Un assetto principiale dei romanzi, per
chi è un lettore accanito, sono le copertine. Quanti lettori hanno acquistato
un romanzo, solo dalla sua bellissima copertina? Quanti estimatori della parola
scritta si trovano immischiate in situazioni in cui credono possano essere straordinarie,
indimenticabili e poi si rivelano giganteschi buchi nell’acqua? Nel primo caso
il fascino che si riserva a quel determinato romanzo si fonde allo stupore,
alla sorpresa di constatare se certi fondamenti si rivelano concreti. Ed ecco
che, quando ero adolescente, mi è capitato non poche volte di incappare in
gigantesche cantonate. Attratta dalla splendida cover, incuriosita da ciò che
avrebbe voluto trasmettermi, dopo una lettura fervida di una manciata di giorni
che avrebbe destato persino il più coriaceo. Delusa e rattristata, consapevole
di non lasciarmi più indurre a tentazioni, certe esperienze però fungono da
riferimento per fare esperienza. Non disdegno niente che non possa donarmi
qualche assetto, passando in rassegna i vari modi in cui la letteratura è stata
buona o crudele con me. Rendendomi però conto che, se non mi fossi abbattuta in
certe situazioni, non credo ora sarei qui a parlare di essi…
Titolo: Aristotele e Dante scoprono i segreti dell’universo
Autore: Benjiamin Alir Sàenz
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 360
Trama: Dante sa nuotare. Ari no. dante è colto e sicuro di se. Ari non conosce abbastanza parole. Dante si perde pensando all’arte e alla poesia. Ari si perde pensando al fratello maggiore in carcere. Tutto farebbe pensare che un ragazzo come Dante, che ha davanti a sé la prospettiva di una vita eccezionale, sia l’ultima persona in grado di rompere il muro che Ari si è costruito attorno. Ma quando si incontrano, Dante e Ari legano subito. Condividono libri, pensieri, sogni, risate. Imparano l’uno dall’altro nuove parole e iniziano a ridisegnare i confini dei loro mondi. Soprattutto, scoprono che l’universo è un posto enorme e difficile.