venerdì, luglio 20, 2018

Gocce d'inchiostro: Ritorno a Riverton Manor - Kate Morton

Di tanto in tanto mi piace soffermarmi ad osservare, mi guardo attorno per capire dove questa volta fossi atterrata, stringo al petto il mio immancabile taccuino preferito. E allora comincio a domandarmi dove sono, con chi sono, per quale motivo mi trovo in quel determinato posto. Se guardo attentamente, riesco a mettere a fuoco ogni cosa. Figure sgargianti, innumerevoli, mi si avvicinano. Una in particolare: il suo nome Grace, e questa la sua storia. Dal viso ovale, i profondi occhi neri e le lunghe ciglia che si posano delicatamente sulle palpebre, Grace è un ex cameriera che per tanti anni ha dovuto custodire un grande segreto. E' la protagonista di questo splendido volume, generato da una donna altrettanto splendida. Sempre lei, quella donna che avevo letto qualche anno fa, eppure non più la stessa.
Reduce di un periodo pesante e soffocante, mi sono affidata alla letture di queste pagine che altri non sono che pagine di diario di una donna qualunque che, in un momento imprecisato della sua vita, ha dovuto fare i conti con un brutto scherzo del destino.
Di cosa sto parlando? Di questo non posso dirvi molto, ma se come me amate la Morton, lasciatevi sedurre e incantare dalla sua prosa semplice ma elegante. Dal suo essere << donna vittoriana moderna >>, e, soprattutto dei motivi per cui io la amo così profondamente.
Titolo: Ritorno a Riverton Maron
Autore: Kate Morton
Casa editrice: Sonzogno
Prezzo: 19, 90 €
N° di pagine: 484
Trama: Nella scena del suo film, la giovane regista Ursula Ryan immagina uno dei momenti più drammatici della storia letteraria inglese, uno scandalo da sempre circondata da un'aura di mistero, predizione e genio maledetto. Era l'estate del 1924 e i sopravvissuti alla carneficina della Grande Guerra si ritrovano a divorare la vita come se non ci fosse un futuro, come se dovessero rimanere per sempre giovani. Tra le feste alla Grande Gatsby, fiumi di alcol, amori che duravano lo spazio di una notte, quei ragazzi creavano il mito dei ruggenti anni Venti. Tra loro, era Lord Robert Hunter, astro nascente della poesia, ammirato e celebrato da tutti. Eppure, proprio quell'estate, proprio a una delle feste più belle, quella di Riverton Manor, Robert si allontanò da solo. E stringendo una pistola con mano tremante, si tolse la vita. Per Ursula, settantacinque anni dopo, quel poeta è diventato leggenda. Almeno fino a quando scopre che è rimasta una testimone degli eventi. E' Grace, custode quasi centenaria di un terribile segreto. Un segreto che ora non può più tenere per sé.

La recensione:
Finalmente potei vedere tutto chiaramente. Una tela bianca, punteggiata da piccoli sbaffi e volteggi, adornata da un sostegno in legno piuttosto raffinato e colorato da una scelta di colori dai più tenui a quelli più sgargianti. Ma questa non è che una metafora; il pallido riflesso di ciò che è stata per me la lettura di questo splendido romanzo, da cui è trasparito un non so che di magico, riservato, fine, triste, diverso.
I particolari del suo aspetto passano in secondo piano, dalla scoperta che ho letto e visto Ritorno a Riverton Manor sotto una nuova luce. Io, così come la dolce Grace, sono passata attraverso una serie di svariate vicissitudini che, per un attimo, durante il corso della lettura, non ricordavo; balenò nella mia mente lo splendido viaggio che avevo già compiuto qualche anno fa … come la straniera di passaggio, la viandante curiosa e insicura che viene chissà da dove, che ha danzato con ogni singola figura ritratta in questa tela, impiegando esclusivamente il mio tempo in sua compagnia pur di raggiungere le sottili membrane del suo cuore.
Un'ondata di ricordi mi sommersero. Consegnati da lungo tempo ai più oscuri recessi della mente, che prendono a filtrare dalle crepe, con immagini che saltano agli occhi, saltano fuori dal nulla in ordine sparso ma perfettamente nitide come se non fosse trascorso così tanto tempo. Gocce esitanti che si mutano in diluvio, interi dialoghi, parola per parola, sfumatura per sfumatura. Ho rivisto questi episodi che, in un certo senso, ho come avvertito in prima persona, e fui presa da un momentaneo sgomento: se anche io avrei ricordato, probabilmente avrei ricordato prima di Grace. Mi resi così conto che dal primo momento in cui varcai i cancelli lucenti di Riverton Manor la mia anima si sposò perfettamente con quella dei suoi abitanti, e aveva acquistato tratti ben definiti diventando pagina dopo pagina più avvincente, misteriosa e affascinante. Si potrebbe pensare con tutta probabilità che si tratti di un romanzo epico, della storia di una famiglia comune, attanagliata da un dolore cocente. Che si tratti di un romanzo bellissimo, indimenticabile, lo si capisce immediatamente dalla prosa dell'autrice o dal poco tempo che avevo impiegato a precipitarmi fra le sue pagine.
Così come i suoi fratelli di carta, la bellezza, i fili d'oro intrecciati così bene e che ne decorano con una trama armoniosa e semplice questa storia, penso derivi dal fatto che la Morton ha il potere di rasserenarmi. Non ci si può fare a meno di rimanerne coinvolti, non ci si può fare a meno di non pensare a Grace, Hannah, Emmeline, Robert, o ancora, Nancy, Edmond e se, diversamente dalla sua ultima lettura, questa volta il tempo trascorso assieme a lui è stato molto più lungo del previsto, è stato perché la passione delle storie della Morton insignita nel mio animo ogni giorno cresce sempre più. Non riesco a farne a meno.
Non vedevo l'ora di rileggere qualcosa della Morton. E non vedo l'ora che la casa editrice Sperling & Kupfker pubblichi qualcos'altro di suo.
Avevo seguito di pari passo il percorso imboccato dalla dolce Grace, ed ero giunta nell'Inghilterra del 900 trascinata senza che io me ne accorgessi, consegnata ad autrice di cui serbo una fiducia cieca. Osservare la copertina, scrutarne la sua anima appassionata e semplice mi aveva indotto a provare una certa emozione e mi ero trattenuta a stento a rimanere lì. Non appena avevo un attimo di tempo libero ne approfittavo per sedermi sulla mia poltrona preferita e immergermi nella lettura.
In realtà si trattava di qualcosa che per me non è sconosciuto. Ma rileggere Ritorno a Riiverton Manor a distanza di qualche anno, mi ha lasciata addosso un manipolo di sentimenti che ancora tutt'ora non riesco a tenere a bada. Secondo questo diario letterario, mi sono recata a Riverton Manor nella ultime due settimane di luglio. Ero rimasta troppo sorpresa, troppo affascinata per fare altrimenti. E quando tornai, mi sentivo diversa; la mia anima sprigionava più luce.
Aggrappata morbosamente a un taccuino sgualcito e un po' logoro, ma in modo simbolico pur di dare nell'occhio, sono stata condotta lungo le strade di un Inghilterra che ha avuto l'aria di essere un fiume di rumori liquidi, che lentamente mi si sono riversati addosso. Qui mi si sono presentate delle cose bellissime; la casa, un giardino di una splendida tenuta, personaggi che hanno vissuto e respirato assieme a me. Una penna mossa da una mano invisibile che traccia un segno indelebile; una luce che divampa nella notte; il mondo di carta in cui amo vivere perfettamente reale e tangibile.
Per l'ennesima volta non ho potuto fare a meno di nutrire un certo fascino, ammaliata da questa bellissima tenuta che mi aveva obbligata a rimanere saldamente attaccata all'anima di questa storia, nei confronti del quale non ho fatto altro che accumulare interesse sin dal momento in cui conobbi Grace. All'età di diciannove anni avevo percorso questi boschi, confidando che la vita potesse offrirmi la possibilità di scovare qualcosa che mi appartenesse. Sette anni dopo, ho deciso di inoltrarmi fra le sue pagine trovando conforto nella continuità della natura, convinta che la stabilità del passato potesse avere il potere di alleviare le tribolazioni del presente. E in un certo senso è stato così.
Una miscela disomogenea di colori che convergono in un unico bellissimo quadro, un giovamento per l'anima dovuto dalla tenacia, da anni e anni di letture nel cuore della notte, mentre un drammaturgo invisibile componeva con il sorriso stampato sul volto. Una pace interiore perfettamente rimodellata e costruita come una corazza, abilmente realizzata mediante un momento di perpetua follia, che mi ha indotta a tessere ancora una volta le lodi di questa bellissima storia. Idolatrandola e proteggendola così bene, impedendo che qualunque forza maligna o qualche fato crudele cambiasse il corso del tempo.
Fiumi di parole che si riversano come un mare in tempesta, il piacere squisito dello scrivere e di rendere questa passione come un mestiere di vita, uno stile curato, armonioso, quasi solenne, che lenisce qualunque ferita nascosta, Ritorno a Riverton Manor è l'ennesima prova letteraria che mi ha fatto dimenticare come talvolta la bellezza di una storia può entrarci dentro letteralmente. Inconsapevolmente ho scoperchiato un vaso di Pandora, racchiuso in una tenuta  invasa dalla vegetazione, che mi ha condotta fra i parchi magnifici della tenuta di Riverton Manor. In compagnia di una generazione di donne che hanno fatto la storia, tormentate e sole, che hanno dovuto affrontare diverse avventure e battaglie interiori per riportare la pace e la felicità.
Un legame così profondo, forte, tangibile, attraverso dei semplici ricordi, hanno funto da filo conduttore. E quando questo filo dovetti spezzarlo, la coscienza è stata nuovamente affollata da pensieri ostinati.
Una lettura che fa trattenere il fiato, appassionante e un po' tesa e romantica che ha vasti richiami alla letteratura vittoriana. Un dramma inglese che arriva in sordina, e ci rende protagonisti di una vicenda sconvolgente come quella di Grace e Hannah. In un mare di ricordi che fluttuano nel tempo sempre più remoto.
Valutazione d'inchiostro: 5

5 commenti:

  1. Sembra davvero una bella lettura... mi hai incuriosita ;-)

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    1. Ciao Gresi, torno per dirti che ti ho nominata qui http://langolodiariel.blogspot.com/2018/07/tag-le-mie-estati-del-passato.html

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    2. Grazie per la nomina! Corro immediatamente a farti visita ☺☺

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  2. Mi piacerebbe leggerlo, Kate Morton scrive benissimo e riesce a creare dei grandiosi intrecci.

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