mercoledì, novembre 15, 2017

Gocce d'inchiostro: Il caso dei libri scomparsi - Ian Sansom

Se alla lettura de Il cannocchiale d'ambra avessi voluto alternare un altro romanzo, non avrei trovato un modo migliore per farlo. Il repentino tuffo in Irlanda con il simpatico bibliotecario Israel, il curioso caso dei libri scomparsi e di una biblioteca abbandonata, avevano realizzato bruscamente la seria convinzione che resero speciale l'aura di questo carinissimo romanzo, istaurando immediata famigliarità e complicità.
Dal fondo della mia stanza, dove sono stata insidiata per tutta la durata della lettura, vi racconto quindi di come questa piacevolissima lettura abbia allentato il nodo delle tensioni, avventurandomi in qualcosa di particolare che di speciale tuttavia possiede ben poco.
Titolo: Il caso dei libri scomparsi
Autore: Ian Sansom
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 311
Trama: Appena arrivato da Londra nella piccola cittadina di Tundrum, Irlanda del Nord, per ricoprire il suo primo incarico come bibliotecario, il giovane Israel Amstrong scopre che in effetti il suo posto non c'è, né la biblioteca né i libri … E questo non è che l'inizio dei suoi guai. Nel giro di poche ore infatti perde vestiti, soldi, carte di credito, e forse anche fidanzata, s'imbatte in una serie di personaggi con i quali immancabilmente entra in conflitto, viene alloggiato niente meno che nella stia dei polli di una fattoria, e si ritrova incastrato al volante di un vecchio furgone arrugginito che funge da biblioteca semovente, ma senza scaffali. Peccato però che i libri continuano a mancare: 15 000 volumi, per l'esattezza, scomparsi. Chi mai li avrà rubati? E perché? Ma soprattutto, ci sarà in quell'angolo di mondo dimenticato da Dio un posto decente dove poter bere un cappuccino decente e leggersi il giornale? Israel vuole delle risposte ….

La recensione:
Neanche questa volta ho potuto fare domande. Senza bisogno che qualcuno me lo dicesse, feci rotta verso una piccola e scalcinata libreria del nord d'Irlanda. Una volta qui, notai immediatamente che attorno a ogni cosa pervadeva una certa tristezza, una particolare malinconia, e senza farmi vedere, mi sono intrufolata assieme a un uomo come tanti, fra le sue vecchie mura. Quindi contemplai ciò che mi si era posto davanti: polvere, sporcizia e, soprattutto, file e file di scaffali completamente vuoti. Dove erano andati a finire i libri? Qualcuno li aveva sicuramente rubati, pensai!
Contemplando per un istante questo paesaggio, sentii come questo era il luogo da dove fosse iniziato tutto. Questa piccola biblioteca era quella costante in cui, sia io sia Israel avevamo trovato una certa calma e serenità. Scenario di felicità, assieme a quei campi silenziosi che verdeggiavano rabbiosi alla luce del mattino, alle distese di nuvole bianche che potei scorgere nel cielo sovrastante, sottolineando l'orizzonte con un tratto dorato. Contemplavo questa biblioteca, e mi chiedevo quale fosse il segreto che la circondava, se effettivamente ci fosse un ladro di libri e se questo presunto ladro cosa ne avesse fatto.
Se aspiravo una boccata d'aria mi sembrava di percepirne l'odore dei miei amati libri nell'aria, come se le loro ripetute e osannate apparizioni nel romanzo avessero finito per lasciare un impronta con la quale consacrare la mia presenza in questo ennesimo viaggio. Poteva essere, mi dissi; dopottutto era stato il mio incommensurabile amore per la carta stampata a condurmi qui, provocato dal mio disperato desiderio di leggere qualcosa di originale. E invece ero stata trascinata nel bel mezzo del nulla, in un luogo in cui finzione e realtà si erano mescolati. Ritrovare i libri scomparsi è una sfida che oramai bisognava affrontare, e, in buona compagnia, con serenità e una certa forza d'animo.
Questa settimana, una mano fantasma mi aveva fatto partecipe di qualcosa che non immaginavo nemmeno, la cui occasione non ce ne sarebbe stata per una seconda volta, in cui soltanto la solitudine si sarebbe srotolata ai miei piedi come un tappeto infinito.
Dirigendomi al bus del capriccioso Tom, e salendo a bordo senza discutere, ho visto la storia di questo eccentrico bibliotecario districarsi come i fili di una matassa. E, con parole che sono state utili nel momento del bisogno, talvolta ironiche, talvolta crudeli, Sansom ha dato vita a un racconto fresco, spumeggiante, ma anche ripetitivo e un po' monotono in cui ogni sera mi sorprese recarmi stupita in un certo posto.
La storia di Il caso dei libri scomparsi, che altri non è che un concentrato di ironia, simpatia, vivacità e un inno all'amore per i libri e la buona letteratura, mi ha portato lontano. In una regione molto simile a quella in cui hanno vita le indagini del puntiglioso Padre Brawn, nella profondità di un essere umano che, nonostante le nostre anime non fossero completamene simili, è divenuto ai miei occhi un caro amico di letture. Estimatore di racconti emotivi e indelebili, indolente e talvolta irritante che avrebbe voluto staccarsi di dosso quello spettacolo terrificante e tornarsene a casa. Ma nel momento in cui ha realizzato che non era possibile abbandonare alla sorte questi figli di carta, ha acquietato quella bestia che ringhiava e agonizzava la via di fuga, nutrendo un certo fascino e un forte senso di responsabilità nello scoprire come talvolta l'amore per la lettura ci porta in ogni dove, costringendoci a compiere le azioni persino più disperate.
Il caso dei libri scomparsi è un inno all'affetto che nasce fra lettore e romanzo, carino ma mai banale, un po' monotono e ripetitivo che, in ogni pagina, in ogni nuova indagine, si trovano titoli di romanzi che disgraziatamente non ho ancora letto. Romanzi famosi, opere di grande intensità da cui Israel ha svelato il mistero di questo inspiegabile furto.
L'autore, accanito lettore e profilico scrittore, dipana una storia che non possiede niente di speciale ma che mi ha condotta verso un mondo di incredibile tenore. Semplice, pulito, veritiero. Ironico, frizzante, a tratti venato da un sottilissimo filo di drammaticità che, sebbene non memorabile, la sua lettura sedimenta nell'anima di chiunque.
Un viaggio che non si conclude con quella degna conclusione che mi ero immaginata, ma che, alla fine, si è rivelata quella storia giusta al momento giusto. Intrigante, ammaliante, un caldo invito che ci accoglie nel suo strano abbraccio.
Valutazione d'inchiostro: 3 +

10 commenti:

  1. Ciao Gresi, che storia particolare, non la conoscevo! Peccato che il finale non sia stato all'altezza delle tue aspettative...

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  2. Grazie per la tua recensione! Era da un po' che ho questo libro in wl e adesso sono riuscita a farmi un idea chiara su cosa aspettarmi, dalle tue parole mi ricorda un po' il protagonista di La misura della felicità.

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  3. Che carino questo libro, il titolo poi è anche accattivante peccato per il finale

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    1. Sono d'accordo. Anche se alla fine si rivela esattamente quello che speravo fosse: una lettura semplice, ma tanto carina ☺☺

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  4. mi hai proprio incuriosita, devo smetterla di passare di qui, la lista si allunga troppo!

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  5. Il titolo di questo libro me ne ricorda un altro, che, ahimè, ho scordato, ma la premessa era molto simile a questa. Capisco il tuo rammarico, anche a me è capitato tante volte di leggere nei libri di altri che purtroppo non avevo ancora letto e/o studiato a scuola... è un po’ come sentire di “rimanere indietro” rispetto all’autore!
    È proprio vero che a volte nonostante un libro non ci prenda, ci sentiamo quasi costretti a finirlo! Io lascio a metà soltanto i libri davvero noiosi o che non mi piacciono per niente, per il resto, faccio qualche sacrificio pur di finire un libro che ho iniziato!!
    Alla prossima!!

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