venerdì, agosto 15, 2025

Gocce d'inchiostro: Trilogia di Londra: Amori londinesi-Il grande romanzo di Londra-I londinesi - Charles Dickens

Una grande pace di morte regna fra queste pagine. La sua è la realizzazione di un progetto letterario fra l’autore e la sua anima, in cui camminarci in mezzo a un vasto numero di parole, suoni e colori mi indusse ad avvertirne fortemente la sua essenza. Ho letto questi racconti in una settimana, che piantò un seme in un terreno già ricco di prodotti letterari importanti e letterari e che sono stati messi in evidenzia in queste pagine affinchè allestisse una certa idea di inettitudine, degrado del fenomeno della figura femminile nella storia dell’essere umano. Per Dickens fu la stessa rappresentazione di inscenare la figura persone realmente esistite, con le medesime fattezze di quella della Dea greca e di cui lo stesso Shakespeare ne decantò le lodi nel suo Amleto.

E fu così che camminando di pagina in pagina, sono entrata in questa piccola rappresentazione, in questo piccolo squarcio di vita, ammessa alla presenza di quest’uomo senza dovendo mostrare le mie conoscenze, proiettato in un luogo nella sua museale accuratezza della vita, che resta come palpitante anche al di fuori delle stesse pagine. Un filo di un ultimo sole era entrato dall’alto di una finestra facendomi vedere queste strane figure di dee dipinte sui muri, dai contorni dorati e splendidi, allineati sulla mia pelle come piccole creature la cui sola

presenza innesca un sentimento di tragedia. Poiché essa stessa  è il tentativo dell’uomo di sottrarsi al proprio destino.

Titolo: Trilogia di Londra: Amori londinesi-Il grande romanzo di Londra-I londinesi

Autore: Charles Dickens

Casa editrice: Mattioli

Prezzo: 44, 90 €

N° di pagine: 700

Trama: Prima vera prova del giovanissimo Dickens questo testo ricchissimo, intitolato nella sua edizione originale "Sketches by Boz. Illustrative of Every-day Life and Every-day People" venne pubblicato nel 1836 con lo pseudonimo di Boz. È di un'organica collezione di pezzi di "giornalismo letterario quotidiano" scritti per diversi giornali e riviste, pubblicati in due tomi dall'editore londinese John Macrone e grazie alla quale la carriera folgorante del grande scrittore iniziò a spiccare il volo.

La recensione:

Era tardi quando finii di leggere questa trilogia. Il cielo era buio, la luna splendeva luminosa e pallida come un megalite infelice, la casa immersa nel sonno. Per circa una settimana, il pomeriggio e gran parte della sera ero rimasta sdraiata sul mio morbido letto, nelle orecchie una storia  per nulla atipica sussurrata dolcemente mentre la penna prendeva appunti e scriveva riga dopo riga, dettata dalla coscienza. Riempivo pagine venate da una piacevole emozione: la scoperta di un manuale personale utile per le giovani donne di tutte le generazioni future. Un pubblico prettamente maschile quello a cui ci si rivolge, e a cui l’autore si schierò spoderando una lancia a favore di ogni creatura di sesso femminile in condizioni disagevoli, degradanti, estrazioni di miseria nonchè oggetto di scherno e, per alcuni, divertimento egoisitico.

Un mondo di cui sono oramai completamente avvezza, e che in questi tre volumi, storie a se, racconti che

resuscitando nozioni scientifiche, sprazzi di una vita passata e lontana, ed io non avevo avuto occhi che per il teatro dei fantocci allestito dalle parole di un uomo, all’epoca esordiente. E, quando la voce si zittiva nella testa, rimaneva una certa immagine; ricordavo un incontro inaspettato, sul finire di una settimana stressante e frenetica, con un uomo di lettere. Ero rimasta in silenzio sotto la sua mano carezzevole dal tocco spiccatamente sensibile. Il senso del tempo, la lucidità, così invisibili al tatto, non parevano turbarmi minimamente dato che mi limitavo a rimanere con gli occhi saldi alle pagine.

A incuriosirmi era stata l'identità segreta di queste donne avvolte in una patina di mistero, fascino ma anche avversione, rammarico, una semplice via di transito per il suo essere, avvolta in una bolla di mistero, che recava il presagio di una lenta agonia. Quanto sarebbe rimasto celato dietro, se un uomo così attento e scrupoloso come Dickens non avrebbe visto oltre?

A dispetto di altri romanzi, che mi sono rimasti sotto la pelle, con quel ragionare un po' diverso dal nostro, ma veritiero non nel piccolo ma nel grande, questi racconti mi attirarono molto. Non esattamente ciò che mi sarei aspettata, ma ho avuto l'impressione di assistere alla fantastica epopea di una generazione che volteggiava per aria  come minuscoli granelli di polvere. Così la mia mente non si è sentita precipitare nel vuoto.

Quando terminai di leggere la loro storia, aspettai il momento più adatto per cui trovassi l'ispirazione e mi sedessi alla scrivania. Le pagine palpitavano di magia. Sedotti dallo sguardo di una creatura avida di storie, presero vita inghiottendomi e, con un misto d'eccitazione e stupore, mi accorsi di essere stata racchiusa nella linfa vitale della carta, impressa nel contorno digitale di questa storia. Sorvolai per qualche tempo nei cieli di un paesaggio splendido, famigliare, cupo e ammaliante, misurandone i contorni e, in punta di piedi, carpendo i suoi misteri oltre i suoi confini.

Ho potuto vedere quel mondo << nocivo >>, denigrante che l'autore ha diligentemente creato. Pagina dopo pagina, avendo l'impressione di essere stata risucchiata da un vortice di parole da cui non avrei avuto scampo e, assieme a ogni fantoccio di carta e inchiostro, aver imboccato senza saperlo una ripida discesa verso un abisso di insoddisfazione, supremazia e follia. La sua lettura, infatti, appare quasi come un tentativo di ripercorrere il cammino di ognuno di loro all'indietro, e del suo autore, in particolare, come una confessione disperata dalla soglia della sua insoddisfazione morale per sfuggire al labirinto di dolori e sofferenze che sono state scavati nella sua mente.

Una schiera di ombre evanescenti che camminano nel sentiero insidioso della vita, il profumo di magia che inebria uomini assetati di potere pronti a contrastare il male, anche qui, in questi brevi opuscoli in cui Dickens non era prettamente maturo, stilisticamente parlando si avverte la presenza di una realtà che presto sarebbe diventata sua. Sua e nostra. Un enorme impermeabile avvolto da una luce luminosa; detriti trascurati di una vita passata, lontana. Guazzabuglio di sogni, speranze e delusioni di donna ma anche uomini, desiderosi di vita, ma quasi privi della stessa. Sfere di vetro incastonate nella neve che, una volta scosse, permettono al flusso dei ricordi di prendere vita.La memoria, spesso ce lo dimentichiamo, ci fa strani scherzi. Si ricorda e si dimentica quello che vuole. E lo fa apparentemente senza alcuna ragione: almeno non chiara a noi che spesso crediamo di ricordare ogni cosa, o quello che ci appartiene, o che possiamo controllare.

Mi considero una lettrice attenta, ambiziosa, e amo rileggere i romanzi perché nel rileggere un testo scorgo cose o elementi che non avevo visto di primo acchito. Una volta mi disperavo, quando prendendo nuovamente un testo a distanza di qualche tempo e non ricordavo un passaggio, una frase. Qualcosa insomma. Ma a  pensarci bene, negli anni, ho constatato che non ha poi tanta importanza. Se oggi leggo un romanzo, e fra qualche mese potrei dimenticarlo non c’è dubbio che posso rileggerlo quando mi pare e piace. Tutto questo per dire che pur quanto cerchi di sforzarmi sicuramente di queste storie qualche pezzo lo perderò lungo la strada, ora che ho concluso anche questo ennesimo viaggio. Ma al momento non è questa una delle mie preoccupazioni. Metto da parte questi inutili pensieri e tiro fuori, magari distorcendo e manipolando la realtà che mi circonda, andando a frugare nei recessi dell’anima di questo volume.

Quando partì, del luogo in cui sarei approdata ne sapevo già qualcosa, ma questi racconti in qualche modo mi hanno colpito. Semplice, sparsa in una landa piatta e desolata, appoggiata ai bordi della mia anima, di cui mi è stato affidato il compito di mettere ordine in una cosa che mi è stata a cuore: i suoi ricordi. Il mondo esterno influì eccessivamente sui miei umori. E si osserva il mondo come se osservandolo attraverso un caleidoscopio: una piccola mossa e tutto ero rotolato come un tappeto dinanzi ai miei occhi.

Valutazione d’inchiostro: 3

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