giovedì, dicembre 24, 2020

Gocce d'inchiostro: Abbandonare un gatto e Gli assalti alle panetterie - Murakami Haruki

A quanto pare sono innamorata di Murakami Haruki. Dal periodo in cui lo conobbi con Kafka sulla spiaggia, ma all'epoca ero fin troppo ingenua per capirne la sua natura, nonostante fu la scintilla che fece scoccare l'amore dal nostro incontro. E quando seppi della pubblicazione di questo piccolo racconto, e di un'altra pubblicato già qualche tempo fa ma non ancora approdato nel mio salotto virtuale, avevo già letto quasi tutto di lui, oltre che i suoi racconti, le storie più brevi. Come confesso alla mia anima, fra il silenzio delle mie riflessioni, Murakami legge la mia anima come nessuno, chiusa nel fragile bozzo della crescita, del mutamento, non sapendo se ciò dipenda effettivamente da ciò o da qualcosa di estremamente intrinseco. Tanto meno che un banalissimo uomo di settant'anni scrivesse, raccontasse cose cui segretamente esplicano molto più di quel che sembra.
Venni informata di questi due racconti non volendo sapere niente di preciso - come mai non ne fossi a conoscenza, dove sarebbe avvenuto il nostro ennesimo incontro - e nel giro di un pomeriggio ho scrutato a fondo la coscienza tranquilla di chi ama cibarsi di libri e letteratura. Osserva la vita come studiando un campo di battaglia, che al di là dell'apparente senso di quiete in cui vi è immersi, si avverte l'eco del caos. Non un chiarimento definitivo di ciò che esplica l'autore, ma un breve squarcio in cui può riconoscersi chiunque.
 
 
Titolo: Abbandonare un gatto
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 15€
N° di pagine: 76
Trama: Nei suoi romanzi e racconti Murakami ha creato un'infinità di mondi, e ne ha svelato ogni segreto ai lettori. Ma c'è una dimensione in cui la sua penna non si è quasi mai avventurata: la sua vita. Con Abbandonare un gatto, Murakami scrive per la prima volta della sua famiglia, e in particolare di suo padre. Ne nasce un ritratto toccante, il racconto sincero del << figlio qualunque di un uomo qualunque. >>. E forse proprio per questo speciale. 

 

La recensione: 

Noi tutti non possiamo che respirare l’aria del nostro tempo, sopportarne il peso e crescere dentro la sua cornice. Non è ne un bene né un male, semplicemente funziona così.

Probabilmente ci saranno milioni di lettori che amano Murakami Haruki, e l'ennesimo parere positivo sulla nascita del suo ultimo figlio di carta non mantiene intatta quell'aura di mistero e magia che quasi sempre confino segretamente nel mio cuore. Il fior fiore di tutto ciò penso derivi da ciò che celano i suoi romanzi. L'anima dilaniata, drammatica, sentimentale con cui sono rivestite le sue storie, piccoli grandi tesori in cui mi sono letteralmente persa. Così in sintonia alla mia anima semplice da non lasciarmi la minima possibilità di passare inosservati, ma sempre brillanti e di forte impatto. Sprazzi di luce in mezzo a carcasse di tenebre e ombra. Abbandonare un gatto l'avrei sicuramente letto, e nulla mi avrebbe vietato di viverci fra le sue pagine. Immaginare di passare i prossimi giorni, minuti, ore, in un mondo popolato da gatti, libri e tazze di tè.

Questo piccolo romanzo è una lunga lettera, romanzata, che l'autore dedica a suo padre. Dove spiega perché i suoi rapporti si freddarono quando egli era ancora in vita, non uscendo nell'immediato allo scoperto ma solo qualche anno dopo questi morì. Forse a Murakami Haruki sarà mancato il coraggio e la sicurezza in se stesso per porre irreversibili memorie sulla sua famiglia, il suo passato, che sperava fosse meno turbolento, ma chi poteva conoscere il futuro? Chi può effettivamente farlo? E l'autore ci fa presente che ciò che costituisce il nucleo di tutto ciò è il male che i ricordi gli hanno recato nel rievocare il tutto. Non sbiadito come un tratto di penna, ma sottolineato ripetutamente. E sebbene la mole ridotta non camuffa i dolorosi ricordi che lo costrinsero a vivere in una realtà che non fu mai la sua. Inadeguato, inadatto, così malinconio a sedere in mezzo a figure la cui tortura personale non avrà fine.

Una storia che chiaramente parla del legame intrinseco che si cela fra genitori e figli, o dell'affetto che si serba a qualcosa o qualcuno nel momento in cui si decide di condividerlo con una persona cara. Piuttosto breve, ma intenso, che non mi ha indotto ad avere fra le mani qualcosa di grosso ma si serio e indimenticabile. Perché della sua famiglia, di se, Murakami non ha mai fatto cenno, e leggere un romanzo che racchiude un frammento del suo passato è stato davvero bello ed entusiasmante. Un racconto che trascende qualunque nozione di affetto umano, che mette in gioco le nostre conoscenze, il nostro modo di approcciarsi col mondo. Esperienze che mettono in gioco le nostre conoscenze, il nostro modo di approcciarsi col mondo, sufficiente a intrattenermi per una manciata di minuti, utile per curare una parte della mia incurabile curiosità.

 Ognuno di noi è una delle innumerevoli, anonime gocce di pioggia che cadono su una vasta pianura. Una goccia che ha una sua individualità, ma è sostituibile. Eppure quella goccia di pioggia ha i suoi pensieri, ha la sua storia e il dovere di continuarla. Non lo dobbiamo dimenticare. Anche se si perde la propria individualità per essere inglobati e annullati in qualche massa. 

Valutazione d’inchiostro: 4+

 


Titolo: Gli assalti alle panetterie
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 72
Trama: Un gruppo di giovani male in arnese è così affamato da decidere di ricorrere agli estremi rimedi: rapinare una panetteria. Non per il denaro, ma per il pane. Quando arrivano però nel negozio scelto “ per il colpo” hanno la prima di molte sorprese. Il panettiere non si opporrà in nessun modo all’esproprio, anzi sarà ben felice di dare loro il pane, a patto che facciano una cosa, una cosa molto semplice per lui: ascoltare un brano di Wagner…

 

La recensione:

Espediente che mi conduce quasi sempre a vivere sulla pelle esperienze di cui non credevo nemmeno possibile; alla fine ogni mia iniziativa di sorbire pagine e pagine di racconti folli, insensati, surreali ma bellissimi e originali ha sempre un certo successo, e Gli assalti alle panetterie si stanziò nel mio luminoso cerchio con la certezza di incastrarmi perfettamente nel suo contorno ingranaggio.

Una novità che tira l'altra. Un uomo affetto da una maledizione incurabile, che va al di là del semplice disturbo di non poter frenare la fame, e che inevitabilmente conduce verso una specie di delirio. Il suo autore, come un ingegnere che preme pulsanti ovunque e tira leve, affannandosi fra le stanze impolverate della nostra coscienza, sistemò un piccolo ingranaggio, progettando migliorie qua e là, disvelamenti inspiegabili, ascoltando semplicemente ciò che lo aveva circondato, gli sbuffi e i gemiti del marchingegno, dimenticando tutto tranne del trambusto che imperversava dalla sua creatura di carta. Murakami è stato lo scienziato pazzo che ha inventato un grande motivo inspiegabilmente illusorio, proveniente chissà da dove, e più melodia esso sprigionava, più confusione o rumore provocava, ed io ne ero completamente smarrita.

Forse non avrei dovuto sorprendermi; non è una cosa di poco conto che, quando ci si imbarca nei romanzi di Murakami, c'è sempre bisogno di un pizzico di follia. Riconciliarsi e rintanarsi nel proprio cantuccio personale, con il progetto che avrebbe costato ore e ore di intensa lettura. Trattati di vita, surreali ma moderni che non dispongono di un vero e proprio scopo, di qualcosa che giustifica i mezzi, ma che mi fanno sentire compresa; e più mi dissolvo in questi strambi marchingegni, più chiaramente metto a fuoco i miei obiettivi. Potrebbero trattarsi di scuse, ma in verità è una semplice descrizione di ciò che accade quando leggo i suoi romanzi.

Questo piccolo libriccino lo si può definire come quella imperscrutabile faccenda che ha a che fare col mondo onirico, misterioso, ma che, intriso di spontaneità e naturalezza, è un meccanismo preciso ma imperfetto proiettato in una dimensione piuttosto ristretta in cui ci si perde facilmente. Il ritratto della condizione di un giovane uomo, colmo di speranza e anche di una discreta dose di malinconia, che sottopone maniacalmente il protagonista al duro esercizio della frustazione.

Un piccolo talismano che in un certo senso porta addosso una parte di ognuno di noi. Derivato dal nulla, in quanto formatosi dal niente, stimolante di silenzi interiori e letture ferventi nel cuore della notte che non cerca una vera e propria conferma. Piuttosto una spiegazione o un atto di comprensione per chi si trova intrappolato in dimensioni che non hanno propriamente spazio o tempo.

Valutazione d’inchiostro: 4

8 commenti:

  1. Non conosco l'autore;ottime recensioni, grazie

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  2. Murakami kitapları biraz farklı gerçekten... Yazarın farklı bir tarzı var ...

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  3. Olá Gresi. Bem provavelmente a noite vai ser um verdadeiro congestionamento nas linhas telefónicas e redes sociais com todo mundo tentando desejar um feliz natal para todas as pessoas que gostamos, eu prefiro não correr esse risco de não conseguir falar, então resolvi me antecipar só para vir aqui agradecer pelo privilégio de ter vc na minha vida.
    E tbm te dizer que ter vc comigo me faz um bem danado; que Deus proteja vc e todas as pessoas de sua casa feliz natal !!

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