venerdì, ottobre 09, 2020

Gocce d'inchiostro: Il mare e la nebbia - Rosa Santi

 Con certi romanzi capita di non sapere cosa dire. Costante perpetua nella mia vita, scombussolano, riducono in minuscoli pezzettini il mio animo, e se la risacca disomogenea del tempo, del ricordo sono confinati al piccolo mondo della mia infanzia, certe letture appaiono con evidenza in alcune situazioni della mia vita, soprattutto quando meno me lo sarei aspettata, e per qualche ragione divengono spiriti affini alla mia anima. I miei incontri con gli autori emergenti con gli anni è andato a scemare, ma con Rosa Santi avevo scorto del potenziale, qualcosa che avrebbe raccolto la mia anima con estrema cura. Ed è così che l'ho vista, monopolizzata dalle gesta di un giovane sognatore, che materia finita in un cosmo infinito, ricostruisce a ritroso il sentiero insidioso della sua vita, e poi, verso la fine, fatto ammenda di ciò che è importante e ciò che non lo è, soddisfatto di tutti quei ricordi che gli sono rimasti addosso, e che spesso invade la sua coscienza.

Titolo: Il mare e la nebbia

Autore: Rosa Santi

Casa editrice: PubMe

Prezzo: 12 €

N°di pagine: 112

Trama: Gianni è arrivato alla fine della corsa. Sa di essere ancora giovane, sa di aver sprecato la sua esistenza curando troppo il lavoro e troppo poco i suoi legami sociali. Decide di scappare da una grigia Milano, fare un viaggio in treno e approdare a Venezia, per permettersi di ritrovare antichi ricordi e farne propri di nuovi. È qui che conoscerá Sabrina, oste e strega, e Guido, aiutanti magici e anime complementari. Tra le nebbie della laguna comincerà a ricordare anche Grazia, sua madre, e tra le maree verranno a galla vecchi rimpianti. Il mare, nel frattempo, riempie le reti, nutre gli uomini, porta messaggi ai vivi e ai morti.


La recensione:

Un autore emergente, probabilmente non si aspetta che la sua storia, il suo romanzo, ad un lettore avido di storie e di sapere, si riveli molto più attraente di quel che credeva perché una veloce occhiata non può attecchire nell'animo se non fatto ammenda di ciò che contengono le sue parole. Quello che possiede il romanzo di Rosa è bellezza, bellezza della vita in ogni forma e contesto, compensata ed emanata da un'aura di fascino, soprattutto nel ritrarre un giovane in cui è stato alquanto semplice personificare, una misteriosa combinazione di sogno e realtà, insicurezza ed eleganza, temi che suggeriscono la bontà dei sentimenti che governano in Gianni e che suggeriscono il suo essere malinconico, compassionevole che Rosa però enfatizza al punto giusto, rievocando dalle soglie del tempo l'espressione intima in relazione con i suoi cari. Sua mamma, Guido e Sabrina, che anche se non rivelano niente di così sconvolgente si muovono come se lo fossero, inaspettati e inevitabili come piccoli tasselli di un puzzle.

In una Venezia luminosa, fulgida e meravigliosa, ho letto il romanzo di Rosa scorgendo una parte di me stessa, catapultata in un luogo bello, potente, toccante la cui energia le è stata donata dal mare. Con la quale si adorna, si agghinda, si colora come un fiore appena sbocciato. In una dimensione splendida come il mattino, in cui le notti si rivelano come sogni vani e illusori, che si consumano con la pace del giorno. Dissolvono la felicità, spingono l'angoscia nel cuore, afferrandolo nel momento della sua beatitudine.

Completamente assorta, mi sono lasciata cullare da una strana quiete che ha riempito tutta la mia anima. Silenziosa,col cuore che batteva forte, e nelle orecchie la voce melodiosa di questo tipo: un sognatore che sa essere muto. Ama costruire il suo presente, nel richiamo costante di un passato irrecuperabile, che lo costringe a vagare come un ombra, senza alcun fine o necessità, cupo e triste, per le strade di una città comune. Tanto facilmente materializzato, tanto naturale, quanto fiabesco mondo di fantasia.

Nell'infruttuosa intenzione di ridestare un cuore ormai freddo, e tutto ciò che credeva di aver ormai perso. Frugando negli occhi, come un mucchio di cenere, per trovarci qualcosa. La triste e monotona fantasia, colma di un angoscia tipica di un cuore romantico: mentre gli ideali si fondono, l'anima chiede e vuole qualcos'altro. Schiva dal pensiero, come una nuvola che d'improvviso vede il sole.

Con una storia in cui i sentimenti non sono miraggi, inganni o fantasie, ma qualcosa di effettivamente reale, vero e autentico, in un mondo vuoto, triste e inconsistente, Il mare e la nebbia illuminò le stanze buie della mia anima. Un sognatore dall'animo debole e sensibile, consapevole di essere entrato in un nuovo cielo di persecuzione, esalta valori come la lealtà, la sincerità, l'amicizia e l'amore, nell'intreccio di vite di svariati personaggi - fatti esclusivamente di carta e inchiostro - facendo questa storia il proprio cantuccio personale.

Una storia di amore e dolore - personaggi artefici della loro vita che s'intestardiscono a credere che non si tratti dell'ennesima eccitazione del sentimento, un miraggio o qualcosa d'imprescindibile, ma veritiero -, con protagonista un romantico sognatore grato dei casuali incontri che talvolta gli riserva la vita. Un cuore innamorato, ferito in cui riversiamo il nostro amore in un altro cuore, spingendoci a desiderare che tutto sia allegro. Contagioso come la felicità, ma che, alla fine, il bello della sua lettura sta nei ricordi. In quella risacca lenta e disomogenea che ha segnato i momenti più belli della sua lettura. Ha marchiato l'anima col suo segno indelebile.

Valutazione d'inchiostro: 4

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