venerdì, novembre 05, 2021

Gocce d'inchiostro: La casa di cenere - Angharad Walker

Le paure, le ossessioni, le possessioni mentali e fisiche alimentano trame, snelliscono romanzi che ad una lettura appassionata e fervida trasmettono molto di più di quel che crediamo. Molti di questi lettori hanno perso il sonno dietro a figure orripilanti, mostri che subiscono mutazioni nel cuore della notte, che non muoiono nemmeno col più dei micidiale dei veleni. Certo perché tanti must della letteratura gotica e horror sono tutt’oggi un emblema della letteratura mistery. Per questo ho abbracciato il mese appena trascorso con la decisione di leggere romanzi essenzialmente spaventosi. Questo piccolo volume presentato come lettura per ragazzi ebbi modo di leggerlo, con estremo piacere, sul finire del mese di ottobre. Di romanzi da recensire, da presentare o consigliare ce ne sono sempre tanti. Il tempo è sempre troppo limitato, ma del resto scrivo per me stessa, e se la recensione di un romanzo letto qualche giorno prima è presentato quest’oggi non credo ci sia niente di male. Il bello dell’essere lettori, secondo me, è anche questo. Non sai mai cosa aspettarti. C’è sempre un romanzo, un autore che guasta i tuoi piani. Certo, perché ingenuamente non sappiamo che ciò è già scritto nelle stelle. Per questo quando questo romanzo mi chiamò non persi tempo a immergermi fra le sue pagine, vivendolo esattamente come è – una lettura semplice ma per nulla superficiale – che funse da espediente alla monotonia, alla quotidianità. A confidare di poter vivere la vita che hanno vissuto questi personaggi particolari e stranissimi, in cui il realismo magico incontra la fabula, a metafore ed aspetti di crudeltà psicologica. Non è questo forse la magia che si ricerca in questa tipologia di letture, che in un certo senso determinano il nostro spirito il nostro approccio col mondo? E sebbene rivolto ad un pubblico molto giovane sono contenta che sia stata influenzata da tale potere.


Titolo: La casa di cenere
Autore: Angharad Walker
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 345
Trama: Quando arriva alla Casa di Cenere, il ragazzo nuovo è in cerca di una cura per il male alla schiena che lo tormenta da tempo, ma anziché capitare nell’ennesima clinica si trova davanti a una dimora con le pareti di fumo e viene accolto da un gruppo di ragazzi che lo ribattezzano Sol, per Solitudine. Hanno nomi strani, come Concordia o Giustizia, e tengono in gran conto la Bontà. Sol impara a vivere con loro seguendo le regole dettate dal misterioso Direttore, di cui tutti aspettano il ritorno con ansia. Presto si accorge, però, che quella casa è l’opposto di un luogo dedicato alla cura. Non si può per alcun motivo essere malati né cercare di andarsene. Finchè un giorno arriva il Dottore.


La recensione:

Non c’è da meravigliarsi nello scrivere che a questo romanzo mi sono approcciata con una certa diffidenza. Quella del dubitare di ogni romanzo che leggo, perlomeno di primo acchito, è una delle forme insite nel mio carattere che non credo estirperò tanto facilmente. È quasi una condanna, per certi aspetti. Ma per altri mi tiene in agguato dagli assalti esterni della vita. È un segno che dietro certe esperienze c’è sempre un pizzico di verità. E di esperienze brutte, sorprese inaspettatamente fastidiose, in passato, ne ho vissute a bizzeffe.
Tutto questo inutile pippone solo per dire, che alla fine ho risieduto fra le mura di questa gigantesca ma inavvicinabile casa per molto più tempo di quel che credevo. Alla fine è stato davvero piacevole starci, risiedervi comodamente seduta sulla mia poltrona preferita, nel bel mezzo al silenzio, della follia, mi sentivo addosso come un veleno che decisi che dovevo curare. In mezzo, una serie di dettagli che compongono un quadro prettamente realistico nonostante la loro aura misteriosa e magica, gruppi di anime che sono così ben costruiti da prevalere su ogni cosa.
Dopo aver compreso la sua struttura, di cenere e polvere perché si gonfia e confonde mentre il vento la investe in cui la solitudine permeava le sue mura dall’estremità di un mondo che è lasciato a marcire, dimenticato da tutti coloro che hanno temuto. La stessa autrice, in una recente intervista, confessò di aver riscontrato non poche difficoltà a scandagliare le personalità di chi lo popolerà. Non ci sono spiegazioni vere e proprie. Ma in un certo senso tale luogo avrebbe messo a posto qualunque cosa, qualunque malanno. Ogni cosa funziona grazie alla solidarietà, al lavoro unanime che costituita da questa polvere avrebbe costruito una sorta di cura. Metafora di benessere interiore. Specializzando, decretando l’essere umano come parte integrante di un mondo, trasformando perfetti estranei in persone che trasudano bontà.
Scrivo questa recensione consapevole che l’idea di inquietudine, definizione di romanzo horror sia solo una parvenza. Un illusione a ciò che effettivamente è questa lettura. Vista dall’alto, dall’altura di anni e anni di letture di svariato tipo, La casa di cenere sembra quasi inutile, insignificante. Eppure, nel momento in cui vi misi piede, il mondo reale riecheggiò nelle mie orecchie, quasi stessi osservando una visione distorta e nebulosa, distante che ha a che fare con la potenza dei ricordi che non ci appartengono davvero. In un certo senso ha decretato il mio starci lì, fra le sue pagine. Il guardarsi attorno, e comprendere cosa distingue la realtà dalla finzione se affidandoci alla nostra coscienza o ai nostri sensi. Comprendere tale dicotomia mi ha indotta a guardarmi dentro, perché se questi ragazzi erano rinchiusi in questa particolarissima casa è perché certamente desiderosi di sfuggire dal mondo circostante, scacciando i brutti sogni e pensieri, strisciando in mezzo a ombre che si tengono per mano risucchiando ogni rimasuglio di felicità in un buco nero di oppressione e nostalgia.
Tornado nella mia stanza, fra libri e libri che chiedono solo di essere vissuti, mi chiedo se a volte il peso del mondo appare così insopportabile come l’autrice esplica in queste pagine. La letteratura, da questo punto di vista, vanta un bellissimo corredo di opere in cui ci si identifica in forme apparentemente umane che vanno alla ricerca di se stessi. La Walker però mediante una narrazione corale che si muove mediante l’introspezione dei personaggi, simbolo di enigmi, paradigmi che ti inducono a scrutare ogni parte del tuo essere, dubitare se chi sei e cosa ti circonda sia frutto della tua immaginazione poiché fagocita figure dilaniate dalla paura, dai tremori. La determinazione, il coraggio, elementi che scrutano l’identità umana, le mancate spiegazioni del perché una determinata cosa accade, sono tutti aspetti che compongono un quadro semplice ma raffinato, coscienzioso ma disordinato che tiene su un meccanismo imprecisato e grafico dai richiami jacksoniani attraverso il quale è possibile riconoscersi. Ci si affaccia a questo mondo non avendo niente di preciso da definire ma attraverso cui i protagonisti osservano ogni cosa col desiderio insopprimibile di comprenderlo.
Questa lettura è un romanzo che innegabilmente ha a che fare con questioni relative alle azioni individuali, al concetto di forte o barbarico, alla supremazia, al potere che si esercita sul prossimo. E, come lo spazio freddo e lontano nel quale ho fatto perdere le mie tracce, La casa di cenere  mi ha stupita. Non entusiasmata o infervorato il mio spirito ma consapevole di aver scelto di leggere questa lettura come se animata da qualche forza sconosciuta, che mi ha indirizzato lungo una strada indifferente dal solito, con un netto miscuglio di buono e cattivo.
La mia anima ne è stata consapevole sin dall'inizio; un lento ma entusiasmante peregrinare, che mi ha scaraventato in un luogo deserto, il cui tema principale è il perenne contrasto tra Bene e Male. ll predominio degli istinti più irrazionali sull'intelligenza, del senso di colpa e del peccato.
Romanzo scaraventato nell'abisso scuro e angosciante della lontananza. Storia di rinascita interiore per il semplice fatto che si crede a qualcosa quando non si aveva la certezza di poter sperare; navigatori che presto o tardi troveranno la pace. Storia d'avventura che ha allietato il mio animo come non credevo, densa di trovate ed episodi vivaci, che si alternano a uno stile visionario e brutalmente espressivo.

Valutazione d'inchiostro: 3 e mezzo

2 commenti:

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