sabato, agosto 23, 2025

Gocce d'inchiostro: Il re dei ladri - Cornelia Funke

Un pomeriggio, quasi per caso, un’autrice che amo molto si avvicinò al mio animo più di quanto credevo; con umiltà e gentilezza, quasi un riconoscimento per la mia segreta ammirazione, un’amore ardente e insaziabile per i suoi mondi, le sue storie che quest’anno ho desiderato rievocare, scostò il velo dell’incertezza e mi propose di leggerla nuovamente con un testo il cui ricordo era quasi del tutto svanito. La prima cosa che vidi fu uno scenario molto simile a quello che avevo scorto in altri suoi testi: bambini sconosciuti e alienati come pianeti sconosciuti, di cui il ricordo è stato ravvivato grazie a questa lettura, con alle orecchie la sua dolce e melodica voce, proiettata a scorgerla fra gruppi di angeli e vendicatori, in una Venezia luminosa e affascinante, culla non solo per gruppi di sognatori ma anche di artisti che fanno dell’arte espressione o modo di essere.



Titolo: il re dei ladri

Autore: Cornelia Funke

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 12€

N° di pagine: 376

Trama: Prosper e Bo, orfani in fuga da due zii malvagi, si nascondono nella magica città di Venezia, dove incontrano una banda di ragazzini che vivono in un cinema abbandonato. Fanno capo a Scipio: è lui il Re dei Ladri che garantisce la sopravvivenza dei compagni grazie ai suoi furti mirabolanti. Prosper e Bo entrano a far parte di questa pittoresca "famiglia", e si trovano coinvolti in un'avventura che cambierà per sempre la loro vita.

La recensione:

Una cantastorie per nulla sconosciuto ha tirato i fili di una matassa che è stata concepita con maestria, in cui sono racchiuse nel palmo delle sue mani l'anima di ragazzi soli, contriti e disillusi a cui è stato riservato un destino crudele ed egoista. Ragazzi che hanno avuto la sfortuna di vivere in una bolla, intrappolati come vittime, attanagliati dal dolore, dal senso di colpa, dai tormenti  che inducono ad ascoltare le parole degli altri, ma a tenersi per sé le proprie.

Sulla via del ritorno, quella relativa alla Venezia dei giorni nostri, mi fermai per una manciata di ore all’angolo di una storia fantasy il cui zampino sembrava italiano quanto proveniente da un’autrice che, sin dal primo momento in cui vi misi piede, non mi sentì accolta come nello splendido Mondo d’inchiostro, ma relegata in un piccolo spazio in cui vi ho fatto perdere le tracce anche solo per una manciata di ore.

Qui, per una manciata di ore, ho risieduto in un mondo molto simile al nostro, in compagnia di un gruppo di adolescenti, risucchiata nell’immediato in una realtà di cui presto dovranno farvi i conti; quel genere di avventura che ogni tanto confido di poter vivere, un giorno, affinché la monotonia, la routine di giornate sempre uguale a se stesse non mi risucchiano nel suo lento declino. Se non altro per dare sfogo al mio desiderio di rivalsa che abbraccio l’idea di un mutamento da qualche tempo. Il mio tempo però fra le pagine di questa storia è stato davvero troppo poco. Perchè la semplicità del contenuto, e quella sete insaziabile di curiosità, che mi ha divorata da dentro, mi ha resa protagonista, spettatrice di un teatro di azioni che l’autrice dipinse così bene con una buona dose di fascino rimasta intrappolata nell’aria ormai fresca di inizio estate. Mi considero una lettrice che combatte qualunque battaglia, qualunque sfida la vita le pone dinanzi. Quella di queste pagine lo è stata perché prevede un tipo di lettura cui non sono più abituata, un prologo di ciò che riservavo alla mia coscienza, molti anni fa, interpretando ma non in maniera propriamente semplice e ancora confusionaria le vicende di giovani adolescenti in cui all’epoca mi specchiavo. L’incredibile racconto che mi è stato sussurrato in una notte, in una casa dai mattoni ingialliti, vicino a un fiume, uno stile penetrante e diretto, segreti o misteri che sospendono il tutto in una piscina di dubbi e perplessità non trovano maggiore sfogo nelle mie interpretazioni varie, qualcosa dentro di me non cambia. Nel senso che, quando leggo, una volta che attraverso il confine che suddivide il mondo di qua con quello di là, tornare indietro è davvero difficile, nonostante a volte mi sia sentita a disagio, sulla sponda sbagliata, e il mio essere famosa divoratrice di libri come se fossero Nutella resta ugualmente intatta. Potrei impormi dei limiti, centellinare le pagine affinchè la mia permanenza sia prolungata. Ma che fare quando ci si sente divorati da qualcosa che nemmeno io riesco a tenere a bada?

Anche volendo non potrei riuscirci. La vita mi mette sempre dinanzi a sfide che non rifiuto mai di affrontare a testa alta e questa volta il Caso volle che il romanzo in cui tutto ciò accadde fu in una città che da sempre sortisce il mio fascino in compagnia di un’autrice che amo particolarmente e un corredo di immagini e colori che sciorinano elementi e nozioni che, seppur dalle origini fantastiche, mostrano aspetti di letteratura greca o antica. Sapevo che questo sarebbe stato solo un assaggio di ciò che avrei trovato fra le sue pagine.

Oggi questa tipologia di romanzo non mi attrae più come un tempo. Non è così assurdo, quando di young adult o urban fantasy non se ne sapeva nemmeno l’esistenza. E credo che l’arricchimento culturale di ogni lettore, perlomeno il mio, in primis sia dovuto da questo genere letterario. L’odore di una storia che profuma di magia, amori sopiti nel tempo, segreti che mescolano la normalità con l’anomalia, una catena di elementi che quando ero adolescente mi fecero abbracciare i romanzi come parte di sostentamento della mia vita. Ricordo quando, all’età di sedici anni, restavo sveglia sino a tardi per completare un romanzo. Era l’epoca dei primi amori, delle prime cotte, dei primi << veri >> pensieri. Era un mondo in cui amavo viverci. Cosa chiedere di più?

Il romanzo della Funke, così come altri suoi scritti, credo che sia l’emblema di ciò. Quella tipologia di lettura che avrei amato intensamente se lo avessi letto dieci anni fa, quando di saggi e salotti londinesi non ne conoscevo nemmeno l’esistenza. So che ora, sulla soglia dei trentatre anni, la letteratura con la L maiuscola è qualcos’altro, ma questo volume mi ha tenuto in piacevole compagnia. Poiché la catena di eventi che è stata intessuta, in cui una volta entrata è stata davvero un’impresa abbandonare, l’odore di magia che pervase le mie narici, il profumo di una storia dal sapore di già visto mi descrisse un mondo in cui ho vissuto per qualche giorno e che in un certo senso ho riconosciuto una me del mio passato. Più ingenua, meno intuitiva, di cui d’amore e di vita ne sapeva molto poco. E in un certo senso l’insicurezza e la dolcezza di questi due orfani si nasconde in ognuno di noi, nelle adolescenti che siamo stati o che siamo, chissà perché ho avuto questa impressione. È una camminata, nel lungo percorso della vita, che ho fatto con estremo piacere. Si parte da una Venezia un po ' cupa e maleodorante, un gruppo di bambini che alloggiando in un mondo che ho vissuto e che è stato dipinto in un momento particolare della sua autrice. Finendo dinanzi a un epilogo che non soddisfa completamente, in un gioco letterario che era divenuto un rito. Nonostante esso possa essere caotico e un po' scomodo, conferendo allo spettatore un immediato senso di familiarità che ne mitiga almeno in parte gli aspetti negativi. 

Quando leggiamo ci soffermiamo tutti sull’apparenza: sulle meraviglie a cui potremmo assistere una volta varcata la soglia di magici mondi. Ma in realtà, non sappiamo a cosa potremmo andare incontro. Quali sorprese potrebbero riservarci, ora che il destino ha per noi mischiato completamente le carte. Vagando come uno spettro in un mondo in cui ho avvertito, ma non intensamente, avvertendo la presenza della sua autrice, confidando di poter entrare a far parte di questo meraviglioso scenario. Alla fine, ci sono entrata, ma si è trattato del percorso formativo di adolescenti comuni in cui tutti possono riconoscersi, nonché opera fresca, semplice con cui poter intrattenersi. Un fantasy semplice, un po' tetro e insidioso che lascia col fiato sospeso, a cui fanno da sfondo una storia d’amore non ancora giunta a piena maturazione e un continuo susseguirsi di misteri foschi e torbidi inganni che riescono a coinvolgere del tutto il lettore in una storia appassionante e avvincente come questa.

Valutazione d’inchiostro: 3

1 commenti:

  1. Mi sa che non lo leggerò; anche perché ho troppi libri da recuperare; grazie comunque della recensione

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