sabato, novembre 01, 2025

Romanzi su misura: Ottobre

Le letture, i testi per i quali ho impiegato gran parte del mio tempo, in questi pomeriggi di quasi fine anno, produttuosi e soddisfacenti, funsero da costrutto di uno schema particolare nel quale spiegassi le ragioni che mi hanno spinta ad abbracciare queste storie con una certa urgenza. In realtà, non vi è alcuna ragione. Certe letture, lette e assorbite in pochi giorni furono nient’altro che opera mia, frutto di pomeriggi di una creatività tanto burrascosa da farmi perdere completamente contatto con il mondo esterno. Mi ero crogiolata a rivivere queste storie, in quanto la maggior parte riletture, prima dell'arrivo imminente di dicembre. A volte sembra di vivere delle splendide avventure, altre di rispecchiarmi a tal punto in cui il messaggio, racchiuso nel senso del fantastico, è che la mancata lotta per la sopravvivenza implica gravi conseguenze. L'inspiegabile fame di sapere che giorno dopo giorno è alimentata da tante altre letture, oscure come il manto della notte naufraga in un avventura sensazionale e avvincente.

Ho letto queste pagine come se animate da volontà propria. Seduta nella mia morbida poltrona, con la voce gracchiante dei loro autori all'orecchio, scrutando a lungo l'anima di queste storie pur di non lasciarmi sfuggire il passaggio fugace di un'emozione, risatine di gioia, sorrisi riconoscenti, strani palpiti di un cuore giovane, il tutto condensato in pagine memorabili e non che altri non sono che storie che potremo esporre sulla mensola di una libreria troppo capiente. Maggior esaltazione per un lettore, accozzaglia di sogni, delusioni. Persa nella pianura infinita di parole e inchiostro che per qualche giorno mi hanno tenuta prigioniera, in un luogo così vicino al nostro ma così lontana dalla landa deserta in cui solitamente sprofondo e che adorna la mia vita, si è rivelato un gesto romantico, utile.

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Romanzi su misura in carta e inchiostro:

Si vive credendo che ciò che ci viene inflitto sia una forma di nemesi agli attacchi esterni impartitaci dal Fato, ma ciò che esprime l’autore in queste pagine con toni allegri, allegorici, idilliaci è che in luoghi apparentemente insulsi si cela la magia del progresso, del futuro che invade anche i luoghi più nascosti e fra cui la natura più caparbia resiste in cui il reale sembra persistere e l’impossibile rendere ogni cosa inquieto. 

Valutazione d’inchiostro: 4

giovedì, ottobre 30, 2025

Gocce d'inchiostro: Anna vestita di sangue - Kendare Blake

Mi dico sempre che è bene distinguere la realtà dalla finzione partendo dal presupposto si tratti di qualche romanzo. Ma come distinguere ciò che ci appare vero, tangibile, da quel che effettivamente non lo è? Il pomeriggio in cui decisi di accogliere la storia di Anna nel mio cantuccio personale, standoci dentro, rifletto, come questa sia stata l'ennesima buona occasione per avventurarmi in una nuova travolgente avventura. In compagnia di una viaggiatrice lasciata sola nell'immensità del cosmo che, grazie a  un cacciatore di esseri, creature della notte, nelle profondità più nascoste del suo essere, avrà una buona occasione per riflettere sul suo destino. Visto da diverse altezze, con una certa malinconia: in cerca di una <<cura >>, una missione che possa redimerla e mettere a posto qualcosa dentro di lei, diretta in un posto pressoché sconosciuto, il cui nome figura tuttavia in ogni certificato di nascita, fra milioni di persone che popolano la sua volta celeste, affinché lo spirito si rifocillasse.

Scrutavo attentamente il suo volto alla ricerca di una qualche risposta che potesse dare un senso a questa mia visita improvvisa. Se guardarla in faccia fino alla nausea era una sorta di allenamento alla semplicità, alla sua condizione di apparire diversamente da quel che effettivamente era, decisi di provarci almeno per un po’. Se non altro non potevano venirmene danni. In fondo stavo soddisfacendo una curiosità personale, e con un po’ di fortuna ne avrei indicato delle indicazioni su cosa fosse semplice per me.

Ho continuato così per una manciata di ore. Questo mi è stato riservato. 

Dopo vari balzi e sobbalzi e un ennesimo periodo turbolento, Anna vestita di sangue è stato quel compagno di viaggio che, repentinamente, si è precipitato ad accogliermi: zombie, vampiri donne belle e ben predisposte, giovani pieni di vita, e tanta gente di passaggio che, in uno spettacolo messo su da un abile lettore di anime, si sono posti dinanzi a quello della mia vita.


Titolo: Anna vestita di sangue

Autore: Kendare Blake

Casa editrice: Newton Compton

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 283

Trama: Cas Lowood ha ereditato una strana vocazione: uccidere i morti … Suo padre lo faceva prima di essere ucciso dal fantasma che stava cercando di annientare. E ora Cas, armato del misterioso pugnale athame, continua la missione: viaggia di città in città insieme alla madre, una strega, e al suo gatto fiuta - fantasmi, alla ricerca di spiriti malvagi. Quando arrivano a Thunder bay per eliminare quella che la gente del posto chiama "Anna vestita di sangue", Cas non si aspetta nulla di diverso dal solito. Si trova invece di fronte a una ragazzina posseduta dalla rabbia e vittima di maledizioni, uno spirito diverso da quello che è abituato a distruggere. Indossa ancora il vestito che aveva quando fu assassinata, nel 1958. Dal giorno della sua morte, Anna uccide chiunque osi  entrare nella dimora vittoriana vecchia e cadente in cui un tempo viveva. Gli spiriti delle sue vittime penetrano il legno marcio delle pareti, strisciano sul pavimento ammuffito e viscido delle cantine, senza trovare pace… Per qualche strano motivo, però, Anna non uccide Cas. Anzi, si rivela l'unica in grado di aiutarlo a trovare il fantasma maligno che lo ha privato del padre. Così, insieme agli altri strani amici del giovane, streghe e stregoni in erba, formeranno una squadra disposta ad affrontare ogni pericolo. Ma Cas dovrà risolvere un problema ancora più difficile di questo: quale sarà infatti il destino di Anna?

martedì, ottobre 28, 2025

Brividi e sussurri: la paura travestita di bianco e nero 7 °

Quando si conclude un mese, generalmente, si tirano le somme. Si stila una lista, infinita e anche un pò esagerata, di testi che si desidera leggere, rileggere, vivere e vivere nuovamente. Naturalmente ciò accade sempre, perlomeno da quant’è che ho costruito le fondamenta di questo piccolo salotto letterario, quel paradiso terrestre in cui posso stanziare come mi pare e piace, per quanto tempo desideri, ed infatti, nel tempo, negli anni, ho potuto farlo. Di libri, di letteratura non smetterò mai di parlare, poiché è della stessa che vivo e smettere equivarrebbe a smorzare il respiro, troncare una piccola vita. E dunque, cosa possiede di speciale questo ennesimo post, da pormi questi quesiti? Semplice… In vista di Halloween, giorno che concilia con la fine del mese, questo post non potrà non emettere un certo vagito l’ultimo o penultimo giorno del mese,e, come feci in tanti altri anni, anche quest’anno promulgo questa idea di conciliare il periodo più spaventoso dell’anno con la lettura, la scrittura, i libri in generale, godendo così della loro compagnia per qualche altro momento. Quasi tutti, romanzi che ho riletto più volte e che mi hanno soddisfatta come credevo; ribadisco, quasi tutti. Ma, nell’insieme, piccole accortezze che rivelano quei mostri di intelligenza da cui si ottengono sempre innumerevoli informazioni, sensazioni che travolgono o sconvolgono nel loro piccolo splendido fragore.

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Stupefacente, spontaneo, oscuro, è un altalena di gesti sconsiderati e folli che tormentano il nostro animo di paura, angoscia crescente. Il flusso sinuoso della storia scorre, silenziosamente, in un paesaggio famigliare di cui, qualche mese fa, avevo fatto perdere spontaneamente le mie tracce in cui spicca la figura evanescente di un uomo solo e quasi incompreso che cammina inconsapevolmente senza fermarsi lungo il tragitto della morte.


Titolo: Follia profonda

Autore: Wulf Dorn

Prezzo: 17, 60 €

Casa editrice: Corbaccio

Trama: Un mazzo di bellissime rose rosse senza biglietto. Un inquietante disegno sotto il tergicristallo dell'auto.. Lo psichiatra Jan Forstner è l'oggetto delle attenzioni insistenti di una sconosciuta. All'inizio pensa si tratti semplicemente dei sentimenti innocui di una paziente. Ma quando un amico giornalista, che stava per fargli delle rivelazioni sconcertanti che lo riguardano da vicino, viene trovato barbaramente ucciso, Forstner comincia a temere di essere il bersaglio finale di una pazza omicida. Una stalker che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole. E ciò che vuole è lui, Jan, per sempre....

domenica, ottobre 26, 2025

Gocce d'inchiostro: Un giorno di gloria per Miss Pettigrew - Winifred Watson

Miss Peregrine arrivò nel mio Kobo una mattina di inizio estate, mentre mi trovavo a vagare fra un buio e ampio orizzonte: facendo rotta fra le pagine bianche di una storia che enfatizzava ed esplicava quella mancata coordinazione che, il periodo storico in cui fu costretta ad essere rinchiusa la sua autrice e la sua figlia di carta, che celavano vivide, eccitanti pericolose esistenze. Una giovane donna si nascondeva sotto strati di miseria e insoddisfazione come una divisa contro i brutti sogni. Una ragazza sola, timorosa del senso del futuro ai bordi della sua anima, che la corrose in modo completamente sconosciuto.  Essere se stessi pur di ottenere qualcosa che non ci approrpi l’ennesima etichetta, o rivestire l’ennesimo ruolo pur di adottarsi alle convenzioni, alla mentalità del secolo, lasciandola struggere per qualcosa che non aveva mai avuto eppure confinata in una stanza remota della sua coscienza. Approfittando della sua vicinanza, ho concesso ad Miss Pettigrew la possibilità di starmi vicino e quando lessi di lei le mie previsioni si rivelarono esatte. Ecco una storia che avevo ripescato dalla risacca disomogenea del tempo, una storia che lessi qualche tempo fa, ma i cui ricordi erano un’unica massa appiccicosa.


Titolo: Un giorno di gloria per Miss Pettigrew

Autore: Winifred Watson

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 15€

N° di pagine: 214

Trama: E' una fredda, grigia, nebbiosa giornata di novembre degli anni Trenta a Londra e Miss Pettigrew, il cappotto di un indefinibile, orrendo marrone, l'aria di una spigolosa signora di mezza età e un'espressione timida e frustrata negli occhi, è alla porta di un appartamento al 5 di Onslow Mansions, in uno dei quartieri più eleganti della capitale inglese. Stamani si è presentata come sempre al collocamento e l'impiegata, anziché recitarle la solita litania << nessuna richiesta di istitutrici, Miss Pettigrew >>, le ha dato l'indirizzo di Onslow Mansions e un nome: Miss LaFossse. L'edificio in cui si trova l'appartamento è tanto esclusivo e ricercato da metterle soggezione. Miss Pettigrew coi suoi abiti logori, il suo mesto decoro e il coraggio perduto nelle settimane trascorse con lo spauracchio dell'ospizio dei poveri, suona ripetutamente prima che la porta si spalanchi e appaia sulla soglia una giovane donna. E' una creatura così incantevole da richiamare subito alla mente le bellezze del cinematografo. I riccioli d'oro scarmigliati le incorniciano il viso, gli occhi blu le brillano come genziane e il roseo fulgore della giovinezza le accende le guance. Porta una di quelle vestaglie che indossano soltanto le attrici nei film. Miss Pettigrew sa tutto delle dive del cinematografo: ogni settimana per oltre due ore vive nel mondo fatato del cinema, popolato da donne bellissime, aitanti eroi e fascinose canaglie, e dove non ci sono genitori prepotenti e orridi pargoli a vessarla. Miss La Fosse la fa entrare e poi scompare nella camera da letto, per ricomparire poco dopo seguita da un uomo in veste da camera, di una seta dalle tinte così abbaglianti che Miss Pettigrew deve socchiudere gli occhi. In preda all'ansia, stringendo la borsetta fra le dita tremanti, Miss Pettigrew si sente sconfitta e abbandonata prima ancora che la battaglia per l'assunzione cominci, ma anche stranamente elettrizzata. Gente di quel livello! Con quella vita... Quella si che è un'esistenza vera, fatta di dramma e azione.

venerdì, ottobre 24, 2025

Amori di carta: Moony Witcher

Se dovessi descrivere i romanzi di Moony Witcher mediante un immagine, penso la bellezza di un tramonto sarebbe quella perfetta. Così intima e speciale, in cui l'uomo si scopre a compiere profonde riflessioni su tutto ciò che riguarda la vita. Innumerevoli contrasti fra ciò che è giusto o non è giusto, fra ciò che offusca e ciò che rischiara, come prigionieri ognuno confinati nel proprio spazio, senza la possibilità di andare da nessun'altra parte.

Nel momento in cui muovevo i primi passi verso l’adolescenza, di letteratura e di libri ne sapevo poco, molto poco, la storia della piccola Nina, così concentrata su di sé, mi diede l'impressione di leggere sprazzi della mia vita. All’epoca inconsapevole che sarei diventata ambiziosa e coraggiosa, ferma ai bordi della sua anima, come un brusco scarto di sensibilità che ha messo in luce una parte di sé. Cose che appartengono a me e a nessun altro, che possiede sotto la pelle, ma che quando ero bambina, non sapevo come esprimere. E, pur di scrollarsi addosso la tristezza dei suoi giorni, all’epoca ero una bambina parecchio incontentabile, vidi questi romanzi come i miei amici più fidati. 

All’età di trentatrè anni, mi chiedo ancora, quanto si può apprendere da certe storie, e quanto si può fantasticare sulle vite altrui dall'osservazione di un dettaglio o un piccolo gesto? Una canzone sussurrata  nel cuore della notte; frasi messe di traverso nella corrente di un fiume impetuoso e inarrestabile.

Essere vuoti come un guscio, desiderosi di essere riempiti da qualcosa, in una realtà che è un grande tuffo, è davvero logorante. Viaggiare, dunque, identificarsi e stabilire dei rapporti col prossimo è la linfa vitale dell'anima. E' la rinascita di un nuovo sole, come quello della Creazione, mentre alcune forme oscure escono da un'oscurità cosmica per svanire completamente come per dare speranza, sulla soglia della vita e della morte.

mercoledì, ottobre 22, 2025

Gocce d'inchiostro: Una grande e terribile bellezza - Libba Bray

Recensire un romanzo è quasi sempre un esperienza difficile, ma a maggior ragione lo è se il romanzo in questione  è pregno di difetti, ma narra una storia avvincente che, nel momento in cui le sue pagine hanno emesso il primo battito, hanno decretato la sua nascita in un caos fantasmagorico di suoni e parole.

Le vicende della boriosa Gemma Doyle, all’inizio antipaticissima persino per la sottoscritta, questa sua ennesima esperienza di vita che dà un senso a ogni cosa e in cui tutto ciò che è narrato ha un fondo di verità, proviene da un mondo in cui la magia, l’esoterismo spiegano il tutto. Furono una grande distrazione, dato il periodo un pò turbolento in cui decisi di rileggere l’intera trilogia. Ma anche una continua constatazione di quanto sia importante per l'uomo avere attorno a sé una certa supremazia, osservarla, impararne la logica e goderne. Avvertendo l'esigenza di sentire, accanto al ritmo della vita di questi fantocci che, in un caos fantasmagorico di tante cose, da un'accozzaglia di frasi e parole che hanno lasciato un segno del loro passaggio, mi rese spettatrice di una realtà soffocante e un po' insoddisfacente. E quando sprofondo nello sconforto corro ai ripari; i romanzi, di cui molti ignorano le bellezze e le possibilità, sono l'unico scoglio a cui ci si può aggrappare dinanzi a un mare in tempesta. Come faccio sempre, anche l'altro pomeriggio ho lasciato la mia casa, al terzo piano con un panorama splendido, per trasferirmi nel cuore pulsante di questa storia. Così, repentinamente. E ciò che, alla fine, ne ho ricavato è stato diletto. Balsamo per lenire i dilemmi della mia anima.

Titolo: Una grande e terribile bellezza

Autore: Libba Bray

Casa editrice: Elliot

Prezzo: 17, 50 €

N° di pagine: 454

Trama: Fine Ottocento. Alla morte della madre, la sedicenne Gemma Doyle, trascurata da un padre schiavo del laudano, lascia Bombay dove ha trascorso l'intera infanzia per un severo e cupo collegio femminile appena fuori Londra, la Spence Academy. Qui, dopo molti tentativi, riesce a entrare nell'esclusivo gruppo formato dalla potente Felicity, la vezzosa Pippi e l'imbranata Ann. Dopo il primo periodo di permanenza, costellato di noiose lezioni, rigida disciplina e soprattutto oscure visioni (nonché dalla presenza di Kartik, un giovane misterioso e seducente che l'ha seguita fin dall'India e l'avvisa di non dar retta ai sogni che la funestano), Gemma scopre un diario segreto che le svela l'esistenza dell'Ordine, una congrega di sole donne dedite alla magia e alla ricerca di universi paralleli dove tutto è possibile. Assieme alle amiche, e nonostante la ferma opposizione di Kartik e di altri a lui vicini, la ragazza è intenzionata a saperne di più, a ribellarsi alle regole che la vorrebbero studentessa modello, a raggiungere la grotta nascosta dove l'attende un destino imprevedibile e dove alcuni pressanti interrogativi troveranno finalmente un chiarimento.

lunedì, ottobre 20, 2025

Nella baia delle parole: sapori letterari

Quando ci si imbatte in questo tipo di letture buttare giù qualche frase è davvero difficile. Per quanto incauti e travolgenti siano stati i battiti del mio cuore, che sotterrano qualunque forma di negatività o diniego, capì che mi sono lasciata contagiare dal tono melodrammatico, quasi vittimistico, di giovani donne o uomini che, attanagliati dai rimorsi di una coscienza inquieta, si scoprono impegnati in una rinascita. Spiccare il volo come un bellissimo gabbiano.

Oramai sono una lettrice assidua, e di romanzi di questo tipo ne ho letto un discreto numero, perché storie che danno vita ad altre storie, prendono strade, imboccano vie che assestano quasi sempre il mio spirito, rifocillano ed stringono la mia anima con estrema cura. E senza sforzarmi più di tanto, medesima cosa accadde con i romanzi di questi autori, che in un certo senso hanno evidenziato le loro doti naturali senza però sforzarsi più di tanto, sfornando romanzi apparentemente semplici ma impegnativi, in cui l’arte del semplice gesto di sorseggiare una tazza di caffè ancora fumante o qualunque genere di alimento, sono risposte a quella coniugazione intrinseca che nasce fra lettore e autore, senza dilungarsi troppo per assimilare quelle nozioni astruse.

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In una visione priva di fronzoli, franca, fondamentalista dell’America, invito al mondo poiché fonte inesauribile di riflessioni e meraviglia. Testimonianza diretta, quasi ricordo pescato dalla nostra coscienza, di un paese che lentamente si avviò lungo la distruzione,  e a cui si lasciano andare, inevitabilmente.


Titolo: La ballata del caffè triste

Autore: Carson McCulllers

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 155
Trama: In uno sperduto villaggio del profondo Sud degli Stati Uniti, Miss Amelia, una donna matura e indipendente, dai tratti spigolosi e mascolini, si guadagna da vivere con il suo emporio ma soprattutto producendo e vendendo liquore di contrabbando. La sua esistenza cambia con l'arrivo del cugino Lymon, un nano capace di ingraziarsi l'intero paese, e di convincere Amelia a trasformare l'emporio in uno scalcinato caffè, punto di ritrovo per la comunità. La felicità di Amelia è però di breve durata: il ritorno dell'ex marito Marvin, cacciato di casa per ragioni non chiare la prima notte di nozze, e ora appena uscito di prigione, innesca una spirale di conflitti e violenze che cambierà la vita della donna e dello stesso villaggio.

sabato, ottobre 18, 2025

Cinque gocce in cinque giorni: romanzi vissuti in poco tempo 2°

L'ombra di una nuova storia è sempre un grande sollievo, l'intrico armonioso e non sempre semplice della trama mi pare incantevole. Superati gli scaffali della mia strapiena libreria - dove sfoglio pagine ricche di nomi, mistero e amori inconfessabili - ho aperto porte su mondi che, in poche righe di brutale neutralità, hanno riassunto tante vite. In questo mondo ci sono eroine coraggiose e dalla forza sovraumana, uomini imperscrutabili e misteriosi, ragazzini boriosi e potenti. Niente però che rivelasse se questo genere di personaggi avesse una particolare predisposizione, quali fossero i loro sogni o desideri, quale forma di paura turbasse i loro sogni quando, la sera, il loro alito caldo soffiava su una candela.

Queste innocue <<stupidaggini >>, di gran lunga preferibili al rumore assordante di una sitcom americana, mi permisero di ritirarmi dietro una maschera di attenzione incuriosita. La fronte aggrottata, gli occhi che seguivano febbrilmente i caratteri stampati, piccoli dettagli che non escludono l'immagine della mia presenza sul campo visivo. La mia presenza in un mondo straordinario e visionario che ha avuto un grande impatto su di me; catapultata in posti non propriamente indimenticabili ma la maggiormente mi hanno fatto perdere le mie tracce. In cima alla vetta c'era una lieve fame letteraria, accumulata nelle settimane d'inizio autunno. Da quando il mio tempo libero a disposizione scarseggia, la mia vita si è come paralizzata, e un forte impulso come questo mi rese intrepida, affamata, quasi smaniosa. La mia eccitazione aveva raggiunto livelli quasi dolorosi ed ero esaltata dall'urgenza di sapere: ogni autore di questi test mi aveva regalato qualcosa che custodirò gelosamente. Estranei e lontani, conosciuto da pochissimo tempo e davvero in gamba - la storia dei loro figli di carta hanno lasciato un segno del loro passaggio.


Titolo: Riviera

Autore: Valentino Ronchi

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 159

Trama: Marianna Delfini nasce nel 1970 nella periferia di Milano. Non in una periferia qualunque, però, ma in Riviera: un angolo defilato, sotto la tangenziale, dove lungo l’argine del canale sorge una fila di ordinate villette che osservano placide lo scorrere delle stagioni. In modo tranquillo e defilato scorre anche la vita di Marianna, una bambina quieta e dolce che cresce nella casa di famiglia insieme ai genitori e ai nonni materni. La famiglia Delfini ha vissuto per generazioni lungo questa pittoresca sponda e, mentre Marianna cresce facendo i conti con le piccole gioie e gli inevitabili dolori di una vita, il passato ogni tanto si riaffaccia per ricordare anche agli adulti come è stato crescere e formare una famiglia. La migliore amica, la zia girovaga, la scuola, il primo amore, ma anche l’amara ingiustizia del lutto: la vita della bella Marianna, insieme a quella di chi le sta attorno, è scandita e ricomposta come i riflessi della Riviera sulle acque del canale, attraverso una narrazione estremamente sensibile e delicata che si sofferma con abilità sui momenti essenziali di una vita come tante e quindi proprio per questo unica e irripetibile.

giovedì, ottobre 16, 2025

Nella baia delle parole: la letteratura islamica

Leggo tanto, me ne rendo conto. Ma è mediante la lettura, letteratura che riesco a prendermi cura dell’anima. A lenire il mio spirito, da qualunque assalto esterno, e, soprattutto, a valicare mondi che nemmeno il genere umano sognerebbe di poter visitare, osservare. I cosiddetti viaggi di poltrona.. Chi non li ha mai vissuto? Chi non ha mai intrapreso il proposito di viaggiare con la mente, affinché qualcosa dentro di lui o lei andasse al suo posto? Di viaggi da poltrona, nella mia carriera di lettrice, ne ho fatto e vissuti tantissimi. Alcuni, che si sono protratti per una manciata di giorni, altri per qualche ora. E, nell’insieme, donato ciò che cercavo: la << magia >> di conoscere e scoprire terre che destano da sempre il mio fascino. Una di queste, l’Islam, terra arida di malessere e povertà, ma anche culla di giovani scrittori che fecero di questa terra un harem segreto di lettere e parole, suoni e voci che si conformarono non solo alla loro mente ma anche al loro spirito.

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Travolti da qualcosa di potente, forte e inspiegabile. La brama lussuriosa della conoscenza, la magica sensazione di vedere parole trasformarsi in immagini, la divina imprudenza che induce a perdere completamente la volontà, con la sua ingenuità emotiva, la sua prontezza di spirito, questa umile professoressa israeliana ci parla dei romanzi, della letteratura come un arma di cui dovremmo servirci per combattere gli assalti esterni. Fingere che non esista, fingere che i libri non siano altro che mazzi di carte con dell'inchiostro rovesciato avrebbe significato morire lentamente. Amare la lettura avrebbe dunque spalancato le porte del Paradiso.


Titolo: Leggere Lolita a Teheran

Autore: Azar Nafisi

Prezzo: 12 €

Casa editrice: Adelphi

N° di pagine: 375

Trama: Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell'Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d'amore per la letteratura mai professati - e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.

martedì, ottobre 14, 2025

Gocce d'inchiostro: Se per un anno una lettrice - Nina Sankovitcz

 Quando cominciai a leggere la storia di Nina, oramai qualche mese fa, alle nove di sera, la sua anima non era sola; al suo fianco sedeva invisibile una giovane sognatrice messinese. Quasi sempre mi capita di affiancare personaggi dall'animo tormentato o contrito. Ogni volta arrivo insieme al protagonista o alla protagonista senza preavviso, nel più assoluto silenzio, e prima di accomiatarsi la mia anima dialoga con la loro per qualche giorno delle "sorprese" che talvolta ci riserva la vita.

Non riesco a spiegare i miei sentimenti, a non far trapelare emozioni che si agitano dentro e per cui questo pomeriggio riporto in queste poche righe, attraverso quel contenitore imperfetto che è la scrittura, nell'espletare il mio entusiasmo nei riguardi di questa storia. Nella sala d'aspetto della vita ho visto un mucchio di scrittori cercando di indovinare le loro storie: ho riconosciuto quelli che si sono affacciati sul mondo per la prima volta, ancora attaccati al mondo di fuori e che si comportavano come se fossero "lì" per sbaglio; quelli che all'inizio di un percorso ancora "impauriti", e quelli già abituati alle negazioni; quelli già arresi e quelli da cui si intuisce che il loro è un percorso appena iniziato. Ma qual è stata la vera ragione che mi ha portato, per vie traverse, al loro cospetto? Forse c'era qualcosa che avevamo in comune? In un certo senso una vera ragione esiste … e le storie che ho letto, si, le ho vissute con orgoglio, gioia, serenità, curiosità.

La storia di Se per un anno una lettrice romanzo d'esordio ma anche biografico di una giovane scrittrice americana da tenere sott'occhio, è stato quel genere di romanzo - semplice, ma toccante - che in una sfilata di figure pubbliche che fanno parte di una miscela confusa e disomogenea che crea confusione e smarrimento, ha portato alla luce la storia che l'autrice si tiene dentro. Quasi sempre adoperando parole semplici per raccontarmela, e quasi sempre componendo una melodia conosciuta ma particolare che è scivolata nei ricordi luminosi della mia anima. Su uno spazio conosciuto, in una schiera di anime perdute che entrano nella lotteria della vita, in un dipinto dai colori accesi e sgargianti. Fra i segreti di un cuore giovane e impuro che hanno destato il mio fascino, e che mi hanno trasmesso un piacevole senso di famigliarità.

Titolo: Se per un anno una lettrice

Autore: Nina Sankovitch

Casa editrice: Bur Rizzoli

Prezzo: 9, 90 €

N° di pagine: 274

Trama:"Decisi di dare inizio al mio progetto di lettura quotidiana il giorno del mio quarantaseiesimo compleanno. Tutti i libri sarebbero stati quelli che avrei condiviso con Anne-Marie, se avessi potuto. Il mio anno di intensa lettura sarebbe stato il mio progetto personale di fuga dentro la vita." Per Nina Sankovitch è l'inizio di una folle impresa: concedersi - con quattro figli e un marito in giro per casa, tra liste della spesa, panni da lavare, merende da preparare e cene da cucinare - una pausa forzata dal mondo e dai suoi ritmi concitati. Ma soprattutto dal dolore della perdita, esploso dentro di lei con la violenza di un uragano alla morte di sua sorella Anne-Marie. Un dolore troppo profondo per limitarsi ad aggirarlo nella speranza di lasciarselo alle spalle. Dai libri Nina si aspetta di ricevere consigli e insegnamenti, distrazione ed entusiasmo, serenità e giusto distacco. Nei libri troverà molto di più. Questo è il racconto del viaggio che, iniziato tra pagine di carta, l'ha portata a ripercorrere le storie della sua famiglia e i ricordi di un'intera vita, alla ricerca della chiave capace di far scattare la serratura della felicità.

domenica, ottobre 12, 2025

Nella baia delle parole: romanzi surreali

Per me, leggere è un processo naturale. Un istinto da cui non potrei farne a meno, come respirare e vivere. Se non siete lettori di passaggio, saprete quanto esse mi diano alla testa. Popolano la cittadella del mio personalissimo mondo, e, se messe di traverso, a volte, producono qualcosa. Questo qualcosa ha poi a che fare con il luogo, quasi come un personalissimo paradiso, in cui ci si ritrova, ci si riconosce con gli occhi di un altro, o con i tuoi, ma che, nell’insieme, producono quei piccoli atomi sparsi nell’atmosfera che creano una specie di atmosfera idilliaca. In questa atmosfera io posso perdermi, e ritrovarmi, costretta ad interpretare le parole di un cantastorie. Eppure, a volte, tali parole non sono così semplici: è davvero un’impresa doverle concepire, pensate voi a dargli una forma. E poggiando sulla nostra testa come un fardello troppo pesante, ecco come lo sguardo può spaziare. La letteratura sa donare tantissimo, ma togliere altrettanto. Quest’oggi però, da questa profonda riflessione, questo post, che prevede perlopiù quei romanzi surreali in cui la parola scritta ha un chè di magico. Che cosa esattamente? Beh, vi invito a scoprirlo leggendo questi romanzi che vi consiglio e magari, perchè no, ad accrescere il numero infinito di libri ancora da leggere e vivere, mediante scambio reciproco.

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Un romanzo profondo, delicato, intenso, ma che risulta un po' insoddisfacente. A tratti carente, per i continui sensi di colpa che attanagliano l'anima del protagonista. Una penombra naturale, improvvisa e sconosciuta, che si alterna periodicamente a un'oscurità sconfinata.


Titolo: L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio

Autore: Murakami Haruki

Prezzo: 12€

Casa editrice: Einaudi

N° di pagine: 260

Trama: A Nagoya abitano cinque ragazzi, tre maschi e due femmine, che tra i sedici e i vent'anni vivono la più perfetta e pura delle amicizie. Almeno fino al secondo anno di università, quando uno di loro, Tazaki Tsukuru, riceve una telefonata dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza nessuna spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore passate a parlare di tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi ad ascoltare la splendida Shiro suonare Liszt, mai più Tsukuru avrà qualcuno di cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore del ragazzo si spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in grado di colmare. Dopo sei mesi trascorsi praticamente senza mangiare né uscire di casa, nelle tenebre di un'infelicità senza desideri, Tzukuru torna faticosamente alla vita ma scopre di essere cambiato. Non solo nel fisico - più magro, dai lineamenti più duri e taglienti - ma anche, soprattutto, nell'animo. Ancora oggi, quando ormai ha trentasei anni, continua a vivere con l'ombra di quel rifiuto che lo accompagna sempre, come una musica che resta sospesa nell'aria anche quando non c'è più nessuno a suonarla. L'incontro con Sara, che intuisce l'inquietudine nascosta dietro l'apparente ordinarietà di Tsukuru, sarà l'occasione per rispondere a quelle domande che per sedici anni l'hanno ossessionato ma che non ha mai avuto il coraggio di affrontare.

venerdì, ottobre 10, 2025

Gocce d'inchiostro: Lettere di una vita - Irène Némirovsky

In fondo alle lande deserte in cui sono sprofondata, per qualche momento, ha regnato il silenzio. La solitudine era depositata come fango morbido. Una debole luce diffondeva i suoi raggi pallidi come resti di memorie lontane. E nemmeno sul fondo si riusciva a scorgere segni di vita. In quale nuova storia mi ero imbarcata non saprei dirlo, poiché la misura ordinaria del tempo non esiste. Si espande o si blocca in accordo dei movimenti del cuore. Emette un battito a seconda di quello che sente, che prova. Eppure, ciò che mi sono trovata dinanzi, non è stata una nuova storia. Un testo che la casa editrice ci aveva propinato a scopo di lucro, quanto un frammento di vita che è stato evocato - prima con un’indagine sperimentale - e poi rievocato e redatto sino a che non è divenuto il testo che, i primi giorni di primavera, mi ha concesso di cibarmi. Perché qui era riportata la vita di una delle autrici che, nel tempo, ho conosciuto in ogni forma e sfaccettatura. Stratificata come una cipolla, ma il cui vissuto era impregnato di quella assurda solennità tipica dei classici con la quale la fugacità di un misero atto d'amore investiva inevitabilmente anche l'atto più insignificante. Lo specchio in cui ciascun personaggio rifletteva la scrittrice, la sua immaginazione: ognuno a seconda della propria rappresentazione. In uno scenario tetro, con un pallido sole che illumina le rovine di una piccola città, fra detriti macchiati di rosso e miseria, in cui l'uomo brancola tra corpi e carcasse fumanti, in cerca di una salvezza che non può arrivare.


Titolo: Lettere di una vita

Autore: Irène Némirovsky

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 24 €

N° di pagine: 460

Trama: «Irène Némirovsky non apparteneva alla categoria degli scrittori che, nel dedicarsi alla corrispondenza, si sentono osservati dalla posterità» osserva Olivier Philippon­nat nella prefazione a questo volume. E tuttavia, aggiunge, le sue lettere fanno par­te a pieno titolo dell’opera letteraria, so­prattutto perché ci consentono di scopri­re una voce più intima, più autentica, di­versa da quella che abbiamo imparato ad amare nei romanzi e nei racconti – sorprendente. Se le prime, le lettere delle années folles, ci restituiscono l’immagine di una ragazza vivace e spensierata che, pur le­gata alle sue origini russe (e al ricordo del­la tragedia a cui ha assistito), approfitta go­losamente di tutto quello che Parigi e la Francia possono offrirle – e che non perde l’ironia nemmeno quando si sente malinco­nica, arrivando a chiedersi: «Pene di cuo­re o indigestione di astice?» –, in quelle de­gli anni Trenta scopriamo la romanziera brillante e determinata, sia nei rapporti con gli editori che nei confronti della critica. Con lo scoppio della guerra, l’occupazio­ne nazista e le leggi antiebraiche, vediamo crescere in lei l’angoscia, la collera, la di­sillusione – e leggeremo con un nodo in gola la lettera con cui affida le figlie alla governante, elencando i beni di cui disfar­si per provvedere al loro sostentamento, e l’ultima, scritta al marito subito prima del­la deportazione ad Auschwitz.

mercoledì, ottobre 08, 2025

Un piccolo gesto di tenerezza: grandparents' day

Se mi guardo alle spalle, penso che i miei nonni, i miei cari nonni, che purtroppo non sono più qui, accanto a me, da un bel pò di tempo, dovrebbero essere eterni. Se ci si riflette per qualche istante, sembrano dei secondi genitori: prima crescono i nostri genitori, impartendo regole e leggi imprescindibili per il loro rendimento spirito o culturale. E poi loro, cioè i genitori, attuano il medesimo comportamento con noi figli. Figli che perlopiù si aggrappano alla figura del nonno o della nonna come una specie di supereroe. Per quel poco che io ho potuto godere, le mie care nonne non ci impartivano, a me e mia sorella, delle regole basilari o specifiche affinché il loro bene superasse o eguagliasse quello dei nostri genitori. Semplicemente si prendevano cura di noi, quando i nostri genitori erano via per lavoro, viziando le nostre richieste delle volte, ma anche rimproverandoci delle altre. Ma, nell’insieme, trasmettendo quel calore, quelle piccole gioie che niente e nessuno potrà restituirci. Forse, solo la risacca disomogenea del tempo che, infrangendosi sugli scogli, potrà rievocare qualcosa. A modo mio, con questo post, voglio perpetuare la memoria di questi secondi genitori, queste figure eroiche che, inconsapevolmente o meno, hanno lasciato una traccia nel nostro piccolo cosmo. Abili seduttori del cuore umano in cui niente e nessuno avrebbe potuto contrastare il loro affetto, barricare il loro amore, rievocando in ogni gesto o attenzione.

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Teresa custodisce da sempre un segreto di cui è ormai l’unica depositaria. E’ vecchia, ostinata, nonna di due splendidi nipoti a cui spetterà svelare questo segreto.


Titolo: Teresa degli oracoli

Autore: Arianna Cecconi

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 16 €

N° di pagine: 208

Trama: Teresa custodisce da sempre un segreto di cui è ormai l’unica depositaria. E’ vecchia, ostinata, e quando intuisce che la sua mente e la sua memoria si sono fatte labili, decide di non mettere a repentaglio ciò che ha tenuto nascosto per una vita intera. Così una sera si sdraia nel letto e non si alza più: per dieci anni, “zitta e immobile, fissava quello che gli altri chiamavano vuoto e che lei aveva imparato a interpretare”. La sua famiglia però, ostinata, porta il letto al centro del salotto e dell’esuberante vita della casa, che è tutta al femminile: oltre a Teresa, ci sono le figlie, Irene e Flora, la cugina Rusì, la badante peruviana Pilar e Nina, la nipote. E’ lei a raccontare la loro storia, che inizia nel momento in cui la nonna si sta spegnendo e le cinque donne le si stringono intorno per vegliarla. Prima di andarsene, Teresa regala quattro oracoli – uno portato dal vento ( come quello che indicò a Ulisse la via del ritorno), uno scritto sulla sua pelle ( come la tradizione tramanda sia avvenuto a Epimenide), uno fatto di nebbia e di poesia ( come al cospetto della Piza di Delfi), uno che diventa fulmine (secondo la tradizione della Sibilla Eritrea) … Sono oracoli che sciolgono il nodo che blocca le loro esistenze, liberandole dalle paure, dal senso di colpa, dal passato, dall’incapacità di affacciarsi sul proprio futuro. E, liberando le loro esistenze, Teresa libera finalmente se stessa.

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