sabato, febbraio 12, 2022

Gocce d'inchiostro: Lady Roxana - Daniel Defoe

Ormai ho preso una strada, cammino imperterrita seguendo un progetto particolare e straordinario che mi gratifica, mi entusiasma, mi rende la persona che sono adesso, e da quant’è che ho appurato come quella della narrativa contemporanea e dei classici sia una delle massime più grandi, e checchè quel che si possa pensare non mi annoio mai. Anzi, mi diverto tantissimo! Non mi riferisco solo a quel genere di letteratura che alla maggior parte dei lettori suscita dinieghi, sospiri affannosi, sbadigli mal repressi proiettata nella maggior parte dei casi in un epoca lontanissima dalla nostra, ma all’atto del leggere in generale. Voglio dire, se non ci si diverte viaggiando, comodamente seduti su una poltrona rivestita in pelle e una tazza fumante a fianco, in che cosa è consolidato il termine svago? E siccome certi tipi di lussi me ne concedo a dismisura, innumerevoli a dire il vero, stilo una sorta di morning routine per stilare poi a fine mese quei libri che mi hanno affiancata nel mese appena trascorso, e quasi sempre mi ritiro con un sorriso stampato sulle labbra. Questa volta, l’ennesima, è toccata ad un romanzo di letteratura francese che a dire il vero mi tese il braccio, in un momento inaspettato della mia vita, inducendomi ad accogliere la bella ma capricciosa Lady Roxana in un gesto personale tanto gradevole, quanto lieta di averla al mio fianco che avrei potuto seguirla ovunque. Fondata sulla verità costruttiva di fatti realmente accaduti, costellato da alcuni assetti relativi la Sacra Scrittura in cui ci si fa sordi del peccato e delle sofferenze altrui. Drammatico e confidenziale perché ci si immedesima a tal punto da confondere la realtà con la finzione, unica e indissolubile, collegamento ad idiomi e assetti caratteriali di figure di carta che in poco tempo erano divenute persone.


Titolo: Lady Roxana
Autore: Daniel Defoe
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 384
Trama: Sebbene in passato sia stato considerato con una certa schizzinosità moralistica, “Lady Roxana”, l’ultimo romanzo di Daniel Defoe, pubblicato nel 1724, è oggi considerato un capolavoro indiscusso. Curioso esploratore dell’universo femminile, pronto ad addentrarsi senza pregiudizi nell’universo dei sentimenti, Defoe dà voce con estrema intensità drammaticamente all’anima oscura della sua eroina più trasgressiva. Raccontandosi in prima persona, Roxana conduce il lettore nella dimora dell’eros e della seduzione, illuminando i vizi e le ambiguità di un’epoca.

La recensione:

 

Checchè se ne dica, non credo che per chiunque altro possa essere altrimenti: non vi può essere vera gioia in un’esistenza coscientemente iniqua. Per quanto si faccia per impedirlo, in determinate circostanze il rimorso troverà la strada per affiorare.

 

Dopo l’ennesima rilettura con il signor Gatsby ero pronta a giocarmi qualunque carta, asso nella manica che possedessi nascosto nel mio repertorio di conoscenze letterarie o qualcosa di simile, per comprendere o saggiare le mosse di questa giovane fanciulla. Lady Roxana sarebbe stata quella coinquilina che inconsapevolmente e non fece incetta di uomini, soldi, saggezza e potere per procurarsi i fondi, allontanarla da una vita ritirata e misera, così che un caldo pomeriggio di inizio estate, indossò il suo corpetto, si incipriò il naso, mise un paio di scarpe lucide e col tacco e fece ingresso in un salotto di passioni nascoste, luridi stratagemmi, atti osceni in luoghi pubblici, che suonava così tanto da prostituta corrotta e ingannevole, che sulle prime pure io esitai a farvi parte. Voglio dire, avevo avvertito un chè di spigliato, vivace, avverso proiettato in un mondo avvulso in svariate e atipiche forme di malinconia e inquietudine. Domandarsi se sarebbe stato meglio poter morire o mantenere intatte le proprie virtù, la bontà di certi dogmi radicati per non farsi sopraffare dalla lussuria, dal denaro avrebbe equivalso conoscere se stessa, scovare quella strada che possa condurla alla redenzione. Allontanarla dal peccato, dalla corruzione, dalla miseria, da  qualunque forma possa condurla all’infelicità erano forme di sostentamento che solo il sesso, l’atto di concedersi ad altri come modo per salvarsi avrebbe equivalso a qualcosa.
Questa Lady Roxana ci andava giù duro e fece del suo servizio un itinerario completo che come un epidemia si diffonderà in tutta la Francia come una punizione esemplare a qualcuno, e poiché si avverte questo forte bisogno di rinascita l’autore mescola al sesso atti di generosità generato quasi sempre da spiriti animati da principi solidi, consolidanti. Si ipoteca così sulla fede e sulla religione, sulla coscienza, sul pudore pur di avere in cambio << un tozzo di pane >>, sorretto da principi morali in cui qualunque senso della modestia soffoca moniti di una coscienza che induce ad assistere a qualunque cosa. L’infelicità va a braccetto con l’impossibilità di soffocare le passioni, la vanità con la grandezza generate dalla povertà e dal bisogno di redenzione, ciò che è inarrestabile diviene illegittimo affinchè la coscienza divenga sorda persino per noi stessi.
Su un taccuino mal ridotto e ricco di abbozzi e ghirigori parlo delle mie letture, dei miei libri alla mia anima, mediante quel battesimo magico che mette in contatto il mondo di qua con quello di là, e poi cammino spericolata nei quartieri della mia immaginazione avviandomi dove meglio credo e che più mi aggrava. Finchè il mio stile non sarà affinato, abbastanza solido per essere indipendente, mi attengo rigidamente a quelle tre attività fondamentali – scrivere, leggere, dialogare – tralasciando tutte le altre, ragion per cui al momento ritengo alquanto importante non tralasciare alcun romanzo. O, più precisamente, alcun pensiero riguardante la lettura di un romanzo. Ogni tanto credo non ci sia bisogno di perdere del tempo prezioso dietro opere che, banalmente importanti o meno, insegnano qualcosa. Non mi sono mai sottratta ai miei doveri, e il mio temperamento dovizioso e tenace, il mio fervido impegno, mi fanno sentire calma ed equilibrata come un barlume di luce in mezzo a nuvoloni grigi e ingombri. Così contenta per come sono, anche con Lady Roxana nutrì un piacere incommensurabile nel dare forma e spazio a pensieri inspiegabili.
La sua storia non era differente a quella di altre storie che popolano gli scaffali delle mie librerie, e anche se quella di Defoe è un romanzo realista di fine settecento, senza dubbio è una storia originalissima, ambiziosa e a tratti crudele che imbriglia chi legge in un progetto seducente e ricco di sentimentalismo che gli dà il vantaggio di essere molto più vicino nel tempo di quel che si crede ricordando bene, come Nabokov ed altri autori novecenteschi fecero successivamente, la donna non era esattamente considerata. Ho letto numerosi romanzi in cui la donna, simbolo o attrazione carnale, conserva il suo temperamento forte e rigoglioso nel raccogliere alla sua mercè schiere di uomini che raccolgono le sue avance a qualunque costo. Non tanto quanto un salto naturale, piuttosto di sopravvivenza. Oltre alla condizione di miseria in cui dovettero adeguarsi, anche Lady Roxana ci impartisce una lezione simile su come ottenere una certa libertà, con elegante chiarezza, in ogni frase o gesto riportato, come un incantevole ninfa che suscita stupore e ammaliamento. E come non sentirsi coinvolti in tali vicende, che contraddicano le affermazioni del vigore della sua personalità, se non ascoltando ciò che imperversava nei suoi pensieri, anche quando sembrava impossibile potesse esserle riservata un minimo squarcio di felicità, giurando fedeltà all’unica persona che la facesse sentire viva?
Quella di lady Roxana è una storia che rivaluta la donna e il suo sentirsi perennemente guasta in un mondo che di giusto non ha proprio niente, nel quale l’autore si spinge ad entrare nei particolari, scandagliando la sua personalità, il suo sentirsi donna, confessando ciò che agli occhi di molti era ermeticamente nascosto, abbattuta su milioni di spalle diverse senza aver mai provato moti di compassione, così tesa e spaventata di restare completamente sola. Ma l’umiliazione di essere usata come oggetto di desiderio, che rievoca le sue attività di spogliarellista, è certamente una delle umiliazioni più cocenti che una donna potesse subire. Eppure in questo modo Roxana confessa i suoi “desideri anormali”, la sua attrazione per i maschi fedeli e non, violenti e spudorati, e poi se stessa, che prima di tutto era madre di innumerevoli adolescenti.
Un libro così potente e geniale, così impregnato di verità sul significato dell’essere vivi, liberi, rendono grazia a una delle opportunità più fluenti nel panorama letterario: una sfida personalissima nel dare voce a chi non aveva voce. Nel buio, nei cantucci languidi e puzzolenti, ho visto elogiare il corpo, le movenze, i gesti di una donna comune ma infelice che si innalzò su fiumi d’inchiostro che ancora bruciano sulla pelle, mediante << amori >> irruenti, segnati, feroci che spesso distruggono la vita di molti come una punizione eterna. Ho aperto silenziosamente queste pagine di diario macchiate di sangue, in cui sono stati riportati sprazzi di memorie di una vita lontana, passata che inducono a domandarci se proprio allora, nello scintillio di una Parigi ancora sonnacchiosa, abbia avuto origine quella crepa che percorse la vita della protagonista. La sua silhouette si stanziava ancora distintamente. I morsi della fame di un congiungimento spudoratamente carnale, marchiarono il suo animo. Follie, tormenti, pene inflitte a un cuore ancora giovane apparirono come una bomba ad orologeria!

Valutazione d’inchiostro: 4+

2 commenti:

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