venerdì, febbraio 28, 2025

Gocce d'inchiostro: Re di un'ora - Iréne Némirovsky

Un paio di anni fa, sugli scaffali di una libreria zeppa e colorata, una delle librerie più vicine della mia città, scovai un romanzo di Irène Némirovsky. Un testo dalla copertina dolciastra come i cuori che avrebbero dovuto abbellire uno scenario amorfo e bisognoso di nutrimento, il cui titolo Due stanziava ai bordi di una storia che, ricordo, dopo che lo portai a casa, lo divorai in meno di niente. La sua autrice, nel giro di qualche settimana, era divenuta quel vascello, quella piccola isola felice in cui immergermi e da cui questa intrusione nel suo splendido mondo, necessitava di essere ripetuto. Da quell’anno, Irène Némirovsky divenne quella piccola isola felice in cui potei rifugiarmi, nel tempo, quando più mi piace, e, recentemente, con una raccolta di racconti che ignoravo esistesse. Eppure necessari perché da questi testi, questi piccoli soffi di un cuore pulsante e pregno di romanticismo, ho potuto poi fare testo mediante il coinvolgimento culturale di altri testi, la conoscenza di altri autori. Eppure Re di un ora è la prova scientifica, o, per esagerare, sentimentale, di un cuore che è alla continua ricerca di attenzioni, quelle nobili cure che solo un’artista, una nobile e austera sfinge come l’autrice, nel giro di qualche minuto, raccogliesse nel palmo delle sue piccole mani queste ipotesi.


Titolo: Re di un’ora

Autore: Iréne Nèmirovsky

Casa editrice: Ares

Prezzo: 15 €

N° di pagine: 152

Trama: Con questa raccolta di testi inediti torna l’acclamata autrice di Il ballo e David Golder. Nel volume, in esclusiva in Italia, lo sconvolgente capitolo ritrovato di "Suite francese", il romanzo che nel 2004 strappò la scrittrice dall’oblio dopo la morte ad Auschwitz. Racconti, appunti, bozze, critiche teatrali, il confronto-scontro fra teatro e cinema e lo spietato saggio su una delle figure centrali della sua opera, quella degli effimeri «re di una notte», gli alchimisti di Levante, capaci di trasformare ogni affare in oro e subito dopo in polvere.

mercoledì, febbraio 26, 2025

Uno squarcio sull'anima: la mia routine di lettura

Personalmente ho sempre strutturato la mia vita con zelo e disciplina. Da grande amante di svariate attività – non solo la lettura -, mi è sempre piaciuto dedicare del tempo a me stessa, in qualunque momento della giornata, non temendo all’idea che quella particolare attività avrebbe soppiantato tante altre, ma incrementato il mio curriculum di crescita personale. Bene, oggi, con questo ennesimo post, soddisfo le vostre richieste, elencandovi o mostrandovi una serie di piccoli rituali che sono per me fondamentali, durante il processo di lettura.

Un fitto e severo percorso di crescita personale, imboccato quasi cinque anni fa, mi fece letteralmente aprire gli occhi e vivere le mie giornate, soprattutto quelle prima dell’alba, con una marcia in più. Finalmente avevo anche io creato una mia routine in cui la lettura è imprescindibile dal mio essere . Un sorriso stampato sulle labbra spicca sulle mie labbra, quasi ogni giorno. Il mio umore libero da pensieri ingombranti e pronto a essere stimolato, prima che la settimana o la giornata lavorativa parta. L’analgesico che cercavo. Quell’unguento magico che ha placato la mia anima. Prima non ero del tutto consapevole, ora.. sono sicura di ciò che faccio, di ciò che voglio e, soprattutto, di come la mia vita sia cambiata.

lunedì, febbraio 24, 2025

Gocce d'inchiostro: Stardust - Neil Gaiman

Poco prima che si concludesse l’anno, questo romanzo sfilava in una passerella di romanzi, avventure ancora da leggere e vivere, o il cui ricordo era quasi del tutto svanito. Stardust, con la sua splendida copertina, tantissimi anni fa, non mi piacque perchè la visione cinematografica estrapolata, a mio avviso molto più bella e indimenticabile, si discostava da quell’aura, quel magnetismo che le sue immagini mi trasmisero, all’epoca. Eppure, l’età adulta, il percorso di crescita personale che ognuno di noi imbocca, presto o tardi, prevedeva che io vi tornassi nuovamente - fra le sue pagine, intendo, e gli ultimi giorni di novembre conciliarono questa magia, sopita dal tempo. Che cosa ne ho ricavato da una seconda lettura? Sicuramente la possibilità di aver estratto qualcosa che ora, all’età di trentadue anni, ho compreso un tantino meglio, ma non sottratta da quella patina di insoddisfazione che le sue pagine trasmisero, a prima lettura. Nel complesso una storia che custodirò gelosamente, come un piccolo orpello di cui ogni tanto mi piace rimirare, cittadella o personale panacea di quei cuori impavidi, avventurieri che fanno di queste storie una risorsa per il loro benessere non solo fisico ma anche spirituale.

Titolo: Stardust

Autore: Neil Gaiman

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 245

Trama: In una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristan, per conquistare la bellissima Victoria, promette di andarla a prendere. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove ogni nove anni si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. E' solo in quell'occasione che agli umani è concesso inoltrarsi nel mondo di Faerie. Tristan non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano e non sa neppure che i malvagi figli del Signore degli Alti Dirupi sono anche loro a caccia della stella...

sabato, febbraio 22, 2025

Danzando su carta 33°

Quanto alla mia vita personale e privata, la lettura funge un ruolo primordiale… necessaria quanto l’aria che respiriamo. Certo, per un osservatore esterno questi splendidi edifici, imponenti come tali, non sono altro che un’accozzaglia di carta, inchiostro rovesciato. Per un lettore, non forme assopite di felicità quanto slanci imprevedibili e incorruttibili da cui fanno testo o derivazione tante scelte, tanti comportamenti.

I libri spesso rivelano l’individualità, la coscienza di chi li legge, come ogni cosa ci appartiene, e nel tempo ho costruito una solida corazza mediante cui posso evitare di andare in posti pericolosi o zone di guerra… questa è la mia personalissima panacea e dai libri traggo giovamento, felicità, entusiasmo. Un tipo di entusiasmo che riverso nella quotidianità, amalgamando la stessa affinchè possa trarne piacere. L’attesa di tale piacere è essa stessa più bella di quel che si crede, e attendere di poter racimolare un certo numero di letture che potrei divorare nel giro di qualche mese, settimana, è motivo di grande gioia. Da questa gioia deriva questo ennesimo boookhaul, questo ennesimo post che, non molto prossimo dalle ultime entrate librose, fungono da forme assopite di ammaliamento. Costretta a dover restare attaccata alla realtà, ma che, mediante letteratura, libera di poter sprigionare una certa luce, conferire quel calore che solo la magia di certe storie possono donare.
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Titolo: I promessi sposi

Autore: Alessandro Manzoni

Casa editrice: Bur Rizzoli

Prezzo: 20 €

N° di pagine: 796

Trama: Letti, studiati, amati o detestati, I promessi sposi sono il romanzo simbolo del nostro Paese. Scritto in una lingua nuova, viva, capace di dar voce ai signori come alla gente del popolo, di raccontare guerre, amori e pestilenze senza artificio né retorica, il capolavoro manzoniano tocca i temi cruciali per la nascita dell’Italia moderna – dalla formazione di un carattere nazionale sotto le dominazioni straniere all’intreccio dei valori religiosi e civili nella coscienza collettiva. Oggi che Lucia, Renzo e tutti gli indimenticabili personaggi che animano il romanzo sono riconosciuti come patrimonio culturale iscritto nel nostro DNA di nazione, l’opera di Manzoni merita di essere finalmente letta con occhi nuovi, al di fuori di stereotipi e categorie. In questa edizione di pregio il testo è arricchito dalle illustrazioni di Francesco Gonin & Co., che scandiscono, secondo precisa regia manzoniana, l’edizione definitiva del romanzo.

giovedì, febbraio 20, 2025

Gocce d'inchiostro: L'emporio dei piccoli miracoli - Keigo Higashino

Mi chiesi, se l’entusiasmo che nutrii sin dal principio, successivamente si sarebbe affievolito. Non mi reputo quel genere di lettrice pessimista, quanto quel genere di persona che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, e, qualunque aspetto della vita, contornato di luce e colori. Quando leggo, infatti, cado in una specie di trance, uno stato privo di coscienza che in un modo o nell’altro risucchiano non solo lo spirito ma anche il corpo. Ti trascinano in luoghi o strade che forse non percorrerò mai, se non nel mondo dei sogni, e quando prevale qualcosa che stona con il mio spirito divento diffidente. Come una creatura alata, mi discosto da ogni cosa, finchè non trovo il bandolo della matassa. Eppure, questo bandolo, all'inizio, fu ben nascosto, da quando feci il primo passo per entrare fui risucchiata in un'atmosfera fumosa, opprimente e ammantata in cui mi ero sentita a mio agio; anche successivamente è stato così, ma i passi successivi furono diversi da quel che credevo, non conducendomi dritto dritto l’insoddisfazione quanto uno stato di lietezza.


Titolo: L’emporio dei piccoli miracoli

Autore: Keigo HIgashino

Casa editrice: Sperlyng & Kupfker

Prezzo: 10, 90€

N° di pagine: 352

Trama: Tre giovani ladri un po' pasticcioni, in fuga dopo un furto, si nascondono nel vecchio Emporio Namiya. Nel cuore della notte, però, una lettera viene infilata sotto la serranda abbassata del negozio abbandonato. È una richiesta di aiuto, indirizzata all'anziano proprietario, un tempo celebre perché dispensava massime di saggezza e consigli di vita. I tre, così, decidono di fare le sue veci e depositano una risposta scritta fuori dalla porta. Dopo qualche istante giunge la replica, incredibilmente inviata da qualcuno che vive trent'anni prima, nel 1979... Da quel momento, le lettere si moltiplicano e i tre ladri, coinvolti in quella bizzarra macchina del tempo, proveranno con le loro risposte a cambiare, in meglio, il passato dei mittenti.

martedì, febbraio 18, 2025

Un'attrazione rischiosa: sconti Adelphi 2025

Il regime della scontistica prevede un discreto manipolo di gente che, attratti dall’ultima tentazione gettata sul mercato, vengono trascinati in una giostra di sensazioni altalenanti in cui rovesciano qualunque intervento di precludere ogni loro desiderio o istinto. Come una brutta malattia, affamati di novità, sembrano i superstiti di una razza persa e disorientata che esula qualunque rapporto che abbia al centro il risparmio. 

Un tempo anche per me era difficile conciliare cuore e stomaco, ragione e sentimento, finché mediante uno studio attento sul mio sé, sulla mia coscienza, mi dimenticai cosa volesse dire spendere impunemente e senza alcun ritegno, ma acquistare perché necessario. Nel caso dei libri, che non hanno una scadenza, di tentazioni o desideri da voler coniare come una sorta di profezia al mio benessere, il mondo d’inchiostro è unico superstite a certi assalti. E di storie che vorrei sentir parlare o che meritano di essere evocate, di prendere vita, ce ne sono tantissimi e proporre una nuova sfilza di libri, specialmente in questo periodo di sconti è una profezia, un ammonimento, o una semplice constatazione dell’immutabilità della vita che è sempre gioia e violenza, piacere e tortura? Forse, ma nel grigiore del mondo, i libri sono quella luce che illuminano la mia vita, anche nei momenti più bui. Forme atipiche di incomprensibile felicità, il cui eco resta rinchiuso nelle stanze polverose del mio spirito.

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Primo romanzo, primo testo in cui la sua autrice è ancora rinchiusa in una dimensione personalissima in cui la scrittura divenne forma di esplicazione, desiderio, segreti in cui l’anima di chi legge si allinea a quella di chi scrive. E il tutto rinchiuso in forme di straordinaria bellezza, che squarciano il velo dell’impossibile, donano un senso ad ogni cosa. Ebrea d’origine vinse, metaforicamente parlando, l’incessante lotta che appartenne a lei e lei soltanto, e anche questo ennesimo testo, opera postuma di Suite francese, dà ampio spazio alla costruzione di quel meccanismo magico in cui si poggiò ogni cosa. Diede respiro e forma a quella piccola sfera privata dell’autrice, in cui sono rinchiusi i respiri di un’intera generazione.

Titolo: Tempesta in giugno

Autore: Irène Némirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 20 € 

N° di pagine: 339

Trama: «Irène Némirovsky» ha scritto Pietro Citati «possedeva i doni del grande romanziere, come se Tolstoj, Dostoevskij, Balzac, Flaubert, Turgenev le fossero accanto e le guidassero la mano». Per tutti coloro che dal 2005 (anno della pubblicazione di Suite francese in Italia) hanno scoperto, e amato, le sue opere, questo libro sarà una sorpresa e un dono: perché potranno finalmente leggere la «seconda versione» – dattiloscritta dal marito, corretta a mano da lei e contenente quattro capitoli nuovi e molti altri profondamente rimaneggiati – del primo dei cinque movimenti di quella grande sinfonia, rimasta incompiuta, a cui stava lavorando nel luglio del 1942, quando fu arrestata, per poi essere deportata ad Auschwitz. Una versione inedita, e differente da quella, manoscritta, che le due figlie bambine si trascinarono dietro nella loro fuga attraverso la Francia occupata, e che molti anni dopo una delle due, Denise, avrebbe de­votamente decifrato. Qui, nel narrare l'esodo caotico del giugno 1940, e le vicende dei tanti personaggi di cui traccia il destino nel suo ambizioso affresco – piccoli e grandi borghesi, cortigiane di alto bordo, madri egoiste o eroiche, intellettuali vanesi, uomini politici, contadini, soldati –, Némirovsky elimina tutte le fioriture, asciuga e compatta; non solo: ricorrendo alla tecnica del montaggio cinematografico, limitandosi a «dipingere, descrivere», sopprimendo ogni riflessione e ogni giudizio, conferisce a questo allegro con brio un ritmo più sostenuto – e riesce a trattare la «lava incan­descente» che ne costituisce la materia con una pungente, amara comicità.

domenica, febbraio 16, 2025

Gocce d'inchiostro: A certain hunger - Chelsea G Summers

Il 2024, l’anno che ci siamo lasciati alle spalle, è stato davvero indimenticabile e insensato sotto ogni punto di vista. Le mie letture, i romanzi, immancabili e onnipresenti, scandirono giornate di tedio e solitudine che non credevo di poter avvertire maggiormente. L’affetto della mia famiglia, dei miei cari ha irrimediabilmente colmato questa mancanza. Ma mentre la cerchia famigliare conferisce un chè di sostentamento alla tua anima semplice, la lettura è sempre stata quell’attività necessaria e indispensabile per la mia vita. Non ricordo un momento della mia infanzia in cui non ho avuto il naso infilato fra le pagine di qualche romanzo. Mentre il mondo proseguiva il suo lento percorso e nuovi eventi scandagliano ere o momenti che si conserveranno per sempre, la mia passione per la lettura non ha mai cessato di esistere. L’aria densa di curiosità, novità intellettuali che perfino i lettori più ostici abbracciano con un certo fervore sembrano possedere una parvenza tutta loro, e ovunque un elemento o appiglio che si espande ai miei piedi. Negli ultimi tempi, fra le tante novità editoriali, A centurian Hunger cadde sul mio personalissimo mondo col fragore di eventi che richiamano antichi miti, poemi solenni e classici, di cui inevitabilmente mi sono fatta investire costringendomi ad impelagarmi in una vicenda amorosa che sotto certi aspetti ha dell’incredibile. Oltrepassa i limiti del possibile, vive in un mondo nuovo di zecca, folle e antico dove ogni cosa è permesso, non premurandosi a scoprire il sesso nel vero e proprio senso della parola ma fissando il periglioso sortilegio delle donne vittime di violenza che covano irrimediabilmente il desiderio di poter essere salvate, redente.


Titolo: A certain hunger

Autore: Chelsea G Summers

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 19 €

N° di pagine: 300

Trama: Dorothy Daniels, critica gastronomica, ama profondamente il suo lavoro. Precisa, puntigliosa, brillante, ha una tale padronanza dell'arte culinaria che potrebbe senza dubbio preparare piatti più ispirati rispetto a quelli di cui scrive. Adora il cibo, e altrettanto adora il sesso. Nonostante gli sforzi per trovare un compagno alla sua altezza, si è adattata alla grande alla vita da single e viaggia continuamente tra Manhattan e l'Italia, assaggiando il meglio di entrambe. Ma c'è qualcosa in Dorothy che la rende diversa da chiunque altro, e ora è pronta a raccontare la propria storia: dall'infanzia apparentemente incantata fino all'apice della carriera non ha mai rinunciato a soddisfare il suo gusto raffinato... anche a costo di infilare un punteruolo da ghiaccio nella gola del suo amante. Attenzione, però: alla fine della storia potreste trovarvi a chiedervi che sapore avrebbe il vostro fidanzato saltato in padella con funghi e scalogno, sfumato con due dita di vino rosso.

venerdì, febbraio 14, 2025

Nel cuore delle parole: San Valentino in libri 4 °

Ah, l’amore…. ad inizio anno, il Caso ha voluto che accogliessi questo nuovo anno, con la lettura di un romanzo, un'enciclopedia amorosa, che non avrei mai pensato di leggere, se non perché la sua autrice, nel momento in cui io e lei ci incontrammo, mi lanciò una specie di fattura. Presto o tardi anche io, come tanti altri lettori prima di me, avrebbero appreso da questo discorso sull’amore, che a questo indomito sentimento non c’è cura. Non c’è rimedio, perchè nel momento in cui Cupido lancia la sua freccia, a subirne gli effetti è il nostro cuore, la nostra anima, umiliata e ferita.E, dopo, placarla, procurarne i rimedi o le cure, si rivelano solo perdite di tempo. Inefficaci come qualunque balsamo contro gli effetti avversi. Eppure, quando l’Amore arriva, sopraggiunge, ogni cosa brilla di una luce tutta sua e ciò cui non avevamo dato peso, in un momento, in un altro ti trascinano in luoghi in cui l’anima si sente soddisfatta, beata. Irrimediabilmente ci si sente trascinati, e anche quando ogni cosa cessa di esistere o esserci, siamo noi a pagarne le conseguenze. 

Nel giorno dell’amore, una cavolata se ci soffermiamo a credere sia così, che l’amore esista solo in questo giorno, tuttavia vi parlo di amore mediante romanzi che sono esempio o prototipo di conseguenze irreversibili. Mutilazioni o trapianti di cuori forti o fragili che, sono legati, intaccati nella coscienza ma impossibili da scacciare. Inafferrabili come l’aria che respiriamo, quanto onnipresenti come il Creatore.

L'amore che popolano queste pagine non è di tipo amoroso, non è cioè rivolto ad un amato, quanto ad un figlio. Ester,tormenterà senza posa la sua anima pur di salvare se stessa e suo figlio. Convincendosi che, vestendo il ruolo di peccatrice, possa espugnare le sue colpe.

mercoledì, febbraio 12, 2025

Gocce d'inchiostro: Vento e flipper - Murakami Haruki

Il destino di ognuno è facilmente rintracciabile nell’identità. Ognuno di noi è una persona, una creatura a sé che ha in serbo non solo desideri ma anche sogni e speranze. E, l’identità, una parte imprescindibile del nostro essere, senza la quale non avremmo un vero e proprio sé. Non avremmo alcun valore o coscienza.

Nel periodo più cruciale della mia esistenza, quello cioè dell’adolescenza, ricordo che l’identità era una patina melmosa a cui non sapevo come abbellire, attecchire alle mie membra. Mi facevo inutili problemi su ciò che non necessitava di essere soggetto a critiche, mi innamoravo ma non lo sapevo, e, soprattutto, desideravo sapere chi fossi. Quale fosse la mia voce, ancora poco chiara e nitida, nel bel mezzo di una massa di ragazzi e ragazze che a quanto pare erano già consapevoli di chi volessero essere o fare. Di identità, la letteratura odierna ma anche classica, espugna un esorbitante corollario di testi, romanzi che, scritti in un dato momento e per uno specifico motivo, donano immagini che, se in un primo momento potrebbero non avere un loro senso, in un secondo sono forme o inviti a visitare o scrutare il nostro spirito. E la distilleria che la produce è la realtà circostante. Amorfa o conforme ma da cui è impossibile discostarsi, che detiene una sua logica. 

A distanza di quasi dieci anni, ho riletto Vento e flipper, in origine denominato come Ascolta la canzone del vento, in cui il mio amore nei riguardi del poeta murakamiano - poeta, naturalmente per me - è divenuto nuovamente presente, pulsante, in cui il surrealismo avrebbe poi trionfato sulla coscienza di un uomo che non ha ancora idea di cosa voglia dire essere scrittore, dibattendosi fra gli spiriti del passato ma anche del suo presente.

Titolo: Vento e flipper

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 229

Trama: Un giorno, a ventinove anni, Murakami è allo stadio a guardare una partita di baseball quando, osservando la traiettoria della palla finire nel guantone di un giocatore, ha come un'illuminazione: lui, un giorno diventerà uno scrittore. Tornato a casa, sul tavolo della cucina inizia a scrivere un romanzo e poi un altro ancora: Ascolta la canzone del vento e Flipper, che raccontano la storia di un ragazzo di vent'anni con la voglia sfrenata di scrivere un  <<romanzo bello >>. Nel frattempo, però, fuma, beve, pensa alle ragazze con cui in passato ha fatto l'amore. Le cataloga, le evoca. E chiacchiera con un suo amico, ancora più cinico e disilluso di lui, nella convinzione di poter trasformare la realtà con le parole. Ma l'età adulta è lì ormai a un passo e il tempo non può fare sconti a nessuno.

lunedì, febbraio 10, 2025

Un'attrazione rischiosa: sconti Bur 2025

Il periodo della scontistica, specialmente quella libresca, non cessa di tempestare furiosamente le nostre coscienze. MI dico, mentre ripongo queste poche righe, che non dovrei maledire me stessa per non poter approfittare, dato i miei innumerevoli progetti, quanto tentare di avanzare, a piccoli passi, pur di scovare quello sprazzo di felicità che plani per sempre nel mio spirito… Eppure, quando si parla di libri, lo confesso, non riesco ad essere lucida, e ciò che prima sembrava lontanissimo dai miei intenti, ora ne avverto le sfumature, i contorni. Ma, come detto, agli sconti non cederò, né a questi indetti dalla Bur nè agli Adelphi, quanto parteciperò a gran voce ai miei compagni di viaggi da poltrona, in un coro altisonante, nel consigliarvi qualche titolo, qualche chicca che dovreste conservare, custodire come piccole cose preziose. Romanzi che vi condurranno in svariate regioni, ma che nell’insieme tengono su un processo magico, benefico per la nostra anima.

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Un romanzo che ho apprezzato e compreso lentamente, in cui la vita torna a trionfare sulla negligenza, ma lo fa nel modo più primitivo possibile, nel più crudele dei modi, con l’uomo che torna ad essere l’essere umano limitato e curioso di sempre impartendo così la conoscenza mediante dialettica, scambio reciproco di idee. Un’opera che scandaglia il labile confine del possibile e del reale, che taglia qualunque legame col mondo esterno ed elimina qualunque segno di remora o incertezza.


Titolo: I racconti di Canterbury
Autore: Geoffrey Chaucer
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 11, 50 €
N° di pagine: 600
Trama: Nell'Inghilterra del XIV secolo un gruppo di pellegrini diretti alla tomba di Thomas Becket a Canterbury si intrattiene raccontandosi una serie di novelle. È questa la cornice dei ventuno Racconti di Canterbury , composti tra il 1386 e il 1400. Benché l'opera – un caposaldo della letteratura universale – sia rimasta incompiuta, queste novelle costituiscono una grandiosa e multiforme epopea della società medioevale inglese. E grazie alla rara dote di penetrazione psicologica dell'autore diventano qualcosa di più del pur notevole e vividissimo affresco storico: si trasformano nella rappresentazione simbolica dell'itinerario spirituale dell'uomo lungo il cammino della vita.

sabato, febbraio 08, 2025

Gocce d'inchiostro: Storia della pioggia - Niall Williams

Quando si legge questo tipo di romanzi non si ragiona con coerenza: ci si lascia andare e coinvolgere da emozioni forti, istantanee di vita comune ma sgretolate da eventi o emozioni forti, e da ciò penso derivi il significato dei suoi movimenti netti. Fui sorpresa da questo elemento, poiché la magia celata in queste pagine sta nel desiderio di mancata libertà dei personaggi, il loro stare nel mondo, una cella invisibile da cui non vi è alcuna via di salvezza se non mediante lettura, quasi quanto la confessione stessa dei loro “peccati”.

Queste, in soldoni, le tematiche di un libro le cui prime pagine sono pagine cariche di dramma, tragicità che sedimenta nell’animo, e che induce il lettore ad elaborare nozioni o idee che incantano nella loro sottigliezza, che li ho percepiti solo molto dopo come elementi di una vita ostile che sradicano la rassegnazione. L’uomo, infatti, dinanzi al processo crudele della vita non può far nient’altro che rassegnarsi, aggrappandosi ai ricordi e attribuendo ad essi una certa importanza. Senza ricordi, infatti, non sarebbe nient’altro che massa di carne prive di anima. Ed attanagliata dagli eventi del passato, scivolando addosso come la lente di un microscopio sugli oggetti.

Come una spettatrice attenta, mi sono mescolata a gruppi di persone che procedevano strascicando i piedi, con la mano nel petto, e la consapevolezza della bellezza a cui avrei dovuto assistere. Il cammino impervio di una ragazzina e della sua storia, presumibilmente nella direzione che avrebbe portato dritto dritto a fare breccia nel mio cuore, fu un chiaro riferimento alla crudeltà della vita, e al modo per come l’uomo si aggrappa a sogni o speranze per contrastarla e viverla meglio. In lontananza, l’eco di drammi lunghi, ponderati, vaghi, che sedimentarono nel mio cuore, sprofondando nelle pieghe del tempo.


Titolo: Storia della pioggia

Autore: Niall Williams

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 9,00 €

N° di pagine: 367

Trama: Ruth Swain, viso affilato, labbra sottili, pelle pallida incapace di abbronzarsi, lettrice di quasi tutti i romanzi del diciannovesimo secolo, figlia di poeta giace a letto, in una mansarda sotto la pioggia, "al margine tra questo e l'altro mondo". Un giorno è svenuta al college, e da allora, malata, trascorre le sue ore in compagnia dei libri ereditati dal padre. Romanzi, racconti e versi attraverso i quali si avventura su sentieri sconosciuti, apprende cose che pochi sanno: che Dickens, ad esempio, soffriva d'insonnia e di notte passeggiava per i cimiteri; o, ancora, che da giovane Stevenson aveva attraversato la Francia dormendo sotto le stelle, in compagnia di un'asina. Mentre la pioggia batte sul tetto della mansarda, Ruth rovista così tra i libri e legge e raduna attorno a sé tutto quello che può: la vecchia edizione arancione di Moby Dick della Penguin, la copia di Ragione e sentimento con il ritratto di Jane con la cuffietta in testa, le memorie del Reverendo, il bisnonno che nella sua mente assomiglia al vecchio Gruffandgrim di Grandi speranze, gli appunti di Abraham, il nonno, che anziché abbracciare la chiamata del Signore abbracciò quella della pesca al salmone, i quaderni da bambino su cui Virgil, figlio di Abraham e suo amato genitore, annotava con la matita le sue poesie. Storie che, come tutte le storie, si raccontano e si leggono per scacciare il male di vivere o, come nel caso di Ruth, per mantenersi ancora "al margine tra questo e l'altro mondo".

giovedì, febbraio 06, 2025

Le TBR: richiami dell'anima 46°

Uso il tempo per ponderare le mie scelte. Uso il tempo per capire, comprendere cosa io voglia realmente dalla vita, conciliare pace e piacere, lavoro e relax, in cui i libri sono naturalmente il mio pane quotidiano. La mia vita, senza la lettura, sarebbe scialba, priva di colori e sfumature e nel tempo divenuta non solo come semplice hobby, ma necessità. Necessaria come l’aria che respiro, già una cinquantina di volte l’avrò ribadito questo concetto, ma che farci. se questa è la pura verità?!? Forse vi starete annoiando, me ne rendo conto, ma i libri non sono semplici risme di carta. Sono cure palliative che sostengono o rinvigoriscono lo spirito o l’anima di ognuno di noi, operano silenziosamente finchè qualcosa non cambia, e se accompagnati dalla musica, per me immancabile pur di concentrarmi, è una fonte inesauribile di sostentamento, energia. I libri sono compagni fidati, valorosi cavalieri che non ti abbandoneranno mai, se non sei tu a voltar loro le spalle, e quest’oggi infatti non è un caso che vi mostri una tbr enorme ed esorbitante, a cominciare da quel libro… dal valoroso Don Chisciotte che è ancora al mio fianco. Eppure la bellezza di parole ancora da ascoltare o fagocitare vibra attorno alle pareti della mia camera, solleticano la mia pelle, si posano sulla mia coscienza come indicazione o fonte di un tutto. L’inizio o il principio di qualcosa che ha avuto un suo inizio ma non una fine, finché Dio mi darà vita. E a questa magia, io. non riesco proprio a resistere, non riesco proprio ad assumere la materia di questi suoni i cui creatori sono autori perlopiù defunti, ma la cui forma si manifesta prima di evocare. Prima che il loro alito caldo svanita completamente.

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Il cuore pulsante di questo blog nonché una delle saghe più belle che denoti il mio amore per i libri e la letteratura.

La Funke ha emesso un suono, quando ero bambina, ed io l’ho seguita per tutti questi anni. Le sue storie sono dediche ad un pubblico giovane, ma radicate nell’immaginazione di chiunque ama immergersi nell’arte intrinseca fra suoni, voci e parole.


Titolo: La trilogia del Mondo d'Inchiostro

Autore: Cornelia Funke

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 24 €

N° di pagine: 1224

Trama: Meggie ama i libri. E ama moltissimo anche il padre Mo, che però rifiuta di leggerli a voce alta. Se lo facesse, infatti, porterebbe la vita nei libri e i personaggi dei libri alla vita. In una notte crudele lesse "Cuore d'inchiostro" e un malvagio signore dal cuore nero, Capricorno, si liberò dai lacci delle parole per materializzarsi nel suo salotto. In quell'attimo fatale accadde anche qualcosa di più grave: la moglie di Mo scomparve per sempre tra le pagine del libro. E ora il perfido Capricorno cerca Mo per piegare i suoi poteri a perfidi scopi …

martedì, febbraio 04, 2025

Gocce d'inchiostro: Attenta, Cappuccetto rosso - Shoij Kaoru

Mi chiesi se, dalla lettura di un romanzo sconosciuto e dalla conoscenza col suo autore, avessi dovuto vedere, riconoscere o scorgere quei pericoli della mia << intromissione>>. Letture ancora da leggere e vivere, autori sconosciuti che quest’anno desidero conoscere, tracciano un disegno sulla tela della vita da cui traggo piacere e soddisfazione. Alla fine, gran parte di questi sentimenti, esplicati dal momento di congiunzione fra la mia anima e la loro. Quello in cui inaspettatamente, prendono per mano e ti guardano come in attesa di qualcosa. L’attesa è essa stessa piacere di attrazione che, solo dopo averne fagocitato la sua essenza,, averla letta o bevuta nel giro di qualche ora, avrebbe trasmesso qualcosa, e, questo magico momento, quel momento in cui ogni barriera sarebbe stata abbattuta. Si può definire così l’incontro/scontro con un autore che non conoscevo affatto e a cui dico grazie, alla casa editrice Einaudi, per avercelo trasmesso anche in Italia, che da quando la propose sul mercato italiano, lettori che effettivamente hanno esplorato questo territorio sconosciuto si contano disgraziatamente sulla punta di una mano. In questa schiera naturalmente ora ci sono anche io, che nel momento in cui vi entrai, come in una fatiscente dimora, capì come fossi al sicuro; questo è il tipo di storie in cui amo perdermi, e compiere questo passo - primo a dire il vero cui confido si susseguiranno altrettanto passi con la pubblicazione dei volumi successivi, porteranno a qualcosa. Scovare quella giusta via in uno dei periodi più importanti dell’umanità: la giovinezza.


Titolo: Attenta, Cappuccetto rosso

Autore: Shoji Kaoru

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 200

Trama: Tokyo 1969. La giornata di un ragazzo alle prese con le rivolte studentesche, una fidanzata permalosa che ogni due per tre dice di voler «mordersi la lingua e morire soffocata», signore della buona borghesia intente a combinare matrimoni, una dottoressa sexy e una bambina che lo farà piangere di dolore e di gioia. Un torrentizio flusso di parole in cui la polemica del giovane protagonista contro l’ipocrisia del mondo adulto e sempre intrecciata all’ironia e alla comicità. «La bulimia di "cioè", "in altre parole", "come spiegarmi?", "come farmi capire?" è la forma assunta dalla volontà di non cedere alla logica binaria del giusto / sbagliato, la rassegnazione accompagnata da un malcelato piacere nell'inseguire all'infinito un pensiero inafferrabile che è più sensazione che idea. Quando Kaoru si mette alle strette da solo ma è obbligato lo stesso a dare una parvenza di intelligibilità alle sue opinioni, allora ci investe con un profluvio di parole, i periodi si allacciano l'uno all'altro spasmodicamente in un rimando senza fine, i concetti si avvitano su sé stessi come in una spirale perpetua. Ma per nostra fortuna è un fiume di parole che si accompagna a una salutare dose di umorismo tutto sui generis, alla freschezza e all'ariosità di cui dicevamo e a un certo potere ipnotico» (dalla prefazione di Alessandro Clementi degli Albizzi).

domenica, febbraio 02, 2025

Romanzi su misura: Gennaio

Se le letture, i libri fossero estinti, finirebbe per me l’intera esistenza. Un’esagerazione, me ne rendo conto, ma senza i libri vorrebbe dire che la mia vita sarebbe priva di colore, gioie o sfumature, e una vita senza libri, senza il respiro di altri autori che si mescola al mio, non meriterebbe di essere vissuta o assaporata. Dò troppo spazio, fin troppo importanza alla lettura, ai libri, lo so e me ne rendo conto, ma… chi se ne importa? Leggere, le innumerevoli pile che mi affiancano, mese dopo mese, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, non sono colossi o giganti di cui temere quanto avventure, mondi in cui poter valicare o contemplare le bellezze. Perchè una volta entrata, chi vorrebbe più uscirne? Chi vorrebbe tornare alla sua vecchia vita, di qualunque natura essa si tratti?? Beh, forse non si è ancora intuito, o capito, ma per me i libri sono quel portale segreto per raggiungere la felicità. La gioia eterna, e ora che anche questo primo mese dell’anno si è concluso, lungo ed eterno, come ogni inizio anno, del resto, sono pronta a parlarvi dei miei amici. Quei compagni d’inchiostro che, per trenta giorni, hanno affiancato, resa protagonista di svariati eventi, Contenta ed entusiasta di aver speso del tempo, in loro compagnia, sorvolato mondi che conoscevo già, altri completamente avvolti nell’ignoto, nel mistero, ma che nell’insieme mi hanno tenuta in vita. Cristallizzata in una bolla di felicità, entusiasmo, che solo la parola scritta mi conferisce, e che riverso, mi impegno a riversare, giorno dopo giorno, in taccuini, agende o diari. Grata a chi si appresta a soggiornare in questo salotto letterario, a chi mi <<ascolta >> in silenzio, o chi si intrattiene con un semplice like. Perché la letteratura, come la vita, sa dare ma anche togliere. Regalare qualcosa di potente, ma anche togliere il respiro.

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Romanzi su misura in digitale:

La vita è bella, come diceva Benigni, ma a volte sa essere anche crudele e diabolica, e l’amore un buon surrogato dinanzi agli assalti esterni della stessa. Ma l’uomo quando si ammala vive l’emozione della malattia non facendo niente per guarire, se non affondando i suoi dispiaceri nel triste calice dei ricordi. E, giunti a questo punto, come guarire? Se non assimilando questo lento processo, e attendere i suoi effetti, i suoi influssi?

Valutazione d’inchiostro: 4

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