giovedì, novembre 16, 2023

Gocce d'inchiostro: Le avventure di Mercuzio - Daniel Albizzati

Nonostante avessi dei buoni presupposti, questa lettura è rimasta relegata su uno scaffale di una libreria virtuale per qualche tempo. E, lo confesso, ho pagato un caro prezzo dato che il romanzo mi è piaciuto davvero moltissimo e che l’ho bevuto in due soli giorni. Perchè nessuna scusa, nessun indugio avrebbe dovuto esserci, specialmente nel momento in cui fui toccata dal giovane e simpatico Mercuzio e dalla sua stravagante vicenda, che nonostante il nome strizzi l’occhio alle tragedie Shakesperiane, il suo è un percorso dantesco. Il piacere di essere toccato da una figura senziente, virtuosa, erudita come Virgilio, incarnato nei panni di un umile fornaio, disposto a trasformare un ragazzo solitario, riservato ma desiderabile nel giovane uomo libero, che silenziosamente ha sempre riposato in lui. Una guida che, nella Roma dei giorni nostri, lo condurranno lungo la retta via. dinanzi a consapevole più forti, più discutibili e che, in un modo o nell’altro, fungeranno da riscatto per la sua libertà individuale.


Titolo: Le avventure di Mercuzio
Autore: Daniel Albizzati
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 253
Trama: Mercuzio abita nel centro di Roma, in una mansarda non lontano da Campo de' Fiori; non possiede computer né televisione, cita a memoria Stendhal, Shakespeare e i maggiori filosofi dell'Età dei Lumi, e sogna l'amore puro ed eterno cantato nei poemi cavallereschi. Rientrerebbe tutto nella normalità, se il giovane vivesse nell'Ottocento. Ma il protagonista di questa storia è un nostro contemporaneo, chiuso in un volontario isolamento, con la sola compagnia di libri e preziosi oggetti antichi. Quando, mosso da uno slancio improvviso verso il mondo esterno, si decide a uscire di casa, si ritrova nel vortice della vita notturna di oggi, alle prese con i costumi moderni, i social network, la parlata giovanile che gli risulta incomprensibile, abituato com'è all'eloquio forbito degli scrittori amati. In suo aiuto accorrerà il provvidenziale Virgilio, un pizzaiolo dongiovanni che lo aiuterà a districarsi tra le insidie del presente, tra aperitivi e lezioni di tecnologia, fino alla sfida più complicata di tutte: conquistare il cuore della bella Beatrice. Ma chi è in realtà Mercuzio? E perché Virgilio si dedica a questa sua insolita "rieducazione contemporanea"? Cosa spingerà Beatrice, la ragazza più desiderata di Roma, a cedere alle attenzioni di questo strano corteggiatore?

La  recensione:

Amarsi è concedersi per intero, non sparpagliarsi. Si ama in un colpo solo, non in piccole e comode rate. L’amore è darsi non riceversi. 

Mentre conducevo una banalissima vita, la vita di una trent’unenne che sgomitava, nel bel mezzo di fiumi di dissolutezza e ipocrisia, Mercuzio aspettava silenziosamente che io mi accorgessi di lui. L’avevo adocchiato qualche anno fa, nel lontano 2019, quando << nacque >> mediante la casa editrice Fazi, infilato in una cartella virtuale del mio Kobo, e poi relegato su uno scaffale. Il tempo è uno dei migliori benefici per l’anima: presto o tardi sa donarti le risposte che desideri. L’esperienza mi ha indotta a maturare questa filosofia di vita, a vivere e viverla diversamente, forse delle volte troppo seriamente dell’età che mi contraddistingue, ma se non avessi acquisito essa ora non sarei chi sono. Ma questa è un’altra storia… Capì che dovevo conoscerlo: Mercuzio poteva rivelarsi quella piacevole compagnia di cui avevo bisogno, e che senza chiedere nulla in cambio ricevere un pò del suo tempo. Quasi pagando una piccola pena per essere stata così ingiusta con questo povero ragazzo, che per temperamento diffidente e restio ai cambiamenti, alle novità, feci aspettare per anni, fin quando non si spogliò davanti ai miei occhi e fece del suo piccolo racconto qualcosa di assolutamente godibile e, in meno di tre giorni, indispensabili. Mercuzio, era diventato indispensabile. Perché in lui c’è un po ' di tutti noi. Riposa silenziosamente l’anima di un lettore vorace, curioso, solitario, che diniega i social e il tempo perso, ama sedersi comodamente nella sua poltrona preferita del salotto di casa sua, aprire un romanzo, porlo sopra le gambe a mò di leggio, e attendere che quel brivido di eccitazione che io stessa avverto quando leggo, avrebbe prodotto quella che teneramente definisco la bruciatura dell’anima, un fuoco che si propaga giorno dopo giorno, lettura dopo lettura mentre le pulsazioni alla testa sconfinano nella quotidianità, cozzano con malesseri morali o incongruenze dell’anima, l’eccitazione e lo sconcerto superano il limite consentito, giudicando forse un pò troppo colpevolmente. Giudicando malamente il mondo circostante con il rischio di restare in solitudine per sempre, cosa che in teoria a Mercuzio non dispiace, quanto sfidare un Dio ingiusto che aveva proiettato nel suo cammino l’incuria e l’ignoranza. Il mondo era una landa desolata in cui cammina con timore, quasi incertezza, stupito della sua diversità ma inconsapevole che ciò lo renderanno speciale. Speciale di essere Mercuzio. anima appassionata e romantica dal tono incerto. Se avessi dedicato del tempo a questo nuovo amico di carta e inchiostro, non sarei qui a riporre queste poche righe con una certa rabbia. Se chiudo gli occhi mi sembra di vederlo ancora. Sprofondato nella sua poltrona, con il viso coperto quasi del tutto da un volume gigantesco, e una casa che apparentemente sembra una casa ma che è un mondo bellissimo. Ogni angolo riverbera di luce, storie ancora da leggere e vivere. Pagine bianche e nere che ricoprono le sue membra come una corazza non troppo spessa. Una mattina, incrinata nel silenzio delle sue riflessioni dal desiderio insopprimibile di conoscere il mondo di fuori, spegnendo il cervello e lasciandosi andare ai sentimenti, alle emozioni. E la luce sprigionata all’improvviso fu accecante, quel tanto da incrinare ogni cosa, squilibrare il suo universo personale, frantumare ogni certezza, ora che i suoi occhi erano abituati al buio, quel tanto da distinguere i contorni debordanti di un mondo apparentemente atipico ma ospitale, scivolato pian piano, finendo a  terra come uno stupido. L’erudito Mercuzio poteva sopprimere tutto questo pensando che il panorama circostante fosse un buon espediente per rinascere, un buon modo per dimenticare qualcosa che è dentro di lui, imprigionato in qualche stanza remota del suo animo, ma in quel mentre una delle luci di questo pianerottolo virtuale si riaccese, trasformando la finestra del suo essere in uno specchio che avrebbe riflesso solo quello che si animava dentro di lui, ed ecco quella figura che avrebbe rischiato ogni cosa era quell’immagine riflessa a questo specchio. I due giorni che ho impiegato a raggiungere Mercuzio e Beatrice mi sono sembrate due anni. Ho viaggiato sul sedile morbido di una poltrona rivestita in pelle, nel salone di casa mia, con la luce abbagliante di un tramonto quasi estivo, che annotavo frasi o parole nel mio immancabile blocnotes, volgendo lo sguardo a due anime contrite ma dannate. Due ragazzi che inconsapevolmente avevano imboccato una strada in cui non c'è alcuna via d'uscita. In una notte mite, serena, sentendo nel palmo d'una mano l'essenza di un amore che, quando ero adolescente, sognavo di possedere da tempo. Ho guardato la città di Roma sfilare dietro i finestrini appannati di uno spazio virtuale come un miraggio lontano dove pensavo non avrei fatto ritorno. Incrociando passanti e studenti, dall'anima irraggiungibile. Non ho mai compreso il vero significato della parola "amore". Le storie che leggo, i romanzi con cui mi nutro, sono solo un pallido riflesso di ciò che ho letto e vissuto in questi ultimi mesi. Le parole adoperate da questo autore, così semplici, soavi, incastrate alla perfezione, nella corrente di un fiume forse un po' troppo impetuoso sono state davvero perfette. Nel momento del bisogno, nato dal desiderio di leggere qualcosa che traboccasse di sentimenti e che tuttavia mi ha impedito di trovare un certo equilibrio. Ma tanto per essere precisi, non è la prima volta che mi succede, non con Albizzati o con la Nin, che come un passante giunto per caso in una località sconosciuta mi ha nuovamente preso alla sprovvista e provato strane e inspiegabili sensazioni. Leggendo Le avventure di Mercuzio non ho potuto fare a meno di provare quel che si prova quando si è completamente assuefatti da certe storie: un'improvvisa vertigine, un calore che percorre il corpo, una confusione dei sensi. Qualcosa che nel corpo si risveglia, di indistinto e osceno, come una sensazione strana e particolare, dovuta da una specie di appetito ed inquietudine, misto a fascino. Risplendente, incredibile, venuto apposta per me. Dentro di me come una persona da proteggere e amare. Coinvolta in atti semplici ma passionali, tragedie o debolezze. Completamente immersa nei sogni, con azioni vissute solo a metà. Bruciante d'intensità di vita. Sperimentatrice di molte vite, incluse quelle condivise: vite ricche e piene dalla nascita alla morte. Da questa storia, da questo racconto sono tornata a casa, dolcemente, completamente avvolta da coperte di parole. Ho visto Mercuzio compiere uno sforzo sovrumano per risorgere, continuare a sguazzare in uno stato di bruciore e sofferenza. Pezzo di puzzle che compone quel meraviglioso cammino de La divina commedia, i cui personaggi tuttavia non hanno mai trovato una sicurezza totale. Una delicata sicurezza che è stata lentamente nutrita, ai mali che sono stati loro inflitti, cercando di perfezionare e sanare il corso di uno strano destino.Un gesto familiare e tenero, che ho fatto già in passato e che rifarei altre milioni di volte. Come se Mercuzio mi appartenesse. Diventando la musa di qualcuno, venerato e adorato dalla sottoscritta con tutto il corpo e tutta l'anima. E solo così, leggendo, ascendendo al Paradiso.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

2 commenti:

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