lunedì, marzo 24, 2025

Gocce d'inchiostro: Guida al trattamento dei vampiri per giovani casalinghe - Grady Hendrix

Il Maine sa essere splendido di notte..Non trovate? Quei piccoli sobborghi in cui sono rintanati gruppi di anime che abbiamo letto o visto, in qualche serie televisiva o letteraria, strade serpeggianti che si svuotano nel momento in cui sopraggiunge il crepuscolo, e le fiaccole dei lampioni che si accendevano quando la notte sopraggiungeva, conferendo un chè di spettrale. Un’inquietudine che i romanzi del Re ci hanno fatto conoscere, toccare con il palmo delle nostre mani, ma a cui si torna quasi sempre, a distanza di poco o molto, in una fredda e ostile immersione.

Giungendo nel piccolo paesino in cui sono capitata, quando decisi di leggere questo testo, fui sulle prime travolta da una specie di esperienza spirituale in cui il mio essere si fosse discostato dal corpo, avesse lasciato questo piccolo contenitore e trovato un posto nel paesino che stava prendendo vita, nella mia testa. Non fu difficile trovare un posto in quanto ogni cosa, questi piccoli sobborghi, la paura che serpeggiava in ogni angolo, risucchiata a tal punto da dimenticare cosa e chi mi circondava. Collezionando così innumerevoli momenti in cui a muoversi era qualcosa di forte e indefinito, che non si incaponirà sulle figure pure dei fanciulli, quanto su gruppi di casalinghe che colmano la loro sete di conoscenza e pettegolezzi mediante la lettura di romanzi. E, nel giro di una manciata di giorni, costruito un isolotto di magia in cui il tempo sembrava essere sospeso, la realtà cozzava con i ricordi che lacerano da dentro, costruendo quel filo invisibile che ha riempito il mio cuore. Avrei continuato a lungo, avrei letto altre mille pagine, se fosse stato necessario. Non avrei voluto abbandonare tutto questo, ma, alla fine, ho dovuto accettare di essere giunta alla fine di un qualcosa a cui non ci sarà un effettivo rimedio – crescerà dentro la nostra anima, si espanderà come un tumore, fagociterà le nostre fragili membra -, e resteremo colpiti dall’idea che un semplice essere  aveva mosso le paure di chiunque.


Titolo: Guida al trattamento dei vampiri per giovani casalinghe

Autore: Grady Hendrix

Casa editrice: Oscar Vault

Prezzo: 14 €

N° di pagine: 464
Trama: 

Difficile la vita di Patricia Campbell: divisa tra un marito troppo impegnato col lavoro, i figli e l'anziana suocera, la sua unica oasi felice è un gruppo di lettura di libri true crime. Un giorno al gruppo si unisce James Harris, bello, misterioso e sensibile, che fa sentire alla donna cose ormai non provate da anni. Eppure c'è qualcosa di strano in lui: non ha un conto in banca, non esce durante il giorno e la suocera di Patricia sostiene di averlo conosciuto da ragazza. Quando alcuni bambini scompaiono senza che la polizia faccia nulla, Patricia e le amiche sospettano che James sia un serial killer. Sono loro ad aver letto troppi libri true crime o quello che si aggira nelle loro case è un mostro vero?


La recensione:

Le storie di vampiri, al giorno d’oggi, possono essere micidiali. Attratti dal sangue, dalla carne e dal palpito dolce e sincopato di un fanciullo, entrano nella lotteria della vita di personaggi o figure apparentemente comuni, sorprendendo nel sonno le loro coscienze, assalendo le loro fragili membra - alcuni non solo per saziare la loro fame quanto di possesso - e sicuramente fra questi, uno in particolare, non un vampiro ma la storia di questi vampiri, in generale, una, spicca nel bel mezzo di tutto questo perché aveva tutta l’aria di essere una storia che avevo già letto e visto tanto tempo fa. << L’uccello del passato >>, un pitto verdissimo che vidi non molto tempo fa, in uno dei miei tanti viaggi in poltrona, e vissi quando ero un’adolescente, che fra i banchi di scuola si struggeva di desiderio. Perché ragazze della mia età potevano amare ed essere ricambiate da ragazzi bellissimi e dalla pelle luccicante, mentre io mi limitavo ad essere solo guardata?? Un tipo di amore che ad un accenno che prestavo, in qualunque momento della mia vita, si metteva a cantare le più splendide arie che avessi mai potuto sentire da un volatile.

I vampiri che popolano queste pagine, tuttavia, che avevo colto nell’immediato ma con delle fattezze e dei comportamenti un pò diversi dal solito, emettono dei versi o dei suoni che ricordano quelli di altri vampiri, imitavano il loro modus operandi, la modalità di uccidere e cibarsi di una vittima, parlando però delle lingue diverse: c’era chi uccideva esclusivamente per saziare la propria fame, chi invece per collezionare le proprie vittime per puro sadismo, chi invece le usa come oggetto sessuale e poi se ne impossessa completamente. Nell’insieme affogati dal desiderio di dominare ogni vittima, cadute in stagni di sangue in notti miti e tranquille.

I sobborghi, le piccole cittadine, generalmente insidiate in piccoli borghi dell’America, di città splendide e caotiche, fungono da culla da dove si << muovono >> queste creature della notte, la cui presenza non scalfisce più i loro abitanti, sempre però premurosi e pronti a domare qualunque pericolo. Vittime che non prevedono solo bambini, ragazzi, ma casalinghe che non sono così disperate come sembra, quanto insoddisfatte a non poter colmare il vuoto della loro esistenza mediante la lettura di romanzi di svariato tipo, che divorano come se fossero Nutella, ignare di essere circondate, osservate da qualcuno che sembra apparentemente normale, avvenente e affascinante, ma misterioso e strambo, rintanato in un piccolo locale ai piedi della città come dimora o luogo di gesti sacrificali. Ma non i vampiri di Grady Hendrix, che si cibano delle loro prede, al calar della notte, nelle strade limitrofe di questi sobborghi, incuranti che la loro identità possa essere svelata.

All’inizio per me, che quando ero adolescente leggevo questi testi come il sapere di tutta una vita, le vite e le morti che erano frutto di un uomo folle e insaziabile non solo di sangue ma anche di subordinazione, era frutto di grande confusione, tristezza e desiderio di rimembrare, anche solo per qualche momento, ciò che avevano visto i miei occhi, quando ero una sedicenne. Poi però qualcosa balenò ai miei occhi, una luce potente che deriva dalla stessa cittadina, da questi sobborghi che avevano reso questo luogo,quell’isolotto intriso di magia in cui il tempo sembrava fosse sospeso, la realtà cozza con i ricordi che lacerano da dentro, costruendo quel filo invisibile che ha riempito il mio cuore.  Perché questa non era l’ennesima semplice storia di vampiri, tanto per consolarci dinanzi alla monotonia o al tedio che sopraggiungono in certi momenti della nostra vita, quanto una grande e bellissima distrazione di una lunga constatazione in cui la natura, quella che circonda l’individuo, è importante, ma è importante anche osservare, impararne la logica e goderne. In queste pagine, la logica risiede nel possesso che queste creature desiderano avere e scovare su gruppi di anime, essenzialmente donne, che come delle subordinate si muovono ai bordi di una storia che ha il riso, il divertimento tipico a smorzare ogni crudeltà, ogni malefatta di chi tenta di vivere libere e non predisposte a qualcosa o qualcuno, senza sentire accanto al ritmo della propria vita, quello di altre vite o creature?

Mai come in questi tempi, il lettore moderno deve fare i conti con qualunque prototipo di allontanamento dalla realtà, dalla natura, e in questo caso dalla banalità di certi atti che ci gioca la vita. E questo tipo di letteratura coglie questo tipo di magia, mediante cui, chi legge, tenta di porre ristoro alla propria anima, non leggendo una semplice storia di vampiri, quanto rendendo possibile qualunque tentativo di estraneità. Un tentativo, a mio avviso, splendido. accattivante, divertente e godibilissimo come non capitava potessi leggere da qualche tempo. Perché leggere di vampiri non ha equivalso a lasciarsi sedurre dal loro ammaliamento, sentirsi intimorita dalla loro incolmabile sete di possesso, quanto essere invitata in una comunità di donne che si tiene lontana dal caos, perpetuando e combattendo pur di lasciare intatti i valori di una volta. Costruendo e mettendo su una splendida architettura in cui la letteratura, il folklore e le paure che sono insite, in ognuno di noi, sono delle resistenze verso ogni tentazione di uscire da ciò che al giorno d’oggi è accreditato come vecchio. già in disuso, pur di attrarre e donare qualcosa che effettivamente desideriamo vedere o vivere.

Non si muore tanto facilmente, ma nonostante ciò accade non si può non combattere, né porre fine a qualcosa di assolutamente imprevedibile. Ciò che mi ha più colpito fra queste pagine non è tanto la presenza di queste entità, quanto il messaggio che si cela dietro. Quanta attenzione bisogna porre quando si è rinchiusi in delle solide celle da cui si anela nient’altro che la libertà? Non bisogna mai abbassare la guardia, checché sei un bambino, un adolescente o un adulto. Ma quando sei rinchiusa in un mondo in cui inevitabilmente si è avviato lungo la strada della distruzione, vulnerabile, inconsapevole, quanta attenzione bisogna porre al mondo circostante? Soprattutto quando sei sola, soprattutto quando inevitabilmente si attacca qualcosa che sembra non voler lasciarti in pace. Ma il risultato è ottimale. Sia quando a muovere i fili sono casalinghe, madri donne sia quando trascorrono gli anni e scopriamo ogni ferita dell’anima che non riusciranno mai più a curare. Quale sarebbe stata la cura?

Sono rimasta intrappolata in questo isolotto per una manciata di giorni, non del tutto priva di esperienza eccezion fatta per qualche romanzo letto in passato; ma rivelatasi assolutamente bellissima, esperienza che vorrò ripetere prima o poi in futuro. Ho sfuggito alla morte per miracolo, sono rimasta invalida, sanguinante, dilaniata, sbigottita e impossibilitata ad andarmene, invitando ogni giorno la mia coscienza a valicare i confini di un luogo in cui non avrei voluto più far ritorno.

Non mi sono state impartite lezioni di fondamentale importanza. Solo esplicare forme espressive mediante cui ci si nasconde o protegge dal prossimo, dal Male assoluto, in cui la lotta inesorabile per la sopravvivenza trascina dalla morsa dell’incubo, mette in risalto il labile confine fra ciò che è necessario e libero arbitrio, memorizzando ogni loro mossa quasi un pulsante si azionasse dentro di me, trasformandosi in una presenza corporea.

Valutazione d’inchiostro: 5


2 commenti:

  1. Interessante questo romanzo dove l'orrore soprannaturale è lo spunto per affrontare temi importanti. Bel libro, prendo nota. Un caro saluto :)

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