domenica, gennaio 13, 2019

Gocce d'inchiostro: Wasteland. La terra dei sogni perduti - Giorgio J. Squarcia

Mentre leggevo questo piccolo gioiellino rivivevo nella storia di Sebastian momenti vissuti precedentemente; qualunque fosse il target indirizzato, qualunque siano i miei gusti, niente e nessuno toglie il fatto che certe storie si dovrebbero leggerle e viverle come queste dovrebbero essere vissute. Forse, con uno spirito differente a quello che avrei potuto avere dieci anni fa, con le mie limitate possibilità d'osservazione non più adesso all'altezza delle mie possibilità espressive. In nessuno di questi contesti mi sorprendo scontenta, insoddisfatta, delusa dalla trama complessa, dal carosello di personaggi che si muovono sulla scena come se animati di volontà propria, operando al di fuori della dolce e moderata corrente dei sogni in cui vi ho galleggiato per qualche giorno. E' stato così dunque che non ho riscontrato alcuna difficoltà nell'immergermi fra le pagine di una storia a cui non sono più avvezza, ma da cui non ho potuto non ricavarne beneficio. La vita in generale ci tiene lontani dalla vera e propria concezione di felicità; ma talvolta certe letture, belle o mediocri, vanno d'accordo anche con i ritmi di una vita semplice e umile, proprio come la mia.

Titolo: Wasteland.La terra dei sogni perduti
Autore: Giorgio J. Squarcia
Casa editrice: Fanucci
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 320
Trama: Sebastian, un musicista cinico e disincantato, rivive in sogno il ricordo di un passato in cui era giovane, pieno di speranze e d'amore. Al risveglio l'eco di quel sentimeento non svanisce ma lo lascia con lo struggente desiderio di ritornare nel sogno e ritrovare lei, la donna che amava. Per farlo, però, deve varcare di nuovo la linea che separa la realtà dalla fantasia, fino a Wasteland, la terra dei sogni perduti. Spinto dalla voglia di rinascere, Sebastian affronta un viaggio nella propria mente, per approdare in un luogo dove stupore, speranza e amore sono ancora possibili.

La recensione:

La vita non è che un povero attore che s'agita e che si pavoneggia per un ora sulla scena del mondo e del quale poi non si sa più nulla…

Inizialmente avevo giudicato il romanzo di Squarcia più fantasioso di quel che credevo, ma adesso che tutto si è concluso i miei pensieri su questa opera si sono uniformati volentieri.
Scrivo <<uniformati >> in quanto alcuni episodi di questo romanzo, le mie abitudini letterarie, lo zelo per certi principi erano alquanto lontani dai miei paradigmi. Ma man mano che mi sono avventurata in questa Terra bellissima, la mia coscienza subii i primi effetti di qualcosa di diverso. Una ventata di serenità, organizzazione, un meccanismo oliato diversamente dispetto al principio fecero evaporare qualunque ondulazione, qualunque scrematura.
Di Wasteland. La terra dei sogni perduti dell'italianissimo Giorgio Squarcia, ex Iena, non ne conoscevo nemmeno l'esistenza. Sebbene mi si sia rivolto con una certa difficoltà, trattando un argomento per nulla facile ma che in un certo senso cela sempre un chè di drammatico. Solitamente mi piace ascoltare questo tipo di drammi, immergermi in umiliazioni inflitte a uomini comuni, ma soli e incompresi dalla vita. Squarcia, a questo proposito, ci parla dei sogni con una certa frettolosità, con un certo frastuono, ritenendo adeguata la mia presenza nel redarguire la mia vicinanza attrandomi nel momento in cui meno me l'aspettavo. Era ovvio che questo tentativo da parte dell'autore non sarebbe stato inutile; il mio amore per la lettura talvolta mi induce anche dinanzi a questa tipologie di storie. E se ero stata scelta, dovevo compiere il mio dovere di lettrice. Procurarmi una certa dose di pazienza, armarmi di coraggio e del mio immancabile blocnotes, tra gruppi di anime che in una manciata di pagine divennero amici.
Come con ogni lettura di tutto rispetto, mi sono gloriata di quelle frenetiche ma travolgenti situazioni che Squarcia mi proprinò indirettamente; il desiderio che non fossi esposta, piuttosto semplice spettatrice di uno spettacolo messo su dal nulla ora ha acquisito una certa importanza.
Lo sguardo sul mondo che ritrae Squarcia non è propriamente caloroso, dolce e confortante, sebbene quello dei sogni è un tema alquanto affrontato nei romanzi che più amo, qui analizzato con moderazione, tragicità, ripensamenti che rievocano il passato come una malattia da cui non si può più guarire.
Un uomo sulla soglia dei quarant'anni si posò sul mio cerchio personale, quando decisi di abbandonare la mia casa per recarmi nel magico mondo della Fucina dei Sogni. Diversamente da La storia infinita, dove vi ho respirato meglio lì che fra le mura di un edificio grigio e poco luminoso, nel romanzo di Squarcia la mente spazia continuamente. Ogni tanto per squarci di puro e sano romanticismo, ogni tanto per la purezza del cuore di un giovane che inesorabilmente si sta avvicinando sempre più in un luogo da cui non avrà più scampo. Ma liberarsi da una tela fitta di parole e voci, che respirano e vivono solo nella terra dei sogni, è stato un meccanismo di lettura di cui io ne sono rimasta affascinata.
In Wasteland Squarcia impiega una tipologia di immaginazione piuttosto caotica, scomoda, che richiama i poemi cavallereschi di cui ogni tanto mi piace leggere, conferendo un immediato senso di famigliarità. Da questo romanzo ho potuto cogliere questa meravigliosa magia di cui ci parla l'autore, constatata sulla mia pelle nel momento in cui l'atto del leggere diviene quel ponte magico che mette a contatto due mondi bellissimi ma differenti fra di loro. La magia che vi è racchiusa al suo interno è un piccolo dettaglio dal quale, staziato nel nulla, mi ha reso soddisfatta, contenta, agguerrita, pronta a condurre l'illusoria esistenza di personaggi dalle innumerevoli fattezze. Incuriosita ad interpretare questo poema cavallerescho, scritto come un componimento musicale che vibra in un istante perfetto e straziante dell'Universo.
Una favola moderna appassionante e avvincente che promette molto più di quel che promette la quarta di copertina, valido sia per i giovani adulti sia per gli adulti veri e propri che fanno di queste storie il loro cantuccio personale e amano immergersi al punto tale di non saper distinguere la realtà dalla finzione.
Valutazione d'inchiostro: 3 e mezzo

6 commenti:

  1. mi piace (come sempre) la tua recensione ma non credo che il libro faccia per me

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  2. Good review 😊 thanks for your sharing 😊
    https://camdandusler.blogspot.com

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    1. Grazie mille per la tua visita al mio blog😊 Sto seguendo il blocco😊 L'italiano è una bella lingua ma ho usato la traduzione,Mi piacerebbe visitare il mio blog 😊

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