martedì, luglio 12, 2022

Slanci del cuore: romanzi di narrativa che ho amato

Quello di esplicare quei romanzi che, in un modo o nell’altro, lasciano un segno del loro passaggio, è come porsi completamente a nudo. Persino la tua anima, oramai completamente esposta. Trascorri ore, giorni, se non addirittura mesi in loro compagnia, bardandoti come sempre del tuo blocnotes preferito, della penna, e seduta sulla tua poltrona preferita, circondata dai tuoi figli di carta. Un manipolo di autori hanno sbarcato in questo salotto letterario con una certa frequenza, e i migliori hanno tardato ad andarsene semplicemente perché non avrei voluto separarmene. Quali furono quei motivi che li spinsero a non andare, a dire il vero non lo so. So solo che ero io a non volerli far andare via. A comporre lunghi e insensati componimenti d’amore per concentrarmi sull’obiettivo che mi ero prefissata. Carpire la loro anima. 

Si perché, alla fine, ciò che considero più importante, in questi casi, non è tanto quanto ciò che trasmettono quanto il modo per cui lo fanno. Raccontando nient’altro che la storia di persone comuni, se non addirittura la loro, procedendo per momenti slegati che entrano ed escono dal tuo cantuccio personale, malgrado i vuoti e i silenzi che poi restano, immaginando che il lettore divenga quel confidente che possa ricostruire mentalmente i frammenti isolati dal mondo in qualcosa che abbia la parvenza di una storia, o qualcosa di più di un semplice romanzo: personalissime miniature. Specchi in cui possiamo rifletterci.

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Quel genere di storia che non riesce a non lasciare una traccia del suo passaggio. Profonda, vera, a tratti romantica, a tratti crudele, che non indugia sui secoli bui che fecero storia, ma solo sul desiderio della protagonista di rivelarci una parte della sua anima. 

Titolo: La casa delle sorelle
Autore: Charlotte Link
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 611
Trama: Una coppia di giovani avvocati tedeschi di successo decide di passare il Natale in Inghilterra, in una isolata casa di campagna. Il loro matrimonio è in crisi e Barbara spera che qualche giorno passato in solitudine con Ralph possa servire a risolvere la crisi. La sera stessa dell’arrivo una violenta tempesta di neve li blocca in casa. Barbara si imbatte casualmente nel diario di Frances Gray, la vecchia proprietaria della casa. La lettura del manoscritto affascina la giovane che scopre una donna straordinaria, in grado di sfidare le convenzioni. 



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Una lettura che fa trattenere il fiato, appassionante e un po' tesa e romantica che ha vasti richiami alla letteratura vittoriana. Un dramma inglese che arriva in sordina, e ci rende protagonisti di una vicenda sconvolgente come quella di Grace e Hannah. In un mare di ricordi che fluttuano nel tempo sempre più remoto.


Titolo: Ritorno a Riverton Maron
Autore: Kate Morton
Casa editrice: Sonzogno
Prezzo: 19, 90 €
N° di pagine: 484
Trama: Nella scena del suo film, la giovane regista Ursula Ryan immagina uno dei momenti più drammatici della storia letteraria inglese, uno scandalo da sempre circondata da un'aura di mistero, predizione e genio maledetto. Era l'estate del 1924 e i sopravvissuti alla carneficina della Grande Guerra si ritrovano a divorare la vita come se non ci fosse un futuro, come se dovessero rimanere per sempre giovani. Tra le feste alla Grande Gatsby, fiumi di alcol, amori che duravano lo spazio di una notte, quei ragazzi creavano il mito dei ruggenti anni Venti. Tra loro, era Lord Robert Hunter, astro nascente della poesia, ammirato e celebrato da tutti. Eppure, proprio quell'estate, proprio a una delle feste più belle, quella di Riverton Manor, Robert si allontanò da solo. E stringendo una pistola con mano tremante, si tolse la vita. Per Ursula, settantacinque anni dopo, quel poeta è diventato leggenda. Almeno fino a quando scopre che è rimasta una testimone degli eventi. E' Grace, custode quasi centenaria di un terribile segreto. Un segreto che ora non può più tenere per sé.

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Molto più di quel che sembra: non il ritratto di una semplice storia d'amore macchiata di atrocità e crudeltà bensì l'impossibilità di vedere o sentire la realtà circostante al di là di ogni cosa, al di là di ogni forma o conseguenza. L'uomo è una creatura che compie continuamente errori, e, penso, stia qui la sua bellezza. La Howard sapeva che avrebbe scritto una storia dal mancato lieto fine, ma, del resto, la vita non è qualcosa che riesci a tollerare ma con le sue incongruenze? 

Titolo: Perdersi
Autore: Elizabeth Jane Howard
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 430
Trama: Henry è un unltrasessantenne solo e piuttosto male in arnese, che vive sulla barca di una coppia di amici. La sua è stata un’esistenza sfortunata e apparentemente segnata dalla crudeltà delle donne. Lettore e pensatore, è un uomo privo di mezzi, ma non di fascino. Daisy è una drammaturga di successo, anche lei ha superato i sessant’anni e conduce una vita piuttosto solitaria in un piccolo cottage di campagna con giardino che ha da poco acquistato, dove contempla l’enorme vuoto affettivo che nessun uomo ormai riempirà più, nonostante una parte di lei continui a desiderare di essere amata ancora una volta. Quando Henry si offre come giardiniere, all’inizio Daisy è diffidente, ma poi gli consente di insinuarsi pian piano nella sua vita quotidiana bisognosa com’è di affetto e attenzione, abbocca facilmente al suo amo. La tensione sessuale tra i due cresce in modo graduale, fino a che Daisy ne è obnubilata e non è più in grado di vedere Henry per quello che realmente è, nonostante i suoi amici e sua figlia, perplessi e sospettosi, continuino a metterla in guardia.

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Un arazzo, una rappresentazione perfetta per esorcizzare le paure, affacciandosi alla finestra di un mondo che non mi appartiene ma cui non ho potuto fare a meno d'identificarmi. Ritratto straordinario che ci induce a guardarci nel più intimo del nostro essere. Indirizzato non solo a me, a un'unica destinataria, ma anche al fantasma dello stesso Auster, denudandosi davanti ai fantasmi del passato che attendono avidamente. Una storia che non esiste naturalmente per essere una semplice storia a se stessa, ma una specie di mezzo verso il cuore di una creatura umana.

Titolo: Invisibile
Autore: Paul Auster
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 E
N° di pagine: 280
Trama: Nel 1967, Adam Walker ha vent’anni e studia a New York; la sua unica aspirazione è diventare poeta. Durante una festa conosce l’enigmatico professore parigino Rudolf Born e la sua seducente fidanzata, Margot, con la quale ben presto instaura una relazione. Rudolf, scoperto il tradimento, caccia la donna senza tuttavia mostrare risentimento nei confronti di Adam che continua a frequentarlo sino a quando, una sera, non assiste alla criminale esplosione della sua aggressività. Consapevole di aver vissuto un’esperienza che lo segnerà per sempre, Adam trascorre l’estate in città con la sorella, ritrovando il legame che li unisce sin dall’infanzia. In autunno Adam dovrà partire per Parigi, la città in cui è tornato a vivere Born. Adam sa bene che difficilmente potrà evitare di incontrarlo e che si dovrà così confrontare con la parte più nera e imperscrutabile della propria anima.

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Romanzo che potrebbe rientrare nel sentimentalismo, nella vacuità di certe emozioni in cui la protagonista è un’anima alla deriva che si trascina quasi sempre nel fango, nella crudeltà, nell’indifferenza, come uno squarcio di luce che ne risalta le tenebre. Dipingendo la storia di una donna che, in un modo o nell’altro, desidera solo essere compresa, che non si discosta dall’idea di tristezza o rammarico che suscitano le sue pagine, in quanto ogni forma di gioia o contentezza è un soffio di vento che a malapena si riesce ad avvertire.

Titolo: Una rosa sola
Autore: Muriel Barbery
Casa editrice: EO
Prezzo: 16, 50 €
N° di pagine: 170
Trama: Con questo romanzo potente e profondo, un ritorno alla narrativa realista dopo la parentesi fantastica, un’avventura nelle travagliate metamorfosi dell’animo umano, ritroviamo con piacere l’inconfondibile voce dell’autrice dell’Eleganza del riccio.
Rosa fa la botanica, ha quarant’anni, vive a Parigi ed è tristissima. O, per meglio dire, è depressa. Conosce i fiori, ma non li guarda; le piacciono gli uomini, ma solo per una sera; niente la appassiona, niente riesce a smuoverla dalla cappa plumbea in cui trascorrono le sue giornate, la vita le sembra un faticoso percorso senza senso.

Così è quasi per forza d’inerzia che parte per Kyōto per assistere all’apertura del testamento del padre. Di lui non sa niente, sa solo che è giapponese e che quarant’anni prima ha avuto un’effimera relazione con la madre. Non l’ha conosciuto da vivo, va a conoscerlo da morto.

Ma il Giappone è un altro pianeta e, anche se in un primo tempo le ciotoline da tè e i vialetti di sabbia rastrellata le fanno soltanto rabbia, piano piano si fa strada in lei una consapevolezza del profondo che la porterà a rivalutare se stessa e a vedere con un altro occhio quelle che fino a quel momento le erano apparse solo un’interminabile serie di disgrazie. Accompagnata nel suo viaggio di rinascita da Paul, belga trapiantato in Giappone, fedelissimo segretario del padre, Rosa conoscerà un nuovo concetto di bellezza che la porterà a elaborare un nuovo concetto di amore e quindi di vita.

Ma il Giappone è un altro pianeta e, anche se in un primo tempo le ciotoline da tè e i vialetti di sabbia rastrellata le fanno soltanto rabbia, piano piano si fa strada in lei una consapevolezza del profondo che la porterà a rivalutare se stessa e a vedere con un altro occhio quelle che fino a quel momento le erano apparse solo un’interminabile serie di disgrazie. Accompagnata nel suo viaggio di rinascita da Paul, belga trapiantato in Giappone, fedelissimo segretario del padre, Rosa conoscerà un nuovo concetto di bellezza che la porterà a elaborare un nuovo concetto di amore e quindi di vita.
Ma il Giappone è un altro pianeta e, anche se in un primo tempo le ciotoline da tè e i vialetti di sabbia rastrellata le fanno soltanto rabbia, piano piano si fa strada in lei una consapevolezza del profondo che la porterà a rivalutare se stessa e a vedere con un altro occhio quelle che fino a quel momento le erano apparse solo un’interminabile serie di disgrazie. Accompagnata nel suo viaggio di rinascita da Paul, belga trapiantato in Giappone, fedelissimo segretario del padre, Rosa conoscerà un nuovo concetto di bellezza che la porterà a elaborare un nuovo concetto di amore e quindi di vita.
Ma il Giappone è un altro pianeta e, anche se in un primo tempo le ciotoline da tè e i vialetti di sabbia rastrellata le fanno soltanto rabbia, piano piano si fa strada in lei una consapevolezza del profondo che la porterà a rivalutare se stessa e a vedere con un altro occhio quelle che fino a quel momento le erano apparse solo un’interminabile serie di disgrazie. Accompagnata nel suo viaggio di rinascita da Paul, belga trapiantato in Giappone, fedelissimo segretario del padre, Rosa conoscerà un nuovo concetto di bellezza che la porterà a elaborare un nuovo concetto di amore e quindi di vita.
Ma il Giappone è un altro pianeta e, anche se in un primo tempo le ciotoline da tè e i vialetti di sabbia rastrellata le fanno soltanto rabbia, piano piano si fa strada in lei una consapevolezza del profondo che la porterà a rivalutare se stessa e a vedere con un altro occhio quelle che fino a quel momento le erano apparse solo un’interminabile serie di disgrazie. Accompagnata nel suo viaggio di rinascita da Paul, belga trapiantato in Giappone, fedelissimo segretario del padre, Rosa conoscerà un nuovo concetto di bellezza che la porterà a elaborare un nuovo concetto di amore e quindi di vita.


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Uno di quei rari casi in cui una storia apparentemente banale, fin troppo semplice, cela un chè di profondo, travolgente, romantico, dolce che mi ha soddisfatta come desideravo, e che è un bellissimo affresco sulla solitudine, il desiderio di essere integrati nel mondo degli altri. Il racconto d'amore di un uomo solo e incompreso, che non ha mai voluto essere tale, e della sua mancata metà. 
Titolo: Una scrittura femminile azzurro pallido
Autore: Franz Werfel
Prezzo: 10 €
Casa editrice: Adelphi
N° di pagine: 131
Trama: Una lettera vergata in una «scrittura femminile azzurro pallido» fa riaffiorare la storia di un amore cancellato, simile a «una tomba interrata che nessuno riesce più a localizzare», nella memoria di un brillante funzionario viennese dal «cuore guasto».

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Pervaso da una strana magia, che mi ha permesso di accettare la storia che l’autore si porta dentro, il tutto come una serie di opportunità in cui la libertà individuale e di pensiero, la bontà d’animo e d’azione, sono i capostipiti dell’intero romanzo. Opera bellissima in cui predomina una certa forza spirituale, la volontà di scovare un’opportunità per rinascere e poi risorgere.

Titolo: Bussola
Autore: Mathias Enard
Casa editrice: EO
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 418
Trama: Con questo straordinario romanzo-fiume uno dei più prestigiosi e raffinati autori francesi ha vinto il Premio Goncourt nel 2016. È la storia d’amore tra Franz, uno specialista dell’Oriente, e Sarah, anch’essa studiosa delle civiltà orientali, un amore che dura anni e si snoda attraverso Europa, Iran, Siria e Turchia, attraverso timidezze, tradimenti, equivoci, passioni, rifiuti, incontri, partenze e ritrovamenti. Ma è anche la storia di un altro amore tormentato: quello tra l’occidente e l’oriente. Un amore raccontato attraverso le centinaia di storie di donne e uomini europei che nel corso dei secoli hanno dedicato le loro vite (e spesso le hanno perse tragicamente) all’inseguimento di questa passione “impossibile”. Con un’erudizione impressionante che non offusca mai il piacere della lettura, Enard racconta le vite avventurose e appassionate di quanti hanno scelto di viaggiare in Oriente, immergersi in quelle culture, vivere tra palazzi da Mille e una notte e suk variopinti, perdersi nei fumi dell’oppio, innamorarsi di donne e uomini misteriosi. Scorrono sotto gli occhi del lettore le immagini di scrittori, avventurieri, musicisti e viaggiatrici che si sono lasciati ammaliare dall’esotismo e dalla sensualità di luoghi come la Persia, Costantinopoli, Palmira; luoghi di questa passione divisa tra miraggio e illusione da una parte, e vite reali e ben concrete dall’altra. Cos’è stato l’orientalismo? Un miraggio del deserto favorito dai fumi dell’oppio e dai profumi delle spezie, o un vero incontro tra culture diverse ma complementari, una bisognosa dell’altra, alla continua ricerca dell’Altro che ci completa? Si è parlato per questo romanzo-capolavoro di “erotismo della cultura”, la sbalorditiva erudizione che sorregge le sue cinquecento pagine è un piacere, il frutto di una sensualità da cui il lettore si lascia cullare come fosse in un magico palazzo.

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Trattati realistici che descrivono la vita con poesia, intimità, introspezione, ferite dell’animo ancora aperte in cui inevitabilmente ci si sente partecipi.

TitoloLe storie di Arturo Bandini: Aspetta primavera, Bandini-La strada per Los Angeles-Chiedi alla polvere-Sogni di Bunker Hill
Autore: John Fante
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 714
Trama: Immigrato, attaccabrighe, ribelle, megalomane, sprezzante e perennemente in lite con tutti. È Arturo Gabriel Bandini, alter ego di John Fante, il protagonista di queste storie. Bandini è l'antieroe per eccellenza che cattura il lettore fin dalle prime pagine di "Aspetta primavera, Bandini" dove, in un inverno desolante, facciamo la conoscenza di questo quattordicenne italo-americano ancora ignaro delle proprie potenzialità e impegnato ad adorare il padre Svevo. Negli altri tre atti della saga raccolti in questo volume, cioè "La strada per Los Angeles", "Chiedi alla polvere", da tutti considerato il capolavoro di Fante, e "Sogni di Bunker Hill", l'aspirante scrittore vive i suoi quotidiani fallimenti senza mai riuscire a coronare i propri sogni di gloria. Come scrive Pier Vittorio Tondelli, la voce di Fante è un impasto di humour, candore e cattiveria, che ne ha fatto uno scrittore amatissimo anche dal pubblico dei più giovani che in lui e nel suo alter ego hanno riconosciuto il prototipo di tutti gli sbandati-sognatori che hanno popolato la letteratura, non solo americana, dei nostri anni. Con uno scritto di Dan Fante.

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Non vuol essere un rifacimento o un componimento letterario a ciò che già è stato detto sulla letteratura inglese, sulle sorelle Bronte, bensì qual'è il suo significato intrinseco per l'autrice. Come essa sia divenuta massima di vita, beneficio per l'anima di una donna comune appassionata di letteratura e scrittura, e che fece di questo romanzo una dichiarazione d'amore a qualcosa che è ed continua ad essere estremamente potente, dilaniante, minacciosa, reale. Tutto certamente deriva da letture frenetiche e appassionate, da un grandissimo studio e ricerca sul campo, dal magnetismo che esso esercitó nel corso degli anni, le incertezze, i pensieri, le lunghe riflessioni, le traumatiche irregolarità che caratterizzano le vicende umane. 
Titolo: I segreti del college
Autore: Catherine Lowell
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 18, 60 €
N°di pagine: 325
Trama: Nelle antiche aule di Oxford riecheggiano le voci degli studenti seduti ai banchi in legno. Tra loro, Samantha sente di essere nel posto giusto. Anche se lei non è come le altre matricole: è la discendente delle famose scrittrici Charlotte e Emily Brontë. Un'eredità scomoda, un segreto che vorrebbe tenere solo per sé, perché ciò che più conta per lei è l'amore per la letteratura e per i libri. Un amore che le ha trasmesso suo padre, che l'ha cresciuta da solo e con cui condivideva il suo gioco preferito: una caccia al tesoro attraverso segnalibri nascosti nei romanzi. Quello stesso padre che, da poco, è scomparso nell'incendio dell'immensa biblioteca di famiglia. Samantha è al college per buttarsi tutto alle spalle e ricominciare. Ma, appena arrivata, il passato si ripresenta a darle il tormento: nella sua stanza trova copie di Jane Eyre e Cime tempestose che credeva distrutte dal fuoco. Non ci sono spiegazioni plausibili sul perché ora siano tra le sue mani. Giorno dopo giorno, i dubbi si fanno strada in Samantha, fino a quando un nuovo indizio la riporta a suo padre: dal testamento scopre che le ha lasciato un segnalibro, un semplice pezzo di carta che per lei ha mille significati. Lei sola sa che è una traccia per un percorso a ritroso nel tempo che non può esimersi dall'affrontare. Lo deve a lui. Lo deve al nome che porta e alla famiglia a cui appartiene. Perché Samantha ha la certezza che dietro quell'intreccio ci sia la verità che molti cercano da anni: il mistero delle sorelle Brontë e della loro opera, che nessuno ha mai svelato. E ora forse è arrivato il momento di farlo. I segreti del college è un romanzo unico che unisce segreti, letteratura e un'ambientazione senza tempo come le aule di Oxford. Un romanzo che la stampa e il passaparola hanno decretato come uno dei più grandi successi degli ultimi anni. Una storia in cui il fascino di Charlotte e Emily Brontë e dei loro libri amati da tutti si veste di un insolito mistero.

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Tentativo di cucire due lembi rossi che strisciano verso l'alto, lama incandescente e infuocata che recide un segno nella sabbia nel tempo, sentimenti che non hanno mai avuto una sua collocazione, una lettura sublime, ostica, fatta di alchimia, pozioni, muscoli, pelle e ossa, in cui ci si sente continuamente assetati di potere, di follia sino a quando questo misterioso arcano non verrà ritrovato.

Titolo: L’automa insanguinato
Autore: Gaston Laroux
Casa editrice: RBA
Prezzo: 9,90 €
N° di pagine: 300
Trama: Christine Norbert, figlia di un orologiaio e fidanzata dello studioso Jacques Cotentin, trova solo un difetto al suo affascinante automa Gabriel: l’assenza della sua anima. La fanciulla vorrebbe che avesse l’anima del suo vicino e poeta Bénédict Masson, un rilegatore d’arte dallo spirito raffinato e sensibile, sfortunatamente afflitto da una bruttezza tale da non riuscire ad avvicinarsi a nessuna donna, compresa la sua tanto amata Christine. Bénédict Masson non capisce la provenienza di quell’affascinante giovane dall’aspetto così perfetto; decide di osservare la famiglia Norbert dall’abbaino della sua soffitta ed ecco che una sera è testimone di una lite tra la fanciulla e il padre: Christine lo supplica di non ucciderlo. Di chi sta parlando?


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Convenzionale, nostalgico e, a modo suo, magico, ha lo stesso sapore delle storie d'epoca che qualche volta leggo. Semplice, triste e un po' amaro, carico di una certa drammaticità che sedimenta dentro l'anima di chi legge, è una storia appassionante che ha incontrato i miei gusti di lettrice. Un inno agli affetti, all'amore, alla vita, alla speranza. Un romanzo per nulla banale col quale l'autrice, Anna Maria Falchi, tesse una storia che profuma di antico e di salsedine.

Titolo: La spiaggia di quarzo
Autore: Anna Maria Falchi
Prezzo: 17 €
Casa editrice: Guanda
N° di pagine: 232
Trama: Dopo anni di lontananza, Alessia torna nella terra dov'è nata, la Sardegna, e a una spiaggia che le è molto cara. Il contatto con i bianchi granelli di quarzo la riporta indietro nel tempo, al ricordo di un'estate che ha segnato indelebilmente la sua vita, un'estate degli anni Ottanta, quando le ragazzine leggono Cioè e appendono in camera i poster di Miguel Bosé. Alessia ha un'amica del cuore, Mariella, e a quattordici anni le amicizie sembrano destinate a durare per sempre. Mentre lei è studiosa, timida e un po' goffa, Mariella è già civettuola e disinvolta, e Alessia stenta a credere che la voglia con sé in una breve vacanza che segna la conclusione delle scuole medie. La prima estate con il motorino, il Sì Piaggio rosso fiammante che Alessia si guadagna raccogliendo pomodori nei campi di uno zio, pegno da pagare per l'ingresso nel mondo degli adulti. Loro due da sole, lontane dai genitori, in uno di quei casotti sulla spiaggia che gli isolani usano per godersi il loro mare. Il primo assaggio di libertà, con la scoperta del corpo, il desiderio di spiccare il volo e la paura di essere se stessa, il bisogno di rivelare i propri sentimenti che si mescola al timore di essere fraintesa, allontanata, tradita. Intorno alle due protagoniste, tutto un mondo di personaggi che raccontano un intreccio di temi fortemente legati alla terra sarda: il profondo attaccamento alle tradizioni, il dramma dei rapimenti, il paesaggio ferito di un'isola che non vuole avere padroni.

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Recide tante vite, qualunque legame. Ma, per quanto mi riguarda, ha presentato quel ponte di comunicazione, quell’atto di condivisione più grande di quel che avevo sperato, ritrovandomi nella stessa situazione di Andreas da cui cerca di fuggire da quando è nato. 
Titolo: Belladonna
Autore: Dasa Drndic
Casa editrice: La nave di Teseo
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 416
Trama: Quando l’università decide di fare a meno di Andreas Ban, uno psicologo che non esercita più e uno scrittore che non scrive più, l’ex professore si ritrova con una misera pensione nel suo appartamento in un piccolo paese della Croazia. Circondato da libri, fotografie, risultati di esami medici, lettere senza risposta e scatole di ricordi, cerca di salvare dall’oblio le storie di famiglia, dei suoi amici perduti, degli ex pazienti. Storie irrimediabilmente intrecciate con l’ombra dell’occupazione nazista nella seconda guerra mondiale, con l’implosione della Jugoslavia e con la vita luminosa delle città d’Europa – Amsterdam, Trieste, Venezia – così vicine e al tempo stesso così lontane dai Balcani.
Andreas Ban sfida la malattia che indebolisce il suo corpo per scavare nei suoi tanti passati: ironico, ribelle, romantico, alla deriva in una società che opprime il pensiero critico e dimentica i propri errori. E mentre tutti, intorno a lui, sembrano ricordargli che il tempo scorre sempre più in fretta, Andreas si ritrova improvvisamente con nuovi e insperati motivi per ricominciare a vivere. 

4 commenti:

  1. Concordo su quello che dici, ci sono libri che lasciano così tanto che si passano ore a prendere appunti o anche solo a rifletterci su. Anche io, come te, ne ho parecchi ognuno speciale per un motivo diverso. Sono quelli che ogni tot di tempo rileggo o sfoglio cercandomi tra le pagine. I tuoi sono bellissimi❤️

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