sabato, dicembre 16, 2023

Gocce d'inchiostro: Il GGG - Roald Dahl

Credo fermamente nel Destino, anche se cinica e diffidente per natura. Forse un controsenso, una contrapposizione, ma non mi preoccupai più di tanto quando il Fato mi spinse fra le braccia di questa storia, con Natale oramai alle porte. Non leggevo qualcosa di Roal Dahl da un sacco di tempo, e il mio tornarci ha scatenato un processo, un’innesco che concretizza l’idea che avevo realizzato prima ancora di leggere di questo gigante buono. Aggrappata alle sue grandi orecchie, appollaiata sulle sue spalle come un piccolo uccellino, questo incrementò il mio desiderio di stare ancora in sua compagnia. E l’anno entrante leggerò sicuramente altro, così soddisfatta, col cuore colmo di una dolcezza inspiegabile e incontenibile da sentirmi quasi fuori posto, inadatta. Intanto questo Gigante aveva emesso il suo vagito anche nella cittadella della mia coscienza, e riflettere e parlare con calma mi è stato possibile solo adesso, che ripongo queste poche righe. Il solo momento in cui la mia anima entra in coesione col mondo circostante e in cui risplende ancora l’anima di quella ragazzina, che già occhialuta  e bassina, nascondeva il naso dietro un romanzo.

Titolo: Il GGG
Autore: Roald Dahl

Casa editrice: Salani

Prezzo: 9, 90 €

N° di pagine: 192

Trama: Sofia non sta sognando quando vede oltre la finestra la sagoma di un gigante avvolto in un lungo mantello nero. È l'Ora delle Ombre e una mano enorme la strappa dal letto e la trasporta nel Paese dei Giganti. Come la mangeranno, cruda, bollita o fritta? Per fortuna il Grande Gigante Gentile, il GGG, è vegetariano e mangia solo cetrionzoli; non come i suoi terribili colleghi, l'Inghiotticicciaviva o il Ciuccia-budella, che ogni notte s'ingozzano di popolli, cioè di esseri umani. Per fermarli, Sofia e il GGG inventano un piano straordinario. 

La recensione:

All’interno di un mondo, soprattutto quello fantastico, si possono trovare tante cose. Animali parlanti e avvenenti, creature mostruose ma pacifiche, luoghi di inestimabile bellezza che stonano con quello scricchiolante, cigolante in cui vivo ma in cui sono disposte parti integranti del mio animo. Tutto sommato quello che succede ogni qualvolta mi approccio ad un romanzo: nel momento in cui desidero far parte di una storia, il destino, la vita è la dimostrazione di questo magnifico momento. Approvando ogni mio intento, burrascoso o ponderato, di sorvolare i cieli di una storia che effettivamente non doveva esserci, ma da cui non avrei potuto aspettarmi nient’altro che di esserne travolta. Coccolata come una piccola ragazzina che ancora deve fare i conti col mondo circostante.

Tuttavia gran parte di ciò penso sia dovuto da qualcos’altro: non è stato un caso che io e Roald Dahl ci incontrassimo a distanza di qualche tempo, poichè non fui io a sceglierlo bensì lui che scelse me. Fraternizzando con ogni intento, ogni impulso a surclassare qualunque assalto esterno, che avrebbe colpito forse piacevolmente la mia prevenuta visita.

Sostenuta dall’impulso di leggere un piccolo capolavoro che, quando ero bambina, non lessi, e incentivata dal desiderio di vederne la trasposizione cinematografica, ignoravo cosa avrebbe comportato stare con un gigante. Non ci vedevo niente di male, e tutt’ora non ci vedo niente di male. Del resto, il titolo diceva che fosse buono. Perché avrebbe dovuto farmi del male? Niente di tutto ciò che avrei visto ne sapevo che strada avevo percorso per andare al suo trotto. Sapevo solo che ho desiderato affiancarlo, lui e la piccola Sophia, e tutto il resto era una nebbia luminosa. Era una specie di creatura celestiale, che doveva la sua stessa essenza alla magia … una di quelle strane creature che si scovano nei libri di fiabe e di cui non sono più avvezza a leggere come un tempo.

Poiché conosco Roald Dahl molto bene, non ha destato scalpore scoprire come Il ggg fosse celebrato per licenza, per moralità e i suoi introiti donati in beneficenza. << Solo >> una dozzina di persone o poco più, o anche mille, non ebbero alcuna esitazione. Roald Dahl aveva evocato la magia, dalle sue grandi mani era scaturita una luce che, nonostante siano trascorsi anni dalla sua dipartita, brucia ancora gli occhi. Non distante come le stelle del mio mondo presente, quanto vicine specialmente nel momento estatico, solenne in cui ho giurato di conoscerlo a fondo, nel 2024 a venire. La comune idea che trattasi di romanzi per bambini sembrano frivolezze, in una pausa dalla lettura di un saggio o di un classico, inginocchiata dinanzi al fragore del mondo, piegata inconsapevolmente verso di lui toccandolo, sentendolo: di magia se ne ha gran uso e il gesto di farmi avvolgere è stato quasi automatico, come per rassicurare qualcuno che il Male che il mondo disgraziatamente è ancora attanagliato può svanire se rafforzato dalla convinzione che esista qualcosa di potente, qualcosa che possa contrastarlo. Ponendovi una certa fedeltà, quella stessa che hanno reso negli anni i romanzi di Roald Dahl assolutamente speciali.

Sapevo che, nel momento in cui Il GGG avrebbe conquistato anche me, ogni particolare insignificante della mia vita mi avrebbe indirizzato verso qualcosa che mostra una certa intensità, una certa devozione non ancora completamente matura che generalmente rivolgo ai miei autori preferiti. Eppure la dolcezza, la profondità di certe tematiche, nei romanzi snelliti da elementi che hanno a che fare con l’assurdo, si scontrano con forme atipiche di onestà, pazienza e buona fede. Risvegliando ogni lettore dormiente da un sonno da cui ne scaturisce un campanio modesto, quella illimitata capacità di espressione attraverso cui giudico come fortezze di una piccola landa, in un cerchio sonoro che si adatta perfettamente al l'eccitante atmosfera natalizia che quest’anno sto respirando. La glorificazione di una luce riflessa che, come un piccolo angelo, ha scintillato nel sole, quel tempo sufficiente affinché le emozioni suscitate restassero intatte. Non svanissero in un battito di ciglia, quanto lo intensificano come un sogno: quella di una stramba storia il cui piccolo frammento ha portato alla mente molto più di quello che è un semplice romanzo per bambini.

Valutazione d’inchiostro: 4

4 commenti:

  1. Ciao Gresi, ricordo che questo libro ce lo lesse a scuola la maestra alle elementari e, pur conservandone un vago ricordo, mi era piaciuto molto :-)

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    1. Io non lo avevo mai letto, ma si è rivelata una bellissima esperienza :)

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