giovedì, ottobre 16, 2025

Nella baia delle parole: la letteratura islamica

Leggo tanto, me ne rendo conto. Ma è mediante la lettura, letteratura che riesco a prendermi cura dell’anima. A lenire il mio spirito, da qualunque assalto esterno, e, soprattutto, a valicare mondi che nemmeno il genere umano sognerebbe di poter visitare, osservare. I cosiddetti viaggi di poltrona.. Chi non li ha mai vissuto? Chi non ha mai intrapreso il proposito di viaggiare con la mente, affinché qualcosa dentro di lui o lei andasse al suo posto? Di viaggi da poltrona, nella mia carriera di lettrice, ne ho fatto e vissuti tantissimi. Alcuni, che si sono protratti per una manciata di giorni, altri per qualche ora. E, nell’insieme, donato ciò che cercavo: la << magia >> di conoscere e scoprire terre che destano da sempre il mio fascino. Una di queste, l’Islam, terra arida di malessere e povertà, ma anche culla di giovani scrittori che fecero di questa terra un harem segreto di lettere e parole, suoni e voci che si conformarono non solo alla loro mente ma anche al loro spirito.

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Travolti da qualcosa di potente, forte e inspiegabile. La brama lussuriosa della conoscenza, la magica sensazione di vedere parole trasformarsi in immagini, la divina imprudenza che induce a perdere completamente la volontà, con la sua ingenuità emotiva, la sua prontezza di spirito, questa umile professoressa israeliana ci parla dei romanzi, della letteratura come un arma di cui dovremmo servirci per combattere gli assalti esterni. Fingere che non esista, fingere che i libri non siano altro che mazzi di carte con dell'inchiostro rovesciato avrebbe significato morire lentamente. Amare la lettura avrebbe dunque spalancato le porte del Paradiso.


Titolo: Leggere Lolita a Teheran

Autore: Azar Nafisi

Prezzo: 12 €

Casa editrice: Adelphi

N° di pagine: 375

Trama: Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell'Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d'amore per la letteratura mai professati - e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.

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Pellegrini posti dinanzi a un cammino che ha una forma diversa, a dispetto di altri romanzi del genere, ma che spicca per la sua impronta simbolica, per una continua ricerca del bene nel contrastare il male, la libertà interiore, mediante il passato, rimasugli di una vita lontana o passata che sono veri e propri tributi alla pacificazione.


Titolo: Shantaram

Autore: Gregory David Roberts

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 25 €

N° di pagine: 1177

Trama: Nel 1978, il giovane studente di filosofia e attivista politico Greg Roberts viene condannato a 19 anni di prigione per una serie di rapine a mano armata. È diventato eroinomane dopo la separazione dalla moglie e la morte della loro bambina. Ma gli anni che seguono vedranno Greg scappare da una prigione di massima sicurezza, vagare per anni per l’Australia come ricercato, vivere in nove paesi differenti, attraversarne quaranta, fra rapine, allestire a Bombay un ospedale per indigenti, recitare nei film di Bollywood, stringere relazioni con la mafia indiana, partire per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattimenti islamici, tornare in Australia a scontare la sua pena. E raccontare la sua vita in un romanzo epico di più di mille pagine.

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Realtà e identità, ma nel romanzo ritratta profondamente a una sequela di parole la cui salvezza, in primis, deriva da esse.

Titolo. Creatura di sabbia

Autore: Tahar Ben Jelloun

Casa editrice: La nave di Teseo

Prezzo: 16 €

N° di pagine: 208

Trama: La nascita di Mohamed è festeggiata con grande clamore e sfarzo dal padre Hadj Ahmed: finalmente, dopo sette figlie femmine, è arrivato un maschio. Quella che sembrava una maledizione che impediva alla sua casa di avere un erede è finita, ma soprattutto sono state sventate le mire dei fratelli al suo patrimonio. Sarebbe tutto perfetto, se Mohamed fosse veramente un maschio. Invece è nato femmina e solo per volere del padre crescerà e verrà educato come un uomo, abituato fin dall'infanzia a essere il prossimo capofamiglia, colui che regge la casa e la servitù. Mohamed Ahmed, nonostante il prestigio della sua posizione, dovrà fare i conti per tutta la vita con un'identità fittizia, frutto di una metamorfosi coatta, che non tiene conto del carico di violenze, rimozioni, rinunce e sofferenze che ne derivano e che lo porteranno a un'esistenza di solitudine e incomprensione. Un romanzo intenso in cui la forza della scrittura è al servizio di una storia dolorosa e complessa che racconta - attraverso le voci di vari narratori, come in una favola mediorientale - il dramma della vita del protagonista mentre ci mostra anche qualcosa del mondo arabo, delle tradizioni e dei tabù del Marocco e della sua società.

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Morire, rinascere, vivere sono atti assolutamente importanti e necessario del regno di Dio dunque vivere nella credenza che non si tratti di blasfeme, assurdità o ridicolaggini. Poiché senza morte non ci sarebbe stata resurrezione, senza l’avvento del Messia non ci sarebbe stata l’evoluzione della stirpe umana poiché si vive costantemente nel passato e accogliamo ciò come l’avvento, la novità.


Titolo: Le intermittenze della morte

Autore: Josè Saramago

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 9, 50 €

N° di pagine: 220

Trama: Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l’eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell’umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della chiesa, ora che non c’è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi come si vede, sono tanti e complessi. Ma la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all’impegno di rinnovamento dell’umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati ( o fortunati? ) destinatari che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a cui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona.

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Dalla vetta di una montagna ho visto presiedere la presenza di due forme di vita le cui strade sono parallele, due linee rette, con qualunque opportunità di azione e agire, nonché proiezioni o trionfo dell’uomo sulla natura.


Titolo: Mille splendidi soli

Autore: Kahled Hosseini

Casa editrice: Piemme

Prezzo: 11, 90  €

N° di pagine: 407

Trama: A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua "kolba" di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una "harami", una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia che ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza.

2 commenti:

  1. Ho letto solo l'ultimo, Mille splendidi soli; ottimo post, grazie

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  2. Ciao Gresi, dei libri citati anche io ho letto solo "Mille splendidi soli", una lettura di molti anni fa ma che ricordo ancora per la sua intensità... se non li hai letti ti consiglio anche gli altri libri dell'autore :-)

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