Visualizzazione post con etichetta Autori italiani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Autori italiani. Mostra tutti i post

sabato, luglio 26, 2025

Gocce d'inchiostro: Un indovino mi disse - Tiziano Terzani

La memoria, spesso ce lo dimentichiamo, ci fa strani scherzi. Si ricorda e si dimentica quello che vuole. E lo fa apparentemente senza alcuna ragione: almeno non chiara a noi che spesso crediamo di ricordare ogni cosa, o quello che ci appartiene, o che possiamo controllare.

Mi considero una lettrice attenta, ambiziosa, e amo rileggere i romanzi perché nel rileggere un testo scorgo cose o elementi che non avevo visto di primo acchito. Una volta mi disperavo, quando prendendo nuovamente un testo a distanza di qualche tempo e non ricordavo un passaggio, una frase. Qualcosa insomma. Ma a  pensarci bene, negli anni, ho constatato che non ha poi tanta importanza. Se oggi leggo un romanzo, e fra qualche mese potrei dimenticarlo non c’è dubbio che posso rileggerlo quando mi pare e piace. Tutto questo per dire che pur quanto cerchi di sforzarmi sicuramente della storia che Terzani si portò dentro qualche pezzo lo persi lungo la strada, qualche anno fa quando lo lessi per la prima volta, e ora che ho concluso anche questa ennesima rilettura. Poiché per certe letture necessito sicuramente di una seconda lettura. Ma al momento non è questa una delle mie preoccupazioni. Amo rileggere i romanzi, soprattutto quelli miei preferiti. Metto da parte questi inutili pensieri e tiro fuori, magari distorcendo e manipolando la realtà che mi circonda, andando a frugare nei recessi dell’anima di questo volume.

Quando la voce di Terzani giunse al mio orecchio non sapevo dove sarei approdata, quanto poco o nulla, ma questa storia mi ha in qualche modo colpito. Semplice, sparsa in una landa piatta e desolata, appoggiata ai bordi della mia anima, di cui mi è stato affidato il compito di mettere ordine in una cosa che mi è stata a cuore: i suoi ricordi. Il mondo esterno influì eccessivamente sui miei umori. E si osserva il mondo come se osservandolo attraverso un caleidoscopio: una piccola mossa e tutto ero rotolato come un tappeto dinanzi ai miei occhi.

Come la prima volta, anche questa seconda volta Terzani mi fece un ottima impressione e il nostro incontro fu uno squilibrio del mio percorso letterario. Il suo autore in un certo senso mi ha aiutato a carpirne la sua << forza vitale >>, ed io in un certo senso l’ho aiutato.




Titolo: Un indovino mi disse

Autore: Tiziano Terzani

Casa editrice: Tea

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 429

Trama: Nella primavera del 1976, a Hong Kong, un vecchio indovino cinese avverte l'autore di questo libro: << Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai >>.

Dopo tanti anni Terzani non dimentica la profezia ( che a suo modo si avvera … ), ma anzi la trasforma in un'occasione per guardare al mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere aerei per un anno, senza tuttavia rinunciare al suo mestiere di corrispondente. Il 1993 diviene così un anno molto particolare di una vita già tanto straordinaria: spostandosi in treno, in nave, in auto e talvolta anche a piedi, Terzani si trova a osservare paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva nuova, e spesso ignorata. Il risultato di quell'esperienza è un libro fuori dall'ordinario, che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, narrazione di viaggio e grande reportage.

martedì, aprile 29, 2025

Gocce d'inchiostro: Il manifesto del libero lettore - Alessandro Piperno

Questo saggio, uno scandagliare di opere che colma un certo vuoto, quello di percuotere nel tempo la magia che possiede la nobile arte della letteratura, mi procurò uno scoppio di vita – una gran voglia di valicare confini anche più impensabili che rimbalzarono sulle pareti bianche della mia camera. Venne e lì rimase per qualche tempo, più di quel che credevo, non dicendo nulla che effettivamente non conoscevo ma cercando in queste opere, in questa ricerca qualcosa che possa donare vita a ciò che non lo ha. Con autenticità, affinchè le parti << malate >> della vita siano amate un po' più del solito.


Titolo: Il manifesto del libero lettore

Autore: Alessandro Piperno

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine:156

Trama: "I libri sono strumenti di piacere, come la droga, l'alcol, il sesso, non il fine ultimo della vita." Questo l'assunto da cui muove "Il manifesto del libero lettore". Un grido di gioia, un'invocazione al capriccio, alla voluttà, ma anche all'indolenza e all'insubordinazione: perché leggere è un vizio, mica una virtù; diritto, intima necessità, non certo un obbligo istituzionale. Ecco chi è il libero lettore: un individuo un po' strambo, allo stesso tempo credulone e diffidente, squisito e volgare, sentimentale e cinico, devoto e apostata; un rompiscatole che diffida della gente ma ha un debole per i personaggi, che alle fauste bellezze della natura preferisce le gioie segrete della fantasia, convinto com'è che non c'è verità senza eleganza, né arte senza rigore. È così che Alessandro Piperno ripercorre la storia di un precoce amore mai venuto meno, quello per i romanzi, lungo le rotte tracciate da otto giganti della narrativa universale: Austen, Dickens, Stendhal, Flaubert, Tolstoj, Proust, Svevo, Nabokov. Affrontandoli "con amore, certo, ma senza alcun ossequio, con il piglio del guastafeste ansioso di svelare i segreti del prestigiatore". Del resto, il genio letterario è un mago spregiudicato e immaginifico. Jane Austen ha creato dal nulla un genere tutto suo, tra fiaba e romanzo, che non smette di incantarci; l'arte di Tolstoj di introdurre i personaggi non ha precedenti né epigoni all'altezza; l'ossessione di Proust per i tempi verbali illustra come nient'altro la dedizione a un passato irrecuperabile. "Il manifesto del libero lettore" è un'opera che esprime l'entusiasmo di chi, non dimenticando le ragioni per cui, appena adolescente, contrasse il vizio di leggere, ritiene che i grandi romanzi, per essere assaporati, pretendano il piglio, l'ironia e il disincanto della maturità.

lunedì, gennaio 27, 2025

Gocce d'inchiostro: L’uomo che voleva essere amato e il gatto che si innamorò di lui - Thomas Leoncini

Questo saggio, così come tanti altri che leggo e con cui mi piace intrattenermi, fu un immenso calderone di quisquilie e spossatezza, morte e dacadimento e la sua importanza rispecchia la stranezza, le sfide che ogni tanto dobbiamo affrontare. Il potere di queste sfide, alla fine, è celato nel modo in cui tentiamo di affrontarle: chi barricandosi dietro una corazza forte e invincibile, chi invece si lascia attecchire non provandoci nemmeno a sfidarla. In entrambi questi casi, mettendoci alla prova, scolpiti nella mente di chi legge, come una profezia, o un ammonimento. O semplicemente la constatazione dell’immutabilità della vita che è sempre gioia e violenza, piacere e tortura. Accanto a scene di vita non sempre piacevoli, quanto spaventose e sofferenti, esistono anche quelle di grande serenità, accanto a boia che tengono in mano asce che incutono terrore, macchine che possono radere al suolo intere città, ma in cui danzano ballerine dai corpi sinuosi, nel bel mezzo di certe macerie fioriscono fiori dallo stelo forte e rigoroso. Questo purtroppo non è stato il caso di questo testo, il tutto sotterrato nei grandi sorrisi di pietra, sotto gli occhi socchiusi delle innumerevoli maschere che ci mostra la vita.


Titolo: L’uomo  che voleva essere amato e il gatto che si innamorò di lui

Autore: Thomas Leoncini

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Prezzo: 17, 90 €

N° di pagine: 198

Trama: La felicità è il superamento delle difficoltà, dei problemi, è quell'intervallo in cui tutto torna alla legge naturale dell'equilibrio tra gli opposti. Christian è un ricco broker immobiliare, guida una Porsche e vive in una sontuosa villa. Quando conclude un ottimo affare, a cui aspirava da tempo, non si sente come sperava e si trova a chiedersi: il denaro, l'ambizione e il successo sono davvero la chiave per la felicità? È così che, seguendo misteriosi bigliettini anonimi che qualcuno gli fa trovare, l'uomo intraprende un cammino fisico e spirituale in una riserva naturale in cui incappa quasi per un segno del destino. A fargli compagnia, un gatto rosso, ribattezzato Joshua, che sembra non volerlo lasciare solo in questa avventura. Immerso in una natura pacifica e piena di meraviglie nascoste, Christian incontra un ex manager che ha trovato conforto nella solitudine, una misteriosa monaca, un giovane che vive con gli animali, e altri personaggi tra il sacro e il profano che lo faranno riflettere su quella perfezione che ha sempre tentato di inseguire e non ha mai raggiunto davvero. Quel viaggio, che qualcuno ha voluto per lui, lo aiuterà a comprendere il vero significato della vita e della felicità.

sabato, gennaio 11, 2025

Gocce d'inchiostro: Voltare pagina - Ester Viola

Di storie d’amore, al giorno d’oggi, il web ne è zeppo. E’ una giungla di cuori infranti, che tentano di scovare una cura dalla incontrollabile strisciare del mondo. Colmando la solitudine, ogni sussulto del nostro cuore mediante la letteratura. Per un lettore mediante i libri, per altri mediante ciò che più lo appaga. Tentando di scovare una cura dalla sua inutile esistenza. Ester Viola, prima che leggessi questo suo manuale d’amore, era per me avvolta nella nebbia dello sconosciuto. Era una delle tante voci femminili italiane che ignoravo impunemente, e che, in nemmeno cento pagine, ci propina o conferisce un bel manuale per cuori infranti, suggerimenti in cui poter alleviare le nostre sofferenze. E reso essenziale, all’osso, descrivendo tutti quegli elementi che “ contornano” l’amore. Facendo della letteratura, della tragicità di alcune celebri storie d’amore, un espediente, un surrogato per lenire il cuore da qualunque assalto esterno, da pene d’amore che, ancora pulsanti come ferite aperte, bruciano l’anima.


Titolo: Voltare pagina

Autore: Ester Viola

Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14 €

N° di pagine: 144

Trama: Curare le pene d’amore coi libri si può, ma bisogna saper leggere. C’è una storia giusta per ogni struggimento del cuore, il romanzo perfetto per voltare pagina: è cosí che la penna sulfurea di Ester Viola diventa un balsamo per lenire le ferite. Anna Karenina, Nick Hornby, L’amica geniale, Sally Rooney, Domenico Starnone, Frammenti di un discorso amoroso: nelle loro pagine ogni innamorato tradito, geloso o non corrisposto potrà trovare risposte impreviste alle sue domande impossibili. Dieci racconti irresistibili, un manuale di self-help letterario, una microterapia per cuori infranti. «Non esistono libri capaci di salvare la vita ai lettori, ma alcuni ci provano meglio di altri». C'è chi non si è mai ripreso dal primo amore; chi di amori ne ha mille, e nessuno buono; chi è tradito e vede tutti traditori; chi è tradito e fa finta di niente, perché la coppia funziona meglio in tre; chi è alle prese con un narcisista. E poi c'è la ragazza che dalla vita ha avuto tutto e adesso non le piace niente; quella che non ha avuto niente e pensa che niente è quello che si merita... In una Milano scintillante ma severa, soprattutto negli uffici legali frequentati dalla protagonista di questi racconti, proliferano solitudini e matrimoni andati a male, rimpianti per la provincia e dipendenze dai social network. Ma l'amore rimane comunque un affare complicato, basta rileggersi Anna Karenina. Esistono i libri medicinali? Quelli capaci di farci «voltare pagina» nella vita? Ci si rifugia nei libri per distrarsi, per trovare conforto, per capire meglio cosa non ha funzionato e non ripeterlo. Una pagina, un personaggio, perfino una frase: a volte bastano per curare una ferita del cuore, se non per raddrizzare una storia storta. Perché se trovi le parole per raccontarle, «le cose perdono la punta, l'ago e il veleno».

lunedì, dicembre 16, 2024

Nella baia delle parole: romanzi moderni che diverranno classici

Di classici me ne cibo come se non ci fosse un domani. Quasi incorressi nella fine del mondo, nell’apocalisse, di romanzi vittoriani, inglesi, francesi, da qualche tempo anche tedeschi, questo salotto virtuale ne ha ospitato a bizzeffe, ciascuno con una sua specialità. Storie ambientati in luoghi verdeggianti o in brughiere ingiallite, strade polverose e maleodoranti di zolfo, e un’infinità, una schiera di anime che camminano nel sentiero insidioso della vita esposti come lanterne luminose in una notte buia e fredda: un affascinante mosaico di colori e forme. Fra continue zaffate e forti odori, fra spedizioni avventurose, viaggi imprescindibili che vanno al di là della carta, la fiammata di una nuova storia alimenta il mio spirito. Di romanzi moderni però che potrebbero diventare classici non se ne sente parlare quasi mai. In effetti, di testi così celebri, importanti che, a mente lucida, donano molto più di quel che sembra, sono solo puntini bianchi in una folla che sembra essere un’isola. Eppure questi testi a volte, e in alcuni momenti della mia vita, mi hanno chiamata a gran voce. Alcuni soddisfacenti, altri meno, ma, nell’insieme, pronti a divenire quell’occasione, l'opportunità di fare della letteratura la rappresentazione della vita stessa. Perché, come un vaso di Pandora, si scoperchiano segreti, misteri che si ignorava impunemente e che, rivelando la loro natura, vivono poi di vita propria.

martedì, novembre 12, 2024

Gocce d'inchiostro: La reputazione - Ilaria Gaspari

Un antico proverbio cinese dice che le apparenze hanno sempre il potere di colpire al primo sguardo. Immagini che galleggiano nella piscina della vita, ingannevoli e illusorie; sfondi sul mondo che offrono allo sguardo uno sfavillante spettacolo di colori.

In mezzo a una tempesta che in un momento potrebbe scaldare al sole, in un successivo andare in frantumi contro gli scogli, bruciano l'anima marcendo invisibilmente. Involontari e taciturni, attestati alla sensibilità e alla compassione.

Nella mia carriera di lettrice ho letto tantissimi libri le cui storie, nonostante avessero bisogno di parole che mi si attorcigliarono intorno come la tela di un ragno, impallidirono, si ammalarono e poi morirono alle prime luci dell'alba. E La reputazione rientra nella categoria di quei romanzi che, nonostante operino silenziosamente dentro di te, non possiedono quella particolare magia di quando si è soggiogati al punto di non riuscire a distinguere la realtà dalla finzione. Immagini sublimi o incrinature che non riescono a descrivere la qualità della storia.

Il profumo inebriante di una storia che può sprigionare solo la parola scritta, rendendoci felici per una manciata di secondi per poi svanire senza pietà e lasciarci tristi, turbati e malinconici, se capaci di trasmetterci quella magica sensazione di perdere completamente la volontà, è una sorpresa serena e rassicurante. Un titolo semplice ma romantico, una copertina bellissima e subliminale, una trama originale e innovativa, talvolta, trasmettono messaggi straordinari capaci di far vibrare il nostro animo. Privi di ambiguità, acquazzoni estivi in uggiose giornate d'inverno. Basta poco per trafiggere la nostra pelle: abbracci d'amore che ancora bruciano di passione; gesti poco eclatanti che producono involontariamente calore.

Eppure esistono romanzi che fanno viva testimonianza della moltitudine di sentimenti contenuti nel cuore umano. E l’approccio con questa giovane autrice italiana, nonostante sia stata distante eoni da mè, è dotato di una sottile vena poetica, è una storia semplice e realistica in cui ho potuto scorgere alcuni aspetti del mio passato, e che nonostante alcuni momenti, è trasceso nella psiche umana.

Titolo: La reputazione

Autore: Ilaria Gaspari

Casa editrice: Guanda

Prezzo: 19

N° di pagine: 304

Trama: Nella Roma degli anni Ottanta, la boutique Joséphine è un angolo di Parigi nel cuore dei Parioli: gli affari vanno a gonfie vele grazie al fiuto della proprietaria, Marie-France, che accoglie le clienti con il suo seducente accento francese. Il suo entusiasmo contagia l'indecifrabile socio Giosuè e le tre ragazze che lavorano per lei, ansiose di conquistarsi libertà e indipendenza. Tra loro Barbara, eterna laureanda in filosofia arrivata in negozio per caso, pronta a lasciare che Marie-France le insegni a vivere. Imparerà da lei che la moda è tutt'altro che una faccenda frivola: è un rito, un gergo, un sogno, un segreto… Per chi come Marie-France ne ha fatto una missione, è un antidoto al dolore, all'angoscia di scomparire, ai cambiamenti che il tempo infligge. Tutto procede per il meglio, finché Marie-France non ha un'idea che si rivelerà catastrofica: aprire una linea per adolescenti. Giorno dopo giorno, la superficie della serenità apparente comincia a incrinarsi. Compaiono strani messaggi in codice, minacce, e intorno alla boutique si diffonde una calunnia infamante che non risparmia nessuno. Le voci serpeggiano e nel quartiere cresce l'ostilità verso Marie-France e i suoi. Una ragazzina scompare: c'è una relazione con quel che si dice in giro? Con una prosa capace al tempo stesso di profondità e leggerezza, Ilaria Gaspari indaga sul rapporto tra apparenza e identità, sul peso della maldicenza e sulla difficile conquista della maturità. Cosa succede quando la diffidenza inquina lo sguardo, quando i confini fra le colpe e i pettegolezzi si fanno labili, quando fidarsi significa rischiare? Barbara non è pronta a scoprirlo, forse non è pronta a diventare adulta, eppure non avrà scelta.

domenica, agosto 04, 2024

Gocce d'inchiostro: L'estate in cui fiorirono le fragole - Anna Bonacina

Sbarcai in un posto, che aveva le fattezze di quei luoghi magici in cui realtà e fantasia diventano un connubio di emozioni, gesti sconsiderati e folli, e fui nell’immediato guidata da una donna, una ragazza non troppo grande di me, scrittrice prolifica, all’apice della sua carriera. Costruì una cospicua serie di romanzi che trasportarono i suoi lettori in situazioni in cui spesso e volentieri rischiarono la pellaccia, scoprendo come quella della fantasia fosse quel l’unico luogo in cui si desidera viverci. Tigliobianco avrebbe funto da unico luogo in cui rifugiarsi per scovare la propria identità, porto sicuro e ideale per scovare la felicità. Eppure quella della felicità è una ricetta segreta che per Priscilla sarà impossibile da decifrare, incomprensibile come un problema di matematica, nonostante la sua vita sia zeppa di parole, di suoni, ma lei avrebbe voluto solo abitarci per scovare l’ispirazione, dare un senso alla sua esistenza, trasbordando come in un vascello ricordi che ancora portano il suo segno. Tigliobianco avrebbe funto da grande emporio in cui i sentimenti si barattavano per storie, prodotti vari e specialità tipiche del paese in cui si ringrazia per ogni cosa che si tiene in possesso per essere sopravvissuti all’ennesima tempesta. In questo posto ci arrivai i primi giorni di luglio, inconsapevole che i suoi abitanti e Priscilla, potessero coinvolgermi a tal punto da giacere nel cuore pulsante di una storia la cui linfa vitale è celata nel tunnel segreto di parole che la sua autrice ripone in pagine bianche che in una manciata di giorni, avevano emesso un battito.


Titolo: L’estate in cui fiorirono le fragole
Autore: Anna Bonacina
Casa editrice: Sperling e Kupfer Prezzo: 17, 90 €

N° di pagine: 288

Trama: Sembra un'estate come tante nel piccolo borgo di Tigliobianco: le vecchiette si impicciano degli affari di tutti, i bambini scorrazzano selvaggi, le signore del Club del Libro infastidiscono la bibliotecaria... Ma ecco che Villa Edera, la dimora vittoriana in fondo al paese, viene affittata per qualche settimana da Priscilla Greenwood, scrittrice di romanzi rosa di grandissimo successo in crisi d'ispirazione, a caccia di tranquillità e anonimato, per trovare il modo di liberarsi di Calliope del Topazio, la sua smielata e ardente protagonista.

Le cose a Tigliobianco, però, non vanno come Priscilla si aspetta: comari in guerra, gatti scomparsi, ragazzine che sognano di diventare detective, lettere trafugate, un mitico quaderno di ricette, smarrito da anni, che contiene il segreto della torta più buona del mondo, la Suprema, per non parlare della Gara Fragolina, che si svolge ogni anno l'ultima domenica di luglio e in cui tutto il paese si sfida a colpi di torte di fragole. E poi Cesare Burello, il chirurgo plastico in vacanza nel paese natio...

È così che Priscilla si trova immersa nel mezzo di un vero e proprio cliché da romanzo rosa. Cosa fare? Fuggire a gambe levate o dare una chance a Cesare che sembra la copia carbone di Roger MacMillan, l'affascinante protagonista dell'Harmony che lei ha scritto?

Fra picnic notturni, complotti e una caccia al tesoro squisitamente letteraria, Priscilla si troverà finalmente a fare i conti con la domanda che la tormenta da sempre: davvero la vita reale non può essere come un romanzo? E, intanto, che fine avrà fatto la leggendaria ricetta della Suprema, la torta più buona del mondo, scomparsa nel nulla trent'anni prima e il cui destino sembra legato a quello di Cesare?

sabato, febbraio 25, 2023

Gocce d'inchiostro: Liberi come la neve - Rita Nardi

Niente di così irreparabile né da cui posso trarre insegnamento, ma i romanzi nostrani sono per me motivo di grande diffidenza. Alcune volte mi affascinano, altre mi impediscono ad approcciarmici per il timore di incorrere in qualche delusione... Recentemente situazione analoga accadde con il romanzo di un autrice italiana, mia coetanea, che francamente non conoscevo, nonostante sia una frequentatrice del booktoker, e questo romanzo, questo in particolare, mi indusse a prendere una strada tutta sua, perché il peso della realtà delle volte grava sulle mie spalle come un fardello fin troppo pesante, provando ad entrare non solo nella mia testa ma anche nel mio cuore. Prima era solo una sensazione, ora è una certezza, e le pagine bianche che riempio non presumono niente di che ma solo semplici forme di condivisioni. Retrocessi alla categoria di letture da cui bisognerebbe fare ammenda o semplici svaghi, a seconda di come li si vede, lanciando un urlo dalla soglia morale della nostra anima che non possa essere solo sentito ma accolto.
Questo romanzo non dice niente che non abbia letto o sentito in passato, ma leggerlo ha suscitato un guazzabuglio di sensazioni straordinarie che hanno acquietato lo spirito ma non travolto, romantico ma non necessario, che  tuttavia ho vissuto con pianti e sorrisi. Il sogno a occhi aperti di cui pochi hanno osato parlare apertamente, trasformato in un incubo per un adolescente come Nive, reso straordinario più di quel che credevo per i temi che tratta la sua autrice che non sono mai scaduti nel banale o nel ridicolo soprattutto quando si è così giovani.
Liberi come la neve, però, resiste a questo brusco pregiudizio, proprio nel momento in cui comincia a dilargarsi la sua storia, di cui io non ho potuto fare a meno di sentirmi partecipe. Riducendo la mia anima in minuscoli pezzettini e, solo alla fine, raccogliendola con niente di così eclatante da impedirmi di farlo, ma con quietezza e sgomento, un arrivederci in sordina che reca una preghiera di aiuto, un abbraccio gettato di slancio che nonostante non abbia quel fervore di cui mi aspettavo di constatare da una storia di questo tipo, tocca le corde più sensibili del nostro animo.

 

Titolo: Liberi come la neve
Autore: Rita Nardi
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 15, 90 €
N° di pagine: 450
Trama: Mi chiamo Nive White e so bene cosa significhi non avere un luogo da poter chiamare casa. Questa parola mi è estranea da quando i miei genitori sono scomparsi e ho cominciato a essere sballottata da un paese all’altro. Nessuno mi ha mai accolta, nessuno mi ha mai voluta. Per questo, quando lascio Parigi e atterro in Canada, non mi aspetto nulla. Devo resistere qualche mese, fino a quando compirò diciotto anni e sarò libera. Eppure qui c’è qualcosa di diverso, lo percepisco appena trovo una foglia rossa al mio arrivo. Anche se i boschi sono sepolti da metri di neve, mi sento in pace sotto l’ombra degli abeti. O forse sono le persone a darmi questa sensazione di calore. Come lo zio Henry, che mi ha aperto la sua casa, o Margareth, che mi cucina i pancake, o Kaya, che mi strappa un sorriso. C’è solo una persona a cui non piaccio per nulla. Un ragazzo schivo, con occhi grigi e impetuosi come una tormenta. Si chiama Hurst e per lui sono una straniera. Un pulcino che non appartiene alle gelide foreste della tribù Navajo di cui fa parte. Eppure, anche se le sue parole mi feriscono, il suo sguardo brucia e legge la mia tristezza. Non posso negare quello che provo, ma ho paura di fidarmi, perché il passato mi ha insegnato a essere diffidente e non mettere radici. Forse, però, la mia vita può essere diversa. Secondo una leggenda della tribù, chi trova la wapasha, la foglia rossa, è in grado di cambiare il proprio destino. Se è davvero così, vorrei trovare il coraggio di seguire l’istinto. Lo stesso che mi conduce tra le braccia di Hurst. Mi chiamo Nive White e questa è la mia storia. 

martedì, ottobre 04, 2022

Gocce d'inchiostro: Le ferite originali - Eleonora C. Caruso

La storia era molto simile a quella di altri romanzi, che nella mia lunga carriera di lettrice, ho vissuto adempiemente. Dunque, più o meno come l’aspettavo, forse ancora più concepibile nella sua straordinaria particolarità. Niente di così sconvolgente o inammissibile, come riporta la quarta di copertina, ma qualcosa che in un certo senso mi toccò nell’anima, dato che non ero sicura di poterne essere travolta, figuriamoci di condividere il peso delle atroci sofferenze che gelosamente custodisce nel suo animo Christian. Qualche immagine, qualche ricordo, qualche sprazzo di felicità, qualche momento di condivisione, così per scrutare ogni assetto della sua anima, per me completamente esposto: una landa desolata in cui sono approdata che mi ha risucchiata in un’atmosfera oppressiva, ossessiva in cui si avanza a tentoni in forme antropomorfe di rammarico, tristezza, avversione. Qualcosa di apparentemente irreale in quanto coincide con lo stato d’animo del protagonista, creatura che si muove in questo disgraziato mondo col desiderio insopprimibile di essere compreso, capito. Curiosa di conoscerlo e di leggere il romanzo più chiacchierato del 2018, ecco che ho abbracciato quest'opera consapevole che alla fine, in un modo o nell’altro, ne sarei uscita guasta, attendendomi l’irrimediabile e l’inconcepibile.


Titolo: Le ferite originali
Autore: Eleonora C. Caruso
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 352
Trama: "Ci sono vite ordinarie, è giusto che ci siano, ma la tua no, la tua vita è pazzesca, è strana, è inspiegabile, è straordinaria. Tu sei fatto per raccogliere gli stimoli più estremi, tu sei destinato a un sentimento vario, universale, colossale, a esplorare quello che significano in ogni sfumatura il sesso, il dolore, l'amore." Siamo a Milano, negli anni di Expo. Dafne ha venticinque anni, studia Medicina, è benestante, graziosa e giudiziosa, e ha un tale bisogno di essere amata da non voler capire che la sua relazione sta andando in pezzi. Davide è uno studente di Ingegneria fisica al Politecnico, vive in periferia, ha la bellezza timida e inconsapevole di chi da bambino è stato grasso e preso in giro dai compagni di scuola. Dante ha quarant'anni, è un affascinante uomo d'affari, ricco e in apparenza senza scrupoli, capace di tenerezza soltanto con la figlia Diletta. Dafne, Davide e Dante non lo sanno, ma tutti e tre hanno in comune una cosa: stanno con lo stesso ragazzo. Si tratta di Christian: ex modello, bellissimo. Seduttivo, manipolatore, egocentrico, Christian ha in sé i mostri e la magia: è bipolare, e alterna picchi di irrefrenabile euforia a terrificanti abissi depressivi, trascinando nel suo mondo spezzato anche Julian, il fratello adolescente, per cui prova un affetto eccessivo, quasi soffocante. Christian catalizza e amplifica come un prisma i desideri di Dafne, Davide e Dante, e le vite di questi quattro personaggi finiscono per intessersi così fittamente che nemmeno al momento della verità - e alla caduta che ne consegue - riusciranno a slegarsi. Regina delle fanfiction e già acclamata dalla critica per l'esordio Comunque vada non importa, Eleonora C. Caruso in questo romanzo conferma il suo grandissimo talento letterario affondando senza timore, e con la voce di una vera scrittrice, in una materia densa, oscura, palpitante - la vita, che deve pur essere qualcosa di più della somma di ciò che abbiamo perduto.

martedì, settembre 06, 2022

Gocce d'inchiostro: Nuotare sott'acqua e trattenere il fiato - Francis Scott Fitzgerald e I tre sconosciuti e altri racconti - Thomas Hardy

Talvolta la nostra anima cela qualcosa di forte e inesprimibile, quasi come una malattia cui non c’è rimedio. Siamo consapevoli di averla, rammentiamo quei momenti in cui eravamo asintomatici e forse con questa malattia già in circolo, ma non diamo tanto peso alla cosa. Finchè un giorno essa diventa un pensiero fisso. Un’ossessione. Amo la letteratura, i libri, perché in un momento imprecisato della mia vita mi costrinsero ad andare alla ricerca del mio Io, della mia identità, fin quando qualcosa dentro di me non si << mosse >>. È difficile spiegarlo a parole, ma un vero lettore sa a cosa mi riferisco. Perché leggere è solo uno dei tanti espedienti. Così come la lettura, anche la scrittura funge da miglior surrogato per la mia anima. Si pone l’idea che quelle pagine ancora di fresco e profumato siano state generate per trasmettere qualcosa, qualcosa che forse comprenderò solo io, cronache di assurde scorribande nel cuore di autori che non conoscerò mai di presenza ma per me è come se fossero amici più cari. Questa lunga e forse inutile riflessione solo per dire, che il saggio di cui vi parlerò quest’oggi è solo un risvolto di chi l’ha scritto. È solo una mera illusione di quello che potrebbe essere un testo critico poiché si orchestrano personalmente certi fattori che l’autore riporta. Ricordi, segreti, pensieri di ciò che la scrittura divenne per l’autore de Il grande Gatsby, in un momento imprecisato della sua vita. La folgorazione a forme di coraggio a voler esprimere qualcosa di più grande di lui in cui, nel momento in cui la follia prese il sopravvento, il suo animo colse i misteri dell’arte della scrittura.

Titolo: Nuotare sott’acqua e trattenere il fiato
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Casa editrice: Minimut Fax
Prezzo: 8 €
N° di pagine: 114
Trama: Questo volume raccoglie le riflessioni e i giudizi espressi dal grande scrittore americano, lungo tutta la sua vita, sul tema dello scrivere: cos'è lo scrittore e che cosa fa, cosa vuol dire scrivere, come si gestiscono i personaggi di un romanzo, qual è il rapporto tra lo scrittore e il mondo dell'editoria e della critica. L'autore simbolo dei Roaring Twenties fornisce suggerimenti assai vari, assecondando la sua naturale tendenza a insegnare, a comunicare la propria esperienza. In tempi in cui tutto sembra procedere verso lo smascheramento dell'apparenza, Fitzgerald va nella direzione opposta, lontano dalle certezze che ostacolano il cammino verso l'illusione della bellezza. "Scrivere bene", dice, "è sempre nuotare sott'acqua e trattenere il fiato".

mercoledì, febbraio 02, 2022

Romanzi su misura: Gennaio

Una pila di romanzi posta sulla scrivania, alla mia sinistra, sotto lo sguardo attento di una lettrice avida di storie. Mentre ripongo queste poche righe la osservo, vedo le coste colorate e sgargianti, mi invado le narici del loro profumo ancora di fresco e nuovo. Ogni romanzo, ogni lettura intrapresa, in questi trentuno giorni, è stata studiata, vissuta, agognata, mentre il processo naturale delle cose proseguiva imperterrito nel suo lento percorso, e provo lo stesso stupore nel considerare che quando vedo certe pile mi brillano gli occhi. Forse perché in questi occhi scintillano sentimenti – contentezza, felicità, dramma, pianti, sorrisi – ma in particolare amore, squarci di felicità che solo il processo creativo mi aiuta a mettere a bada. Del resto quale felicità può condurre una pila di libri ad un lettore avido di storie, che passa gran parte delle sue giornate, quei momenti di libertà, col naso infilato fra le pagine di un libro? Ed ecco che, la me del mese appena trascorso, ha vissuto innumerevoli esperienze proprio col naso infilato fra le pagine bianche di un libro. Il corpo in questo mondo, la mente in un'altra dimensione, unico superstite il mio cuore che si agitava forsennatamente nella gabbia toracica. Tante storie, storie inventate o autobiografiche, proiettate in mondi inventati che in un certo senso hanno funto da resurrezioni miracolose.

Romanzi su misura in carta e inchiostro:


L’aura ardente che sprigionano queste pagine, la <<freddezza >> con cui ci si affaccia al mondo, rendono il tutto un quadro brillante, visionario, affascinante e introspettivo che si muove mediante i gesti impulsivi di anime affini ma solitarie, irrimediabilmente insoddisfatte.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo





martedì, luglio 06, 2021

Le TBR: richiami dell'anima 3°

Il problema delle TBR, mi dico spesso, non è tanto quanto il numero esorbitante di letture che ospita questo salotto virtuale, ma che se la vita mi regala sorprese inaspettate che scombussolano del tutto il mio universo personale concede un po’ di leggerezza a quelle regole ferree che solitamente mi impongo all’inizio di un nuovo progetto. La mia anima si divide così immediatamente in due diverse fazioni, perché entrambe vogliono essere soddisfatte: i romanzi in wishlist, le nuove pubblicazioni e, soprattutto, quelli che languiscono sullo scaffale da tanto tempo …. E così, da tre mesi a questa parte, ho preso consapevolezza di come sedersi alla scrivania e scrivere l’ennesimo post a tema mi diverte, nonostante sono consapevole di non saperlo rispettare. Non saperlo, esattamente, poiché i libri sono tentazioni, luoghi imperiali che tengono assieme un bellissimo meccanismo e di cui il lettore è padrone e detentore di un certo magistro. E poiché supremo, può decidere se adempiere o meno ai suoi << doveri >>. Risiede in un posto tutto suo nella blogsfera e amministra ciò che più gli piace con dovizia, dando per scontato se alla fine otterrà certi risultati. Da qui il bello nell’aver ideato quest’ennesimo post, da qui la frequenza di postare i primi giorni del mese l’ennesima lista di propositi libreschi, e la repressione di qualunque forma << maligna >> che mi distolga dai miei propositi.


Titolo: Il paradiso delle signore
Autore: Emile Zola
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 518
Trama: Due trame si intrecciano in questo << poema dell’attività moderna >>: l’inarrestabile ascesa dell’imprenditore Octave Mouret grazie al successo commerciale del suo grande magazzino di stoffe “Il Paradiso delle Signore” (Au Bonheur Des Dames “); e la delicata vicenda della giovane Denise, umile commessa che grazie alla sua fermezza riuscirà a conquistare il datore di lavoro.

martedì, febbraio 02, 2021

Romanzi su misura: Gennaio

Malgrado i miei più umili propositi, questo primo mese dell’anno mi sorprese impelagata in situazioni o vicende che in un primo momento mi hanno destabilizzata, in un secondo attanagliata nella sua morsa ferrea. Di sorprese, al giorno d’oggi, ve ne sono di consuete che ti inducono a vestire i panni di situazioni in cui raccapezzarsi non è semplice. Nella landa deserta della mia vita, tuttavia, ad accrescere un racconto tendenzialmente banale e poco originale è la gioia perpetua di catturare il pensiero astratto su carta di altri individui, interpretare il loro linguaggio contorto, comprendere come talvolta si è veramente fortunati a donare sangue e vita a tutto questo.
Questo lungo preambolo, per dire, che questo mese dell’anno è stato essenzialmente inquieto, ma la luce accecante del lavoro che riverso nelle recensioni che scrivo, nei romanzi che leggo, ha reso più magnifico il tutto. Così disguastata del mondo da condurre un esistenza vana, lasciandomi consumare dai rintocchi di storie perlopiù belle il cui eco risuona ancora nella mia testa.

 

 

🌺🌺🌺🌺🌺 

Romanzi su misura in carta e inchiostro:


Immerso in una patina di cupezza, drammaticità, fatalità che sedimenta nell’animo come un male incurabile, sentendoci oppressi, desiderosi di scovare una via di fuga abbracciando nuovi dogmi o paradigmi, esplica forti concetti che non ammettono alcun tipo di disuguaglianza. Vivendo ciò che si credeva perduto, conformandosi poi in un'unica bellissima materia.
Valutazione d’inchiostro: 4

 
 
 
 
 
 
 

giovedì, gennaio 21, 2021

Gocce d'inchiostro: Borgo sud - Donatella Di Pietrantonio

Questo primo mese dell’anno è stato protagonista di numerosi eventi. Testimone di spericolate ed improvvisate avventure, ma soprattutto di nuove ordinanze e restrinzioni che mi hanno costretta a restare a casa. Questi giorni, dunque, li ho vissuti sopravvivendo alla noia, alla monotonia, mediante letture che non compievo da un sacco di tempo. Romanzi appena pubblicati o che attendono sullo scaffale da un sacco di tempo, che mi autorizzò ad accrescere il mio incommensurabile amore per la letteratura. Non nego però che amo la letteratura inglese, quella classica, e quando mi imbatto nelle opere di autori italiani la mia fronte si increspa perché dubbiosa di scovare l’ennesimo buco nell’acqua.
Ma ora che ripongo queste poche righe, mi sorprendo stravolta, sconvolta, smarrita per essere finita fra le maglie di una storia che ha toccato punti salienti della mia giovane anima. Il temuto, magnifico seguito di un romanzo che francamente non conoscevo, prima di adesso, il cui abbraccio è stato inevitabile perché tutt’altro paio di maniche rispetto ad altre storie di autori nostrani, tanto che sul momento pensai non fosse all’altezza, ma questo tuffo in un mondo di cui confido di poter esplorare nuovamente, le cronache di vita di una donna il cui nome non ci verrà mai rivelato, nel tempo mi indurrà a tornarci e scrivere qualcosa al riguardo che fosse degno di nota, solo una sfilza di pensieri o squarci di ricordi di cui il tempo confido possa farmi dono.

Titolo: Borgo sud
Autore: Donatella Di Pietroantonio
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 168
Trama: E’ il momento più buio della notte, quello che precede l’alba, quando Adriana tempesta alla porta con un neonato tra le braccia. Non si vedevano da un po’, e sua sorella nemmeno sapeva che lei aspettasse un figlio. Ma da chi sta scappando? E’ davvero in pericolo? Adriana porta sempre uno scompiglio vitale, impudente, ma soprattutto una spinta risoluta a guardare in faccia la verità. Anche quella più scomoda, o troppo amara. Così tutt’a un tratto le stanze si riempiono di voci, di dubbi, di domande. Entrando nell’appartamento della sorella e di suo marito. Adtiana, arruffata e in fuga, apparente portatrice di disordine, indicherà la crepa su cui poggia quel matrimonio: le assenze di Piero, la sua tenerezza, la sua eleganza distaccata, assumono piano piano una valenza tutta diversa. Anni dopo, una telefonata improvvisa costringe la narratrice di questa storia a partire di corsa dalla città francese in cui ha deciso di vivere. Inizia una notte interminabile di viaggio – in cui mettere insieme i ricordi -, che la riporterà a Pescara, e precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città. È lì, in quel microcosmo così impenetrabile eppure così accogliente, con le sue leggi indiscutibili e la sua gente ospitale e rude, che potrà scoprire cos’è realmente successo, e forse fare pace col passato.

You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang