lunedì, dicembre 29, 2025

Gocce d'inchiostro: La casa dell'uva fragola - Pier Vittorio Buffa

Il Natale, la sua splendida magia, i momenti conciliabili fra amici, parenti, regali o gesti conferiti con amore e slancio, prevede quasi sempre una sensazione di benessere. Perlomeno io, quando giunge dicembre, mi sento bene. Contenta, entusiasta a poter conciliare questo magico momento con ogni cosa: lavoro, vita, benessere. E, a dispetto di quel che si crede, il Natale è davvero uno stato d’animo. Mediante al modo per cui lo si vive diviene magico, importante, eterno, come una melodia che perdura nel nostro cuore più di quel che immaginiamo. E anche quest’anno, letteralmente volato, concilio la mia più grande passione, i libri, con questo splendido e magico momento. Natale e libri. Che meraviglia! Ancor più bello, però, se ne ricevessimo di libri, a quantità industriale…. Ma si affronta la vita per come si può, in qualunque modo la si sia vissuta, ed è più che naturale che il periodo natalizio faccia prevalere, porti su a galla certi desideri, certi slanci del cuore. Ma la letteratura dà vita, ed ecco come quella cortina di bianco abbia offuscato il nero, conferendo così tutt’altra sensazione. La magia di certi gesti che perpetuano nel tempo, il potere delle parole, rintanato nelle trincee di piccoli corpi, e, alle orecchie, i fischi incessanti di chi osserva il mondo da diverse sfumature… Il Natale non cancella ogni gesto, non lava ogni bruttura, non fa svanire qualunque brutto pensiero, ma li accantona, li rende più confortevoli, più accettabili. E, se poi si concilia l’amore per la letteratura, la scrittura, la cenere di questa sigaretta si sparge sulle dita come chiudendosi in se stessa, non distogliendo lo sguardo sul mondo esterno, quanto osservandolo da una prospettiva diversa. Rivivendo, mediante i miei consigli letterari, quelle parti più belle.


Titolo: La casa dell’uva fragola

Autore: Pier Vittorio Buffa

Casa editrice: Rizzoli

Prezzo: 18, 90 €

N° di pagine: 284

Trama: Tra Varese e il lago Maggiore, a Castello Cabiaglio, che una volta si chiamava soltanto Cabiaglio, c'è un grande portone verde, il portone della Casa dell'uva fragola. Ernesta,Francesca ed Ezechiella sono le donne che hanno vissuto nelle sue stanze e nel suo giardino. Quadri, mobili, fiori, alberi raccontano le loro storie. Quella di Francesca innamorata di un uomo che è stato al fianco di Garibaldi. Quella di Ezechiella che sposa Giovanni per amore, anche se forse non lo ha mai confessato nemmeno a se stessa, mette al mondo sette figli e guarda Ernesto, il suo primogenito, partire volontario per la Grande Guerra. E, prima di tutte, Ernesta, forte e volitiva, che nella casa ha lasciato un'impronta che durerà nei secoli. La Casa dell'uva fragola, dove tutto sembra iniziare e tutto finire, ha molto da narrare e molte nuove vite da veder sbocciare. Per salvare quella dimora e i tanti ricordi che contiene, si sarà disposti a tutto. Pier Vittorio Buffa racconta la storia di una famiglia tra le guerre d'Indipendenza e la Seconda guerra mondiale, con intensità e precisione. Da un lato la vita al fronte, vista con lo sguardo disincantato di chi di guerra ha già scritto e studiato tanto, dall'altro la lunga attesa di chi resta a casa, scruta la porta aspettando notizie, trema per l'arrivo del postino. Di chi ha, comunque, un disperato bisogno di amore. Poi le feste e la mondanità, le nascite e i matrimoni che si alternano a scelte decisive e coraggiose, a momenti drammatici che segneranno per sempre la famiglia. Mentre la pianta dell'uva fragola è sempre lì, con la sua vitalità, i suoi colori, i suoi profumi.

La recensione:

Il tempo non fa nulla ai miei autori preferiti. Per me, un autore nuovo e le sue opere, ogni giorno sono delle novità, e mi sembra che la mia lista infinita di scrittori del cuore aumenti a dismisura di giorno in giorno. Benché sia trascorso un po’ di tempo dall'ultima volta che ho letto e accolto l’opera, la rilettura dei miei tanti autori del cuore, il trascorrere del tempo  con altri loro << colleghi >> mi permette di constatare come giorno dopo giorno il mio amore nei loro riguardi accresce a dismisura. Specialmente quando, come in questo caso, il testo letto o scelto, non mi abbia soddisfatta come desideravo. Sebbene ragioni sempre con la stessa testa, sebbene non mi sembra di cambiare né di essere cambiata. Oggi apro nuovamente il sipario con la letteratura italiana con un nuova presentazione, questa volta dedica a un autore che non conoscevo e a cui sono stata legata per via dell’ennesima sfida di lettura. Pier Vittorio Buffa. E la sua produzione artistica, sino a questo momento, sconosciuta. 

Di fronte a me si è aperto un mondo di cui io non ho potuto fare a meno di esplorare, ma man mano mi infiltravo fra i suoi meandri sempre più ho concepito questa storia come un abisso di cui ho scorto sin dal principio il fondo. 

Perchè quella ritratta in La casa dell’uva fragola era, o, per meglio dire, è, una storia semplice che, via via le si legge diventano sempre più acute e interessanti, ma il cui disegno era privo di una sua forma, i protagonisti privi di vita, di una loro voce, un cuore pulsante che emetteva sordidi battiti, rendendo questa storia un posto di gradevole bellezza ma particolare che, per una manciata di giorni, può fungere da casa, mezzo mediante cui si può esplorare, entrando e uscendo,  in alternativa a quei magnifici e sontuosi salotti letterari.

Linfa vitale dell’autore e del suo essere scrittore a tempo pieno ma anche redattore e giornalista.

Dialogo con anime semplici e appassionati, giudicando i pro e i contro, scoprendone le qualità e i difetti, incominciando a immergersi in pensieri che alla fine si rivelano asettici, privi di spessore, in cui è stato davvero impossibile potersi perdere, quanto esaurire fino a non capirci più niente. E, il risultato, è un singulto inarrestabile che pur quanto si tenta di domare, cogliere quel respiro, quei sentimenti provenienti persino dall'anima, come dei sassi in una macina, il suo arresto è brusco come una sferzata di vento sulla pelle. La liberazione di una stretta fin troppo salda i cui personaggi, macchiette ferme ai bordi dell’anima di questa storia, sono impossibilitati a parlare. Proferire alcunchè.

Valutazione d’inchiostro: 3

1 commenti:

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