domenica, agosto 31, 2025

Gocce d'inchiostro: Slow reading. Leggere con lentezza nell'epoca della fretta - David Mikics

Quel che è innegabile è che io, la concentrazione che proietto a semplici fogli bianchi macchiati d’inchiostro, è che accresce il volume del mio stato mentale, il mio modo di approcciarmi alla letteratura, all’arte delle parole, arricchendo il mio bagaglio culturale, donando la vita, facendo della lettura molto più di quel che è un semplice oggetto, il libro, così insignificante per molti. Ma non è così che molti autori arrivano all’anima di chi legge? Non è questo il senso della famosa storia della vita che ogni tanto ci sussurrano persone che ai nostri occhi posseggono come una certa luce, un certo magnetismo? Un bagaglio di emozioni altalenanti aveva distorto la mia anima, ma ricordo con nitidezza quegli strani e forse per molti irrilevanti “dettagli” che a me hanno dato molto più di quel che credevo. Per esempio che dietro a una prosa asciutta e semplice si nascondono abili lettori di anime. Attori, sceneggiatori, cantautori che mediante versi si sono avvicinati alle cose, sottolineandole nel modo più accurato possibile.


Titolo: Slow reading. Leggere con lentezza nell’epoca della fretta

Autore: David Mikics

Casa editrice: Garzanti

Prezzo: 19 €

N° di pagine: 340

Trama: Non si è mai letto tanto come in questi anni di rivoluzioni tecnologiche: email, siti web, sms, tweet. Siamo costantemente circondati da testi scritti, eppure mai prima d'ora la lettura è stata così rapida, superficiale, affrettata. Scorriamo sempre più velocemente le parole sui nostri schermi, saltando da una pagina all'altra al ritmo incessante della modernità, continuamente distratti da nuovi stimoli digitali. Slow Reading ci riporta invece a un modo diverso di leggere, capace di far comprendere la profondità della parola scritta e di apprezzarne la sua bellezza. Grazie ai quattordici semplici consigli dell'autore, la lettura paziente e appassionata di un libro può così diventare l'opportunità per reimpossessarsi del proprio tempo, per conoscersi e migliorarsi. Slow Reading è un viaggio tra le pagine più belle della letteratura del mondo; una mappa per potersi orientare, senza fretta, tra grandi classici e romanzi contemporanei, nei versi di una poesia e nell'intreccio di un racconto; un invito a trasformare ogni libro che si incontra in un'occasione per liberare la nostra intelligenza e la nostra fantasia.

venerdì, agosto 29, 2025

Romanzi su misura: Agosto

Anche volendo non potrei riuscirci. La vita mi mette sempre dinanzi a sfide che non rifiuto mai di affrontare a testa alta e questa volta il Caso volle che i romanzi letti e vissuti mi condussero in luoghi che da sempre sortiscono il mio fascino in un corredo di immagini e colori che sciorinano elementi e nozioni che, seppur dalle origini fantastiche, mostrano aspetti di letteratura che negli anni ho letto, vissuto e apprezzato. Sapevo che questo sarebbe stato solo un assaggio di ciò che mi avrebbe concesso Luglio. Il mese dei cosiddetti mattonazzi, non così assurdi come un tempo, quando di questa tipologia di testi nutrivo qualche timore. E, adesso, consapevole che l’arricchimento culturale di ogni lettore, perlomeno il mio, in primis sia dovuto da questo genere letterario. L’odore di una storia che profuma di antico, amori sopiti nel tempo, segreti che mescolano la normalità con l’anomalia furono una catena di elementi che solo in età adulta mi fecero abbracciare i romanzi, i classici come parte di sostentamento della mia vita. Ricordo quando, mi imbattei per la prima volta in Cime tempestose.. Era l’epoca dei primi amori, delle prime cotte, dei primi << veri >> pensieri. Era un mondo in cui amavo viverci. Cosa chiedere di più?

Questo settimo mese dell’anno, dunque, non toglie niente che non sia stato detto o fatto nei mesi precedenti. I romanzi sono sempre tanti, il tempo quello che è, ma io in grado di poterlo dominare come più mi piace, affinchè i miei sforzi non si rivelino poveri di contenuto quanto zeppi di una miscela disomogenea di tante cose che arricchiscono non solo il mio corpo, ma anche il mio spirito.

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Romanzi su misura in digitale:

Raggiungendo svariati traguardi, conoscendo a fondo me stessa e ciò che più mi piace e mi fa stare bene, al punto che mi ha arricchito così tanto che lo dimostra questa ennesima recensione. Questo desiderio ardente di parlarne con qualcuno, promulgare il suo pensiero e i suoi piccoli segreti per << sopravvivere >> dinanzi all’inesorabile strisciare del mondo che, a me, non interessa più di tanto.

Valutazione d'inchiostro: 4

mercoledì, agosto 27, 2025

Gocce d'inchiostro: Sanguina ancora - Paolo Nori

Sapevo bene che niente è perenne, ma volevo evitarmi di continuare a divorare pagine su pagine come se non ci fosse più alcuna certezza. Vivendo però un milione di vite, giorno dopo giorno, settimana per settimana, non riesco a fare a meno di prolungare la mia presenza per più di una manciata di giorni, in quanto se la trama realizzata a tavolino, uno stile penetrante e diretto, segreti o misteri che sospendono il tutto in una piscina di dubbi e perplessità non trovano maggiore sfogo nelle mie interpretazioni varie, qualcosa dentro di me non cambia. Nel senso che, quando leggo, una volta che attraverso il confine che suddivide il mondo di qua con quello di là, tornare indietro è davvero difficile, nonostante a volte mi sia sentita a disagio, sulla sponda sbagliata, e il mio essere famosa divoratrice di libri come se fossero Nutella resta ugualmente intatta. Potrei impormi dei limiti, centellinare le pagine affinchè la mia permanenza sia prolungata. Ma che fare quando ci si sente divorati da qualcosa che nemmeno io riesco a tenere a bada?

Infilare il naso tra le pagine di un romanzo sconosciuto, ma che ha come protagonista indiscusso Dostoevskij, i cui romanzi mi hanno catapultata in una realtà che presto sarebbe diventata mia  - dinanzi a una razza umana che selvaggiamente avanza lungo la riva dell’assurdo - nonostante esso possa essere caotico e un po' scomodo, conferisce allo spettatore un immediato senso di familiarità che ne mitiga almeno in parte gli aspetti negativi. A tal proposito Paolo Nori, in questo ennesimo saggio o << studio sul campo >> non dona nè evidenzia niente che non ci sia stato detto, ma mi ha permesso di seguirlo scrupolosamente durante la stesura di questo testo, nel periodo più disastroso degli ultimi tempi, quello del Covid in cui scrivere sconvolgerà del tutto la sua esistenza, i suoi ricordi attaccati bene come alla carta stampata. Fra figure imperscrutabili che vagano lungo la riva dell’insoddisfazione e che, sebbene debbano incutere l’aspetto negativo del romanzo, rivelano solo un piccolo squarcio di quello che la letteratura dostoevskiana ci dona. Un piccolo ma soddisfacente squarcio da cui si tenta di avere possibilità di riscattarsi e redimere la propria anima.

Titolo: Sanguina ancora

Autore: Paolo Nori

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 288

Trama: Tutto comincia con "Delitto e castigo", un romanzo che Paolo Nori legge da ragazzo: è una iniziazione e, al contempo, un'avventura. La scoperta è a suo modo violenta: quel romanzo, pubblicato centododici anni prima, a tremila chilometri di distanza, apre una ferita che non smette di sanguinare. "Sanguino ancora. Perché?" si chiede Paolo Nori, e la sua è una risposta altrettanto sanguinosa, anzi è un romanzo che racconta di un uomo che non ha mai smesso di trovarsi tanto spaesato quanto spietatamente esposto al suo tempo. Se da una parte Nori ricostruisce gli eventi capitali della vita di Fëdor M. Dostoevskij, dall'altra lascia emergere ciò che di sé, quasi fraternamente, Dostoevskij gli lascia raccontare. Perché di questa prossimità è fatta la convivenza con lo scrittore che più di ogni altro ci chiede di bruciare la distanza fra la nostra e la sua esperienza di esistere. Ingegnere senza vocazione, genio precoce della letteratura, nuovo Gogol', aspirante rivoluzionario, condannato a morte, confinato in Siberia, cittadino perplesso della "città più astratta e premeditata del globo terracqueo", giocatore incapace e disperato, marito innamorato, padre incredulo ("Abbiate dei figli! Non c'è al mondo felicità più grande", è lui che lo scrive), goffo, calvo, un po' gobbo, vecchio fin da quando è giovane, uomo malato, confuso, contraddittorio, disperato, ridicolo, così simile a noi. Quanto ci chiama, sembra chiedere Paolo Nori, quanto ci chiama a sentire la sua disarmante prossimità, il suo essere ferocemente solo, la sua smagliante unicità? Quanto ci chiama a riconoscere dove la sua ferita continua a sanguinare?

lunedì, agosto 25, 2025

Amori di carta in sospeso: saghe da completare 2°

Libera dal peso insostenibile dell’incompiuto, dall'aura accecante di una storia incompleta e non vissuta che tuttavia mi seguiva ovunque, quando termino un romanzo la prima cosa che faccio è quella di accarezzare la copertina, infilare la mia vestaglia di puro cotone e abbandonarmi ancora una volta agli effetti riscontrati per qualche altra manciata di minuti. Non mi presi il fastidio di riflettere, cincischiare nel realizzare qualche frase compiuta che abbia senso se non per me stessa e restai come immersa in una sorta di stato ipnotico che filtrava da uno scenario straordinario e stupefacente, lasciando che qualcuno mi trascinasse in strade dalla terra arida e bucata, sull'orlo di un mondo, in uno sfavillio di argenti e cristalli. Appiccicata ai bordi della mia anima come una mosca su una baia zuccherosa, in una profusione di bianco e grigio, la consapevolezza che, questo volume, così come tanti altri che ho letto in passato, fa parte di una saga e che, presto o tardi, avrei dovuto accaparrarmi i volumi successivi. Eppure, nel niente della sera, come un piccolo battito sono saltata a bordo di una invisibile e sferragliante bicicletta, sollevando voci e mormorii di sgomento, lanciandomi dietro con un profumo acido di bruciato. Una profusione di immagini, figure eroiche o meno la vertigine di una solitudine insana, forte e indissolubile capitata nel momento in cui credevo di saperlo, attendevano silenziosamente che potessi accorgermi di loro. E, sebbene non come avrei voluto, l’ho fatto. Ho prestato loro quelle giuste attenzioni che certe storie meritano. E, a distanza di anni dal momento in cui ho evocato il loro ricordo, penso, nel mentre ripongo queste poche righe, come ancora certe storie non riposino silenziosamente fra gli scaffali della mia libreria. Giungerà mai questo momento, quel momento in cui il ricordo di quei giorni soleggiati in cui mi avventuravo come una biglia su un panno inclinato, mi sono svegliata dopo pochissimo tempo in ogni singolo istante del mio avanzare fino a indurmi a registrare, o a conservare intatta l'anima di questo romanzo? E quest’idea di un ritorno, ancora incerto ma scritto sulla sabbia del tempo, rivestiva l'occasione di un manto di felicità e curiosità che non posso fare a meno di non far trapelare. Presto o tardi certe storie, certe avventure vissute, soggiorneranno fisicamente fra gli scaffali della mia strapiena libreria, il cui eco continua ancora a esplodere nella mia testa, nel mentre le parole mi divorano da dentro  un pò' alla volta, trincerandosi dietro ad abbracci di carta e inchiostro che mi spoglieranno mentalmente e un po’ alla volta, non riuscendo a fermarsi finchè qualcosa non andrà automaticamente al suo posto.

La gioia del raccontare che inganna e rende complici, coinvolti ad essere protagonisti di svariati effetti, che seppur non rispecchia perfettamente i canoni della tradizione storica, esige qualcosa di meno prosaico e complicato di quel che sembra, avvincente e coinvolte che mette da parte un certo gusto per l’imperfezione e la non conclusione, nella sua disordinata integrità, e il desiderio insopprimibile di leggere i volumi successivi, che presto o tardi avrebbero tracciato il proprio sentiero. 


Titolo: I tre moschettieri

Autore: Alexandre Dumas

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 720

Trama:Francia, 1625. Il giovane d’Artagnan vuole far parte dei moschettieri del re ma, quando incontra sulla sua strada Athos, Porthos e Aramis, i migliori moschettieri in circolazione, li provoca e viene sfidato a duello da ciascuno di loro. Il duello, però, è proibito e quando le guardie del cardinale Richelieu li colgono sul fatto e minacciano di arrestarli, d’Artagnan decide da che parte stare: aiutare i tre moschettieri. Con un approfondimento alla lettura e una mappa concettuale.

sabato, agosto 23, 2025

Gocce d'inchiostro: Il re dei ladri - Cornelia Funke

Un pomeriggio, quasi per caso, un’autrice che amo molto si avvicinò al mio animo più di quanto credevo; con umiltà e gentilezza, quasi un riconoscimento per la mia segreta ammirazione, un’amore ardente e insaziabile per i suoi mondi, le sue storie che quest’anno ho desiderato rievocare, scostò il velo dell’incertezza e mi propose di leggerla nuovamente con un testo il cui ricordo era quasi del tutto svanito. La prima cosa che vidi fu uno scenario molto simile a quello che avevo scorto in altri suoi testi: bambini sconosciuti e alienati come pianeti sconosciuti, di cui il ricordo è stato ravvivato grazie a questa lettura, con alle orecchie la sua dolce e melodica voce, proiettata a scorgerla fra gruppi di angeli e vendicatori, in una Venezia luminosa e affascinante, culla non solo per gruppi di sognatori ma anche di artisti che fanno dell’arte espressione o modo di essere.



Titolo: il re dei ladri

Autore: Cornelia Funke

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 12€

N° di pagine: 376

Trama: Prosper e Bo, orfani in fuga da due zii malvagi, si nascondono nella magica città di Venezia, dove incontrano una banda di ragazzini che vivono in un cinema abbandonato. Fanno capo a Scipio: è lui il Re dei Ladri che garantisce la sopravvivenza dei compagni grazie ai suoi furti mirabolanti. Prosper e Bo entrano a far parte di questa pittoresca "famiglia", e si trovano coinvolti in un'avventura che cambierà per sempre la loro vita.

giovedì, agosto 21, 2025

Slanci del cuore: romanzi riletti con maggiore consapevolezza

Ci sono romanzi che si leggono con disadattamento. C’è insoddisfazione. C’è incomprensione. Un anima che vaga lungo la riva dell’assurdo che si scontra con altre anime con nient’altro che una vaghissima idea di felicità, tranquillità spirituale, preparato solo nel senso che certe storie possono lenire il tuo spirito. Certi testi che mi hanno fatto sentire una disadattata, un evitante, prevedendo come quel calore di cui avrei voluto esserne invasa sarebbe stato lontano. Quando leggo, però, non mi piace mettere dei paletti tutt’intorno per evitare che il mio sguardo possa incrociare quello del suo autore –  per precauzione cerco di starvi lontana. Ma questo comportamento, indetto da un tipo di tempra che negli anni è stata forgiata, ispirata dalle negatività intramontabili della vita, spesso o tardi finisce per fagocitarmi. Come? Rifletto…. Quel romanzo, quel testo, l’ho davvero letto? E, se così fosse, quale traccia del suo passaggio ha lasciato? Testarda e coriacea che in passato ha potuto godere della bellezza di certe storie, ma, in realtà ha dimostrato come esse siano state utili esclusivamente per il suo istinto di autoconversazione. E, se all’inizio ho tergiversato, alla fine la consapevolezza è stata più bruciante di una ferita.. Che fare? Lasciar perdere, o farvi nuovamente ritorno finchè qualcosa dentro il mio cuore non fosse andato al suo posto? Mediante questa consapevolezza, che, nel tempo, negli anni, rileggo i romanzi. In principio, per diletto. Al presente, come espediente per promulgarne o diffonderne il loro ricordo. Esorcizzando qualunque bruciante sensazione di rifiuto, rinchiusi come in una solida cella dalla quale non vi è alcuna via d’uscita, la possibilità di poter toccare ogni centimetro quadrato di felicità, tipica della spensieratezza di poter farvi ritorno e ascoltare e vedere veramente.

L’uomo fa ammenda delle azioni compiute, la memoria perpetua così nel tempo, nonostante i ricordi dolorosi del passato si scontrano col tormento, l’impossibilità di raggiungere o ottenere qualcosa di cui non si raggiungerà mai. Il cuore si dibatte fra le gabbie dell’impossibile invitandoci a guardarci dentro e osservare con gli occhi di un altro.


Titolo: Lo stregato e il patto con il fantasma

Autore: Charles Dickens

Casa editrice: Elliot

Prezzo: 13, 50 €

N° di pagine: 118

Trama: Il chimico Redlaw, noto come scienziato e uomo pio, vive assillato dai ricordi di un passato doloroso e dal suo fantasma, figura perturbante, doppio demoniaco, che gli offre la possibilità di perdere la memoria (ma non il suo sapere), e di trasmettere questa capacità al prossimo. Redlaw, ben conscio che insieme ai ricordi dolorosi verranno cancellati anche quelli felici, ne approfitta e si prodiga per diffondere questo privilegio, fino a quando non si insinua in lui la consapevolezza che l'oblio comporta il rischio dell'apatia e dell'inerzia dei sentimenti. Quinto e ultimo dei "Christmas Books" che Dickens scrisse tra il 1843 e 1848, il primo dei quali fu "Racconto di Natale", questo breve romanzo contiene le caratteristiche più felici dell'autore, l'acutezza delle descrizioni e l'impareggiabile gusto umoristico, capaci di far emergere allo stesso tempo il lato grottesco e drammatico delle situazioni in cui si muovono i suoi indimenticabili personaggi.

martedì, agosto 19, 2025

Gocce d'inchiostro: L'ospite - Stephenie Meyer

Mi viene da pensare, che se talvolta non ci si butta nella mischia certe cose non le si legge o vivono mai. In questo caso, sedermi nella mia poltrona preferita con un romanzo che in passato lessi non poche volte, posto sulle gambe a mò di leggio e rivolgermi alla sua autrice, che quando ero adolescente mi fece perdutamente innamorare del suo bel vampiro, mantenne la promessa nell’assolvere il compito di accompagnarmi in una landa non proprio deserta e sconosciuta per la sottoscritta. Ci siamo. L’aria era immobile, afosa, irrespirabile quasi, qualche alito di vento che ogni tanto scuoteva le fronde degli alberi e davvero mi parve di tornare in un epoca lontanissima, un’ epoca di cui ho svariati ricordi. La presenza del mondo fantastico e surreale, quello dei vampiri, dei licantropi, di fanciulle quasi sempre in pericolo, la presenza costante di storie d’amore forti  e indomabili giocavano con il mio essere lettrice curiosa che vede anche al di là di quel che è a vista d’occhio, nel mentre in cui mi resi conto di come la suggestione sia facile a cercarla, e, come i posti, gli oggetti, le persone, i messaggi sparpagliati abbiano una loro vita nascosta che si rivela a chi la conosce.

Un gioco che mi piace attuare ogniqualvolta mi approccio ad un romanzo, o, in questo caso, mi approccio nuovamente checchè esso sia conosciuto o meno, in cui vesto i panni di qualcuno che vive nel passato anche mediante quei pochi attimi, in un altro tempo al quale tante volte ho l’impressione di appartenere più che al mio, e mentre ripongo queste poche righe penso che in un certo senso ciò è anche quello che ho provato nel rievocare questa opera. Penso quanto sia strano vedermi dall’esterno, una me più adulta, più consapevole, che aspira a una pace assoluta, suprema, muovermi in luoghi in cui prima ci sguazzava impunemente. Poi prendo conoscenza del mondo circostante, e la visione scompare. Una visione distorta, diversa da quella scorta qualche anno fa. Nel rileggere tutto questo ripenso a quello che ho letto e mi rendo conto di come il limite fra realtà e fantasia, fra la normalità e ciò che gli altri possono chiamare follia, sia tenue, a volte quasi impercettibile. Il mio rapporto con le opere fantasy, quelle relative alla mia adolescenza non è più idilliaco, nemmeno ora che mi imbattei nella rilettura de L’ospite. E capace di stare di qua e di là, di << giocare >> con i libri come fossero persone cui mi appresto a conoscere, o di credere che i libri rispecchino la mia anima, questa volta, purtroppo, o per fortuna, non è stato così.


Titolo: L'ospite

Autore: Stephenie Meyer

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18€

N° di pagine: 572

Trama: In un futuro non troppo lontano, la specie umana sta scomparendo. Un'altra razza, aliena, potente e intelligentissima, ha preso il sopravvento, e i pochi umani rimasti vivono nascosti, raccolti in piccole comunità di fuggiaschi. Tra loro c'è Jared, l'uomo che la giovane Melanie, da poco caduta nelle mani degli "invasori", ama profondamente e non riesce a dimenticare. Neppure adesso che il suo corpo dovrebbe essere niente più di un guscio vuoto, un semplice involucro per l'anima aliena che le è stata assegnata. Perché l'identità di Melanie, i suoi ricordi, le sue emozioni e sensazioni, il desiderio di rincontrare Jared, sono ancora troppo vivi e brucianti per essere cancellati. Così l'aliena Wander si ritrova, del tutto inaspettatamente, invasa dal più umano e sconvolgente dei sentimenti: l'amore. E, spinta da questa forza nuova e irresistibile, accetta, contro ogni regola e ogni istinto della sua specie, di mettersi in cerca di Jared. Per rimanere coinvolta, insieme all'ostinata, appassionata Melanie, nel triangolo amoroso più impossibile e paradossale, quello fatto di tre anime e due soli corpi.

domenica, agosto 17, 2025

Slanci del cuore: romanzi vissuti più volte 2°

In un viaggio in corsa verso la salvezza, la libertà, come guide sapienti, onniscienti e furbe, gli autori di questi romanzi hanno attirato involontariamente la mia attenzione, grazie alla forza, al coraggio, alla dolcezza che si cela in una semplice frase, in una stretta di mano o in una semplice confessione, la semplicità con cui hanno carpito anime che inducono a leggere o ad aver letto i loro romanzi come un modo per comprendere gli esseri umani: il modo in cui si vive o si tenta di sopravvivere seppure barcollando, perfino quando una leggera malinconia grava sul nostro cuore.

La genesi di questi incontri, ha tanto di famigliare  e, celata scrupolosamente che non lascia adito a dubbi, sebbene possa trattarsi dell'ennesima dichiarazione d’amore a quegli autori che, nel loro piccolo, hanno sconvolto il mio equilibrio personale, attraendo proprio perché sollecitata, come un film avvincente e avventuroso. Come con altri autori e romanzi letti in precedenza, la loro operosità ha proceduto con lo scandirsi dell'orologio della vita: dalle gelide mani di uomini desiderosi di potere e supremazia si traggono anime vagabonde che cadono a terra come gusci vuoti. Sfuggono da tutto e da tutti, assolutamente costernati. Osservando  una tela dipinta d'azzurro mutarsi in grigio al colore della pioggia. Assumere svariate sfumature a seconda dell'infinita serie di colori con cui si adorna.

In un lungo viaggio nei cuori dei coraggiosi protagonisti, ognuno di loro mi ha trattenuto fra le sue pagine in un abbraccio il cui calore lentamente è andato ad intensificarsi. Spingendomi a vivere una realtà cruda e scabrosa, luminosa e scintillante, verso strade buie, anfratti, caseggiati piccoli, in viaggio avvincenti e turbolenti, diretti verso la beatitudine eterna, che in futuro vorrò rivivere ancora una volta. 

Una storia indimenticabile e perfetta che, nella sua brevità, riesce a trasmetterci un certo dolore. Un contenitore di verità fondamentali che pochi individui sono in grado di comprendere. Una ricostruzione attenta che funge da monito verso coloro che continuano a costruire delle solide barriere attorno a se stessi.


Titolo: Canto di Natale

Autore: Charles Dickens

Prezzo: 10 €

Casa editrice: Feltrinelli

N° di pagine: 180

Trama: Nella fredda notte che annuncia il Natale, il vecchio Scrooge, visitato dal fantasma del suo vecchio socio in affari, si trova a compiere un viaggio nel passato, nel presente e nel futuro della sua miserevole vita. Solo messo di fronte a se stesso Scrooge imparerà il valore della solidarietà. Questa è la celeberrima trama di una delle storie più raccontate e rivisitate dal cinema e dalla letteratura mondiale. Il classico di Dickens, presentato nella sua veste originale, riesce ad affascinare come sempre, e rievoca magicamente lo spirito natalizio.

venerdì, agosto 15, 2025

Gocce d'inchiostro: Trilogia di Londra: Amori londinesi-Il grande romanzo di Londra-I londinesi - Charles Dickens

Una grande pace di morte regna fra queste pagine. La sua è la realizzazione di un progetto letterario fra l’autore e la sua anima, in cui camminarci in mezzo a un vasto numero di parole, suoni e colori mi indusse ad avvertirne fortemente la sua essenza. Ho letto questi racconti in una settimana, che piantò un seme in un terreno già ricco di prodotti letterari importanti e letterari e che sono stati messi in evidenzia in queste pagine affinchè allestisse una certa idea di inettitudine, degrado del fenomeno della figura femminile nella storia dell’essere umano. Per Dickens fu la stessa rappresentazione di inscenare la figura persone realmente esistite, con le medesime fattezze di quella della Dea greca e di cui lo stesso Shakespeare ne decantò le lodi nel suo Amleto.

E fu così che camminando di pagina in pagina, sono entrata in questa piccola rappresentazione, in questo piccolo squarcio di vita, ammessa alla presenza di quest’uomo senza dovendo mostrare le mie conoscenze, proiettato in un luogo nella sua museale accuratezza della vita, che resta come palpitante anche al di fuori delle stesse pagine. Un filo di un ultimo sole era entrato dall’alto di una finestra facendomi vedere queste strane figure di dee dipinte sui muri, dai contorni dorati e splendidi, allineati sulla mia pelle come piccole creature la cui sola

presenza innesca un sentimento di tragedia. Poiché essa stessa  è il tentativo dell’uomo di sottrarsi al proprio destino.

Titolo: Trilogia di Londra: Amori londinesi-Il grande romanzo di Londra-I londinesi

Autore: Charles Dickens

Casa editrice: Mattioli

Prezzo: 44, 90 €

N° di pagine: 700

Trama: Prima vera prova del giovanissimo Dickens questo testo ricchissimo, intitolato nella sua edizione originale "Sketches by Boz. Illustrative of Every-day Life and Every-day People" venne pubblicato nel 1836 con lo pseudonimo di Boz. È di un'organica collezione di pezzi di "giornalismo letterario quotidiano" scritti per diversi giornali e riviste, pubblicati in due tomi dall'editore londinese John Macrone e grazie alla quale la carriera folgorante del grande scrittore iniziò a spiccare il volo.

mercoledì, agosto 13, 2025

33 libri in 33 anni

Il tempo scorre, e come scorre per me, una giovane donna con alle spalle un bagaglio forse fin troppo grande di sogni e desideri ancora da raggiungere, scorre anche per il resto del mondo. Non c’è niente da fare.. Pur quanto si tenti di attuare dei piccoli interventi chirurgici o truccarsi pesantemente pur di camuffare qualche segno del tempo, gli anni passano per tutti. E, per tutti, passano accanto al nostro vissuto inducendoci a volte a riflettere. Che cosa ho vissuto di questi 33 anni, e cosa ne vivrò, se Dio mi darà fiato o respiro? Sicuramente so cosa sto lasciando alle spalle, i bei momenti ma anche brutti, vissuti come delle piccole schegge roventi che perforano ancora il mio cranio, e pronta a vincere qualunque tensione interiore. Questo nuovo percorso, non così importante per il resto del mondo, ma sicuramente non per me, che alla mia età avrei dovuto essere in età da marito, solleva innumerevoli riflessioni ma una bella constatazione: sono contenta di ciò che ho. Non prediligo nè invidio la vita di nessuno, poiché ognuno di noi ne possiede una diversa dalle altre, con sogni, progetti o obiettivi da raggiungere che hanno rafforzato il mio spirito, lo rafforzeranno, lo indirizzeranno maggiormente in quell’unico luogo in cui Dio potrà donarmi ciò che più cerco. E, in questo sentiero spesso accidentato, i miei immancabili amici d’inchiostro. Ah, senza non potrei vivere, respirare letteralmente! Ed è in questi momenti in cui la tensione sembra aumentare, stringermi come delle tenaglie le cavità cerebrali, i libri, la letteratura, il fiato di altri autori o personaggi che forse non esisteranno mai, allentano ogni mossa, ogni presa. Leggere per me non è solo espediente per colmare qualche ora del mio tempo a disposizione. Leggere non solo per colmare qualche ora del nostro tempo, quanto andando oltre la barriera di queste parole invisibili, alzando lo sguardo, e scorgere il loro splendido e luminoso bagliore. Il loro eco, così distinto anche in lontananza, che induce a sprofondare nella piega della loro anima, approcciata stupefatta, orgogliosa di aver messo da parte qualunque remora. E, dall’infanzia all’età adulta, beh, fino a questa, vi racconto quali sono stati quei romanzi a dir poco necessari, urgenti, importanti, utili ad arricchire il mio bagaglio culturale e spirituale.

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Infanzia:

Che idea ingegnosa ha avuto Lemony Snicket quando ha ideato la realizzazione di questo splendido mondo! Se è mai esistita una storia per bambini così unica e indimenticabile, la singolarità è uno dei tratti distinti di queste letture.

In soldoni, è da qui che traggo l'ebro, selvaggio diletto col quale cibarmi, allietare la mia anima, preparandomi a vestire alcun ruolo che renda ogni singola avventura più bella, più avvincente del previsto.


Titolo: Una serie di sfortunati eventi. Un infausto inizio

Autore: Lemony Snicket

Casa editrice: Salani

Prezzo: 12€

N°di pagine: 140

Trama: in questo primo tremendo episodio i tre fratelli diventano subito tre orfani, incontrano l'individuo più viscido e malvagio del mondo, rischiano di perdere tutta l'eredità e sono guardati a vista da un uomo con due uncini al posto delle mani. Siete sicuri di volerlo leggere?

lunedì, agosto 11, 2025

Gocce d'inchiostro: Il collegio delle piccole donne - Henry Handel Richardson

Penso che ogni storia sia viva. Non perché hanno un suo battito, ma perché sono in grado di respirare. Ci poniamo delle domande, che talvolta fingiamo di eludere, a cui non sempre troviamo le risposte che stiamo cercando.

La storia di Laura, protagonista di un testo che ci è pervenuto mediante questa recente pubblicazione, è quel genere di storia di stampo classico che non mi ha colta del tutto impreparata, poichè leggendo tanti classici sapevo a cosa andavo incontro. Ma a cui ho pensato di buttarmi a capofitto in questi giorni di primavera, dettata dall'immaginazione deliziosamente piacevole, romantica di una giovane donna, piccola grande eroina che, come una delle figlie delle Alcott, sarebbe riemersa come un'immagine nitida e ben definita.

Uno di quei posti in cui desidero vivere, e dove mi sono recata sul finire del mese di aprile, insediamento letterario, profondo, drammatico, introspettivo, poco emozionante ma realistico, che si stanziò dinanzi a me come uno splendido e luminoso sole. Si bada a ciò che avviene attorno, ma ci si sorprende di ciò che accade attorno. E, in uno spaccato di vita forse della stessa autrice, ecco come la sua autrice ha scavato e costruito un posticino tutto suo in cui ho potuto rifugiarmi.Un cantuccio in cui stivai, ammassai le mie supposizioni, confidai i miei più intimi segreti sotto una terra arida, incolta ma ricca di sentimento e ambizioni, che risalgono alle origini delle Piccole donne.


Titolo: Il collegio delle piccole donne

Autore: Henry Handell Richardson

Casa editrice: Garzanti

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 256

Trama: 1890. Laura conosce un solo modo per essere libera, ed è scrivere. Nonostante ciò, fatica a trovare le parole con cui iniziare la lettera per la sorellina Pin. Poi, dopo aver preso un respiro, si fa coraggio e le racconta la propria vita al Ladies' College di Melbourne, dove la madre l'ha iscritta perché le fosse impartita l'educazione di una vera signora. Laura non è la figlia modello che lei vorrebbe. Non le interessano vestiti e gioielli; preferisce perdersi tra i fiori del giardino e le pagine di un romanzo. La madre spera che il collegio le dia la disciplina di cui ha bisogno per debuttare in società. Ma quella decisione è l'inizio di un incubo per Laura. Tra le mura della scuola, si sente giudicata dalle compagne e dalle insegnanti, sempre pronte a criticarla per gli abiti dimessi e le dita sporche di inchiostro. Non mancano mai di farla sentire diversa, stupida, sbagliata. Eppure, Laura non si arrende e cerca rifugio nell'unico luogo che la fa sentire al sicuro: la biblioteca. Lì ha inizio una contro educazione rispetto a quella che vorrebbero imporle in aula. Ancora non lo sa, ma è la strada giusta per capire chi è veramente. Perché l'indipendenza passa attraverso gli atti di ribellione di ogni giovane donna. Come tante scrittrici di inizio Novecento, Ethel Richardson ha dovuto firmare i suoi romanzi con uno pseudonimo maschile per essere pubblicata. Con questo stratagemma ha raggiunto il successo ed è diventata una delle autrici australiane più amate, tanto da essere candidata al Premio Nobel per la Letteratura nel 1939.

sabato, agosto 09, 2025

Anime alla deriva: romanzi apprezzati, ma dimenticati

Sapevo che questa sarebbe stata una grande occasione per scrollarmi di dosso il fardello della dimenticanza, l’oblio. Persa nei meandri di storie che il tempo ha sottratto alla mia memoria, sfornati dalla penna di autori che  nel loro piccolo mi hanno concesso di vedere e sentire solo in buona parte la realtà. Una parte della vita di svariati personaggi in cui ho goduto, ma che ho dimenticato, storie che sono girandole di dettagli, contorni, sfumature, ombre impregnate di crudeltà. Pezzi di vita che mi hanno appassionato moltissimo, allietato piacevolmente costringendomi a lasciare tutto alle spalle, abbandonando la mia inutilissima vita in una landa deserta cui non avrei mai più voluto far ritorno ma che, alla mia veneranda età, la maggior parte di questi reclusi nel dimenticatoio. Ognuno di loro ha funto da occasione per presentarsi alla mia porta, e donarmi qualcosa.. E pur quanto, all’epoca, abbia scrupolosamente seguito le incredibili gesta di uomini che non hanno mai conosciuto la metà del loro essere, una foglia che vaga solitaria nei marciapiedi delle strade, abili mietitori di anime, gente che compare e scompare, senza preavviso - ognuno con una storia da raccontare. Assieme a tutti loro, ho preso consapevolezza, che maggior parte del loro vissuto, il tempo, lo ha cancellato, e promesso a me stessa, che presto o tardi, nei limiti circoscritti, vestirò i panni di mogli, figli, amici, uomini soli e insoddisfatti, come una viaggiatrice persa nell'immensità del cosmo. Questi erano stati i ruoli con i quali mi sono divertita a impersonare. Ma io? Cosa ricorda di tutto questo?

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Titolo: La regina delle nevi

Autore: Hans Christian Andersen

Casa editrice: Bur Rizzoli

Prezzo: 16€

N° di pagine: 182

Trama: Un reame di ghiaccio dove non esiste la tristezza ma nemmeno la gioia, governato da una regina a cui una delusione d'amore ha spezzato il cuore. Un imperatore della lontana Cina che si allontana dalla natura perché preferisce inquietanti oggetti artificiali. Una sirena che per amore è disposta a rinunciare a tutto, e il bambino che insegna agli adulti ad ammettere che il re è nudo. Dalla Regina delle nevi alla Sirenetta; dall'Usignolo ai vestiti nuovi dell'imperatore, c'è qualcosa di ancestrale e allo stesso tempo sempre moderno nelle fiabe di Hans Christian Andersen, che uniscono elementi del folklore nordico a fini rappresentazioni dei moti dell'animo presenti in ogni essere umano. Edmund Dulac ricrea con la delicatezza e l'eleganza delle sue illustrazioni i personaggi immortali e i mondi incantati delle fiabe di Andersen, accompagnando il lettore nella riscoperta delle storie più belle di sempre.

giovedì, agosto 07, 2025

Gocce d'inchiostro: Jalna - Mazo De La Roche

Solo qualche giorno fa osservavo Jalna col cuore colmo di un’indicibile speranza. Dopo che avevo conosciuto Elizabeth Jane Howard, la conoscenza de La Roche mi sembrava appropriata; avevo proseguito il percorso delle mie letture con la certezza che potesse ammaliarmi, affascinarmi, domandomi dubbiosa se alla fine il polverone che aveva scatenato fosse concreto. Perfino nel momento in cui decisi di avventurarmi nella brughiera inglese e incolta di Jalna non avevo ancora deciso, e indugiai parecchi minuti sotto la luce del portico assediata da falene e farfalle, nel tentativo di scegliere la meno disastrosa delle alternative.
I casi erano due: entrare subito, affrontando qualunque cosa il Caso mi riservasse. O offrire una spiegazione valida per cui il romanzo non si fosse rivelato attinente ai miei gusti.
Con ogni probabilità, La Roche si è confermata un’autrice alquanto valida e questo suo romanzo una certezza meravigliosamente descritta in pensieri semplici e articolati, trapelando nient’altro quelle che sono state sin da subito le sue intenzioni: realizzare dal nulla un classico che richiama costantemente il passato.
A tal proposito ho amato questo romanzo e tutti i suoi personaggi, tentata da ognuno di loro, intestardita a svelare misteri e segreti. Di tutte le sensazioni precedenti, non mi ero preparata ad amarlo così tanto! E, come ogni classico di questo nome, non posso che invitarvi caldamente alla sua lettura.

Titolo: Jalna 
Autore: Mazo De La Roche 
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 384
Trama: I Whiteoak, numerosa famiglia di origini inglesi, risiedono a Jalna, grande tenuta nell’Ontario che deve il suo nome alla città indiana dove i due capostipiti, il capitano Philip Whiteoak e la moglie Adeline, si sono conosciuti. Molto tempo è trascorso da quel fatidico primo incontro. Oggi – siamo negli anni Venti – l'indomita Adeline, ormai nonna e vedova, tiene le fila di tutta la famiglia mentre aspetta con ansia di festeggiare il suo centesimo compleanno insieme ai figli e ai nipoti: a partire dal piccolo Wakefield, scaltro come pochi, infallibile nell’escogitare trucchi per non studiare e sgraffignare fette di torta, fino al maggiore, Renny, il capofamiglia, grande seduttore che nasconde un animo sensibile. La vita a Jalna scorre tranquilla, fino a quando due nuore appena acquisite arrivano a scombussolarne gli equilibri: la giovanissima Pheasant, figlia illegittima del vicino, il cui ingresso in famiglia è accolto come un oltraggio, e la deliziosa Alayne, americana in carriera che, al contrario, con la sua grazia ammalierà tutti, specialmente gli uomini di casa.

martedì, agosto 05, 2025

Intramontabili storie risucchiate nell'oblio 4°

Dall'inizio dell'anno fino adesso, nella mia vita si sono verificate poche opportunità degne di essere chiamate tali. I giorni cominciano e finiscono sempre con innumerevoli imprevisti. Gennaio è stato particolarmente freddo e piovoso. Nei primi giorni di febbraio per un certo periodo ha fatto così caldo che sembrava fosse arrivata la primavera in anticipo. E, al di là delle condizioni meteorologiche, gruppi di figure pubbliche che fanno parte di un paesaggio confuso a cui ho prestato particolare dedizione varcarono la soglia del mio angolo di paradiso senza chiedere niente di particolare. Un parere, un consiglio, o, nello specifico, una recensione, che attribuisse un senso a parole di un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del mondo. Ho fatto innumerevoli e bellissime immersioni in luoghi o posti che conoscevo solo per sentito dire, ho passeggiato lungo viali alberati con amici di carta che nella maggior parte dei casi ne replicava sprazzi dell'anima dell'autore, e mi sono sforzata di concentrare l'attenzione su cose reali, pratiche. Prolungando il mio intelletto con la mente di chi ha comunicato il proprio pensiero a grandi distanze.

Ciononostante con Agosto nel suo più fervido splendore ho provato un violento attacco di malessere. I romanzi che leggo, le storie di cui mi cibo, li leggo, me ne cibo egregiamente? Bene? Eppure, persino nell'aria che respiro, nell'acqua che inghiotto, sento scivolarmi addosso entità che hanno macchiato il mio animo come una condanna; non tutte le storie che ho letto << sono state lette >>. Le pagine dei libri che tengo in mano, quasi sempre mi accolgono col bagliore accecante di un caldo abbraccio. Nella calma di serate miti e solitari, cogliendo le radici di questo sentimento propagarsi serpeggiando. Ma, per alcuni di questi, molto distante, in fondo a un pozzo enorme e scuro. 

Perciò prendere consapevolezza di tutto questo, come odendo lo sciabordio di un liquido, mi ci volle del tempo. Mi ci è voluto del tempo per porre queste poche righe, e “ricordare” quali romanzi ho letto ma non come desiderato.

Ogni cosa era ancora lì, il loro calore e la loro presenza ancorati ai bordi del mio essere, e pur quanto mi fossi addentrata nelle tenebre con spensieratezza, tanto tempo, lì c'è ancora qualcosa di accogliente, bello, prezioso che desidero rievocare. Estrapolare dalle soglie del tempo, affinchè il loro ricordo perpetui a lungo. Non solo nel cuore di chi legge, ma anche di chi li vive.

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Ricordo come, questa storia, ebbe un certo effetto su di me. Le favole hanno da sempre avuto per me un grande significato, rappresentando per sempre un punto luminoso in un periodo pieno di ombre. Sin da bambina ho sempre amato questo genere di racconti, ma adesso, in età adulto, il ricordo che serbavo nei riguardi di questa storia è quasi del tutto svanito.


Titolo: Startes

Autore: Lissa Price

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Prezzo: 16, 90 €

N° di pagine: 326

Trama: Los Angeles, tra qualche anno. Callie ha visto morire i suoi genitori quando una terribile pandemia globale ha decimato la popolazione tra i venti e i sessant'anni. Si ritrova così a lottare per la sopravvivenza in un mondo devastato dalla guerra e dalla fame, in cui gli adolescenti combattono per un futuro che non esiste più e gli anziani sognano un passato che non tornerà mai. Con lei, in questa battaglia disperata, solo il fratellino malato Tyler e l'amico di sempre Michael. Determinata a non arrendersi, Callie si rivolge alla Prime Destinations, un'ambigua società di Beverly Hills, che promette facili guadagni ai ragazzi rimasti soli, come lei. Callie sa che dietro la facciata di assoluta rispettabilità della Prime Destinations si nasconde un terribile segreto: la società affitta il corpo degli adolescenti ad anziani desiderosi di rivivere emozioni ormai dimenticate. Ma Callie ha bisogno di soldi e accetta. Firma un accordo con la Prime Destinations e si lascia impiantare un neurochip nella testa. Qualcosa però va storto. Callie si risveglia prima del previsto, nel bel mezzo di una vita che non le appartiene. Quella della donna che ha affittato il suo corpo. All'improvviso, è ricca, immensamente ricca. E felice. Possiede una casa in riva al mare, guida un'auto costosissima ed è fidanzata con l'affascinante nipote del senatore. A Callie sembra di vivere in un sogno. Almeno fino al momento in cui scopre di essere intrappolata in un gioco più pericoloso di quanto avrebbe mai immaginato...

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