sabato, giugno 29, 2019

Gocce d'inchiostro: La saga dei Cazalet. Gli anni della leggerezza - Elizabeth Jane Howard

La lotta è stata tremenda: il mio cuore è stato così intensamente attratto da quello di questo romanzo, due cuori ardenti contro una sola piccola coscienza, che la mia decisione di concludere questa saga divenne sempre più forte giorno dopo giorno. Ero giunta nel cuore pulsante di queste pagine con le idee ben chiare; per nessuna ragione avrei acconsentito a un passo che avrebbe potuto causarmi amaro pentimento per la cecità dimostrata nel non avvicinarmi. Mi sono sempre più convinta che la mia coscienza aveva deciso per me a mente lucida di non poter più tirarmi indietro.
Purché questo mio splendido viaggio continui, per qualche giorno dovrò tornare distante dalla Howard e dai suoi figli di carta. Ma, poiché sento ancora la loro mancanza, vuoto per cui so ben certa che colmeró non appena acquisterò i volumi successivi, quest’oggi vi invito a leggere questa saga, amici lettori, e di perdervi anche voi nei meandri più reconditi del cuore umano. Fra  gruppi di fantocci che non si sentono mai del tutto sicuri, fuori posto, terrorizzati dalla paura di poter perdere un loro caro, con un forte senso di disagio e frustrazione che attanaglia continuamente la loro natura artificiosa e poco riconosciuta. 


Titolo: La saga dei Cazalet. Gli anni della leggerezza
Autore: Elizabeth Jane Howard
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18,50€
N° di pagine: 500
Trama: È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare.
Ed ecco svelata, come attraverso un microscopio, la verità sulle dinamiche di coppia fra i figli e le relative consorti. L’affascinante Edward si concede svariate amanti mentre la moglie Villy si lacera nel sospetto e nella noia; Hugh, che piega ancora i segni della grande guerra, forma con la moglie Sybyl una coppia perfetta, salvo il fatto che non abbiano idea l’uno dei desideri dell’altra; Rupert, pittore mancante e vedovo, si è risposato con Zoe, un’attrice bellissima e frivola che fa fatica a calarsi nei panni della madre di famiglia; infine Rachel, devota alla cura dei genitori, che non si è mai sposata per un motivo ben preciso. E poi ci sono i nipoti, descritti mirabilmente nei loro giochi, nelle loro gelosie e nei loro sogni, in modo sottile e mai condiscendente, dalle ingenuità infantili alle inquietudini adolescenziali.
Ma c’è anche il mondo di fuori, e la vita domestica dei Cazalet si intreccia inevitabilmente con la vita di un paese sull’orlo di una crisi epocale. Mentre le  vicissitudini private dei personaggi vengono messe a nudo e vicende grandi e piccole intervengono a ingarbugliare le loro esistenze, si comincia a mormorare di una minaccia che viene dal continente, e che assume sempre più spessore nelle consapevolezze dei protagonisti, fino a diventare tangibile: la seconda guerra mondiale è alle porte.

 La recensione:

La vita era una gigantesca trappola predisposta degli uomini, pensò, e il sesso ore e ore di sgradevoli, dolorosi e infine noiosi rapporti intimi da cui, per qualche ragione, non si ricavava alcuna soddisfazione.

Fui presa immediatamente da un forte e imprescindibile ardore, che la mia diffidenza ad approcciarmi a questa saga dovette spezzarsi contro la violenza del desiderio.
Ma i lettori sono così: talvolta loro stessi non si riconoscono. Non posso credere che mi sia comportata così. Che ho tormentato il mio spirito senza posa. Perché ero così diffidente? Avevo paura di incappare nell’ennesima cocente delusione? A volte sono un pó stupida, lo ammetto. Cosa c’è di male ad approcciarsi a un qualsiasi romanzo? La concezione di bello e brutto avviene successivamente. Ma, di primo acchito, è l’oggetto, il libro stesso, che dovrebbe affascinare. Un romanzo dalla copertina abbastanza sofisticata e di vecchio stampo. Io spesso seguo il mio istinto; mi lascio travolgere dalle emozioni, e poi cambio rotta. Proprio come quando accade con quei romanzi che considero poco soddisfacenti. E questo è proprio il genere di cose che mi aspetto di vedere in romanzi come quello della Howard… eh, si. Alla fine ho preso un granchio. Dovevo capire come la Howard e questo suo primo figlio non fossero che creature oneste, sincere, lampanti così come appaiono. Come ho potuto pensare che il loro racconto mi avrebbe tediato?
Lo sforzo di mettere da parte il mio profondo rammarico è stato superiore alla capacità di vivere sulla pelle una storia estremamente intensa, travolgente, coinvolgente e introspettiva che fui costretta a ricredermi.
Come sopra una nuvola di morbidi cuscini e lenzuola, sono rimasta prostata in preda a un interesse crescente affannosamente interrotta da attimi di vita quotidiana che neppure il timore che tutto ciò che ho letto sin ora si sarebbe tristemente concluso nel quinto e ultimo volume.
In poche parole, mi sono sentita trascinata dalla vicende della famiglia Cazalet. Da gruppi di donne e uomini che accondiscendono a qualunque volere poiché imprigionati in una dimensione del dovere. Poiché condannati a una vita estremamente vacua, triste ma non infelice su cui si sono riversate ogni alito di respiro, ogni flusso del loro sangue, ogni pulsazione che cantava alle mie orecchie una melodia che si è unita alla natura per distogliermi da diversi scrupoli: ascoltarli trasportata dalla voce carezzevole dell’autrice, con leggerezza e magnetismo, unendosi a loro, carpendo il maturo piacere, l’eterna soddisfazione di trovarsi dinanzi a un classico della letteratura americana. Era ciò che mi ha suggerito il mio cuore è quasi in un terrore d’estasi ho compreso che, malgrado il lasso di tempo non sarà propriamente corto, il consiglio del mio cuore di restare ancora in loro compagnia vinse su ogni cosa.
I romanzi della Howard sono quel genere di letteratura che è/verrà ricordata nel tempo non tanto per il suo valore materiale, quanto la potenza di una voce femminile capace di far cantare l’anima d chiunque. Conservata come una reliquia sacra, in mezzo a gente che non sa che farsene dello sfarzo e del lusso senza le migliori ricchezze morali i cui fili d’oro sono intrecciati così bene che ne decorano una trama armoniosa e semplice, dal forte potere rasserenante. 
Involontariamente qualcosa mi ha fatto prendere consapevolezza di una decisione che non mi farà più tornare indietro. È qualcosa strettamente legato alla scrittura, alla letteratura. Io non posso fare a meno di sentirmi coinvolta; non riesco a non pensare a Zoe, Rachel, Edward, Rupert, Philips. E se per caso, in questo lasso di tempo, verrò contagiata dalla malinconia, devo solo tenere a mente un unico obiettivo: raccogliere tutta la passione insita nel mio animo per fagocitare storie come queste. 
Le diramazioni di questa famiglia erano sempre più intricate, oltre che motivo di fascino. Ero giunta nell’America del 1937 trascinata senza che io me ne accorgessi, consegnata ad un autrice che diverrà una delle mie preferite. 
In realtà è qualcosa che per me non è sconosciuto. Eppure Gli anni della leggerezza mi ha lasciato addosso un manipolo di sentimenti che ancora tutt’ora non riesco a tenere a bada. Secondo questa testimonianza, mi sono recata in una lussuosa dimora nelle prime soleggiate settimane di giugno. Condotta lungo le rovine di una cittadina che lentamente si sta avviando verso lo sfacelo, spettatrice di eventi straordinari e fantastici. Una penna mossa da una mano invisibile che traccia un segno indelebile; il tradimento come forma di espiazione alla libertà, il mondo di carta in cui amo vivere perfettamente reale e tangibile. 
Una miscela disomogenea di colori che convergono in un unico bellissimo quadro, un giovamento per l’anima dovuto dalla tenacia, da anni e anni di sofferenze, costrizioni, mentre un drammaturgo invisibile componeva con un sorriso abbozzato sulle labbra. Una pace interiore ottenuta solo dopo anni di sacrifici, silenzi, repressioni, costruita nel tempo come una corazza, che si sono riversati in me come un mare in tempesta. Il piacere squisito dello scrivere, di sentirsi compresa e di rendere questa passione come un mestiere di vita, uno stile curato, armonioso, quasi solenne, che lenisce qualunque ferita nascosta, Gli anni della leggerezza è un magnifico mosaico che mi ha fatto comprendere come talvolta la bellezza di una storia può entrarci dentro letteralmente. Come? Raccontando semplicemente quella che è la vita di ognuno di noi. Piccoli squarci di anima in cui chiunque può riconoscersi. Romanzo che ha vasti richiami alla letteratura classica e quella vittoriana, che non colpisce per il numero spropositato dei personaggi o per il tedio e la monotonia che praticamente sono raccolte in queste pagine, bensì vicende di sconvolgente verità che fluttuano in un mare di ricordi, intrappolati nel tempo sempre più remoto. 
Valutazione d’inchiostro: 4+

10 commenti:

  1. Le saghe familiari mi spaventano sempre, così come i mattoni. Ma ne sento parlare così bene di questi Cazalet...

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    1. Me ne sono innamorata anche io, Michele, e non vedo l'ora di proseguire con la lettura dei prossimi ����

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  2. Kitabın etkileyici ve duygusal bir konusu var anladığım kadarıyla... Paylaşım için teşekkürler Gresi 😊

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  3. Ciao Gresi, ho letto e amato anch'io il primo volume della saga... e conto di proseguirla!

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    1. Sono felice, Ariel! Io francamente non vedo l'ora; sono davvero curiosa, oltre che entusiasta a proseguire 📚❤️😊

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  4. Io ho letto i primi capitoli, ma non era il momento giusto, sono stata frenata soprattutto dai tanti personaggi. Magari ci riproverò in un altro momento.

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  5. Ho adorato tutti volumi di questa saga, tanto che alla fine mi è quasi sembrato di fare parte di quella famiglia. Ancora mi mancano...
    Ti consiglio di continuare la serie al più presto perché letti uno dopo l'altro rendono sicuramente di più! ;)

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    1. Lo farò, Daniela 😊 Il tempo dell'attesa infatti sarà la mia prossima lettura 😊😊

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