mercoledì, giugno 22, 2016

Gocce d'inchiostro: Una stanza tutta per sé - Virginia Woolf

Buon pomeriggio, amici! Come state? Procedono bene le vostre letture? In un periodaccio in cui mi sento stanca e demotivata, quest'oggi vi parlo di un romanzo davvero eccezionale: Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf. Un opera che ha accresciuto in me la passione per la letteratura inglese, e soprattutto l'interesse nei riguardi di questa scrittrice. Un tempo sconosciuta. In pochi giorni divenuta quasi una cara amica.
Augurandovi un felice mercoledì, vi racconto come questo piccolo gioiellino ha illuminato i corridoi bui della mia anima. Semplice e reale che ho visto snodarsi come una matassa costruita in fretta e furia.


Titolo: Una stanza tutta per sé
Autore: Virginia Woolf
Prezzo: 7€
Casa editrice: Newton Compton
N° di pagine: 156
Trama: Nell'ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema "Le donne e il romanzo": E' l'occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria. Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna - scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva "denaro e una stanza tutta per sé"? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura negli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile. Un classico della scrittura e del pensiero.
La recensione:

È strano come
un frammento di poesia rimanga nella mente e faccia
muovere le gambe al suo ritmo.

La letteratura inglese. Anche da questo punto di vista i romanzi sono magnifici. Tele di ragno legate forse molto debolmente, ma legati alla vita di tutti e quattro gli angoli. Qualunque cosa uno voglia leggere sono come recipienti in cui scorre e brilla in eterno lo spirito e la forza di chi li ha scritti. Spesso si scopre qualcosa di cui non si conosceva nemmeno l'esistenza, o si dialoga con figure evanescenti di cui sapevamo ben poco. Il mio terreno di caccia sono i chilometri di scaffalature cariche di libri della mia biblioteca di fiducia, nei dintorni in cui abito. Lì ho trovato, spesso, a metà prezzo, copie fresche di stampa dei libri appena pubblicati, destinati a lettori alacri e voraci, nonché copie di vecchi libri altrimenti esauriti.
Un giorno, nei paraggi dei volumi sulla letteratura inglese mi aveva colpito il romanzo di una grande scrittrice che conoscevo solo per sentito dire. Il risvolto della copertina ritraeva una donna seduta su una sedia che, con lo sguardo perduto in chissà quale luogo, mi diede una strana sensazione. Forse, così sola e pensierosa, si domandava quale fosse il vero significato della vita? In quell'harem di lettere, condensati in meno di 200 pagine, la giovane Virginia aveva scritto un interessante saggio, Una stanza tutta per sé, combinando le sue esperienze e l'improvvisa conglomerazione di un'idea alla fine del suo percorso.
La sua tesi è che esaltando i romanzi, chi li scrive, è superiore in ogni imperfezione grazie a un indomito lampo d'immaginazione che, esplosivo del genio nel mezzo, ci lascia incrinati e imperfetti, ma stellati di poesia. Una gemma di verità pura da avvolgere tra le pagine dei nostri appunti e conservare sulla mensola strapiena di una gigantesca libreria.
Non un tipo di comunicazione a me sconosciuto. Da amante della scrittura e della buona letteratura sono consapevole che le parole, se adoperate con maestria, hanno un suono diverso perché accompagnate da una sorta di ronzio musicale - eccitante, avvolgente - che trasforma il valore delle parole stesse. Un ronzio dell'anima che sembra quasi impossibile tradurre in parole.
Quel che è assolutamente sorprendente è che, percorrendo a ritroso la storia che la Woolf si portava dentro, un urlo lanciato dalla soglia della sua insoddisfazione morale, Una stanza tutta per sé fu un'esperienza straordinaria che in qualche modo l'autrice trasmesse anche a me. Lo stesso succede, secondo l'autrice, quando nei primi anni '20 le donne furono costrette a rinunciare alle sue doti e ai suoi ricordi. I romanzi dovevano decantare la purezza dell'animo e l'intensità delle storie alzando nude pareti dalla nuda terra. E pur di farlo era necessario ribellarsi come modello artistico, anziché di auto espressione.
Ho ascoltato la voce carezzevole di questa straordinaria donna quasi ammaliata. Eppure, pensandoci un attimo, mi domando se leggendo forse non abbia esagerato a  rispecchiarmi nelle sue esperienze. Quando scrivo non mi sento mai sola. Mi apro a dismisura, e spesso mi isolo con amici fatti esclusivamente di carta e inchiostro per cercare di dire ciò che realmente penso. Un gruppo di anime accompagnano la mia avanzata lenta, e in loro compagnia attribuisco importanza a frasi che prima consideravo casuali. Parole che confondono, camminando sotto un cielo stellato, rendendo il mondo del silenzio più reale del mondo d'inchiostro. In presenza di una realtà in cui si vive in presenza di una vita insoddisfacente, ma che a quanto pare fortifica.
La conclusione della Woolf è che nell'anima dei più irrazionali i romanzi hanno il potere di tracciare con dell'inchiostro invisibile, sulle pareti della nostra mente, una premonizione che Una stanza tutta per sé conferma egregiamente. Un disegno accostato al fuoco del genio purché diventi visibile.
Che al lettore, mediante l'atto del leggere, succeda qualcosa di simile? Che chi legge avverte il contatto dell'anima di chi l'ha scritto, le emozioni che sono suscitate da una penna dalla punta invisibile e che sono passate attraverso il suo corpo? Una follia, si direbbe. Eppure, in una visione più spregiudicata della realtà letteraria, una visione secondo la quale i romanzi hanno una certa importanza poiché sono legati alla vita di chi li ha scritti. Non tessute a mezz'aria da creature incorporee, ma lavori di uomini o donne che soffrono, legati a cose volgarmente materiali.
Talvolta mi capita di pormi certi quesiti. Grandi e profonde riflessioni su ciò che più considero davvero indispensabili, accecata dal profilo spigoloso di qualche autore solo o insoddisfatto, che come mura vecchie e ingrigite si staglia con uno strano profilo sull'orizzonte.
Nei giorni che hanno aperto questa settimana, all'insegna del caos e del disordine, ogni sera, sul calar della sera, m'incontrai con la Woolf e quando mi sentivo soddisfatta di ciò che ascoltavo, della distanza che lentamente stava diminuendo a vista d'occhio, io cominciavo a capire il suo pensiero. Entrando nella sua mente, nel suo corpo, arrivarono dritto nel mio cuore messaggi di un linguaggio che non è mai stato per me sconosciuto, che vibravano in modo che si riproducessero continuamente nel loro modo segreto. Si trattava di una magia scaturita dalla mente o dalle parole?
Quella di Una stanza tutta per sé è il racconto di una storia, una finzione, un racconto a più riprese interrotto e deviato. Non un prodotto finito, ma il processo, il divenire del pensiero in tutte le sue tortuosità. Una serie di gesti agitati che vietano la compiacenza, la sicurezza, la chiusura mentale, avvolti quasi in una cortina di mistero, solitudine e insoddisfazione, che si stanza in un grande e magnifico periodo del secolo. Da qui ho colto una felicità imprecisata. Una giovane donna che volge le spalle ai paradigmi del secolo, e che in poco tempo diviene un elegante sconosciuta dal disordine mentale grazioso e distinto. Una donna anticonformista che si lascia completamente andare ad istinti, passioni che non pensava di avere, alla ricerca costante di ogni forma di verità. Pagine che hanno funto come mezzo per raccontarsi, parlare, e magari avventurarsi là dove le emozioni non si sono ancora avventurate.

La vita è ardua, difficile, una lotta incessante.
Richiede forza e coraggio giganteschi. Più di ogni
altra cosa, forse, creature dell’illusione quali siamo, richiede
fiducia in se stessi. Senza fiducia in noi stessi
siamo come neonati nella culla.

Valutazione d'inchiostro: 4

8 commenti:

  1. La Woolf piace molto anche a me, ma questo non l'ho ancora letto. Ti consiglio tanto anche La signora Dalloway e Gita al faro.

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    1. Per me è stata la prima volta, e sono contenta perché si è rivelata davvero positiva :) Grazie per i consigli! Prendo nota, e prossimamente ne leggerò qualcuno :)

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  2. Oh attendevo questa recensione! Che dire, tenterò pure io

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  3. Ciao Gresi, ho studiato quest'autrice al liceo, non l'ho più approfondita, ma la ricordo come una letterata molto interessante, sia come personalità sia come autrice

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    1. Ciao Ariel! Io purtroppo al liceo non feci la sua conoscenza, nonostante ero molto curiosa. Una stanza tutta per sé è arrivato nel mio e-reader casualmente, e sono davvero felice di averla conosciuta. Prossimamente leggerò altro di suo. Questo romanzo mi ha affascinato davvero molto :) Dunque se ti interessa leggere qualcosa di suo, ti consiglierei di buttarti :)

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