domenica, luglio 19, 2020

Gocce d'inchiostro: Sei di corvi - Leigh Bardugo

Il viaggio compiuto con Leigh Bardugo e il suo bellissimo Sei di corvi si svolse in un silenzio greve: silenzio da parte mia perché sopraffatta di eventi che sono stati più grandi di me. Scorribande, eventi, situazioni che attanagliano le viscere e che, fortunatamente, si è rivelato di gran lunga superiore de La nona casa, che una lettrice semplice, appassionata e romantica come me ha visto in questa saga un appiglio per sopraffare qualunque male e oscurità. Una patina opprimente di amarezza, contrarietà, nel quale il ricordo che si serba gelosamente di se stessi, un forte istinto di autoconservazione è qualcosa di straordinariamente potente.
Sei di corvi è il primo volume di una duologia che mi ha allontanata dalla routine, dalla monotonia, scaricata quasi brutalmente in un posto oscuro, bellissimo e sorprendente che emerge dall’oblio per insinuarsi nell’anima di chiunque con prepotenza ed impetuosità. Dovevo vedere con i miei occhi tutto ciò. Non volevo crederci. La Bardugo però, ammanettando qualunque forma di clichè nel panorama letterario, imbastisce il primo volume di una storia che mi ha generosamente accolta, sorretta così bene intorno alle necessità di chiunque – ottenebrati dal forte impulso di conoscenza che da un momento all’altro potrebbe assillarlo.
Titolo: Sei di corvi
Autore: Leigh Bardugo
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 408
Trama: A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c’è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza: Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età,  tutti hanno imparato a temere e rispettare. Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul – Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura – un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo “Spettro”, una ragazza dotata di poteri magici -, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l’ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l’uno dell’altro, perché il loro potenziale può si condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni.

La recensione:
Mi ci sono approcciata con una certa calma, col primo volume della Grishaverse serie’s, con cautela e prudenza, fin quando non compresi che a dispetto de La nona casa si trattava di qualcosa di completamente diverso. Bellissimo, straordinariamente folle, avvincente, da cui ho imparato tante cose, ho visto tante persone, esplorando, attingendo forme, nozioni o eventi che mi hanno indotta a restare. L’elemento principale infatti, con l’approccio di Sei di corvi, è stato proprio questo mio starci comodamente. Non andando da nessun’altra parte se non in un bassifondo di Ketterdam, nel quale le pene di adolescenti – che poi tanto adolescenti non sono – di soli diciassette anni, combattono, cooperano, incorrono stratagemmi, azioni efficaci che sono una vera e propria salvaguardia per se stessi. Solo un branco di cacciatori, uomini in divisa che combattono guerre, lotte più grandi di loro che soffrono unanimamente portano addosso un fardello fin troppo grande persino per se stessi per sopravvivere. E questa è stato per me la cosa più bella, straordinaria, magnetica che ho particolarmente apprezzato. La Bardugo soffoca eventi che avrebbero potuto cadere nella tragedia, nel dramma, in atti bellici che infervorano o annientano, insinuandosi abilmente nelle maglie di una storia che è sorretta benissimo da un buon worldbuilding. Uno scontro bellico per la sopravvivenza avviato silenziosamente da ragazzi che detengono un certo bagaglio di esperienze, è stato qualcosa di estremamente efficace. L’autrice non perde il suo smalto quando credevo che potesse succedere, e dall’importanza di certe tragedie, certe sofferenze impartisce << lezioni >> che mai avrei creduto di poter ascoltare. Lezioni di vita che sono racchiuse in tematiche attuali, moderne in cui, in una valle di lacrime in cui non c’è spazio per la comprensione, la solidarietà, la pace, per qualche istante io stessa ho dubitato delle sue capacità. Mai avrei immaginato che potessero esserci possibilità. E come dubitarne? Quando gruppi di ragazzi arruolati, posti di petto dinanzi a certe esperienze di vita, cadono rumorosamente in qualcosa di più grande di loro, è possibile credere possano esserci chance? La vita però deve sempre qualcosa, e la Bardugo è stata a dir poco bravissima ad evidenziare questo aspetto.
Il che significa che la caratterizzazione di ogni figura, il loro sentirsi << guasti >> in una terra arida e desolata che concede ben poche speranze di salvezza, è la chiave di lettura per cui Sei di corvi ha risposto così bene alla mia anima. Io che mi ci sono approcciata con una certa diffidenza, perplessità, così terribile poi constatare l’inutilità di ciò. Perché? Perché anche io sono caduta nella rete ammagliatrice di questa storia, che ha provato a mettermi KO ma inutilmente. In una manciata di giorni, è successo. È stato bello. È stato meraviglioso. A quanto pare, ne avevo bisogno. Ma sono sempre travolta da pensieri che sovrastano, soffocano ogni cosa. Ecco perché incasso, procrastino. E alla fine non cambia nulla. Mi è stata raccontata una storia che, come qualche mese fa fece Jay Kristoff, è subentrata nelle stanze polverose della mia coscienza con la consapevolezza di aiutarmi. Non che quella della Bardugo sia una storia nociva ma nemmeno quel genere di romanzo che acquieta l’animo. Bensì ti legge dentro, ti induce a domandarti chi sei, per cosa vivi, per cosa combatti. La distinzione di razza, di sesso, il ceto sociale, sono cose di poco conto ma in questo romanzo hanno avuto un’importanza tutta sua. Perché è nel fango che cresce. Mi ha stregato completamente: il bello è nascosto qui. Anche sotto il temporale più scrosciante, anche quando la sua lettura avrebbe provocato moti di ansia e paura.
Quella di leggere la saga dei Grishaverse è stata la scelta più ottimale che potessi compiere. Cosa avrei dovuto fare, una volta lasciata andare. Ed è così che ho preso parte a combattimenti, lotte per la sopravvivenza, stupidamente sorpresa nell’aver dipanato una nebbia di misteri, cruenza e oscurità. Il popolo suddiviso in etnie, gruppi, fazioni, è il primo elemento straordinariamente efficace per cui Sei di corvi spicca per forza, certezza e vigore. Il miglior fantasy, assieme alla saga di Nevernight, che occupa un posto speciale nell’ambito del fantasy. Un attacco a sorpresa che ha sorprendentemente avuto una sua efficacia. Spade che scintillano, potenziali poteri alchimistici che sorprendono, eventi inaspettati che piombano nel bel mezzo del nulla come una pioggia di pallini di piombo, in cui io sono rimasta. Comodamente seduta, incuriosita, affascinata da qualcosa che esplode, implode e marchia la pelle. Affondata in un pozzo di crudele sfinimento, nei giorni di nebbia che mi hanno  distaccata dal mondo di qua con quello di là, emozionata, contenta. L’opposto puro della vita di adolescenti che effettivamente non hanno niente di puro, semplice, paternalistico. Forze sconosciute, ignobili entità che impediscono di trovare la pace, la libertà, spiccare fra masse di carne deboli e insane. In un vuoto così vasto e incredibile che avrebbe dovuto impedire la natura devastante, la caduta o la rottura di esseri risucchiati in una tenebra affamata. E l’unica soluzione è racchiusa nel combattimento, in una discesa negli inferi fatta di schiavitù, uomini potenti, distruzione, ogni convivenza civile.
Romanzo fantasy per giovani adulti ma concerne anche ad un pubblico adulto, quella di Sei di corvi è una lettura atipica ma bellissima che spicca per la caratterizzazione dei protagonisti, il loro essere forti, figure divenute di carne e ossa che hanno un importanza simbolica e non metaforica. Una forte tempra, un certo egoismo, che convergeranno in un unico strabiliante quadro. Quel forte senso di vendetta, la sensazione di essere avvolti e fagocitati in un atmosfera densa, oscura, cupa dove predominano la malvagità, il desiderio di sopraffare il prossimo, la vendetta, la lealtà, rappresentano il guizzo di una storia che ha appena emesso un vagito all’inizio di una nuova era. E, ad accrescere questa fievole voce, lo stile semplice ma di forte impatto dell’autrice, che appanneranno la trasparenza di questa situazione. Condizioneranno ogni gesto, ogni scelta fatta, ogni tentativo per rendere questa lettura non solo godibile ma coraggiosa, sfacciata, intrigante, sballottolata da un posto ad un altro, da un momento ad un altro, non avendo alcun opportunità se non di restare.
Sistema metaletterario che esordisce in maniera alquanto funzionale. Esempio di come il fantasy moderno, influenzato dai social media e dalle novità del tempo si sottopone ad un tentativo di scrittura su un mondo realistico, ombroso, soffocante, smistato in situazioni di diverso tipo per quasi tutta la durata del romanzo.
Valutazione d’inchiostro: 3

12 commenti:

  1. Devo leggerlo;ottima recensione, grazie

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  2. Ciao, sono una tua nuova followers, appassionata di lettura fin da piccola.
    Ho dato una occhiata al tuo blog e ho letto tante bellissime recensioni, sarà un piacere seguirti, sicuramente mi suggeriari nuovi avvincenti libri da leggere.

    Se ti fà piacere passa trovarmi sul mio blog.

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  3. Lessi questo libro qualche anno fa, quando ancora non era arrivato in Italia. Da allora ho sempre voluto continuare con il volume successivo, ma tra una cosa e un'altra non ne ho ancora avuta l'occasione. Ora però ho dimenticato gran parte dei dettagli della trama, dunque nei prossimi mesi spero di riuscire a fare una bella rilettura prima di fiondarmi su Il regno corrotto!

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    1. Penso sia necessario! Io l'ho già iniziato, ed assicuro che è altrettanto bello 🥰🥰

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  4. Seems interesting book, i will try to read if will i get it. Thanks for sharing review.
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  5. Insomma un libro da leggere! :)
    Ciao, ti va di seguirci reciprocamente?
    fiftyshadesfashion.com

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  6. Sono sempre indecisa se leggerlo o meno questa ideologia! Penso che dipenderà da quanto mi convincerà la lettura di la nona casa!

    Ho scoperto oggi il tuo blog e mi sono aggiunta ai lettori fissi! Se ti va di ricambiare mi fa solo piacere! ❤

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