mercoledì, agosto 27, 2025

Gocce d'inchiostro: Sanguina ancora - Paolo Nori

Sapevo bene che niente è perenne, ma volevo evitarmi di continuare a divorare pagine su pagine come se non ci fosse più alcuna certezza. Vivendo però un milione di vite, giorno dopo giorno, settimana per settimana, non riesco a fare a meno di prolungare la mia presenza per più di una manciata di giorni, in quanto se la trama realizzata a tavolino, uno stile penetrante e diretto, segreti o misteri che sospendono il tutto in una piscina di dubbi e perplessità non trovano maggiore sfogo nelle mie interpretazioni varie, qualcosa dentro di me non cambia. Nel senso che, quando leggo, una volta che attraverso il confine che suddivide il mondo di qua con quello di là, tornare indietro è davvero difficile, nonostante a volte mi sia sentita a disagio, sulla sponda sbagliata, e il mio essere famosa divoratrice di libri come se fossero Nutella resta ugualmente intatta. Potrei impormi dei limiti, centellinare le pagine affinchè la mia permanenza sia prolungata. Ma che fare quando ci si sente divorati da qualcosa che nemmeno io riesco a tenere a bada?

Infilare il naso tra le pagine di un romanzo sconosciuto, ma che ha come protagonista indiscusso Dostoevskij, i cui romanzi mi hanno catapultata in una realtà che presto sarebbe diventata mia  - dinanzi a una razza umana che selvaggiamente avanza lungo la riva dell’assurdo - nonostante esso possa essere caotico e un po' scomodo, conferisce allo spettatore un immediato senso di familiarità che ne mitiga almeno in parte gli aspetti negativi. A tal proposito Paolo Nori, in questo ennesimo saggio o << studio sul campo >> non dona nè evidenzia niente che non ci sia stato detto, ma mi ha permesso di seguirlo scrupolosamente durante la stesura di questo testo, nel periodo più disastroso degli ultimi tempi, quello del Covid in cui scrivere sconvolgerà del tutto la sua esistenza, i suoi ricordi attaccati bene come alla carta stampata. Fra figure imperscrutabili che vagano lungo la riva dell’insoddisfazione e che, sebbene debbano incutere l’aspetto negativo del romanzo, rivelano solo un piccolo squarcio di quello che la letteratura dostoevskiana ci dona. Un piccolo ma soddisfacente squarcio da cui si tenta di avere possibilità di riscattarsi e redimere la propria anima.

Titolo: Sanguina ancora

Autore: Paolo Nori

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 288

Trama: Tutto comincia con "Delitto e castigo", un romanzo che Paolo Nori legge da ragazzo: è una iniziazione e, al contempo, un'avventura. La scoperta è a suo modo violenta: quel romanzo, pubblicato centododici anni prima, a tremila chilometri di distanza, apre una ferita che non smette di sanguinare. "Sanguino ancora. Perché?" si chiede Paolo Nori, e la sua è una risposta altrettanto sanguinosa, anzi è un romanzo che racconta di un uomo che non ha mai smesso di trovarsi tanto spaesato quanto spietatamente esposto al suo tempo. Se da una parte Nori ricostruisce gli eventi capitali della vita di Fëdor M. Dostoevskij, dall'altra lascia emergere ciò che di sé, quasi fraternamente, Dostoevskij gli lascia raccontare. Perché di questa prossimità è fatta la convivenza con lo scrittore che più di ogni altro ci chiede di bruciare la distanza fra la nostra e la sua esperienza di esistere. Ingegnere senza vocazione, genio precoce della letteratura, nuovo Gogol', aspirante rivoluzionario, condannato a morte, confinato in Siberia, cittadino perplesso della "città più astratta e premeditata del globo terracqueo", giocatore incapace e disperato, marito innamorato, padre incredulo ("Abbiate dei figli! Non c'è al mondo felicità più grande", è lui che lo scrive), goffo, calvo, un po' gobbo, vecchio fin da quando è giovane, uomo malato, confuso, contraddittorio, disperato, ridicolo, così simile a noi. Quanto ci chiama, sembra chiedere Paolo Nori, quanto ci chiama a sentire la sua disarmante prossimità, il suo essere ferocemente solo, la sua smagliante unicità? Quanto ci chiama a riconoscere dove la sua ferita continua a sanguinare?

La recensione:

Quando leggiamo ci soffermiamo tutti sull’apparenza: sulle meraviglie a cui potremmo assistere una volta varcata la soglia di magici mondi. Ma in realtà, non sappiamo a cosa potremmo andare incontro. Quali sorprese potrebbero riservarci, ora che il destino ha per noi mischiato completamente le carte. Sanguina ancora mi ha permesso di vagare con gli occhi sulla finestra virtuale del mio tablet, avvertendo la presenza del suo autore, il respiro del suo amato Dostoevskij alitarmi sul collo, confidando di poter entrare a far parte di questo meraviglioso scenario. Percorso formativo di un uomo di lettere cui tutti possono riconoscersi, nonché opera che non la si può definire completamente fresca, quanto un tuffo nell’anima dell’autore. Il momento in cui concepì il proposito di scrivere, in un periodo un po' tetro e insidioso che lascia col fiato sospeso, a cui fanno da sfondo una storia d’amore - quella cioè relativa alla fede che Nori riserva a un grande uomo come l’autore russo, e di cui non basterebbero pagine e pagine zeppe di scarabocchi e ghirigori per carpire l’anima.

Perché l’incapacità di Dostoevskij di comprenderne gli effettivi << dilemmi umani >> furono motivo di ispirazione per Nori, che scagliandosi contro la psicologia dei suoi stessi personaggi che nasceranno dalla custodia, dalla memoria, dal senso tragico di certi momenti, diviene sempre più evidente perché il male, il dolore, il peccato, la sofferenza sono elementi effettivi e inevitabili, che confluiscono alla tradizione umana in ogni aspetto tragico. Il mondo umano non lo si può definire ospitale né tanto meno ordinato dalla ragione quanto crudele, spietato e rivendicativo che delinea una certa libertà, una certa armoniosa personalità, il diritto di ogni essere umano di combattere arbitrariamente la verità. Il male così non diviene sinonimo di ignoranza quanto istigazione e tentazione da cui se ne evince che non si è malvagi per natura quanto << curabile >> se proiettata lungo una certa strada. Impostazione del vitale etico religioso, e il castigo come forma reietta di invalidità di salvezza.

L’essere umano suddiviso in razza tra conservatori e innovatori, fu oggetto di studio per chi fece della poetica dostoevskijana un trampolino di lancio da cui attingere nozioni particolari su cui interpretare il mondo. La libertà era limitata, e senza libertà l’uomo cosa sarebbe? Pronto ad approdare dinanzi all’uguaglianza assoluta o asservito a una forma distorta di dispotismo?

Dalla letteratura russa, Paolo Nori, così come tanti altri critici, percepì il dolore come quella cosa che si risolleva solo dalla tempesta mediante cui è possibile conoscere se stessi. Raskanowski, infatti, costruisce una teoria sull’assassinio ma anche la libertà di ascendere a una fase di misticismo dell’anima, una teoria del dolore, del pentimento, della terra russa in cui vige il dolore sulla verità. E combattere contro il Caso, la necessità avrebbe concesso di trasmettere, evidenziare quei valori che sono facilmente rintracciabili nella quotidianità, nella famiglia, auspicando a un ritorno all’Antico testamento in cui il sesso è la procreazione dei valori umani. Il dolore della perdita di una vita umana, l’amore nei riguardi di un mondo contro le creature più deboli e indifesi è esito nonché disperazione che consuma nella lotta per il senso perduto lungo una strada in cui ci si perde la rotta della vita. Finché il progresso, la letteratura abbatterono qualunque pregiudizio estirpandolo dalla condizione umana, da ogni forma di vigliaccheria, follia, crudeltà, in azioni o gesti che macchiano inevitabilmente l’anima, Nori attinse a quello specchio dell'auto osservazione in cui ha potuto scorgere l’anima di ogni cosa. In primis quella dell’individuo, dotato di una forma cosciente di sé, che vive una doppia vita che non si spoglia di alcuna condizione ridanciana quanto mediante arte interpretando ogni cosa. In una sottile linea di confluenza fra popolo e intelligenza, lettori e letteratura, facendo sorgere le riflessioni più profonde dell’animo umano, le sue, in un delirio narrativo che ha la forma di un flusso di coscienza. Un vomito di parole che mira nient’altro che a donare forme insaziabili e incontenibili, in sublimi forme di irregolarità, attestati dalla  composizione o dal risultato di un fantasma narrativo che continuerà ad alitare sul suo collo, insegue e persegue ogni sua mossa, sottraendolo da ogni calunnia o forma di malvagità. Tempandrolo solo in forme sopite di estasi di cui solo la letteratura, la scrittura funge da elemento primordiale da cui è stato possibile scovare incertezze interiori, ogni forma di male legata e istillata, rinchiusi o rintanati nelle insopportabile, nella mortalità e che implica forme di più oscuro abisso a cui ci si affida, discernendo dal Bene e dal Male, esaminando da ogni verso o punto di vista. Perchè è nel dolore che si palesa la vita, ed è nel periodo in cui concepì il proposito do scrivere questo testo e in cui l’autore perse alcuni suoi cari, che comprese come dal dolore si palesa la vita, amandola, testando in una costante lotta alla verità, alla libertà per un divenire migliore e concreto.

Lottare per la verità, in questo caso quello che coincide col mondo personale dell’autore, e da cui l’uomo stesso è accumulato dal prossimo per il suo divenire, così assoluto, astratto che sta al di sopra di ogni civilizzazione. E a preoccupare o turbare è la forza vitale che riserva la sua profondità, la misura della loro umanità che si fonda e fluttua in un inarrestabile abisso. Lo straordinario, l'invisibile, il demoniaco invitano al supremo realismo perché è dallo squallore che si alena alla grandezza. Nori non ha scritto niente che si avvicina,nemmeno lontanamente, ma di cui la vita diviene arte, espediente per interpretare quei conflitti, quelle conturbanze che si agitano nel cuore umano. Disprezzando la viltà, la paura, ma non con la medesima enfasi dostoevskiana, quanto mediante una bella composizione verso una vita che si agita sotto terra nel dramma di una continua ricerca del dare, lottare e avere.

Valutazione d’inchiostro: 4

1 commenti:

You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang