domenica, marzo 30, 2025

Nella baia delle parole: romanzi metropolitani parte 2

I luoghi in cui. mediante letteratura, sprofondo, mi hanno sempre spinta a compiere passi o gesti per cui dovetti affidarmi, e non poche volte, a dei modelli che hanno funto da ispirazioni o concretizazzione attraverso diversi aspetti. Rinunciando alla mia inutilissima vita di tutti i giorni, rinfrescando il mio spirito di una luce tutta sua. Questa seconda parte di quei romanzi ambientati nelle metropolitane, non toglie ma aggiunge qualcosina a quei luoghi in cui potei perdermi non molto tempo fa, che con questo ennesimo post, mi impegno a voler valicare, quando posso, e a mio piacimento.

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Buenos Aires: Un romanzo che conduce a Buenos Aires, dove ci attendono le risposte alle tante domande lasciate in sospeso.


Titolo: Frieda

Autore: Christophe Palomar

Casa editrice: Ponte delle  Grazie

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 306

Trama: La Frieda che dà il titolo a questo sorprendente romanzo è Frieda von Richthofen, figlia di un alto ufficiale tedesco, cugina del Barone Russo e musa di D. H. Lawrence, il chiacchierato e geniale autore dell’ << Amante di Lady Chatterley >>. Donna dalla personalità eccezionale, è lei la grande fonte d’ispirazione e di passione del protagonista e voce narrante del romanzo, Joachim von Tilly. Questi, rampollo di una famiglia di conti tedeschi, sembra destinato a seguire le orme paterne a capo delle acciaierie di famiglia. Nella bellezza della Capri del primo Novecento, Joachim avverte tuttavia la possibilità di un’altra vita. Inizia allora per lui una fuga senza fine, costellata d’incontri, amori, speranze e tradimenti. Una fuga che lo porta da Vienna e Berlino fino a Buenos Aires, dove lo attendono le risposte alle tante domande lasciate in sospeso.

venerdì, marzo 28, 2025

Gocce d'inchiostro: Nel segno della pecora - Murakami Haruki

Era scoppiata, di nuovo a dire il vero, la febbre murakami, una brutta malattia di cui sono affetta e da cui non c’è cura o rimedio, da molti anni. La temperatura corporea aumenta, le nozioni acquisite accrescono sempre più, il piacere di assaporare e divorare un testo dopo l’altro convergente a quello di scoprire i segreti, la nobile arte del suo mondo, i cui simboli, così folli e poco intelligenti, sono in realtà rappresentazione di una realtà che fa parte di un tutt’uno. Di elementi che tracciano un universo vermicolore, e in cui la mediocrità, l’insoddisfazione, l’insofferenza, la mancata fiducia in se stessi, convergono nell’atto di proprietà di ogni individuo. Ispirato a Karl Marx, e all’idea di proletariato, l’uomo murakamiano è un essere che vaga lungo la riva dell’assurdo, analitico alla lotta fra classi, ai problemi del capitalismo e ad una previsione delle potenziali forme future del comunismo. Romanzo costola di un ciclo di romanzi detti del << Sorcio >>, che a distanza di qualche anno genera ancora un certo ammaliamento, un certo fascino da cui, il surrealismo che lo resero noto, divengono qui una forma già tracciabile di un formidabile disegno di macchinazione e individualità.


Titolo: Nel segno della pecora

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 12, 50 €

N° di pagine: 315

Trama: "In una semplicissima newsletter, un giovane agente pubblicitario inserisce la fotografia, in apparenza banale, di un gregge: uno degli animali, una pecora bianca con una macchia color caffè sulla schiena, suscita tuttavia l'interesse di un inquietante uomo vestito di nero, stretto collaboratore del Maestro, un politico molto potente i cui esordi si perdono nel torbido passato coloniale giapponese. Al giovanotto viene affidato l'incarico - ma si tratta in sostanza di un ordine - di ritrovare proprio quella pecora: unico indizio, la foto in questione, ricevuta per posta dal Sorcio, un amico scomparso da anni. Accompagnato da una ragazza con le orecchie bellissime e dotata di poteri sovrannaturali, attraverserà tutto il Giappone sino a raggiungere la gelida regione dello Hokkaido, vivendo una vicenda mirabolante e al tempo stesso realistica nella descrizione di luoghi e circostanze. Considerato l'esordio letterario di Murakami, 'Nel segno della pecora' introduce molti dei temi cari all'autore: la solitudine dell'uomo, l'arroganza e lo strapotere della politica, la nostalgia per l'atmosfera esaltante degli anni Sessanta, la passione per il rock e il jazz, l'irrompere del surreale nella prosaicità della vita quotidiana. Un romanzo che ci trasporta in uno di quegli scenari onirici che nelle storie di Murakami fanno da cassa di risonanza ai nostri dubbi e alle nostre ansie più profonde." (Antonietta Pastore)

mercoledì, marzo 26, 2025

Romanzi su misura: Marzo

Una roba che la si conosce, si tenta di interpretare e, a fine mese, pagare una specie di dazio. Uno scontrino che riepiloga le nostre entrate, e anche le uscite, e, in particolare, cosa ne rimane, in spericolate e folli immersioni dell’anima, in cui i libri non sono solo battelli da cui assaporare ogni cosa, valicare ogni confine, quanto opportunità sull’anima. In una manciata di giorni, esattamente in trenta, possono accadere tante cose, ma i libri, i romanzi, una costante, nello stradario quasi sempre aggiornato di opere che hanno a che fare con la mia vita. Sono strettamente in contatto col mio mondo, e fanno di esso un posto splendido e luminoso. Non c’è che dire, i libri sanno come lenire la mia anima con estrema cura. E ciò che ne ricavo, è un beneficio mediante cui posso toccare ogni cosa. Frutto di pace, inizio di ogni cosa, essenza di libertà. E, alla fine di ogni mese, ciò che ne resta è sopravvivenza di ciò che se ne ricava. Tutti all’ombra del grande albero della mia coscienza. Cosa ho ricavato da questo ennesimo mese di letture? Sicuramente un guazzabuglio di tante cose, una piccola fortezza su cui le fondamenta sono solide dalla parsimonia, l’amore e la passione che ricavo, giorno dopo giorno.

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Romanzi su misura in carta e inchiostro: 

Una storia che altri non è che la storia di un deterioramento graduale da un mondo a un altro, dalla presa di coscienza di una nuova realtà del tutto sconosciuta, radicata nel profondo di noi stessi che come foglie secche si libra e si rigira nell'aria e scende sprofondando al suolo.

Valutazione d'inchiostro: 4

lunedì, marzo 24, 2025

Gocce d'inchiostro: Guida al trattamento dei vampiri per giovani casalinghe - Grady Hendrix

Il Maine sa essere splendido di notte..Non trovate? Quei piccoli sobborghi in cui sono rintanati gruppi di anime che abbiamo letto o visto, in qualche serie televisiva o letteraria, strade serpeggianti che si svuotano nel momento in cui sopraggiunge il crepuscolo, e le fiaccole dei lampioni che si accendevano quando la notte sopraggiungeva, conferendo un chè di spettrale. Un’inquietudine che i romanzi del Re ci hanno fatto conoscere, toccare con il palmo delle nostre mani, ma a cui si torna quasi sempre, a distanza di poco o molto, in una fredda e ostile immersione.

Giungendo nel piccolo paesino in cui sono capitata, quando decisi di leggere questo testo, fui sulle prime travolta da una specie di esperienza spirituale in cui il mio essere si fosse discostato dal corpo, avesse lasciato questo piccolo contenitore e trovato un posto nel paesino che stava prendendo vita, nella mia testa. Non fu difficile trovare un posto in quanto ogni cosa, questi piccoli sobborghi, la paura che serpeggiava in ogni angolo, risucchiata a tal punto da dimenticare cosa e chi mi circondava. Collezionando così innumerevoli momenti in cui a muoversi era qualcosa di forte e indefinito, che non si incaponirà sulle figure pure dei fanciulli, quanto su gruppi di casalinghe che colmano la loro sete di conoscenza e pettegolezzi mediante la lettura di romanzi. E, nel giro di una manciata di giorni, costruito un isolotto di magia in cui il tempo sembrava essere sospeso, la realtà cozzava con i ricordi che lacerano da dentro, costruendo quel filo invisibile che ha riempito il mio cuore. Avrei continuato a lungo, avrei letto altre mille pagine, se fosse stato necessario. Non avrei voluto abbandonare tutto questo, ma, alla fine, ho dovuto accettare di essere giunta alla fine di un qualcosa a cui non ci sarà un effettivo rimedio – crescerà dentro la nostra anima, si espanderà come un tumore, fagociterà le nostre fragili membra -, e resteremo colpiti dall’idea che un semplice essere  aveva mosso le paure di chiunque.


Titolo: Guida al trattamento dei vampiri per giovani casalinghe

Autore: Grady Hendrix

Casa editrice: Oscar Vault

Prezzo: 14 €

N° di pagine: 464
Trama: 

Difficile la vita di Patricia Campbell: divisa tra un marito troppo impegnato col lavoro, i figli e l'anziana suocera, la sua unica oasi felice è un gruppo di lettura di libri true crime. Un giorno al gruppo si unisce James Harris, bello, misterioso e sensibile, che fa sentire alla donna cose ormai non provate da anni. Eppure c'è qualcosa di strano in lui: non ha un conto in banca, non esce durante il giorno e la suocera di Patricia sostiene di averlo conosciuto da ragazza. Quando alcuni bambini scompaiono senza che la polizia faccia nulla, Patricia e le amiche sospettano che James sia un serial killer. Sono loro ad aver letto troppi libri true crime o quello che si aggira nelle loro case è un mostro vero?

sabato, marzo 22, 2025

Nella baia delle parole: romanzi metropolitani parte 1

Parlando di romanzi, si possono trarre idee, nozioni che potrebbero essere o fungere da espediente per diffondere il mio amore per la letteratura. Del resto, la creazione di questo post, l’ennesimo che parla di libri, cuore pulsante o linfa vitale di questo salotto virtuale, estrapolato dal nulla una mattina di inizio marzo, si distanzia nell’isolotto della mia coscienza mediante un chiaro progetto: quali romanzi possono considerarsi come delle grandi gigantesche metropoli? Quelli che, a dispetto di dove essi siano ambientati, costituiscono quella solida fortezza, in cui schiere di lettori, in passato, al presente o al futuro, si sono persi, si perdono o si perderanno, e per non parlare della grande componente di tradizioni di ogni luogo da cui spesso estraggo delle forme di conoscenza di cui assimilo e traggo ispirazione non solo per il mio rendimento culturale ma anche personale.

Alla fine sono arrivata a comporre una discreta pila di romanzi ambientati in delle splendide metropoli, che disgraziatamente ho << visto >> solo su carta, ma a cui mi premuro di voler visitare, osservare in un futuro non troppo remoto. Le grandi metropoli di cui vi parlerò, prevedono come protagonisti romanzi in cui, in un modo o nell’altro, rivelano quasi sempre una traccia di me. Costruiti nel tempo, negli anni, quelle fondamenta solide che mi premuro a voler osservare, esplorare, quando mi pare e piace, al loro dolce richiamo. Questa dunque la prima parte di questa irruenta immersione in quei luoghi magici che finiscono poi per mettere praticamente al bando qualunque tentativo di voler tornare a casa, alla vita di tutti i giorni, riscoprendo ogni luogo, pur di percorrere questi impervi terreni camminando passo dopo passo.

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Barcellona: Quando si parla di Barcellona, questo luogo magico in cui i libri non solo scintillano ma respirano, come non ricordare quella fumosa e ombrosa di Carlos Ruiz Zafon?!?


Titolo: L’ombra del vento

Autore: Carlos Ruiz Zafon

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: € 13

N° di pagine: 439

Trama: “Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.”

giovedì, marzo 20, 2025

Gocce d'inchiostro: Piovevano uccelli - Jocelyne Saucier

Le storie in cui finisco per essere sballottata, qua e là, da un luogo ad un altro, sono quasi sempre quelle che posseggono anime sporche, grumi di passato che con opacità contornano il tutto e rendendo ogni cosa poco visibile ad occhi umani. Ma gli occhi umani, perlomeno quelli dei lettori, in un modo o nell’altro, da questa opacità, alla fine, riescono sempre a vedere, scorgere qualcosa e in questo qualcosa colgono una certa luce, un rantolo, un lamento. Nell’insieme, la razza umana, che in ogni forma o sfaccettatura la si osservi, trasmette qualcosa. Basta scambiarci due parole, uno scambio preciso e netto di suoni ed ecco come una storia che apparentemente sembrava non potesse trasmetterci niente, diviene poi una fotografia da cui è possibile scorgere la vita. Una galleria d’arte in cui la scintilla di cui facevo cenno prima è relativa alla razza umana e ad una fase di cui, presto o tardi, giungeremo un pò tutti. La vecchiaia. Imprescindibile a spianare il sentiero di una lunga riflessione sul senso della vita, intingendo nei colori della vita quel pennello che avrebbe poi lasciato un segno indelebile nell’etere.

Titolo: Piovevano uccelli

Autore: Jocelyne Saucier

Casa editrice: Iperborea

Prezzo: 16, 50 €
N° di pagine: 210

Trama: Tre ottantenni che amano la libertà hanno scelto di vivere gli ultimi anni a modo loro, quasi senza contatti con la società, ciascuno nella propria capanna di legno nel folto della foresta canadese dell'Ontario settentrionale: Charlie, che ha rifiutato un destino di cure ospedaliere, Tom, che ha voltato le spalle a una vita dissoluta tra alcolismo e assistenti sociali, e Boychuck, taciturno e dall'oscuro passato. Unico contatto con il mondo esterno sono due personaggi ai margini della società: Steve, gestore di un albergo fantasma nella foresta, e Bruno, intraprendente coltivatore di marijuana. La visita di una fotografa sulle tracce degli ultimi sopravvissuti ai Grandi Incendi che hanno devastato la regione quasi un secolo prima sembra solo una breve parentesi nel loro isolamento, ma quando un'altra donna, fuggita dall'ospedale psichiatrico, arriva in quell'angolo sperduto del mondo, niente sarà più come prima: con l'aiuto dei suoi nuovi amici, l'anziana Marie-Desneige, un essere etereo e delicato che custodisce il segreto di amori impossibili, riuscirà a riprendere in mano la sua vita e a cambiare per sempre le regole di quella piccola e insolita compagnia. Il cauto, rigoroso rispetto degli spazi di ciascuno lascia il posto a un nuovo senso di comunità, a una condivisione delle emozioni e degli affetti che solo chi ha a lungo vissuto e sofferto può esprimere nella loro pienezza. Sullo sfondo silenzioso dei grandi spazi del Nord canadese, tra drammi del passato e nuove tenerezze del presente, Piovevano uccelli costruisce una storia luminosa di dignità e sopravvivenza, innalzando un inno alla libertà, fosse anche quella di ritirarsi dal mondo e scegliersi un'altra vita o quella di morire.

martedì, marzo 18, 2025

Danzando su carta 34°

Ognuno di noi, ogni anima che vaghi in questa landa desolata, sembra avere un proprio ristoro. Una pace segreta che coincide con le passioni o i sentimenti che albergano in ognuno di noi e del modo in cui l’uomo risponde a questi stimoli. Racconto sempre a me stessa, sì, in quell’incessante dialogo fra il mio spirito e la mia coscienza, che quella della lettura non è un semplice hobby, un semplice modo per colmare alcune ore del nostro tempo a disposizione. Quanto un processo volontario, esattamente come l’atto di respirare, in cui da qualche anno ho potuto prendere consapevolezza che rappresenta la mia personalissima felicità. La mia panacea in cui l’atto di avere e possedere, coincide con la gioia, la felicità che certi << gesti >> impulsivi emettono. Leggo sempre così tanto, e desidero leggere sempre più, circondarmi di libri letti e non che non tutti i libri del mondo penso non basterebbero a saziare questa sete bruciante, questa necessità incolmabile. Ma nel tempo ho imparato a scovare una cura mediante lo shopping compulsivo. Libri e ancora libri.. Era questa la felicità? Assolutamente. Ma la vita adulta, presto o tardi, ci induce ad aprire gli occhi e a compiere delle scelte. I libri ci saranno sempre, i bookhaul pure, ma il numero dei libri ridotto. Esiguo ma necessario per colmare ogni mancanza, ogni desiderio sopito. E, a distanza di pochissimo, ecco come un’altra bellissima pila campeggia in tutta la sua splendida essenza. Luoghi che mi premurerò ad osservare, valicare come magiche barriere, alcuni già valicate altre invece ancora da percorrere. Ma, nell’insieme, convergenti in quelle uniche condizioni che sono diventate indispensabili per me stessa.

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Letto l’anno scorso, saggio di crescita personale che desideravo possedere in cartaceo, perchè aveva rischiarato la mia anima di una luce che ho trovato quasi due anni fa. Forse l’avevo già trovata, ma inconsapevole di esserne stata inondata, celata nella quotidianità, nella ripetizione di gesti meccanici, di abitudini che, fra le altre cose, mi rendono produttiva, contenta, felice, combattendo giorno dopo giorno una guerra silenziosa indipendente, che appartiene solo ed esclusivamente a me.


Titolo: Il club delle 5 del mattino. Inizia presto la giornata, dai una svolta alla tua vita

Autore: Robin Sharma

Casa editrice: Tea

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 352

Trama: Ci sono buone abitudini che, una volta acquisite, ci aiutano a vivere meglio. Svegliarsi presto la mattina per seguire una routine fatta di azioni e di gesti salutari è senza dubbio una delle più importanti, perché ci permette non solo di affrontare la nuova giornata con vitalità e ottimismo, ma anche di pianificare, nella calma delle prime ore, azioni da compiere e obiettivi da realizzare. Attraverso la storia di due insoliti personaggi, una giovane imprenditrice e un eccentrico pittore, e del loro incontro con uno stravagante e simpatico miliardario che li guiderà in un percorso di crescita individuale, Robin Sharma, esperto di leadership e di sviluppo personale, ci propone un programma basato proprio su alcune abitudini mattutine da seguire ogni giorno, per migliorare produttività e rendimento, e in generale la qualità della propria vita. I «grandi» mattinieri della Storia sono molti. Come loro, anche noi, possiamo aspirare a qualcosa di significativo e soddisfacente. E Robin Sharma ci indica la strada giusta per arrivarci... mattino dopo mattino.

domenica, marzo 16, 2025

Gocce d'inchiostro: Le notti bianche - Fredor Dostoevskij

La bellezza di certe notti è davvero impareggiabile. Ma la loro comunità internazionale non prevede che si assista, si osservi questo splendido dipinto con distacco, quanto con i sensi acuiti e vigili. Le notti che sono ritratte in questo testo sono piene di disincanto, orribili e malinconiche poiché esprimono una realtà, quella pietroburghese dell’autore in cui è stato possibile identificarsi in un periodo di tempo in cui l’avvento dell’estate era un paradosso, sembrava appartenesse a una dimensione parziale, sospesa tra reale e immaginazione. Perché da tale vita non si può avere certezze, quasi fallimento. E quando lo si designa il tutto come una visione sentimentale, lo spettatore non è del tutto consapevole che trattasi di un parossismo in quanto è egli abitante di un universo bipolare in cui sembriamo vittime sacrificali che, mediante gli ingranaggi del sogno, è possibile interpretare la mente umana. Le contraddizioni della mente umana, l’inarrestabile conflitto fra interiorità psichica, individuale e sociale che smascheri lo scontro caotico fra pulsioni e sentimenti in cui i valori estetici ed etici divengono più netti.


Titolo: Le notti bianche

Autore: Fredor Dostoevskij

Casa editrice: Bur Rizzoli

Prezzo: 9,90€

N° di pagine: 230

Trama: Eroe del romanzo breve "Le notti bianche" è la figura del sognatore, nella cui piatta esistenza, chiusa in uno sterile mondo di fantasticherie, piomba per un breve attimo la giovane Nasten'eka. "La mite" e "Il sogno di un uomo ridicolo" sono due capolavori dello scrittore russo. Dostoevskij ci presenta nel primo il racconto introspettivo di un marito che veglia la giovane moglie morta suicida; il secondo è il monologo di un uomo che, abbandonato da tutti e deciso ad uccidersi, sprofonda in un sogno che lo trasporta in un mondo primordiale, dove gli uomini vivono in uno stato di felicità, privi della sofferenza e del peccato.

venerdì, marzo 14, 2025

Malattie letterarie 2 °

C’è qualcosa di malato, di corrotto in ognuno di noi.. non credete? C’è qualcosa di guasto, malato, in ogni individuo o essere umano che cammina in questa nuda terra, il cui animo riflette un’inquietudine che, se di primo acchito, può intimidire e intimorire, in un secondo anestetizzano i nostri sentimenti. Ciò a cui mi riferisco, naturalmente, è qualcosa legato alla lettura, ai libri, che effettivamente non aggiungono o tolgono niente che io non abbia già espresso, in altre righe, ma solo conquistare, qualcosa che non è solo materia, quanto spirito. Cosa c’è però di malato nella letteratura, e, soprattutto, in un lettore? Semplice, le emozioni che prevalgono, quando leggiamo un testo, e che a seconda di ciò che ci regalano le loro storie, sono relegate in un organismo unicellulare da cui derivano o prevalgono malattie. Il diabete, ad esempio, quando un romanzo è così zuccheroso da cariare persino i denti. L’influenza, da costiparsi a tal punto di rinchiuderci in casa, pur di proseguire nelle vicende. Amnestico, con ancora la gola bruciante e la voce rotta per aver bevuto, come te caldo, nel giro di qualche ora una storia, ma dimenticata nel giro di niente.. Insomma, fenomeni incomprensibili e imprevedibili che il nostro corpo contrae, senza nemmeno rendersene conto. Inconsapevole però che a certe malattie, esattamente come sosteneva Shakespeare, come l’amore, non c’è rimedio, né cura, quanto rassegnazione e consapevolezza nel conviverci.

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mercoledì, marzo 12, 2025

Gocce d'inchiostro: Il trasgressore - D H Lawrence

Fu sul finire del mese di gennaio che sbarcai sul suolo americano che David Lawrence dipinse così bene in un ritratto sociale e culturale come questo, arrivando a possedere persino me, ritrovandomi seduta nel bel mezzo di personaggi che desidererebbero raggiungere la purezza, una chiara essenza, un tempo infusi fra loro, mostrando sempre la stessa faccia, ma vincolo temibile e terribile agli occhi del sesso più forte, così sprezzabili e diffidenti, isolati in luoghi che ripudiano qualunque intento maligno, qualunque rapporto disinteressato. Entità disgiunte, separate, prive di qualunque significato. L’inesauribile battaglia contro la Materia, contro la terra e tutto ciò che essa racchiude portano alla luce la materia ignominia del sottosuolo e la riducono alla volontà in cui il desiderio di realizzare un perfetto meccanismo valica ogni cosa. Questo folle e spietato meccanismo che è una subordinazione alla vita, e in cui, delle volte, mi sono sentita persino intrappolato, soffocata, oppressa da qualcosa che è esistito solo nella mia testa, perché fui così immersa in qualcosa che mi affascinò e infastidì tantissimo, sbandando e perdendo un po' la direzione, mettendo gli occhi in primis su anime algide e opache, non riuscendo però a valicare i confini del possibile, la dolcezza del mio cuore era in netto contrasto con quella dei protagonisti. Proiettati in una realtà disumana, l’inizio di un processo amorfo e ineluttabile in cui l’intento fatalista era reso all’estremo, si abbraccia o si segue una linea di nullità come un male incurabile e invincibile, impossibile da estirpare, ma così accecante persino per i nostri occhi deboli. Così facile da trovarsi lì, ora che alla soglia dell’età adulta, questo mondo mi aveva fagocitato.



Titolo: Il trasgressore

Autore: D H Lawrence

Casa editrice: Elliot

Prezzo: 17, 50 €

N° di pagine: 232

Trama: Siegmund, violinista di mezza età e padre di quattro figli, si innamora di una sua giovane allieva, Helena, e fugge con lei per una vacanza segreta sull'isola di Wight. I due, però, fuori dal contesto metropolitano di Londra non riescono a trovare la pienezza dell'amore, né a isolarsi realmente dalle loro preoccupazioni cittadine. Invece di vivere in modo spontaneo il loro rapporto, si rifanno continuamente ai grandi miti della passione - come quello del "Tristano e Isotta" di Wagner - trasformando la fuga d'amore sull'isola in qualcosa di inautentico. La fallimentare trasgressione delle regole borghesi avrà un effetto incurabile su Siegmund, facendolo precipitare in un crescente stato claustrofobico. Pubblicato nel 1912, il romanzo prese spunto dal diario dell'amante di Lawrence, la scrittrice inglese Helen Corke. In esso Lawrence anticipò i temi su cui l'autore costruirà la sua fortuna: il conflitto tra passione e responsabilità etica, l'atmosfera esaltata e febbrile, il paysage moralisé, le fecondazioni wagneriane, la ricerca di una libertà effimera e ansiosa.

lunedì, marzo 10, 2025

Uno squarcio sull'anima: abitudini letterarie 1

Le azioni ripetute, i gesti spontanei e meccanici, le cosiddette abitudini, sono parte integrante della mia vita. Senza alcuno sforzo, fanno parte di questo harem segreto, a volte incomprensibile, di lettere e parole, il cui impegno nei loro riguardi è automatico, spontaneo come respirare. Si, perchè da lettrice organizzata ed equilibrata, quando mi chiedono quale sia il segreto del mio successo, rispondo: << Le abituni. >>. Perchè posso fare tante cose, organizzare il tempo, le letture, la vita, in generale, persino barricarsi dietro ad ogni imprevisto, perché anima abitudinaria che ama sguazzare in questa piccola panacea, in questo isolotto in cui posso essere me stessa. Ed è mediante queste abitudini che, nel caso della lettura, posso concentrarmi, ascoltare ed osservare bene, pur di comprendere il mondo che si dibatteva con la mia coscienza. E, affinché i pensieri restino tali, senza la necessità di tradurli in suoni, con queste parole, questo post, il primo di una serie a dire il vero, vi mostrerò quali sono le mie abitudini. Quelle che mi rendono produttiva, consumatrice e soprattutto contenta della piccola vita che, nel tempo, ho potuto costruirmi.

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Al mattino, amo alzarmi presto, per dedicare almeno mezz'ora di tempo alla lettura.

sabato, marzo 08, 2025

Gocce d'inchiostro: Don Chisciotte della Mancia - Miguel De Chervantes

Ho vissuto nella Spagna del 1400 per un lasso di tempo, meno ridotto di quel che credevo, in cui mi diedi una missione: quella di ricostruire la memoria religiosa di un uomo la cui figura era molto più vicina a quella del mito che all’immagine sacra, tentando di anticipare quelle forme di dogmatismo che erano radicate nella possibilità di accarezzare l’idea, creare una riforma indigena popolare non contraffatta da sacrestia ma da forme di integrazione religiosa. In compagnia di un uomo denominato come Il Cavaliere della Triste Figura, mediante cui intrapresi un viaggio, manifesta la volontà dell’originalità, della creazione, la realizzazione alla morale utilitarista e convenzionale borghese, paradigma di ambiguità e pura volontà. Desideroso di adempiere a dei ruoli di cui tuttavia non attecchiscono la sua anima in quanto evanescenti e invisibili.. Qualunque parola o sillaba emessa per tentare di concepire una specie di pensiero, una frase sensata che conferisca un’idea di esperienza di lettura, come questa, specie ora che il cozzare di spade e lancia è cessato, non credo possa sopravvivere al ricordo, all’incarnazione di un uomo, nella drammatica circostanza della guerra civile. Eppure, come qualche mese fa accadde con la Recherche, ora medesima cosa avviene con un testo, un romanzo epico e cavalleresco che in un modo o nell’altro ci condanna a vivere ed osservare convertita la sua integrità di eroe tragico ambivalentemente, continuamente screditato ed identificato in forme di fantasia e sogno o irrealtà in cui tenta di inventare se stesso, rassegnandosi ad un destino a cui risponde con un certo slancio ideale. Quello del viaggio amalgamato alla tragicità e all’ironia che spesso tende a mostrarci il contrario di ciò che si comprende o capisce, coprendo di ridicolo ogni forma esistenziale, riducendo il molteplice all’identico e al pensiero razionale.

Titolo: Don Chisciotte della Mancia

Autore: Miguel De Chervantes

Casa editrice: Bur

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 1311

Trama: "Qui vivono maestro Nicola, barbiere, e Pietro Pérez, curato, don Chisciotte e Sancio Panza, Ronzinante e Dulcinea del Toboso, il baccelliere Sansone Carrasco e Ginesio di Passamonte, l'arguta Dorotea e don Fernando, qui c'è la grotta di Montesinos e c'è Cervantes fra mille avventure e luoghi fantastici, poi ci sei tu, lettore, primo personaggio del libro, tu che in queste terre di pagine e parole, appena entri, prendi il nome di Alonso Quijano:" (Gian Luca Favetto".

giovedì, marzo 06, 2025

Le TBR: richiami dell'anima 47°

Capita spesso che i giorni, le settimane, volano, senza rendercene conto, e come i libri da leggere - anziché ridursi - aumentano a dismisura. Com’è possibile?!? Il problema, perlomeno per me, è che tento di concentrare in una manciata di trenta giorni, un numero a dir poco moderato di letture che in un mese solo, come una medicina palliativa, dovrebbe curare i mali provocati dal quotidiano. Del resto, quando si apre un libro, si tenta di curare, prendersi cura, irrimediabilmente, della nostra anima. E ciò che ne deriva sono effetti un pò più forti di quel che crediamo: il desiderio di assumere un numero spropositato di farmaci, ci fa perdere la lucidità, la ragione. E, se non ponderati, rischiamo di esserne intossicati. Drogati e assuefatti di storie, suoni e parole… Se non, addirittura, faccia a faccia dinanzi alla morte.Ma questa, a mio avviso, è una delle più belle << malattie >> possa esistere in natura: porre attenzione o cura, irrimediabilmente, agli incauti sussulti di un cuore ancora troppo giovane, quale effetto nocivo può donare? Beh, un effetto forse c’è: quello relativo alla sua durata. Come ogni cosa, anche certe medicine hanno una sua durata, un suo inizio e una sua fine, e se il loro effetto lo si tenta di preservare come in una bolla, una bolla personalissima, cosa fare se non tentare di protrarre il loro effetto, la loro efficacia? Questa ennesima tbr, espugna tutto questo. L’ennesimo tentativo di porre dei rimedi alla nostra esistenza, mediante viaggi da poltrona che non colmano il cuore di una melodia tutta loro, ma, persino lo spirito.

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Il cuore pulsante di questo blog nonché una delle saghe più belle che denoti il mio amore per i libri e la letteratura.

La Funke ha emesso un suono, quando ero bambina, ed io l’ho seguita per tutti questi anni. Le sue storie sono dediche ad un pubblico giovane, ma radicate nell’immaginazione di chiunque ama immergersi nell’arte intrinseca fra suoni, voci e parole.

Titolo: La trilogia del Mondo d'Inchiostro

Autore: Cornelia Funke

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 24 €

N° di pagine: 1224

Trama: Meggie ama i libri. E ama moltissimo anche il padre Mo, che però rifiuta di leggerli a voce alta. Se lo facesse, infatti, porterebbe la vita nei libri e i personaggi dei libri alla vita. In una notte crudele lesse "Cuore d'inchiostro" e un malvagio signore dal cuore nero, Capricorno, si liberò dai lacci delle parole per materializzarsi nel suo salotto. In quell'attimo fatale accadde anche qualcosa di più grave: la moglie di Mo scomparve per sempre tra le pagine del libro. E ora il perfido Capricorno cerca Mo per piegare i suoi poteri a perfidi scopi …

martedì, marzo 04, 2025

Gocce d'inchiostro: Il risveglio - Kate Chopin

Questo romanzo, quasi dimenticato, di Kate Chopin, non dice niente di nuovo da ciò che si aspetterebbe di leggere da un classico, ma si pose esattamente com’è: una melodia breve, struggente, in chiave minore, che esprime una rassegnazione senza speranza in cui si scorgono suoni di drammaticità e solitudine. Così approdò questo bel romanzo, nel mio cantuccio personale. Mi fu proposta l’idea di leggerlo colmando così una delle mie tante lacune letterarie, ed io che ero ancora indecisa su quale romanzo approcciarmi come inizio del nuovo anno pensai che fosse il momento più adatto. La misteriosa Kate Chopin divulgò particolari aspetti di vita quotidina, che galleggiano in un profondo stato di malinconia che nuoce persino alla tranquillità e all’equilibrio, non mi avrebbe sorpreso per i temi in sé piuttosto per come è strutturato perché Il risveglio non può considerarsi come un film innovativo ma già visto, che finisce però per collocarsi in quel filone letterario che conferisce svariati obiettivi sul conformismo dell’esistenza esteriore, l’interrogarsi di quello interiore. Affannandosi a cercare la quiete nella bellezza, affinchè lo stato d’animo si rilassi.

 


Titolo: Il risveglio
Autore: Kate Chopin
Casa editrice: Nova Delphi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 240
Trama: Edna Pontellier, moglie di un uomo d’affari di New Orleans e madre di due figli, si rende conto di quanto la sua vita sia schiava delle apparenze. Inizia così un cammino personale di risveglio fisico e spirituale, che la porterò a sfidare i ruoli imposti e a ricercare nel mondo quel profondo senso di libertà cui anela. 

domenica, marzo 02, 2025

Romanzi su misura: Febbraio

Mi ci vollero una manciata di ore, se non di giorni, per prendere consapevolezza di come anche questo secondo mese, a dispetto del primo, fosse volato: la brevità del secondo mese dell’anno destabilizza e sorprende, e il tempo per sedersi alla scrivania e riporre anche solo queste poche righe sembra non necessario. Ameno o estraneo a quei conflitti in cui il cuore o la coscienza dovettero prendere atto o surclassare, pur di abbattere qualunque regressione esterna. Di letture di rispetto - inaspettatamente e per fortuna - questo mese sono state numerose e incontrovertibili, poiché i loro autori e il bagaglio di emozioni riscontrate erano miste a una sempre meno celata curiosità che la lettura istiga nel mio cuore, giorno dopo giorno. E a voler farne i conti, sono poi le emozioni. Cosa se ne ricava da un numero così spropositato di letture? C’è in palio qualche premio a cui inevitabilmente aspiriamo? No, affatto, quanto una << predisposizione >>, che, affinata nel tempo, è divenuta incontrovertibile allo spirito. Plasmato alla nostra identità, divenuto forma di vita necessaria ed esigente a cui, presto o tardi, dovremmo farne i conti.

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Romanzi su misura in digitale:

Non mi sono state impartite lezioni di fondamentale importanza. Solo esplicare forme espressive mediante cui ci si nasconde o protegge dal prossimo, dal Male assoluto, in cui la lotta inesorabile per la sopravvivenza trascina dalla morsa dell’incubo, mette in risalto il labile confine fra ciò che è necessario e libero arbitrio, memorizzando ogni loro mossa quasi un pulsante si azionasse dentro di me, trasformandosi in una presenza corporea.

Valutazione d’inchiostro: 5

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