domenica, settembre 30, 2018

Due chiacchiere con l'autore: Riccardo Giacchi

Riporre questa intervista su Sogni d'inchiostro mi convince sempre di più che, a parte il fatto che Riccardo sia poco conosciuto, c'è qualcosa di profondamente particolare, quasi speciale, nei suoi romanzi, moderando allo stesso tempo una trama che sotto certi aspetti potrebbe avere nulla di speciale. Col nostro tipo di vita, talvolta non riusciamo a cogliere certi aspetti. Riccardo, tuttavia, con la sua seconda fatica letteraria da poco pubblicata, ci rende partecipi di tutto questo.
E quest'oggi, con questa breve intervista, desidero anch'io e a modo mio rendervi partecipi del mondo visionario e stupefacente che ho visto. Del protagonista Babel che ho conosciuto, di ogni parola, gesto o frase che ha stuzzicato la mia curiosità :)

Ciao, Riccardo! Bentornato su Sogni d'inchiostro! Io e i miei amati lettori ti accogliamo con tanta felicità; averti qui è sempre un piacere J Ma, dicci, chi è davvero Riccardo Giacchi?
Il piacere è mio! Sono sempre contento di vedere lit-blog che dedicano tempo e spazio agli autori in erba. Riccardo Giacchi è una persona normalissima, umile carpentiere in ferro che cerca di ritagliarsi un pò di tempo libero per inventarsi qualche storia da scrivere.
Da dove nasce Il figlio del fuoco, e cosa ti ha spinto a scriverlo?
Il figlio del fuoco ha origini lontane, perché in verità l'ho scritto diversi anni fa e solo ora ha ritrovato la luce. Non scherzo, infatti, se dico che questo è stato il mio primo romanzo. Già a quei tempi avevo in mente di scrivere una storia di eroi, ma con un'impronta del tutto personale: non i soliti personaggi spacconi consci dei loro smisurati poteri, bensì di gente comune che scopre di avere una forza latente e del tutto imprevedibile, capace di cambiare in un'istante, nel bene o nel male, la propria vita.

Per ogni romanzo scritto hai già la storia in mente prima di scriverlo, oppure è un percorso continuo sia per te come scrittore che per noi come lettori?
Ogni romanzo è una storia a sé, un piccolo passo di un percorso che può essere interminabile oppure breve. Può succedere che l'imprevedibilità della vita faccia scemare la fiamma della scrittura o delle nostre passioni in generale. Spero non sia il mio caso. Il mio auspicio è quello di continuare a lungo e cercare di trasmettere tra le righe qualche emozione ai lettori.

Qual è secondo te l'aspetto più bello dell'essere uno scrittore?
Lasciarsi andare coi pensieri, estraniarsi da tutto e viaggiare con la testa fino a raggiungere l'infinito mondo dell'immaginario. Lì, una volta varcata la sua soglia, la mente di un uomo può dar vita a tutto o a nulla. A volte può essere un semplice pensiero, una frase messa per iscritto. Non ci sono limiti se ci si lascia trasportare, ed è così che, da poche parole, può nascere una storia intera.

Il meccanismo del romanzo. Scaturisce da qualcosa in particolare? Un ricordo, un'idea?
Diciamo che il romanzo è frutto di tanti ricordi, di momenti unici che restano impressi nella memoria, e non sempre positivi. Partendo dall'ambientazione ho scelto la Grecia, la terra del mito. Certi episodi fanno sì che presente e passato si mescolino, dove la gloria antica viene in parte adombrata dalla crisi economica in cui giace la Grecia nei giorni attuali. La lotta tra le due fazioni contrapposte, i Campioni della Luce e i Decaduti delle Tenebre, fanno emergere quanto sia sottile la differenza tra bene e il male, tanto da minare l'equilibrio morale dello stesso protagonista, che a un certo punto del romanzo dovrà scegliere da che parte schierarsi. Da amante del fantasy ho sempre visto nel fuoco il mio elemento preferito. Qui non è un contorno: tutto, dall'inizio alla fine della storia, ruota intorno ad esso.

Quanto hanno influenzato le letture, durante la stesura del romanzo?
Molto, ma non solo le letture. Babel, il protagonista, prende il nome dal cavaliere d'argento della costellazione del centauro (il cui potere è il dominio del fuoco) appartenente alla mia saga animata preferita “I cavalieri dello zodiaco”, di cui tutt'ora, nonostante i miei 35 anni, sono un fervente appassionato. Ho adorato l'Inferno del sommo poeta Dante, e in virtù di ciò ho voluto che anche il protagonista facesse il suo percorso veramente infernale e cruento.

Pensi che in Babel ci sia qualche aspetto del tuo carattere?
Personalmente cerco di dissociarmi dai protagonisti dei miei romanzi, ma in verità non so se ci riesco. Credo che inconsciamente qualcosa di mio affiori un poco. Vabbè, lo ammetto: sono pure io metallaro e fan degli Iron Maiden come Babel.

 Quanto era già deciso dalla trama e quanto invece è nato mentre scrivevi?
In grosso modo la storia è scolpita nella mente, ma spesso succede di dover stravolgerne una parte per far spazio a idee concepite all'ultimo secondo. Quindi, per quello che mi riguarda, la trama di un romanzo è sempre in costante evoluzione.

Che cosa ti affascina nello scrivere questo tipo di romanzi?
Con il fantasy puoi veramente creare un mondo tutto tuo e prenderti parecchie libertà. Secondo me, scrivere fantasy, così come tutti i suoi sottogeneri, consiste nel vero svago letterario per un autore. L'unico vincolo, se così si può definire, e non di poco conto, è comunque quello di stilare una trama coerente.


L'illustrazione della copertina ha un significato particolare?
Sì, interpreto il teschio come un simbolo di morte (ce n'è parecchia nel romanzo, violenta e non). Le fiamme bicolore che lo avviluppano rappresentano quelle del bene e quelle del male in conflitto tra di loro. Ringrazio Kamil, il grafico, per aver realizzato questo concetto.

Con Il figlio del fuoco si concludono le vicende di Babel e della sua ingarbugliata storia. Ma adesso? Cosa dovremo aspettarci? Scriverai ancora? ;)
Proprio perché è ingarbugliata la storia non è finita. Il seguito è già pronto, poiché nuovi nemici giungono ma questa volta Babel non sarà da solo...

Grazie, Riccardo per il tempo a me dedicato! In bocca al lupo per il tuo avvenire J

Grazie a voi, è stato un piacere, spero che tanti altri scrittori vengano presto a farvi visita.

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