
Titolo: I russi sono matti. Corso
sintetico di letteratura russa 1820 - 1991
Autore: Paolo Nori
Casa editrice: Utet
Prezzo: 15 €
N°di pagine: 184
Trama: Esilarante e rocambolesco, sbilenco
e a suo modo intimo, passa in rassegna le idiosincrasie e il genio dei grandi
autori: da Puskin che per primo e forse per caso abbandona l'aristocatrico
francese per scrivere << nella lingua dei servi della gleba >>,
creando di fatto il romanzo russo, a Erofeev che in piena dissoluzione
dell'Urss riempie di bestemmie un capitolo del suo Mosca - Petuski, mettendo
però cortesemente in guardia le lettrici; da Tolstoj che in una lettera dice di
non poterne più di scrivere << la noiosa, la triviale Anna Karenina
>> a Dostoevskij che si considera << un uomo felice che non ha
l'aria contenta >>. Eppure anche se davvero i russi sono matti, hanno
creato in appena due secoli una delle più grandi letterature mai esistite,
capace di cogliere l'umorismo tragico dell'esistenza e di togliere
l'imballaggio alle parole, restituendo loro tutta la forza poetica perduta
nell’uso, di cogliere l’intraducibile byt ( diciamo per semplicità: la vita)
nel suo farsi, di costruire romanzi pieni, come diceva un detrattore di Puskin,
di << scenette insignificanti da vite insignificanti >>, ma che
forse proprio per questo ancora oggi ci sembrano più veri del vero.
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Titolo: Un romanzo russo
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 288
Trama: "Hai creduto che
l'amore di Sophie, la lingua russa, le ricerche sulla mia vita e sulla mia
morte ti avrebbero liberato, ti avrebbero permesso di chiudere i conti con un
passato che non è il tuo ma che si ripete in te in modo ancora più implacabile proprio
perché non ti appartiene. Ma l'amore ti ha mentito, ancora non riesci a parlare
russo correttamente e quello che in me era irrimediabilmente infetto continua a
infettare anche voi, e vi sta uccidendo l'uno dopo l'altro. Per amore non c'è
bisogno di saltare dalla finestra, ci sono quelli come te che muoiono restando
vivi. Per te non c'è liberazione. Ovunque tu vada, qualunque cosa tu faccia, ti
aspettano l'orrore e la follia."
Un giorno, però, dopo aver concluso la
stesura dell' Avversario, alla follia e all'orrore decide di sfuggire. Trova un
nuovo amore e accetta di realizzare un reportage su un prigioniero di guerra
ungherese dimenticato per più di cinquant'anni in un ospedale psichiatrico
russo. Arriva così in una cittadina a ottocento chilometri da Mosca, dove
tornerà poi una seconda volta, ad aspettare, quasi in agguato, che accada
qualcosa. Qualcosa accadrà; un delitto atroce. La follia e l'orrore l'hanno
dunque << riagguantato >>. Anche nella vita amorosa: un racconto
erotico scritto per gioco, per << fare irruzione nel reale >>,
precipita lui e la sua compagna in un incubo destinato a devastare le loro vite
e il loro amore. Nel frattempo, il viaggio in Russia ha messo fatalmente in
gioco le sue origini e il suo rapporto con la lingua della madre - e così
Carrère comincia a indagare su quello che, non solo implicitamente, gli
<< è stato proibito raccontare >>; la storia del nonno materno, il
quale, dopo un'esistenza segnata dal fallimento e dalle umiliazioni, è
scomparso nell'autunno del 1944, ucciso probabilmente per aver collaborato con
l'occupante. << E' il segreto di una madre, il fantasma che ossessiona la
nostra famiglia >>. Per esorcizzare quel fantasma lo scrittore compie
<< un oscuro percorso nell'inconscio di due generazioni >>, che lo
porterà alla resa dei conti con un retaggio << di paura e di vergogna
>> e al tempo stesso alla riconciliazione con l'incombente genitrice - e
marcherà la disfatta ( sia pur soltanto provvisoria ) di quel nemico ghignante,
crudele e mostruoso che da sempre lo assedia.
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Titolo: La morte di Ivan Il'ic
Autore: Lev Tolstoj
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 7, 50 €
N° di pagine: 96
Trama: Questo raccnto descrive la vita di
Ivan Il'ic, un borghese famiglia, di discreta intelligenza e qualità mondane,
costantemente preoccupato del parere dei superiori, che con le loro azioni
potrebbero agevolarne la scalata sociale. Anche il matrimonio sembra confacersi
alla pratica di vita da lui perseguita nella vita professionale: ha sposato la
moglie più per convenienza d'affetto e sociale che per reale innamoramento.
Tutto procede per il meglio, fin quando il protagonista non subisce un banale
incidente domestico. Cadendo da uno sgabello Ivan Il'ic accusa un forte colpo
al fianco, un dolore che con il passare del tempo sarà sempre più costante,
costringendolo a consultare numerosi medici per cercare di venirne a capo.
Nella situazione di disagio indotto dalla malattia cambiano così le sue
priorità. Nell'avere pietà di se stesso, comincia sempre più a essere
insofferente verso la rumorosa indifferenza della gente sana. Nessuno lo
comprende né gli presta ascolto, tranne un muzik, un paesano, che fin dal
giorno dell'incidente aveva cominciato a prendersi cura di lui, peraltro con un
atteggiamento improntato a una straordinaria serenità. La malattia lo induce
pertanto a rivedere tutta la scala dei valori che aveva ispirato la sua vita,
guidandolo alla comprensione della verità: tutto è stato falso, nella vita
famigliare come nel lavoro. Ma alla fine della sua vita la menzogna si ritira,
e Ivan Il'ic riuscirà a morire sereno, con il sorriso sulle labbra.
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Titolo: Oblòmov
Autore: Ivan Goncarov
Casa editrice: Bur
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 580
Trama: Un provinciale idealista vive a
Pietroburgo della rendita di una tenuta dimenticata, nella più assoluta inerzia
fisica e psichica. In una camera coperta di ragnatele e di libri ingialliti
giace su un divano, dormendo e sognando, stanco e insensibile ai rumori della
vita.
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Titolo: La famiglia Karnowski
Autore: Israel Joshua Singer
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: 4, 90 €
N° di pagine: 413
Trama: Tre generazioni di ebrei, completamente assimilati alla società tedesca, si susseguono sotto la crescente e minacciosa ombra del nazismo. L'intera saga famigliare si apre con David, il patriarca, che lascia la Polonia per trasferirsi nella civilissima Berlino e si considera più tedesco dei tedeschi stessi; il figlio Georg, che ha imparato sin da piccolo a comportarsi << da ebreo in casa e da uomo di mondo fuori >>, diventa un famoso e richiestissimo medico, salvo poi perdere tutto, ricchezze, professione e ogni possibile speranza, a causa delle orribili leggi razziali. La storia di Jegor, il suo giovane figlio, dilaniato dall'odio che prova per la sua stessa identità di ebreo, conclude la parabola dei Karnowski.