martedì, aprile 29, 2025

Gocce d'inchiostro: Il manifesto del libero lettore - Alessandro Piperno

Questo saggio, uno scandagliare di opere che colma un certo vuoto, quello di percuotere nel tempo la magia che possiede la nobile arte della letteratura, mi procurò uno scoppio di vita – una gran voglia di valicare confini anche più impensabili che rimbalzarono sulle pareti bianche della mia camera. Venne e lì rimase per qualche tempo, più di quel che credevo, non dicendo nulla che effettivamente non conoscevo ma cercando in queste opere, in questa ricerca qualcosa che possa donare vita a ciò che non lo ha. Con autenticità, affinchè le parti << malate >> della vita siano amate un po' più del solito.


Titolo: Il manifesto del libero lettore

Autore: Alessandro Piperno

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine:156

Trama: "I libri sono strumenti di piacere, come la droga, l'alcol, il sesso, non il fine ultimo della vita." Questo l'assunto da cui muove "Il manifesto del libero lettore". Un grido di gioia, un'invocazione al capriccio, alla voluttà, ma anche all'indolenza e all'insubordinazione: perché leggere è un vizio, mica una virtù; diritto, intima necessità, non certo un obbligo istituzionale. Ecco chi è il libero lettore: un individuo un po' strambo, allo stesso tempo credulone e diffidente, squisito e volgare, sentimentale e cinico, devoto e apostata; un rompiscatole che diffida della gente ma ha un debole per i personaggi, che alle fauste bellezze della natura preferisce le gioie segrete della fantasia, convinto com'è che non c'è verità senza eleganza, né arte senza rigore. È così che Alessandro Piperno ripercorre la storia di un precoce amore mai venuto meno, quello per i romanzi, lungo le rotte tracciate da otto giganti della narrativa universale: Austen, Dickens, Stendhal, Flaubert, Tolstoj, Proust, Svevo, Nabokov. Affrontandoli "con amore, certo, ma senza alcun ossequio, con il piglio del guastafeste ansioso di svelare i segreti del prestigiatore". Del resto, il genio letterario è un mago spregiudicato e immaginifico. Jane Austen ha creato dal nulla un genere tutto suo, tra fiaba e romanzo, che non smette di incantarci; l'arte di Tolstoj di introdurre i personaggi non ha precedenti né epigoni all'altezza; l'ossessione di Proust per i tempi verbali illustra come nient'altro la dedizione a un passato irrecuperabile. "Il manifesto del libero lettore" è un'opera che esprime l'entusiasmo di chi, non dimenticando le ragioni per cui, appena adolescente, contrasse il vizio di leggere, ritiene che i grandi romanzi, per essere assaporati, pretendano il piglio, l'ironia e il disincanto della maturità.

La recensione:


Eppure ogni tanto capita. Apre un libro, scarica un ebook, e zac, il miracolo si compie. Ecco lo spirito schiudersi, i sensi vibrare, la mente esultare. Ah, lo sterile grato fascino degli amori senili!


La scrittura sa divenire più fitta, man mano che ci si inoltra fra le sue pagine. Come camminare nei boschi, gli alberi che divengono più fitti in mezzo a una bella macchia in cui è possibile scorgere il cuore di tutte le cose, derivazione di un’unico essere: da dove si alimenta la letteratura? Dove e che cosa? Scritte vergate su semplici pagine bianche trasmettono sempre qualcosa, ma per noi lettori, per me, perlomeno, ha a che fare con un tipo di magia che solo la parola scritta può evocare. L’uomo moderno ha posto e sollevato tante di quelle riflessioni, tanti di quei concetti in cui la letteratura non è solo espediente per vivere tanti e altrettanti mondi, quanto per guardarsi dentro con gli occhi di un altro. Alessandro Piperno, scrittore ma critico letterario più noto nel panorama della letteratura, ci pone in questo piccolo ma splendido saggio una visione in cui il rapporto fra lettore e autore è essenzialmente stretto. E’ un legame intrinseco che niente e nessuno potrà mai recidere, compensato dall’incredibile vivacità di chi ama cibarsi di letteratura. Quel lettore vorace che non aspetta nient’altro che quel piccolo cenno per poter entrare, sedersi nella sua poltrona preferita o nel suo letto morbido, accogliere quella piacevole brezza che soffiava sul suo collo come un alito di speranza e vita che tuttavia proviene da un altro mondo. Immagini che ballano sulla sua mente come diapositive e altre cose di cui non sa ancora decifrare. Il lettore sa che potrebbe morire di tutto questo, sa che è responsabile di ogni azione o gesto insensato  in cui è necessario esorcizzare una storia. Una storia che potrebbe prendere vita in qualunque momento, ma solo mediante un unico gesto: l’atto di aprire un libro come rituale segreto che avrebbe avviato un processo, un particolarisismo battesimo in cui il mondo di qua sarebbe entrato in coesione col mondo di là. E, quello splendido momento in cui le anime sarebbero entrate in coesione, incurante dell’artificiosità di certi gesti o del potere del Destino.

Quando vedo romanzi che parlano di libri, istintivamente, sorge in me la curiosità, il desiderio insopprimibile di possederlo. Che piacere immenso scovare una storia che nella maggior parte dei casi parla alla tua anima di qualcosa che ami intensamente, per cui daresti la tua stessa vita, sapendo di non essere abbastanza colta per conoscere ogni autore straniero o contemporaneo da prodursi in spericolate avventure – più rapide di quel che credo - , che inconsapevolmente mi rendono felice, per niente dubbiosa o timorosa, ma interessante a scandagliare le soglie di una << storia >>, se così si può definire, che parli di libri. Come quando ti approcci ad un nuovo autore, e lì, fra le sue pagine, confidi di riconoscere qualcosa di te… certe letture non risparmiano niente, ma fanno testo a ciò che è una delle più grandi inclinazioni degli amanti della lettura: la scrittura. A tal proposito si accetta di fare una cosa che è una sorta di tacito accordo fra lettore e autore, rivelando ciò che è nascosto agli occhi del mondo ma non per te, impavido lettore di anime che non si accontenta di vivere una sola vita. E questa è a mio avviso la parte migliore di queste avventure, l’ingresso irrimediabilmente alenato, la sensazione di non essere più fuori ma dentro, così potente che non puoi trattenerti. 

Dietro alla stesura di un buon romanzo c’è un vasto assortimento di nozioni, concetti che a seconda della strada che si vuole percorrere ti inducono a lavorare sodo per migliorare e migliorarti, tirare fuori un asso nella manica, quello vincente, trascorrendo molto più tempo di quel che si crede tra le maglie di una storia che dice tutto e niente. Alessandro Piperno, scrittore e critico letterario colto e persuasivo, scrisse qualcosa che in un certo senso si è rivelata più forte di quel che credevo, e adesso che la sua idea ha preso vita, è stata consolidata in nemmeno duecento pagine, passando dalla semplice procedura del << avere un’idea >> a << metterla in pratica >>. Sfiora l’arguzia, l’intelligenza, la ricchezza di svariati contenuti che evidenziano come l’autore sia un acculturato, un amante delle parole e della lettura, la cui elevazione si pose dinanzi ai miei occhi con lo stesso interesse che solitamente serbo ad autori come Murakami Haruki, Paul Auster, Marcel Proust, Thomas Hardy o Philip Roth. Malgrado la struttura non è quella del romanzo classico, quanto di una lettura di << pancia >> lo sciorinare di certi concetti che, come un irrimediabile flusso, permettono di andare dritto al bersaglio nell’immediato. Il mio problema quando mi imbatto in questo tipo di letture è che, quando mi trovo automaticamente relegata fra gli squarci di pensieri di un uomo qualunque, mi vedo << condannata >> a raccoglierne le briciole sino alla fine. Comprendo come i saggi seguono un filone narrativo ampiamente diverso da quello dei romanzi e ciò non desta scalpore, dati gli innumerevoli romanzi che accolgo ogni mese in questo salotto virtuale, ma il bello in tutto ciò è che ai miei occhi si pongono come delle sfide per aiutarti a vedere il mondo sotto nuovi occhi. Alla fine, mi accontento di vestire ruoli da lettrice subordinata dato che la mia coscienza in questi casi non è paragonabile a chi scrive, e fu così che mi sono accalorata sin dal primo momento in cui ho letto le prime pagine di questo bel saggio.

Alessandro Piperno infatti non si limita a militare lettori proiettandoli in una posizione sfavorevole al ruolo che interpreta l’autore, quello cioè di essere forme conoscibili in un universo inconoscibile, ma lo lancia in forme sofisticata di vita e interpretazione che ricordano i motivi per cui si ama la lettura e i libri. Che non è giusto che la letteratura non possa spiccare ampiamente in mezzo ad altre forme di vita, di sopravvivenza perché fa ampio uso della stessa in modo autonomo e al culmine della sua possibilità. La memoria è sempre inquinata dall’immaginazione, lo scrittore veste i panni di  Dio e nell’insieme cerca di comprendere il mondo circostante andando a fondo a qualunque aspetto.

In appena una manciata di ore ho stanziato in un posto che in una manciata di anni è divenuto la mia comfort zone, gironzolato fra le pagine di un saggio culturale e di forte impatto il cui contenuto intenso e significativo mi ha rivelato i segreti più intimi nel raddrizzare, intorno al mio piccolo satellite, poi tornando sui miei passi, quei piccoli segreti per cui bisogna << leggere >> un testo. Leggere non solo per colmare qualche ora del nostro tempo, quanto andando oltre la barriera di queste parole invisibili, alzando lo sguardo, e scorgere il loro splendido e luminoso bagliore. Il loro eco, così distinto anche in lontananza, che induce a sprofondare nella piega della loro anima, approcciata stupefatta, orgogliosa di aver messo da parte qualunque remora. Così come fece qualche altro scrittore prima di lui, anche questa raccolta di pensieri scritta secondo i piani emotivi più credibili e coinvolgenti della scrittura di getto, trasmette un messaggio sotto certi aspetti ignorato, affinando le competenze utili pur di renderlo migliore. E il suo segreto sta proprio nel modo o l’importanza che si attribuiscono a queste pagine, per molti irrilevante, ma semplice nel preservare una storia, purchè le parole hanno un senso, una loro identità.

Non un modo per sopravvivere, ma il desiderio ardente di comprendere quale sia il cemento che tiene saldo ogni cosa. L’autore non si limita a raccontare la sua esperienza - perlomeno in minima parte -, ma a scandagliare quei romanzi dei suoi autori preferiti, e nel bene e nel male, abbracciando la scrittura proprio per interpretare meglio il mondo che ci circonda. Una zona affascinante ma ricca di insidie, trasversalmente messa in pratica con coraggio e trasporto in cui si trasgredisce alle regole della << normalità >> ponendosi delle domande su cui dovremmo avere delle risposte. Beneficio per l’anima di uomini o donne comuni, appassionati di letteratura e scrittura, constatazione di qualcosa che è potente, continua, minacciosa, reale.

Valutazione d'inchiostro: 4

4 commenti:

  1. Ciao Gresi, ogni libro ci trasmette emozioni e la possibilità di vivere situazioni impensabili nella vita reale. Il piacere di essere lettori è immenso, ogni libro è un'oasi in cui perdersi, una consolazione, una coccola. Il vizio di leggere è una libera scelta. La lettura non è mai imposta ma sempre cercata e amata. Un abbraccio :)

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    1. Sono d'accordo, Aquila ❤️ Alla fine, credo, siano scelte. Io scelgo di leggere e di vivere di altre vite

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