giovedì, luglio 13, 2023

Nella baia delle parole: romanzi che bisognerebbe leggere almeno una volta nella vita parte 1

Se penso alle innumerevoli letture, le innumerevoli storie vissute e lette, in anni e anni di opere di svariato tipo, penso che ci sia sempre un che di magico in tutto questo. Ciò vuol dire, che i romanzi non sono per me semplici risme di carta, quanto portali segreti, mondi da esplorare o già esplorati che evidenziano sentimenti, emozioni, una sensibilità spiccata che permettono sempre di individuare qualcosa di me stessa. È una capacità speciale, quella dei libri, che non a caso reputo speciali, bellissimi e che disgraziatamente non hanno per tutti la medesima importanza di ciò che gli attribuisco. Alcuni di essi, però, dovetti << ottenerli >>, dovetti cioè comprenderli con una certa attenzione, quasi uno studio attento, che a un lettore indefesso come me accoglierebbe come l’ennesima sfida... praticamente quello che faccio io, quando mi imbatto in letture << pesanti >>: ma perché, mi domandano spesso, spremersi così tanto le meningi nel consumare qualcosa che dovrebbe essere un semplice passatempo? Beh, per me leggere è un passatempo ma è anche conoscenza, comprensione del mondo circostante e se non tramite il pensiero, l’osservazione attenta di saggi o filosofi vissuti prima di me, chi avrebbe risposto alle mie domande? Suddiviso in due parti, questo post non vuol esplicare niente di particolare: solo presentare quei romanzi che, a mio avviso, bisognerebbe leggere almeno una volta nella vita che, checchè si pensi, ostici o troppo sempliciotti, lasciano un segno del loro passaggio. Marchiano l’anima come un tatuaggio indelebile.


Romanzo di un autore che amo ma che non mi ha particolarmente entusiasmata, nonché visione personalissima dell’autore che, personalmente, non ho condiviso. Quale importanza ha la religione nella nostra vita soprattutto nel momento in cui ci si affida a qualcuno che non esiste, ma è onnipotente e assoluto, destando attenzione negli stolti o nei creduloni? Carrerè scrive questo romanzo per rispondere a queste domande e, soprattutto nello scoprire quanto potenziale si cela nella possibilità di non esserne completamente influenzati.


Titolo: Il regno
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 428
Trama: "In un certo periodo della mia vita sono stato cristiano" scrive Emmanuel Carrère nella quarta di copertina dell'edizione francese del Regno. "Lo sono stato per tre anni. Non lo sono più". Due decenni dopo, tuttavia, prova il bisogno di "tornarci su", di ripercorrere i sentieri del Nuovo Testamento: non da credente, questa volta, bensì "da investigatore". Senza mai dimenticarsi di essere prima di tutto un romanziere. Così, conducendo la sua inchiesta su "quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il cristianesimo", Carrère fa rivivere davanti ai nostri occhi gli uomini e gli eventi del I secolo dopo Cristo quasi fossero a noi contemporanei: in primo luogo l'ebreo Saulo, persecutore dei cristiani, e il medico macedone Luca (quelli che oggi conosciamo come l'apostolo Paolo e l'evangelista Luca); ma anche il giovane Timoteo, Filippo di Cesarea, Giacomo, Pietro, Nerone e il suo precettore Seneca, lo storico Flavio Giuseppe e l'imperatore Costantino - e l'incendio di Roma, la guerra giudaica, la persecuzione dei cristiani; riuscendo a trasformare tutto ciò, è stato scritto, "in un'avventura erudita ed esaltante, un'avventura screziata di autoderisione e di un sense of humour che per certi versi ricorda Brian di Nazareth dei Monty Python". Al tempo stesso, come già in "Limonov", Carrère ci racconta di sé, e di sua moglie, della sua madrina, di uno psicoanalista sagace, del suo amico buddhista, di una baby-sitter squinternata, di un video porno trovato in rete, di Philip K. Dick...

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Possessore di un’anima, di una sua voce, che ha gracchiato per qualche tempo prima che la ascoltassi completamente, trionfo di mente e cuore. Spiritualità ed emozioni, quasi atto d’eroismo che per alcuni si è rivelata come un’impresa titanica. Per me, una bellissima metafora concepita non da un grembo materno, quanto da un connubio di frasi che si sono avvicendate, lungo la corrente di un fiume.


Titolo: L’insostenibile leggerezza dell’essere
Autore: Milan Kundera
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 318
Trama: Protetto da un titolo enigmatico, che si imprime nella memoria come una frase musicale, questo romanzo obbedisce fedelmente al precetto di Hermann Broch: «Scoprire ciò che solo un romanzo permette di scoprire». Questa scoperta romanzesca non si limita all’evocazione di alcuni personaggi e delle loro complicate storie d’amore, anche se qui Tomáš, Teresa, Sabina, Franz esistono per noi subito, dopo pochi tocchi, con una concretezza irriducibile e quasi dolorosa. Dare vita a un personaggio significa per Kundera «andare sino in fondo a certe situazioni, a certi motivi, magari a certe parole, che sono la materia stessa di cui è fatto». Entra allora in scena un ulteriore personaggio: l’autore. Il suo volto è in ombra, al centro del quadrilatero amoroso formato dai protagonisti del romanzo: e quei quattro vertici cambiano continuamente le loro posizioni intorno a lui, allontanati e riuniti dal caso e dalle persecuzioni della storia, oscillanti fra un libertinismo freddo e quella specie di compassione che è «la capacità massima di immaginazione affettiva, l’arte della telepatia, delle emozioni». All’interno di quel quadrilatero si intreccia una molteplicità di fili: un filo è un dettaglio fisiologico, un altro è una questione metafisica, un filo è un atroce aneddoto storico, un filo è un’immagine. Tutto è variazione, incessante esplorazione del possibile. Con diderotiana leggerezza, Kundera riesce a schiudere, dietro i singoli fatti, altrettante domande penetranti e le compone poi come voci polifoniche, fino a darci una vertigine che ci riconduce alla nostra esperienza costante e muta. Ritroviamo così certe cose che hanno invaso la nostra vita e tendono a passare innominate dalla letteratura, schiacciata dal loro peso: la trasformazione del mondo intero in una immensa «trappola», la cancellazione dell’esistenza come in quelle fotografie ritoccate dove i sovietici fanno sparire le facce dei personaggi caduti in disgrazia.

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Un memoriale che si è espanso oltre le pagine, al di là della realtà. E, emergo inaspettatamente dopo lunghi anni della sua pubblicazione, è un odissea sensazionale e mozzafiato impossibile da dimenticare. La letteratura come qualcosa che arriva in sordina, e poi colpisce. Un sentimento che nasce e matura in fretta, appassionato e malato. Un opera che si sprigiona nella semplicità di piccole testimonianze, in un giro di vite di piccole e grandi comunità, che hanno visto diffondere il sapere come qualcosa di universale. Figure belle, vecchie, carismatiche o di mezze età, profonde, sornione e consolanti. La perfetta immagine della misteriosa saggezza orientale.

Titolo: Leggere Lolita a Teheran
Autore: Azar Nafisi
Prezzo: 12 €
Casa editrice: Adelphi
N° di pagine: 375
Trama: Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell'Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d'amore per la letteratura mai professati - e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.


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Un romanzo che ho apprezzato e compreso lentamente, in cui la vita torna a trionfare sulla negligenza, ma lo fa nel modo più primitivo possibile, nel più crudele dei modi, con l’uomo che torna ad essere l’essere umano limitato e curioso di sempre impartendo così la conoscenza mediante dialettica, scambio reciproco di idee. Un’opera che scandaglia il labile confine del possibile e del reale, che taglia qualunque legame col mondo esterno ed elimina qualunque segno di remora o incertezza. Simbolo di quella modernità che presto avrebbe determinato quella che è la letteratura cortese più affascinante degli ultimi tempi.

Titolo: I racconti di Carterbury
Autore: Geoffrey Chaucer
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 560
Trama: I Canterbury Tales furono concepiti intorno al 1386, durante un soggiorno nel Kent, e successivamente rielaborati e continuati senza sosta. Si tratta di una raccolta di novelle nelle quali Chaucer ha tracciato una sintesi del Medioevo borghese.

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E’ solo l'inizio di quel che si potrebbe pensare fra fatti o eventi storici di cui non si avrà scampo. D'altra parte prototipo di peccati dell'anima, sensi di colpa verso un futuro utopico che non ci sarà mai, e che giustifica i rapporti illusori, sereni fra famiglie paragonandoli a gruppi di soldati in guerra contro un paese straniero.


Titolo: Pastorale americana
Autore: Philip Roth
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 425
Trama: Seymour Levov è alto, biondo e atletico. Malgrado sia di origine ebraica al liceo lo chiamano "Lo Svedese". Negli anni '50 sposa miss New Jersey, avviandosi ad una vita di lavoro nella fabbrica del padre. Nella sua splendida villa cresce Merry, la figlia cagionevole e balbuziente. Finchè arriva il giorno in cui le contraddizioni del paese raggiungono la soglia del suo rifugio, devastandola. La guerra del Vietnam è al culmine. Merry sta terminando la scuola e ha l'obiettivo di "portare la guerra in casa". Letteralmente.

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Ritrae una tematica piuttosto attuale, moderna, incessante e destabilizzante che, in una struttura a specchio, in capitoli che portano avanti e intercapitoli di contestualizzazione culturale, è la forte testimonianza diretta, quasi giornalistica, delle problematiche di un paese che lentamente si avviò lungo la distruzione, in cui è evidente la crescente indignazione della sua autrice.

Titolo: Il buio oltre la siepe
Autore: Harper Lee
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 290
Trama: Anni Trenta del secolo scorso. In un sonnolento paese del profondo Sud degli Stati Uniti, l’avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d’ufficio di un afroamericano accusato di aver stuprato una ragazza bianca. Scout, figlia di Atticus e indimenticabile voce narrante della vicenda, ci mostrerà il duro pregiudizio razzista e la battaglia di un uomo per salvare un’innocente.

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Un eco che ancora tutt'oggi si diffonde fra le crepe di cuori puri, impavidi. Un grido acuto lanciato da un dirupo che conosce il peso delle sofferenze, il bruciore del dolore e delle rinunce.

Titolo: Il Vangelo secondo Gesù Cristo
Autore: Josè Saramago
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 350

Trama: Il Gesù Cristo di Saramago, da alcuni cristiani ortodossi ritenuto blasfemo, è un carattere fortemente spirituale, ma in tutto e per tutto umano, che incarna i dubbi e le sofferenze propri della condizione universale di uomo. Il figlio di Dio, dalla nascita a Betlemme alla morte sul Golgota, affronta le medesime esperienze descritte nel Vangelo, qui però narrate secondo una prospettiva terrena, con spirito critico e senso logico. In questa storia non c’è fede nei miracoli, bensì coscienza di trovarsi in balia della volontà di potenza di un Dio padre distante e indifferente al dolore che provoca. La serie di disgrazie, stragi e morti che costellano l’esistenza di Gesù, fino al non cercato e non accettato compimento del destino di vittima sacrificale, diventa così un’occasione per riflettere sulla contrapposizione tra bene e male, sulla problematicità di fare il giusto tramite l’ingiusto, sull’imperscrutabilità del senso della vita umana e sulla sconcertante ambiguità della natura divina. 

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Una certa inquietudine come la lettura di un necrologio o un sommesso borbottio. Fra echi di un discorso sorpreso, in mezzo a fantasmi che si tengono per mano, facendo come cenni di ringraziamento alla storia che mi è stata raccontata e che ho visto così bene. Il libro della vita che poi giunge irrimediabilmente alla fine, alla pagina più preziosa d'ogni cosa sacra. Ove ogni cosa si compirà e che io ho lasciati si compisse.

Titolo: Il dottor Zivago
Autore: Boris Pasternak
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 417
Trama: Le vicende di un medico travolto dall'impatto della rivoluzione russa e dalla successiva vacuità spirituale in cui precipita il suo paese. Questo, in estrema sintesi, il contenuto di un romanzo che valse a Boris Pasternak il Nobel per la letteratura nel 1958 e l'ammirazione di critica e lettori.






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Il Tempo così veloce e netto inteso nell’unica direzione utile: scrivere un romanzo. Unica vera vita vissuta, unica forma di espressione che dimora volontariamente e non dentro ognuno di noi, non solo nell’artista ma anche in ogni individuo in quanto grazie all’arte vediamo il mondo quadruplicarsi. Il reale diviene così figurazione di valori ideali, eterni, segno di verità che però resta limitato alla memoria, alla materia. La verità sta così lontana dall’eternità dello spirito e solo all’artista sarà possibile conoscere i segreti mediante l’arte ed esprimerli.
Titolo: Alla ricerca del tempo perduto. Dalla parte di Swan
Autore: Marcel Proust
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 12, 50 €
N° di pagine: 473
Trama: Quasi un preludio "musicale" all'intera Recherche, Dalla parte di Swann (1913) introduce i temi cruciali dell'intera opera: il senso del tempo, la memoria, il sogno, l'abitudine, il desiderio. E poi ancora la gelosia, il rapporto tra arte e realtà, l'interagire di rituali ed emozioni. Il lettore fa conoscenza in queste pagine con i personaggi destinati ad accompagnarlo lungo i sette libri – Odette, Bloch, Françoise, Charlus... –, mentre la storia d'amore di Swann diventa quasi "figura" del contrastato rapporto che legherà poi il Narratore a Gilberte e Albertine.

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Pervaso da una strana magia che mi ha permesso di accettare la storia che Dumas si portava dentro, ha reso il tutto come una serie di opportunità in cui la libertà individuale e di pensiero sono i capostipiti dell'intero romanzo. Fra forme e colori che hanno avuto una loro collazione, nitido e luminoso come la luce accecante del sole. Un opera bellissima, sorprendente, zeppa di rivelazioni toccanti, su cui predomina la forza intellettuale, la volontà di scovare un'opportunità per rinascere, e magari risorgere.

Titolo: Il conte di Montecristo
Autore: Alexander Dumas
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: 4, 90 €
N° di pagine: 896
Trama: Edmondo Dantès, marinaio, prigioniero, misteriosamente ricco, mette a soqquadro l'alta società parigina. Imprigionato a Marsiglia nel 1815, il giorno delle nozze, con la falsa accusa di bonapartismo, rimane rinchiuso per 14 anni nel castello di If, vittima della rivalità in amore di Fernando e in affari di Danglars, odiato anche dal magistrato Villefort. Questi i tre nemici su cui, dopo l'evasione, cadrà la terribile vendetta di Dantès.

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