lunedì, dicembre 17, 2018

Gocce d'inchiostro: La cattiva strada - Sèbastien Japrisot

Secondo il parere di coloro che in passato hanno letto questo romanzo, La cattiva strada è una lettura da cui si rifiorisce. Lo scrittore che firma questo trattato umanitario, realistico, quasi biografico, mise in evidenzia due importanti temi: due massime di vita che oscillano perennemente fra l'esserci e il non esserci, il possibile e l'impossibile.
La mia esperienza con questa storia coincise con la gioia di vedere le nobili arti di un uomo oramai dimenticato, all'epoca diciassettenne, implodere nel momento culminante in cui avevo bisogno di una ventata d'aria fresca. Avevo bisogno di leggere qualcosa che mi trascinasse dalla monotonia del giorno, mi esulasse dalla giurisdizione della vita in generale, lasciandomi in pace con i miei nuovi amici d'inchiostro. E nonostante la giovane età dell'autore quando scrisse il romanzo, mi sono rintanata in un angolo ombroso del suo cuore con un mucchio di ricordi che impudritirono ogni cosa. Nel miglioramento personale e individuale di un adolescente solo e incompreso, sotto il controllo onesto di un lettore di anime la cui presenza invisibile sarà il contraccolpo cui si muoverano come figure animate di volontà propria i suoi personaggi.


Titolo: La cattiva strada
Autore: Sèbastien Japrisot
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 220
Trama:  Questa è la storia dell'amore che lega un ragazzo appena quartodicenne a una suora che di anni ne ha ventisei. La passione che vivono, fino in fondo e senza rimorsi, queste due giovanissime creature viene raccontata con candore e precisione, senza compiacimenti e senza moralismi, da uno scrittore che all'epoca ha solo diciott'anni.


La recensione:

<< Hai degli occhi troppo belli perché smetta di amarti. Occhi ancora più belli di tutti gli angeli del cielo. Al mondo non esistono occhi più belli dei tuoi. >>

Avevo aspettato troppo e ormai, con il mio immancabile Kobo e la mia agenda dorata, rimandare la lettura del romanzo di Japrisot era fuori discussione. Così una sera di metà dicembre tirai fuori da una finestra virtuale dall'aria luminosa e vaporosa un romanzo di cui avevo sentito parlare molto bene e mi addentrai fra le sue pagine. La cattiva strada è un opera drammatica, intensa, profonda e introspettiva, che non ha avuto bisogno di molte parole per raccontarsi. Trovai un ragazzo, un adolescente, Denise, e una donna, una suora, Clotilde, la cui età corrisponde alla mia. Su una sola cosa l'autore getta una particolare importanza, una storia d'amore atipica, passionale, quasi sensuale, e quando mi avvicinai non feci nulla per lasciarli nella loro bolla privata. Sarebbe rimasta impressa nel mio cuore.
Il nome del suo autore, ora che ci penso, non era mai comparso da nessuna parte. Il mio stupore non durò che qualche istante. L'autore, quando fu ragazzo, non visse di certo un adolescenza semplice. La sua famiglia doveva adottare idee, regole fervide, solide, con lunghe rinunce o abbandoni. E doveva essere per forza così, se anche al suo figlio di carta è stata data la medesima sorte. Quando il mio cuore aveva preso a battere come quello focoso, emotivo di Denise, scorsi in lui e nella sua storia un chè di tragico e le conseguenze da cui ne conseguirono momenti di tensione, ansie o paure. Coloro che hanno vissuto la sua generazione erano consapevoli che innamorarsi di una donna più grande di lui, con paradigmi religiosi ampiamente diversi dai tuoi, avrebbero decifrato il suo comportamento inappropriato. Disagevole, persino imperdonabile, di cui Denis ha cercato solo di  rendersi libero.
La storia che il suo autore si teneva dentro fu oggetto di critiche, aberrazioni, disagi. Denise, così come Clotilde, Matilde, Marthe, sono state figure di cui ho scorso solo che piccole figure. Figure che si sono mosse in un paesaggio anonimo, quasi asettico, concepito per risultare invisibile, o quantomeno insignificante.
Sono stata trascinata e legata da un amore cocente e indissolubile, spontaneo e irruento, in bilico fra il reale e il possibile, dipinto in tutto il suo splendore, dove l'amore funge da bisogno primordiale in cui l'uno non riesce a vivere senza l'altro. Autobiografia - forse - dello stesso autore, su cui si cela l'ignota persona di un amante di cinema, suoni e parole, ricco d'immagini impressionistiche, è un esplicita manifestazione d'amore su due ragazzi e sulle difficoltà che dovranno affrontare per coronare il loro sogno. Un viaggio che continua oltre la carta, dove fanno da cornice ambientazioni quasi inestistenti ma reali, che sembrano nascondere qualcosa di lontano, remoto, e che trascinano il lettore in un vortice di sensazioni altalenanti da lasciarlo quasi senza parole.
La cattiva strada è un libriccino dalla mole piuttosto ridotta che centellina, in poche ma salienti pagine, conflitti interiori di diverse tipologie: quello riguardante il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" e quello riferito all'importanza del proprio Io. Lontanissimo dalle mie previsioni, La cattiva strada è stata quel genere di storia realista, sentimentale, seducente che altri non è che una nostalgica rievocazione del passato, dei primi amori, delle prime difficoltà, costantemente punteggiato da riferimenti letterari che ne accentuano il tono elegiaco. Rivisitazione di un epoca, insieme di strani suoni che, al suo ascolto, danno vita a una riflessione più profonda dell'animo, un opera che mediante un semplice gesto mi ha reso partecipe dei segreti di Denis. Mi ha fatto sentire come un uccellino che vola e può sentire la forza del vento. Scorgere in lontananza un paesaggio, ma troppo distante per poterne cogliere i particolari.
Vivida manifestazione del racconto di un amore impossibile, per nulla candido e semplice fra due giovani dall'animo sensibile e tormentato, La cattiva strada è un'inizione di vita dalle tonalità drammatiche e intense che inonderà di luce il fosco e tetro paesaggio della vita di ognuno di loro. Bellissima storia che scruta una parte fondamentale del nostro animo: i sentimenti e che, nel periodo di transizione all'età adulta, fu scritto magistralmente con quella semplicità, quella spontaneità tipica dei romanzi onirici e surreali di cui mi piace tanto leggere.

Non sarebbe mai esistito, giacchè lei era là, con lui, in quel breve istante, in quella breve vita, perché quella era la vita, ed era la felicità, qualcosa che non aveva né inizio né fine, da percorrere fino in fondo.


Valutazione d'inchiostro: 4

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