domenica, marzo 19, 2023

Viaggi letterari difficoltosi ma indimenticabili 2°

Suddiviso in due parti, questa seconda non rivela niente che non sia stato detto o scritto. I romanzi, i loro autori, nel tempo mi hanno sussurrato tante cose, e nel momento in cui accettai loro, le loro storie avrei dovuto restringere il campo del possibile. Non c’erano alternative. Si erano presentati come forme invalicabili di sapere, letture criptiche e ostiche in cui avrei dovuto spremere le meningi, due realtà separate e distinte, e per quanto avessi tentato più volte non sarei mai riuscita a farli collimare. Mi rendo conto di questo, ma sono anche consapevole che se adesso ripongo queste poche righe e le elogio semplicemente perché tutte queste storie alla fine mi hanno conquistata. Nel pantano del dolore e della confusione in cui rimasi apparentemente incischiata, scelti poi repentinamente con slancio e fervore. 
Eduard Limonov era quella figura di carta e inchiostro che mi trasmise una certa soggezzione sin dal primo momento che lo conobbi. Rivoluzionario di professione, esperto di guarriglia urbana, personaggio sulfureo di grande talento e impudenza.
Due universi così differenti che hanno tracciato una linea di confine fra la figura di Limonov - detenuto comune in un campo di lavori forzati - , uno scrittore - artista ambito che si muove in ambienti altrettanto ambiti -, e il lettore che ha seguito di pari passo le vicende e le testimonianze di entrambi. Vivendo molte più vite di quel che credeva, vestendo i panni di sovietico, barbone, maggiordomo, domestico, scrittore, soldato, amante, puttaniere, col desiderio insopprimibile di una trasformazione o mutazione del terrorista e ribelle Limonov in pacifista.

Titolo: Limonov
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 13 
N° di pagine: 356
Trama: Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: " è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato " che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è inanzittutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo …

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Un memoriale che si è espanso oltre le pagine, al di là della realtà. E, emergo inaspettatamente dopo lunghi anni della sua pubblicazione, è un odissea sensazionale e mozzafiato impossibile da dimenticare. La letteratura come qualcosa che arriva in sordina, e poi colpisce. Un sentimento che nasce e matura in fretta, appassionato e malato. Un opera che si sprigiona nella semplicità di piccole testimonianze, in un giro di vite di piccole e grandi comunità, che hanno visto diffondere il sapere come qualcosa di universale. Figure belle, vecchie, carismatiche o di mezze età, profonde, sornione e consolanti. La perfetta immagine della misteriosa saggezza orientale.

Titolo: Leggere Lolita a Teheran
Autore: Azar Nafisi
Prezzo: 12 €
Casa editrice: Adelphi
N° di pagine: 375
Trama: Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell'Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d'amore per la letteratura mai professati - e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.


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Una visione disordinata e curiosa, che lascia vedere un umile e modesto frammento di storia che nonostante tutto mi ha fatto perdere le mie tracce. Cerchio politico e sociale che è un ingranaggio arido, crogiolante, stridulo che ci induce a vivere in un mondo a parte, fra tenebre e sogni, nella bruma incoerente di incubi che fanno vacillare ogni contorno, aggrinzire ogni forma, dilatando le cose come chimere e gli uomini come fantasmi. 

Titolo: Le due città
Autore: Charles Dickens
Casa editrice: Newton & Compton
Prezzo: 4,90 €
N°di pagine: 384
Trama: Romanzo storico consacrato al realistismo narrativo, Le due città mette in scena i destini di personaggi coinvolti nel vortice degli eventi della Rivoluzione francese e del successivo periodo del Terrore. Sebbene l'ambientazione, tra Londra e Parigi - le due città del titolo - differisca notevolmente dall'Inghilterra vittoriana, cui il romanziere ha quasi sempre attinto per i suoi lavori, quest'opera contiene tutti i classici temi dickensiani: dalla povertà alla nobiltà di spirito, dal sacrificio alla redenzione.

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Una storia che rivaluta la donna e il suo modo di convergere col mondo circostante, che di giusto non ha proprio niente, nel quale l’autore si spinge ad entrare nei particolari, scandagliando la sua personalità, il suo sentirsi donna, confessando ciò che agli occhi di molti era ermeticamente nascosto, abbattuta su milioni di spalle diverse senza aver mai provato moti di compassioni, così tesa e spaventata di restare completamente sola.

Titolo: La cugina Bette
Autore: Honore De Balzac
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 464
Trama: Nella mitologia realista di Balzac, La cugina Bette rappresenta la «parente povera, oltraggiata e che vivendo nell'intimità di tre o quattro famiglie, cerca di vendicarsi di tutte le sue sofferenze». Solo che Lisbeth Fischer, familiarmente Bette, non è né cacciata né maltrattata dai suoi ricchi parenti, bensì aiutata e amorevolmente accolta dalla cugina Adeline e da tutta la famiglia Hulot. Ma l'oltraggio, in lei, è anteriore a qualsiasi offesa, vera o presunta: povera, per nulla avvenente, ma anche intelligente e risoluta, riversa su chi la ama tutto il suo rancore verso il mondo. Ossessionata dal confronto con la bellezza e la ricchezza della cugina, dietro le sembianze di umile e dolce zitella coltiva un feroce desiderio di rivalsa e intesse trame di inganno e distruzione, succube di un odio che si trasforma in lucida follia. Pochi romanzi balzachiani, sono, come questo, foschi e inquietanti, ma nello stesso tempo anche patetici e melodrammatici.

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Ugualmente conosciuto fin dall’antichità che è il valore in se dell’intero romanzo. Una prassi in cui si racconta la vita in se, ma dipinta in una tela raffinata ed esaudiente che è un frammento di veridicità, consapevolezza di una realtà politica, sociale in cui non bisogna lasciarsi contagiare.
Oggi certi preconcetti sembrano quasi delle banalità e l’arte di far sentire la propria voce fra tante altre voci, come lo scrivere un romanzo, produrre un film con fini esclusivamente spirituali, divenuti atti fisici, centrati sul corpo e intrapresi solo per comprendere chi e cosa siamo.

Titolo: Middlemarch
Autore: George Eliot
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: €12
N° di pagine: 830
Trama: Al centro della storia è proprio l’immaginaria cittadina inglese di Middlemarch, all’interno della quale si articolano i destini di quattro personaggi e di due matrimoni infelici, indagati da George Eliot nel loro più impercettibili interstizi attraverso lo strumento chirurgico di uno stile espressivo sempre acuminato.



 

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Oggetto d’attrazione nonché terreno ideale per l’indagine accurata del rapporto fra esistenza e la sua rappresentazione fra letteratura  e vita, quello di Pascal Mercier è un vaso di Pandora che contiene verità fondamentali che pochi individui sono in grado di comprendere. Inclinazione adatta a rievocare sensazioni corporee, rispolverando zone che si credevano perdute o dimenticate.

Titolo: Treno di notte per  Lisbona
Autore: Pascal Mercier
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 430
Trama: Voleva davvero buttarsi giù dal ponte la donna trattenuta una mattina da Raimund Gregorius, insegnante svizzero di latino, greco ed ebraico? Gregorius non sa nulla della donna se non che era portoghese. La mattina dopo, complice la scoperta in una libreria antiquata del libro di un enigmatico scrittore lusitano, l’altrimenti prevedibilissimo professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di rintracciare l’autore. Da questo momento decolla una vicenda che costringerà Gregorius a confrontarsi con le contraddizioni degli affetti e gli orrori della Storia in un modo che mai avrebbe potuto immaginare nella sua rassicurante Berna.

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Fra echi di un discorso sorpreso, in mezzo a fantasmi che si tengono per mano, facendo come cenni di ringraziamento alla storia che mi è stata raccontata e che ho visto così bene.
Il libro della vita che poi giunge irrimediabilmente alla fine, alla pagina più preziosa d'ogni cosa sacra. Ove ogni cosa si compirà e che io ho lasciati si compisse.

Titolo: Il dottor Zivago
Autore: Boris Pasternak
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 417
Trama: Le vicende di un medico travolto dall'impatto della rivoluzione russa e dalla successiva vacuità spirituale in cui precipita il suo paese. Questo, in estrema sintesi, il contenuto di un romanzo che valse a Boris Pasternak il Nobel per la letteratura nel 1958 e l'ammirazione di critica e lettori.





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Una lettura estremamente folle, avvincente ed entusiastica per certi versi, malinconica e oppressiva per altri, in cui non è stato facile spassarmela fra le vecchie mura della sua umile dimora con un paio di osservazioni o annotazioni varie. Ma umoristica in alcuni momenti quando vedevo il << piccolo >> Tristram spogliarsi di qualunque velleità morale e artistica e restare muto, alla mercè del prossimo, persino io quando comprendevo i suoi ragionamenti contorti su e giù nella foga di una dichiarazione alla vita e all’intelletto. Pazzesco ma così fulgido, in confronto al mondo.


Titolo: La vita e le opinioni di Tristan Shandy, gentiluomo
Autore: Laurence Sterne
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 832
Trama: Non “Vita e avventure”, come per Robinson Crusoe, ma “Vita e opinioni”: fin dal titolo il romanzo di Sterne sorprende e si rivela innovativo, tanto da segnare l’avvio della letteratura moderna. Mimetizzato dietro il protagonista e narratore, che racconta una vicenda fitta di personaggi e di situazioni bizzarre, Sterne rivolge la sua penna acuminata contro le convenzioni morali e letterarie dell’epoca, contro l’ipocrisia degli ecclesiastici, la vanità dei potenti e il servilismo dei letterati. Ne risulta un’opera umoristica e malinconica, enigmatica, anarchica e irrivelante, originale fin nell’ortografia; un romanzo zigzagante, ricco di divagazioni, di storie parallele, di “opinioni” – appunto -, in cui il protagonista, attraverso l’esercizio del dubbio, giunge alla conoscenza dell’ultima finitezza, e ne esce più forte e libero, invitando il lettore a fare con lui lo stesso percorso.

4 commenti:

  1. Molto bello questo articolo sul viaggio e i libri che lo affrontano. Ho letto la maggioranza dei libri che hai inserito, tutti mi hanno trasmesso qualcosa, è questo il ruolo della buona letteratura.

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    1. Grazie! I libri in un certo senso celano una certa magia, e questa credo sia una di esse 🤗🤗

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  2. Post interessante, mai letto uno di questi.. grazie

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