giovedì, novembre 11, 2021

Gocce d'inchiostro: Il caso Charles Dexter Ward - Howard P. Lovecraft

La mia conoscenza con Lovecraft nacque, improvvisamente, una sera di fine estate. La vita era una continua corsa, piena di doveri. Ogni rapporto era difficile, una lotta per la sopravvivenza, così difficile e contorta. Non avevo – ne credo di avere mai avuto – mai un momento in cui la letteratura non abbia mai parlato alla mia anima. Ci sono stati quei momenti in cui l’approccio con quel romanzo, quella lettura non fosse adatto, questo si. Ma non ho mai considerato irriconoscibile il mio rapporto con gli autori classici o moderni. Mi alzo la mattina e mi piace avere ancora così tanto da leggere, così tante storie da vivere. Non c’è una ragione particolare, ma tutto ciò ha sempre generato un moto di bellezza e ammirazione.
Ovviamente sono capitati anche quei momenti in cui un romanzo capitasse al momento sbagliato. Pur quanto mi sforzassi a leggerlo, a interpretare i suoi meccanismi, il suo linguaggio, la mia coscienza non riusciva a stanziare per una manciata di minuti a indurmi a restare. Risiedere tranquillamente fra le sue stanze remote. Con la lettura di questo romanzo purtroppo accadde esattamente questo, con la sua storia imprigionata in un’esperienza straordinaria mediante cui mi sono mossa solo nel mese che ci siamo appena lasciati alle spalle. Ho vagato attraverso delle escursioni nell’antichità durante i quali ho potuto catturare miriade di reliquie sacre di una città antica e incantevole, l’immagine vivida e coerente dei secoli passati. E, con un certo sforzo, scovato quello spirito rintanato nel passato che mi ha condotta dinanzi a qualcosa di intangibile. Il miasma di un arredo, di un arazzo dall’intensità disarmante il cui equilibrio precario, pericolante ti induce a toccare gli apici della follia nel momento in cui si scoprono o riscoprono cose il cui effetto sul pensiero umano è incredibile e profondo.


Titolo: Il caso di Charles Dexter Ward
Autore: Howard P Lovecraft
Casa editrice: Bur
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 202
Trama: “Il caso di Charles Dexter Ward” è il romanzo di un pazzo: Ward, personaggio schivo, opaco e studioso, si trasforma lentamente in una sorta di alieno, che incute terrore e sgomento. A indagare sul caso è uno psichiatra, che ha conosciuto Ward fin dalla giovinezza e che scioglie il mistero scoprendo una realtà di orrore insospettabile, svelando pratiche ancestrali di resurrezione dei morti e oscure forze soprannaturali.

 La recensione:

Il destino di ognuno di noi è segnato. È questo ciò che penso, dopo aver letto un romanzo straordinariamente bello e suggestivo come quello de Il caso di Charles Dexter Ward, che al momento è la mia più grande priorità. Per gli amanti del gotico questo è certamente un titolo conosciuto, famoso, ma per una lettrice che ama intensamente i classici ma non li ha ancora scandagliati a dovere sono proprietaria di azioni e gesti che mi rendono ciò che sono. Così non ho perso le speranze nel provare a leggere nuovamente un romanzo la cui prima lettura mi apparve tendenzialmente ostica.
Perché ostica, la lettura di un romanzo assolutamente priva di sillogismi e metafore ricercate? Perché talvolta un romanzo, una storia deve saper << chiamarti >> al momento giusto. Credo nel potere delle parole, alla magia di certe situazioni che coincidono con un momento particolare della vita, e se certe letture le si può vivere in un dato momento credo proprio che ci sia un vero e proprio motivo. Questo motivo francamente non lo conosco, ma so per certo che dopo un mese ho potuto ascoltare la voce gracchiante di un uomo che aspira ad ottenere il trionfo, raggiungerlo ma individuandolo attraverso effetti quali il terrore attraverso cui si combatte pur di salvare se stessi. Il mondo era un orrore incorruttibile e inviolabile. Ogni concezione e immaginazione umana che riporta alla luce un’anormalità mostruosa, fatta di conoscenza, sangue e ossa che l’autore getta nel bel mezzo delle tenebre.
Uscire fuori da tutto questo, non solo entrarci, fu davvero difficile. Una cosa questa lettura però l’aveva sortito. Con la sua presenza costante di innescare nuovi meccanismi di difesa, conoscenza, pragmaticità, creature che aspirano a qualcosa desiderando divenire qualcuno, sono tutti segreti di un’indagine senza capo ne coda che non approda ne porta da nessuna parte. Dalla natura blasfema e sconvolgente, archetipo di storie prodotte da un cervello superstizioso che scava a fondo affinchè si scoprono come entità appartenenti a noi ci inducano a dubitare della loro esistenza ma capaci di infliggere danni corporali e mentali. Dal forte effetto scatenante, così incredibile e profondo, entità di una figura che ha una capacità simbolica che agisce sulla mente di una persona sensibile, suggerendo relazioni comiche terribili e oscuri, da cui provengono realtà innominabili che stanno dietro le illusioni.
Ed eccomi qua, dopo una folle immersione nell’Inghilterra di inizio novecento la cui vita era stata intrecciata a quella di personaggi folli, intelligenti e ambiziosi che nascondo un chè di oscuro, sfuggente. Pregni di mistero che è la linfa stessa del romanzo. L’uomo è l’essere più antico e più recente dei signori della terra che costituisce quella semplice materia vitale che, su uno sfondo violetto e mistico contro un paesaggio apocalittico dalle strane tonalità, il mondo è dominato da un caos profondo e maligno in cui l’individuo è intrappolato in una fase di esistenza da cui una volta si è staccato in cui si confida di poter trovare qualche forma per scongiurare il pericolo evocato così vicino. Mosso da una specie di forma che non appartiene allo spazio in cui ci troviamo ma una forza che agisce, cresce e dà forma seguendo le leggi diverse della natura umana.
Mi sono appassionata all’antichità sin dal passato, influenzata sicuramente dalle vetuste antiche di una città che genera fascino, ammaliamento, cosicchè la storia, lo studio dell’architettura. L’anima si perde in meandri irrecuperabili da cui è impossibile recuperare o carpire alcunchè, perfino il più comune degli istinti umani. Ciò che preserva questa storia è che, per quanto mi è stato possibile vedere queste ombre distorte e bruciate, ciò non ha niente a che vedere con gli esseri umani. Poiché sono ombre che si addensano attorno al nostro animo, l’allegria o la bellezza di un paesaggio che lascia il posto ad un vago terrore crescente.
Quella de Il caso di Charles Dexter Ward è una scenografia parecchio strana ma affascinante che è permeata di odori strani, nauseanti o profumati da cui ho potuto scorgere miraggi figliali di paesaggi vastissimi in cui lo sguardo si è perso all’infinito. Il Male avrebbe esorcizzato qualunque paura, qualunque forma di vita e conoscenza da cui potrebbe scaturire un potere che potrebbe regalarci la vita eterna. L’uomo si specchia in tentativi di rincorrere la vita eterna che coincide con una delle fasi della vita in cui ogni cosa appare sotto sfumature semplici, senza alcuna vera e propria forma di malvagità.
Un romanzo che ho amato e compreso pian pianino, in cui la vita torna a trionfare sulla morte, ma lo fa nel modo più primitivo possibile, nel più crudele dei modi, con l’uomo che torna ad essere l’essere umano limitato e curioso di sempre. Un opera che scandaglia il labile confine del possibile e del reale, che taglia qualunque legame col mondo esterno ed elimina qualunque segno di remora o incertezza. Simbolo di quella modernità che presto avrebbe determinato quella che è la letteratura gotica più affascinante degli ultimi tempi.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

2 commenti:

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