venerdì, agosto 10, 2018

Gocce d'inchiostro: La libreria dove tutto è possibile - Stephanie Butland

Volevo parlarvi con una certa urgenza di questo libro. Alla fine ho lasciato anch'io il mio luogo natio, ho preso il mio immancabile blocnotes, e aprendo una finestra virtuale dall'aria luminosa e vaporosa ero certa di un drastico cambio di opinione. Che spiacevole scoperta! Il romanzo della Butland, che nella sua semplicità si era presentato benissimo, disgraziatamente per me è stato irraggiungibile. E leggerlo pian piano, senza alcuna emozione, senza alcun brivido che mi scorresse lungo la schiena, alla fine si è espresso come un mio tentativo di audacia forse fin troppo impulsivo e frettoloso, attratta tuttavia dalla sua cover e dalla sua trama bellissima ma fuorviante.
I miei pensieri si trovano ancora in uno stato di grande tormento, grande sconforto, senza sapere nemmeno perché. Ma ogni cosa, come del resto tutte le cose, torna prima o poi al suo posto. Un'altra lettura, altri romanzi attendono il suo momento; possono recuperarmi, recuperare, salvare quel rimasuglio di anima danneggiata e violata da questo tipo di letture.
Titolo: La libreria dove tutto è possibile
Autore: Stephanie Butler
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 272
Trama: Nel cuore di York, nel Nord dell'Inghilterra, c'è una piccola e fornitissima libreria. E' il rifugio preferito della Lovedat Cardew. L'unico luogo che sia mai riuscita a chiamare casa. Solo qui si sente al sicuro. Solo qui può prendersi cura dei libri proprio come i libri si prendono cura di lei. Perché è attraverso le loro pagine che la giovane libraia riesce a comunicare le emozioni e i sentimenti più profondi: la solitudine di Anna Karenina, la gioia di vivere di La fiera delle vanità; le passioni travolgenti di Cime tempestose. Fino al giorno in cui comincia a ricevere misteriosi pacchi ricolmi dei libri con cui è cresciuta, e inizia a pensare che qualcuno stia cercando di mandarle un messaggio. Qualcuno che, forse, la conosce bene e che conosce anche la sua infanzia, divisa tra una madre assente e una donna che ha cercato di essere il sostituto. Un'infanzia piena di ricordi difficili, Loveday non ha la minima idea di chi possa essere e del motivo per cui il misterioso mittente si ostini a non lasciarla in pace. Sa solo che non può più continuare a nascondersi e a fare finta di niente: se vuole costruirsi un futuro diverso, migliore, deve affrontare il passato che ha fatto di tutto per lasciarsi alle spalle. Al suo fianco, pronto ad aiutarla a raccogliere tutto il coraggio di cui ha bisogno, c'è il brillante e dolcissimo Nathan, poeta in erba, l'unico che sembra conoscere la strada per arrivare al suo cuore. A poco a poco, con i suoi versi pieni di speranza, riesce a scalfire il guscio che Loveday si è costruita intorno e a regalarle la promessa di una felicità che lei, in fondo, non vede l'ora di afferrare.

La recensione:
Quasi dal lato opposto delle mie preferenze letterarie, la storia della frigida Loveday: ragazza fredda, solitaria, amante delle poesie e della buona letteratura, con una pila di romanzi e un vecchio barbuto e dalla pancia prominente di cui lei considera la sua famiglia. Una parte di questo romanzo che ho piacevolmente apprezzato. Un altro romanzo che parla di libri. Un'altra lettura che avrebbe potuto lasciare un segno del suo passaggio, come un tratto d'inchiostro indelebile su una pagina bianca. Una cornice sufficientemente apprezzabile che ha racchiuso l'immagine di una ragazza come tante altre, con una storia comune a tante altre, ma priva di pathos o effetto che disgraziatamente per me ha sortito uno spiacevole effetto. Se mi guardo attorno, vedo l'immagine di questa figura di carta che incombeva su di me come un muro incombente. Poteva essere una bella lettura la sua storia, quattro giorni impiegati a domandarmi dove l'autrice volesse andare a parare, o quale messaggio volesse trasmetterci. Era tutto perfetto: una libreria fatiscente e gigantesca, pile e pile di libri dai dorsi colorati e svariati, un vecchio dalla fronte rugosa che adotta e custodisce i libri come se fossero figli. Eppure l'effetto non è stato così gradevole come sperato, perché quello che a me è sembrato mancasse a questa storia è il carattere. Il suo piglio ligio, semplice, cauto - così cauto da intorpidire persino i sensi -, non fu abbastanza convincente da riuscire a promuovere questa lettura con un voto diverso a quello che leggerete qui sotto, e anziché abbandonarla, ho preferito proseguire questo accidentato percorso giudicando solo nel momento in cui sarei giunta all'epilogo. Io, amante di quelle storie che richiamano altre storie, di libri che parlano di altri libri, stavo perdendo il sorriso. Ma quella bellissima pila di libri e lo spirito interiore che talvolta mi induce a compiere gesti sconsiderati mi bastarono e aiutarono per giungere alla fine. La libreria dove tutto è possibile mi ha dato l'impressione di essere quel genere di storia che molti non cercano ma che, in un momento imprecisato della tua vita, ti afferra saldamente.
Altrove, sparsi in mezzo a spiriti che si tengono per mano, recensioni deliranti e chilometriche, stanno varie letture dei miei autori preferiti: romanzi che ancora mi fa piacere rileggere per una quarta o quinta volta, dove la mia anima semplice ma appassionata si bea per i brillanti momenti trascorsi in loro compagnia, dove ho avanzato cauta o inconsapevolmente, scarabocchiando con inchiostro nero i miei più vividi pensieri al riguardo. Il romanzo della Butland, proveniente dalla calda California, è permeato da una prosa semplice ma sincopata che per tutta la durata della lettura mi ha dato come l'impressione si trattasse di un assaggio di un diverso modo di parlare al mondo. Adesso che è tutto finito, però, non credo suggerirei a nessuno in particolare questa lettura ne che il romanzo della Butland suggerisca un avventura mozzafiato, quanto piuttosto quella della malinconia. Perché è così che mi è apparso questo film proiettato sulle pagine: una bellissima libreria che spunta da una strada fumosa, una ragazza che ama i libri, un amore fra molte parentesi, l'echeggiante ricordo del passato: tutto questo senza emozioni, senza alcun sentimento, senza amore.
Sfilando questo romanzo da una cartella virtuale, in un giorno in cui per la prima volta mi dedicai completamente a questa autrice, mi ero resa conto dello stato malinconico in cui languiva la sua protagonista: solitaria, incomprensibile, cinica, talvolta sgarbata talvolta di poco spessore, e per quanto potei immaginare anche lagnosa. Così, sull'onda di un ardente desiderio di conoscenza, ho concluso questa lettura sfilandomela completamente di dosso. E disgraziatamente per me, ancora oggi, non ne sono pentita. Il mio unico pensiero era stato solo quello di giungere al più presto alla fine. E tappando le innumerevoli discrepanze, ho fatto di tutto pur di non risentire degli effetti negativi di questa lettura.
In questi primi giorni di agosto, La libreria dove tutto è possibile mi ha indotta a bere una storia il cui sapore è stato alquanto aspro ma dato l'opportunità di farmi vedere questo romanzo come esattamente è: una serie di gesti lenti, sincopati, scovati dalla risacca disomogenea del tempo, che ha avuto la forma di farmi vedere la bellissima copertina sotto un'altra ottica.
Io ho creduto a questo, a questa bellissima copertina e a molto altro fra le sue pagine. Ne ho scorto la faccia, la figura, ma soprattutto carpito la sua anima in cui i libri vengono considerati massime di vita. Il fatto è che per più di qualche minuto, durante il corso della lettura, mi è sembrato di poter toccare questa piccola creatura quando bisognava fare spazio alle mancate cure di una madre quasi sempre assente, un padre burbero e violento o l'innocente storia d'amore col bel Nathan. L'autrice però si è limitata a farmi "vedere" il film drammatico della vita della protagonista, a rendermi poco partecipe nonostante il mio incommensurabile e solidale amore per la parola scritta, a non trovare alcuna via di fuga quando non ci sarebbe stata alcuna soluzione.
La libreria dove tutto è possibile ha il dono dell'attrazione, e in questo caso mi riferisco alla copertina - così bella e affascinante. E, se dovessi aggiungere qualcos'altro, lo straordinario spettacolo di una libreria che tocca apici immensi. Niente di più. Nonostante sia stato lui a scegliermi, nonostante il mio amore per le storie che richiamano altre storie e che sortiscono un certo fascino. Del resto, a dire il vero, me ne è importato ben poco. Non mi è piaciuto farlo, ne adesso mi piace scriverlo e per me questa è l'unica occasione per esplorare i grumi grigiastri dei miei pensieri.
L'anima del romanzo era una sola: si esaltano i romanzi, ma non si vive le loro storie. O peggio, si resta indifferenti alla magia della parola scritta in quanto le trame del passato sono più forti di qualunque barriera. Un tipo di comunicazione a me sconosciuto, che, a mio avviso, avrebbe potuto avere un suono diverso. Più eccitante, più avvolgente, che trasforma il valore delle parole stesse come un ronzio dell'anima, un urlo lanciato dalla soglia morale della nostra insoddisfazione.
Valutazione d'inchiostro: 3 -

4 commenti:

  1. Non lo conoscevo, sembra una lettura intensa. Me lo segno!

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  2. questo romanzo mi ha attirata e respinta proprio dalla cover e dalla trama. Credo che rimarrà nel dubbio ancora un po'

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    1. In effetti non nascondo che anch'io mi sono lasciata sedurre dalla bellissima copertina e dalla trama. Eppure peccato si sia rivelata una lettura semplicemente piacevole; nulla di più ☺

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