrice solo scrivendo.

Perché lo scrivere è per me un mondo in espansione, un mondo senza limiti, che contiene tutto.

Molto tempo addietro, senza aver mai preso informazioni su questa autrice, ero finita a leggere il suo romanzo più diffuso: Il delta di Venere. Terribilmente realistico, meravigliosamente brutale, quella di leggerla è stata la scelta più giusta. La Nin aveva fatto breccia nel mio cuore, con la sua spontaneità disarmante e la sua passione selvaggia. E adesso, finalmente, esercitando le conoscenze che ho assorbito in questo tempo, ha avuto inizio il mio completo innamoramento per le sue opere. Alle prese con un intreccio narrativo semplice, delicato, ma violento. In mezzo a uomini intossicati dalla vita, che non hanno bisogno di vino, e fluttuano in un'atmosfera di euforia creata a loro immagine e somiglianza. L'architettura di questo splendido harem fatto di lettere e parole non era altro che una fantasia parigina in cui la Nin ha portato alla luce del giorno emozioni oscure e misteriose che, facendole desiderare nella loro purezza, a volte ci inducono a prendere il volo verso un IO che non si conosce, esponendo tutto ciò che si pensa alla luce del giorno. 
Perciò ne avevo analizzato i risvolti con l'aiuto di Anaïs: si trattava di un tentativo di superare quelle barriere invisibili che ci allontanavano. Anche il mio desiderio di seguirla, da un posto a un altro, da una fanciullezza erratica ed evanescente a un adolescenza caleidoscopica, in un tumultuoso e fumoso farsi della sua femminilità, non era scritto nelle carte delle mie previsioni. A dispetto da ciò che si può pensare, mi sono sentita attratta nell'immediato da questa selvaggia gentile, che ha vissuto spinta dalle sue esperienze, dai suoi stati d'animo, dai suoi ritmi, immune a chi la circondava. Non certo il nocciolo su cui ruotano queste pagine, qualsiasi cosa avesse da dire in proposito chi si approccia per la prima volta con questa autrice. Non potevo non sentirmi attratta da questa figura irresistibile, e neppure l'intento di non seguirla in questa straordinaria avventura fu del tutto vano. Ogni pagina conteneva una chiave segreta a qualche avvenimento della vita dell'autrice che è impossibile testimoniare. Effimera incarnazione di sogni e creazioni. Forse tutto questo non è mai esistito, ed è soltanto un'illusione o un'immagine creata dalla fervida immaginazione dell'autrice, uno splendido portagioie pieno dei doni degli altri?
La mia vita si è sempre svolta in un'atmosfera di musica e libri; sempre a costruire, a creare, a scrivere, a tenere un diario, vivendo in sogni inventati, come dentro un bozzolo, sogni nati da tantissime letture; leggendo e costruendo nuove barriere contro i brutti sogni. L'età adulta mi ha svegliato, ma sono rimasta una romanticona.
Questa storia era emersa dalle nebbie dell'ubriachezza, in cui mi è stato possibile scorgere lampi di malvagità, possessione e ossessione, come un piacere segreto per la crudeltà. Mi sono sentita imbalsamata fra le sue pagine, perché due divinità come la Nin e la letteratura si sono impadroniti di me, avvolgendomi stretta fra le sue possenti braccia, baciandomi avidamente. La cocente maledizione della lettura e i loro creatori. Nessuno ha idea di ciò che mi procura la parola scritta, con la mia pazienza e forza d'animo. Oggi tutto questo mi conferisce gioia di vivere. E come uno spiritello curioso sono entrata nella sua casa, vagabondando fra fantasie paurose che sono emerse alla luce del giorno, in un giardino ben curato o in una strada quieta.
Anaïs ha disperso il silenzio, in queste pagine di diario, facendomi provare moti di affetto o compassione nei suoi riguardi, pur di comprenderla, attizzando quella fornace nella quale i romanzi nascono. Perché solo così ho potuto rivivere la sua vita nei termini di un sogno, un mito, una storia senza fine.

"La droga mi sta uccidendo. E non riuscirò mai a far si che tu mi ami.. non potrò mai possederti. Tu sei un essere umano, vuoi un amore completo".

In un mare di sensazioni, di scintille, di sete, di pelle, occhi, bocche e desideri, qui ho trovato risposte a parole che creano. Fra frammentazioni di sentimenti, intrecci, parallelismi, accompagnamenti, echi uguali a vertigini. Si ha la sensazione che tutto questo non sia stato scritto, ma si descrivono le lotte con la scrittura e quelle della nascita. Tutto questo nato dalla paura di confrontare il suo IO tangibile col mondo e, inconsapevolmente, producendo gemme.
Uno spavaldo narcisismo, un imprevedibile inchiostro che sorprende e tiene desta l'attenzione. Fiumi in piena gonfi di pregiudizi umani e letterari, di ritratti che nascono come fotografie ma divengono senza parere qualcosa di più. Testimonianza biografica di una donna che vedeva la vita palpitante, amabile, e che scriveva continuamente interrogandosi. Pietra militare di un viaggio attraverso il labirinto dell'IO, dei suoi sforzi di trovare e definire quella donna che si dimenava fra emozione e intelletto. Sogni e realtà.

Perché i miei sogni possano essere solo i miei, perché non possano mai diventare veri, perché io possa sempre richiamarli indietro a tenermi compagnia, ad aiutarmi a vivere, li conservo nella parte più profonda del mio essere, o nelle pagine più segrete del mio diario.



Valutazione d'inchiostro: 5

5 commenti:

  1. Ciao Gresi, dopo questa recensione non vedo l' ora di leggerlo =)!

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  2. Non ho mai letto nulla della Nin, ma i diari e questo genere di narrativa autobiografica mi piace molto e prenderò certamente nota di questo.

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    1. Anche per me è stata la prima volta, ma è stata una bellissima esperienza ☺☺

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