sabato, novembre 29, 2025

Romanzi su misura: Novembre

I romanzi che ho letto hanno goduto di grande attenzione. Vulnerabili agli attacchi inesorabili del tempo e priva di scelte, ho dovuto rimandare la lettura di certi testi a data da destinarsi. Mi affannavo a recuperare tempo prezioso in vista del Natale. Il lavoro mi aveva reso stanca e poco disponibile. Ora tuttavia ripongo queste poche righe concentrandomi su ciò che i loro autori mi avevano sussurrato questa volta. Tutto ciò che mi aveva trascinato fra le sue pagine era stato qualcosa di inspiegabile, foss'anche una certa smania di curiosità, l'elemento primordiale di ciò che mi ha indotta a divorarne le pagine come se animate di volontà propria. Se ci penso, la miscela disomogenea fra passato e presente, le vicende di personaggi che si intersecano, la "bellezza" di un potere che rende vittima di pregiudizi e fanatismi, e il ricordo del mio lasso di tempo fra le loro pagine, prese gran parte del merito per cui ho considerato queste letture non memorabile, alcuni intramontabili, altri semplici e di facile lettura. La solidarietà mista a una buona dose di comprensione e senso di conforto - si stanziavano come una sentinella all'orizzonte. Conosco a menadito certi passaggi di certi romanzi, quali strade imboccheranno i personaggi, i pregiudizi e le offese che vagano sull'atmosfera come invisibili volute di fumo. Ho rivisitato questo periodo grazie all'ennesima bella opportunità concessami dal Fato, risentendo il dolore di qualche ferita non ancora rimarginata durante la quale si facevano strada le vicende di svariati personaggi. Tutto questo mi ha sostenuto durante il corso della lettura, ma non senza una certa facilità. Troppo spesso mi hanno richiamato alla memoria altri romanzi e i luoghi dove mi trovai quando li evocai. Hanno giaciuto nel fondo di un vasto spartiacque nel tempo, non meno significativo di qualche evento storico. 

Era un disegno creato su tela con alcune screziature. E tutto ciò che ho fatto è stato quello di restare semplicemente ferma lì, a guardare ammaliata fino a quando le palpebre si fecero pesanti, gli occhi ne seguirono febbrilmente i contorni, voci concitate di ogni singola stanza, di queste storie, che mi si attorcigliarono addosso per richiamare la mia attenzione e io non feci nulla per oppormi in cui è possibile trovare un'enormità di cose provenienti da luoghi lontani o appartenenti ad altre vite.

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Romanzi su misura in carta e inchiostro:

Una storia romantica, bellissima che, accumulata in qualche zona segreta del nostro cuore, in una specie di limbo della memoria, è un urgenza imprescindibile della sete di coinvolgere ogni centimetro del nostro corpo. Un fiume che va nel mare, un satellite lungo la sua orbita che ci catapulta in un unico e indimenticabile viaggio.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

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giovedì, novembre 27, 2025

Gocce d'inchiostro: A sud del confine, a ovest del sole - Murakami Haruki

Non volevo iniziare questa recensione così. Non ho ancora le idee chiare e volevo aspettare qualche altro minuto per buttare giù qualche parola. Ma ora che ho terminato questo bel romanzo da una manciata di minuti non ha alcun senso aspettare. La prima sorpresa riguarda il fatto che Murakami Haruki, ancora una volta, ha lasciato un segno, una traccia del suo passaggio. E ciò non desta scalpore nè tantomeno sorprende, perchè tornare ancora una volta fra le sue pagine è stato davvero molto bello. Mi immagino l'autore che siede alla scrivania a scrivere un nuovo romanzo. Del resto è quello che penso faccia qualunque autore. E Murakami Haruki, a questo proposito, è un lettore di anime che coglie l’anima di chiunque. Ogni cosa.

Fra le braccia di figure che non sono altro che soggetti dall'ambizione snodata e vacui e penitenti, che scavano nel cuore della gente per riempirla di illusorie aspettative, mascherando e allontanando ciò che è importante nella loro vita. Qui sono stati depositati tutti i sentimenti negativi che hanno coltivato per tanto tempo e che hanno nutrito con rabbia e invidia. Viaggiatori lasciati soli nell'immensità di un cosmo forse un po' troppo grande persino per loro, in una trama segmentata che scivola nei recessi della psiche umana, ergendo un muro di dubbi, paure e perplessità che inquinano lo spirito.

Titolo: A sud del confine, a ovest del sole

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13€

N° di pagine: 204

Trama: Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.

martedì, novembre 25, 2025

Danzando su carta: 36°

Isolata dagli altri, dal mondo esterno e circostante, mi sono mossa con regolarità, quasi meccanicamente, fra forme avvolte in un sudario di paure e oppressioni, l'aspetto penoso di creature prostrata dal dolore, dalle maldicenze, che a un osservatore più attento avrebbe dovuto proporre un'idea piuttosto corretta di ciò che è stato rappresentato. Questo era l’ennesimo, piccolo bottino di romanzi acquistati che, quasi inconsapevolmente, con una me avvolta in un’aura luminosa ed evanescente, senza pensare al futuro - o forse proprio perché studiato già precedentemente -, fui condotta in un posto che, a quanto sembrava, mi avrebbe tenuta impegnata per un bel po'.

Mi avrebbe allontanato da tutto e da tutti, in un luogo in cui in un modo o nell'altro ho fatto perdere volontariamente le mie tracce. 

Forse queste tracce erano facilmente riconducibili fra le pagine che ho scelto, gli autori che desidero affiancare, con i quali plasmare la mia anima, con estrema cura.


Titolo: Il codice da Vinci

Autore: Dan Brown

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 16 €

N° di pagine: 516

Trama: Un delitto inspiegabile. Un messaggio nascosto nei secoli. Un segreto capace di riscrivere la storia. Quando il curatore del Louvre, Jacques Saunière, viene assassinato, l’ultimo enigma che lascia dietro di sé conduce a un nome: Robert Langdon. Il celebre professore di simbologia di Harvard viene convocato sulla scena del crimine, ma ben presto si rende conto di essere il principale sospettato. Affiancato dalla crittologa Sophie Neveu, nipote della vittima, Langdon inizia una disperata corsa contro il tempo tra Parigi e Londra. Il loro viaggio si snoda attraverso codici nascosti nelle opere di Leonardo da Vinci, antiche società segrete e un mistero legato al Santo Graal, capace di sconvolgere la storia del Cristianesimo. Ogni scoperta li avvicina alla verità, ma li espone a pericoli mortali.

domenica, novembre 23, 2025

Gocce d'inchiostro: Le farfalle di Sarayevo - Priscilla Morris

Qualche volta un autore esordiente soggiorna per qualche tempo nel mio salotto letterario. Per qualche giorno mi affianco alle loro creature, e poi ci salutiamo dandoci un arrivederci. Anche con Priscilla Morris è stato così. E il nostro non è stato un arrivederci solo perché di lei e dei suoi figli di carta non ne voglio sapere più niente, ma, semplicemente perché il suo visto di alloggio era scaduto. Zora e la sua storia sono usciti di scena troppo presto. Così, per evitare mi lasci prendere dalla malinconia, non darò importanza a questa cosa. Piuttosto su quello che mi è stato confessato. Anche se non vorrei che si pensasse che per me ha contato poco. Affezionarsi a lei e alla sua triste storia, nonostante il suo temperamento freddo e distaccato, non è stato difficile, e continuo a sorridere se penso a quante barriere si sia circondato pur di combattere gli attacchi esterni.


Titolo: Le farfalle di Sarajevo

Autore: Priscilla Morris

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 240

Trama: Sarajevo, 1992. Ogni notte bande di ultranazionalisti con la faccia coperta da calze nere trascinano in strada i mobili presi dalle case abbandonate ed erigono barricate che tagliano la città in enclave etniche. Ogni mattina, gli abitanti – musulmani, croati, serbi – rimuovono quelle barriere e affrontano la giornata fingendo di non vedere ciò che si addensa all’orizzonte. Tuttavia, inevitabilmente, arriva il giorno in cui la tragedia che incombe sulla città non può più essere ignorata, e Zora Kočović, pittrice e insegnante, decide che è giunto il momento di mandare suo marito e l’anziana madre fuori dal paese, al sicuro. Lei, invece, non lascerà Sarajevo, il suo studio sotto i tetti della Vijećnica, i ragazzi che si aggrappano ai suoi corsi di arte come all’ultimo brandello di normalità, i suoi quadri che raffigurano i tanti ponti, simbolo della città della convivenza. Le ostilità non potranno durare più di qualche settimana, la tempesta passerà. Ma la tempesta non passa e l’assedio chiude Sarajevo in una morsa. I suoi abitanti rimangono senza comunicazioni, senza luce, senz’acqua, senza medicine: dalle colline attorno la città viene bombardata, spazzata dai cecchini, martoriata. Muoiono a migliaia; le lapidi, bianche, sottili, riempiono ogni angolo, prato, cortile. Spariscono giorno dopo giorno gli alberi e gli uccelli. Nel palazzo squarciato dalle esplosioni in cui Zora vive ormai sola, si è formata una vera e propria comunità di fratelli e sorelle d’anima che si appoggiano gli uni agli altri, affrontano insieme il loro mondo che si sta disintegrando, si reinventano di nuovo e poi ancora, nel tentativo di non perdere la propria umanità. Tutto ciò che Zora e i suoi amici hanno di più caro viene distrutto, esposto allo scempio dalla crescente violenza degli assalitori: al posto delle rondini nel cielo di Sarajevo volteggia la cenere, uno sciame di farfalle nere. Eppure, dopo che si è perso tutto, lì, può esserci ancora straordinaria bellezza.

venerdì, novembre 21, 2025

Slanci del cuore: Romanzi ambientati nei paesi o nei borghi 2°

Mi sono trovata, persa, e poi ritrovata, in luoghi così belli, magici, quasi luminescenti, ma differenti da quelli vissuti in passato, in cui ho avuto modo di cadervi come la pioggia torrenziale di questi ultimi giorni di novembre, nel cuore di storie che hanno imperversato nettamente come il vento ululante, sferzandomi come schegge di vetro, fin quando ne fui completamente zuppa. Non avevo capito fino a quel momento che l’aura lucente di queste nuove parole provenisse dal luogo in cui erano confinate. Piccoli paesi, borghi, villaggi che, basta poco, un dettaglio, un dialogo fin troppo prolisso, una scena di sesso troppo spinta o volgare, per definirsi pregni di vita propria. Respirando e sussultando ad ogni battito del mio cuore. E vederne i loro abitanti prendere vita, muoversi sullo sfondo come silhoutte, prima in punta di piedi poi frettolosamente, richiese una notevole dose di attenzione e risorse. 

Alla fine, era rimasto tutto così estremamente reale che ogni cosa, persino la più insulsa, mi si incollò addosso quasi soffocandomi, passando tutto il tempo a rievocare il passato, a rimpiangere ciò che avevo vissuto solo in quel determinato momento, e non prima. Ma quasi sempre proiettati verso una certa luce,

il luccicchio della speranza a pochi chilometri da ansie, sogni, aspettative di personaggi soli, tristi e folli, di cui si nutre un certo riverente interesse. Operando così due forze: una volontà essenziale di sopravvivere e una volontà contingente che si oppone. Offrendoci così quello che è più di un semplice scorcio. E le opere di questi illustri autori, proiettati in questo tipo di scenario, si sbarazzano di inutili dettagli, rivelano il rivelante, maneggiano nel suo grembo i cuori caldi dei suoi protagonisti come se privi di vie d'uscita. 

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Titolo: Tsugumi

Autore: Banana Yoshimoto

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 7 €

N° di pagine: 158

Trama: È la storia di due ragazze, Maria (che narra in prima persona) e Tsugumi. A diciannove anni Maria lascia il piccolo paese sul mare per trasferirsi a Tokyo e iscriversi all'università. Anni dopo, decide di tornare al paese per le vacanze, dove ritrova Tsugumi, l'eroina del romanzo, bellissima e dispotica ragazza. Tutti tentano di essere indulgenti con lei, sperando di renderle migliore la vita che le resta. Infatti le è stata diagnosticata dalla nascita una malattia incurabile. Terminate le vacanze, Maria sta per tornare a Tokyo ma le condizioni di Tsugumi peggiorano e pare non ci sia più niente da fare. All'ultimo momento Tsugumi si salva, sentendosi vicina alla morte però aveva scritto a Maria una lettera-testamento e con questa si chiude il romanzo.

mercoledì, novembre 19, 2025

Gocce d'inchiostro: Fahreneit 451 - Ray Bradbhuri

La storia che ho letto fra le pagine di Fahrenheit 451 è stata davvero utilissima, seppur concisa. Io mi ero fatta un'idea dell'autore - ha sempre suscitato un certo fascino in me, ma mi rattrista leggere di efferati quanto ingiusti incendi soprattutto nella cosa che amo più fra tutti - e l'autore, Ray Bradbury, se n'è fatta una un po' particolare. Un'idea ingiusta, mi è parso di capire fra le pagine del suo romanzo più conosciuto, perché quando la sera mi mossi agile sotto la luce di lampioni a gas che si facevano sempre più tenui, strade buie e ombrose e un cielo luminoso, fulgido di stelle, scorsi una parte di me stessa, catapultata in una storia toccante, magica, oscura, la cui energia è celata nella cosa in se. Nella bellezza dei libri. Con la quale il mondo raccontato è dipinto, è caratterizzato, tetro come un fiore smorto.

Meraviglioso. Ma come non tornarci indietro? Cosa fare per coglierne la sua vera essenza?

Innanzitutto, procedo spedita con una recensione che pullula di ammaliamento persino di giorno. Mi scopro sbalordita, arrabbiata nel fissare magnifici libri che sovente vengono dati in pasto alle fiamme, in una dimensione affascinante come un dipinto, in cui le notti si rivelano spettacolo di grandi sofferenze, così spaventose che indugiano persino nella testa. Dissolvendo la tranquillità, la pace dei sensi, spingendo all'angoscia, alla paura nel cuore, afferrandolo e stringendolo nella presa salda del terrore.


Titolo: Fahreneit 451

Autore: Ray Bradbhuri

Casa editrice: Oscar Mondadori

Prezzo:12, 50 €

N° di pagine: 180

Trama: Morgan fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderli: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole fa legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall'incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.

lunedì, novembre 17, 2025

Nella baia delle parole: romanzi corali

La cosa più bella che ho potuto riconoscere in queste pagine è innanzitutto i mezzi cui sono stati adoperati per mettere su un meccanismo di giochi del cuore e della vita, alquanto veritiera e crudele, il cui messaggio si cela dietro le porte di un casolare abbandonato che funse da forma di ibernazione agli incauti sussulti del cuore. In un periodo come questo, in una zona soleggiata come quella della mia città, rifugiarsi in un luogo del genere è stata un’ottima opportunità per nutrirsi della linfa vitale di queste storie le cui voci, nel momento in giunsero, furono unanime. Altisonanti e pronte a germogliare assieme ai loro fantocci di ossa e carne, affinchè quel grave fardello che grava sulle sue spalle svanisca del tutto. Una combinazione parassitaria, quasi, che ho ritenuto catartica tra le pagine di certi romanzi. E, a mio avviso, un’ottima medicina, per quando si deve affrontare certe sorprese. Eppure la mia passione per la letteratura classica, presto o tardi, mi induce a pagare il tutto a caro prezzo, e a studiare o carpire la loro anima il cui ricordo preserverà nel tempo. Di ognuna di queste storie serberò un ricordo speciale, le cui voci - come detto - sono state unanimi, altisonanti e varie. E che sebbene letti in diversi periodi della mia vita, sono un buon incentivo, balsamo per scovare una specie di vocazione: quello di poter mettere a posto qualcosa sul mondo. Quale mondo? Ma il mio, naturalmente!

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In atti sovversivi che non tralasciano alcun dubbio su ciò che succede continuamente nel mondo questo romanzo è un romanzo di rivolta, una perpetua conquista alla fuga o alla libertà che credo bisognerebbe leggere, almeno una volta nella vita, non tanto per l’importanza del tema trattato quanto per l’anima che vi è racchiusa in questa storia. Un anima semplice, devastata, svezzata che rifacendosi al passato si proietta in avanti. E giunge alla fine solo dopo aver intuito il principio.


Titolo: Ragazza donna altro

Autore: Bernardine Evaristo

Casa editrice: Sur

Prezzo: 19€

N° di pagine: 520
Trama: È una grande serata per Amma: un suo spettacolo va in scena per la prima volta al National Theatre di Londra, luogo prestigioso da cui una regista nera e militante come lei è sempre stata esclusa. Nel pubblico ci sono la figlia Yazz, studentessa universitaria armata di un’orgogliosa chioma afro e di una potente ambizione, e la vecchia amica Shirley, il cui noioso bon ton non basta a scalfire l’affetto che le lega da decenni; manca Dominique, con cui Amma ha condi­vi­so l’epoca della gavetta nei circuiti alternativi e che un amore cieco ha trascinato oltre­oceano… Dalle storie (sentimentali, sessuali, familiari, professionali) di queste donne nasce un romanzo corale con dodici protagoniste: etero e gay, nere e di sangue misto, giovani e anziane; impiegate nella finanza o in un’impresa di pulizie, artiste o insegnanti, matriarche di campagna o attiviste transgender. Cucite insieme come in un arazzo, le loro vite (e quelle degli uomini che le attraversano) formano un romanzo anticonvenzionale e appassionante che rilegge un secolo di storia inglese da una prospettiva inedita e necessaria.

sabato, novembre 15, 2025

Gocce d'inchiostro: Ogni cuore umano - William Boyd

I viaggi spirituali, quei pellegrinaggi di vita che sono strettamente legati alla crescita, alla nascita di un’entità che presto o tardi si sarebbe amalgamata al mondo circostante, è sempre stato per me motivo di grande fascino e l'occasione di leggere Ogni cuore umano, fu davvero irresistibile: rifocillare il mio spirito con la sua lettura, avrebbe avuto l'effetto desiderato. Forse. Si trattava letteralmente di dare una risciacquata al mio animo. William Boyd ha celebrato con grande fervore il suo apparire nella cittadella della mia coscienza e lo ha fatto con una storia semplice, sotto certi aspetti simile al cammino che percorrerà il nobile Artù, deteriorata da un passato di cui si sa poco e niente, lacerando la mia anima in minuscoli pezzettini. Perchè l’uomo, l’essere, era un reprobo della società, che pur di sopravvivere si aggrappò alle uniche forze che lo inducano a scovare la libertà. Raccontata elegantemente ma con fervore. Corrodendo e annientando il mio spirito, anche se in minima parte, incoraggiandomi ad accettare il suo invito senza pensarci due volte.

Titolo: Ogni cuore umano

Autore: William Boyd

Casa editrice: Beat Bestseller

Prezzo: 15, 50 €

N° di pagine: 608

Trama: Che cosa spinge un essere umano a scrivere il suo diario intimo? Il bisogno impellente, a un certo punto della propria vita, di essere sinceri con se stessi? Di dirsi tutta la verità senza pudore, e gettare così finalmente luce su quegli aspetti della propria esistenza che non osiamo confessare neanche a noi stessi? Niente di tutto questo vale per il protagonista di queste pagine: Logan Gonzago Mountstuart, scrittore nato in Uruguay nel 1906 da madre uruguayana e padre inglese, e vissuto più o meno ovunque nel corso della sua esistenza. Logan Mountstuart scrive il suo journal intime per quello che lui ritiene lo scopo di ogni vero diario: venire a capo delle infinite personalità che compongono quello strano animale che è l'essere umano.

giovedì, novembre 13, 2025

Anime alla deriva: romanzi vissuti per caso 5°

Non c'è stata alcuna difficoltà a leggere opere di autori sconosciuti, una schiera di amici, di persone che, in una manciata di tempo, erano divenuti amici. Niente e nessuno mi persuase a sdraiarmi sul sofà che mi è servito da letto, coperta da un plaid colorato affinché mi riscaldasse. Pensavo che il rumore sordo dei miei pensieri avrebbe sovrastato ogni cosa; sicuramente il rumore incessante fuori della pioggia, che batteva contro i vetri della mia finestra. Ma non quelli di questi autori che, con una certa premura e solerzia, mi hanno trascinata, sballottolata in diversi posti, luoghi del mondo.

Questo ennesimo post penso dunque dimostri come, nel momento in cui io e queste storie entrammo a contatto, capii che questa volta c'era in gioco qualcosa di davvero importante. Anche se, guardando le loro copertine, forse, mi sono resa poi conto, che certi incontri potrebbero sembrare, apparire ambigui. Sollevano un mucchio di domande, perplessità, dal come io sia entrata in loro possesso, al come mi abbiano tenuta per mano, sino ad ora, nonostante il lasso di tempo. Ma l'idea realistica, minuziosa studiata del Caso, ha confermato ai miei occhi il diletto riportato ed riesumato in queste pagine. Conclusasi solo l'altra sera, confutando la validità di altri testi letti in precedenti, di pari passo ad altre storie lette e vissute.

La vita è bella, come diceva Benigni, ma a volte sa essere anche crudele e diabolica, e l’amore un buon surrogato dinanzi agli assalti esterni della stessa. Ma l’uomo quando si ammala vive l’emozione della malattia non facendo niente per guarire, se non affondando i suoi dispiaceri nel triste calice dei ricordi. E, giunti a questo punto, come guarire? Se non assimilando questo lento processo, e attendere i suoi effetti, i suoi influssi?


Titolo: Voltare pagina

Autore: Ester Viola

Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14 €

N° di pagine: 144

Trama: Curare le pene d’amore coi libri si può, ma bisogna saper leggere. C’è una storia giusta per ogni struggimento del cuore, il romanzo perfetto per voltare pagina: è cosí che la penna sulfurea di Ester Viola diventa un balsamo per lenire le ferite. Anna Karenina, Nick Hornby, L’amica geniale, Sally Rooney, Domenico Starnone, Frammenti di un discorso amoroso: nelle loro pagine ogni innamorato tradito, geloso o non corrisposto potrà trovare risposte impreviste alle sue domande impossibili. Dieci racconti irresistibili, un manuale di self-help letterario, una microterapia per cuori infranti. «Non esistono libri capaci di salvare la vita ai lettori, ma alcuni ci provano meglio di altri». C'è chi non si è mai ripreso dal primo amore; chi di amori ne ha mille, e nessuno buono; chi è tradito e vede tutti traditori; chi è tradito e fa finta di niente, perché la coppia funziona meglio in tre; chi è alle prese con un narcisista. E poi c'è la ragazza che dalla vita ha avuto tutto e adesso non le piace niente; quella che non ha avuto niente e pensa che niente è quello che si merita... In una Milano scintillante ma severa, soprattutto negli uffici legali frequentati dalla protagonista di questi racconti, proliferano solitudini e matrimoni andati a male, rimpianti per la provincia e dipendenze dai social network. Ma l'amore rimane comunque un affare complicato, basta rileggersi Anna Karenina. Esistono i libri medicinali? Quelli capaci di farci «voltare pagina» nella vita? Ci si rifugia nei libri per distrarsi, per trovare conforto, per capire meglio cosa non ha funzionato e non ripeterlo. Una pagina, un personaggio, perfino una frase: a volte bastano per curare una ferita del cuore, se non per raddrizzare una storia storta. Perché se trovi le parole per raccontarle, «le cose perdono la punta, l'ago e il veleno».

martedì, novembre 11, 2025

Gocce d'inchiostro: Angeli ribelli - Libba Bray

A me piacciono questo genere di storie. Semplici ma oscure; oneste ma in cui inevitabilmente si avanza verso un baratro in cui non è possibile scorgere la luce. Tutto questo non richiede altro che una certa conoscenza letteraria, una certa abilità stilistica, non soltanto perché al termine di un faticoso lavoro come questo permette di contemplare il meraviglioso spettacolo concepito, ma anche perché inietta nelle vene un'energia tonificante e rasserenante, in cui i pensieri vagano alla deriva e prendono strade a volte impensate. E' qualcosa di simile a ciò che sono solita fare quando termino di leggere un romanzo; riporto le mie vivide impressioni su un foglio bianco intrappolato in una finestra virtuale dall'aria vaporosa e dalla luce luminosa, non tenendo in considerazione chi mi circonda o chi se ne sta ammucchiato nel mio piccolo spazio. Sono cose che scopro nelle mie innumerevoli passeggiate letterarie, in ridotti di carta e parole che sono arrivata a considerare il mio santuario privato, una specie di cappella rintanata in vecchie e ingrigite mura dove vi trovo rifugio nel momento del bisogno, o mettere insieme un marasma di lettere che, con mia grandissima sorpresa, mi rivelano il senso della mia stessa esistenza, abitualmente abbastanza insoddisfacente. Seduta alla scrivania, dinanzi al pc, osservando questa mia banale esperienza srotolarsi rapidamente come se fosse di un altro, e  giudicarla con dispiacere e rammarico con cui avrei valutato quella di un estraneo.

Titolo: Angeli ribelli

Autore: Libba Bray

Casa editrice: Elliot

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 534

Trama: Chi ha imparato ad amare Gemma Doyle, l'eroina di Una grande e terribile bellezza, troverà nuove emozioni nel secondo volume della trilogia, con Gemma sempre più decisa a ricostituire l?Ordine e distruggere definitivamente Circe. Stavolta però dovrà affrontare un nuovo compito: trovare il Tempio, fonte originaria della magia, e legarvi il potere da lei disperso per i Regni quando ha distrutto le rune. Non sarà un?impresa facile: Kartik e il Rakshana hanno loro progetti segreti che la minacciano, alla Spence compare una nuova inquietante professoressa che potrebbe essere Circe e l?atmosfera natalizia a Londra mette a dura prova la facciata di rispettabilità che Gemma e le sue amiche Felicity e Ann si sono faticosamente costruite. Forze oscure sono all?opera nei Regni, dove le amiche ritrovano Pippi, che potrebbe essere stata corrotta dagli spiriti maligni. Gemma è lacerata tra la sua attrazione per Kartik e il bel Simon, un giovane aristocratico che la corteggia, ed è tormentata da agghiaccianti visioni di tre ragazze che la mettono in guardia da pericoli non meglio specificati. Gorgoni, fantasmi, segreti, misteri, buona società londinese e indomite ribelli in una puntata da lasciare con il fiato sospeso, in attesa del terzo capitolo!

domenica, novembre 09, 2025

Amori di carta: Marcel Proust

Se un libro ha il potere di essere considerato un classico della letteratura, ricordato dai più come il capolavoro per eccellenza, il fondamento su cui ruota l’intera letteratura – per meglio dire, le basi per cui sono consolidate l’arte della scrittura -, se un romanzo è tutto questo, alla mente e al cuore, alla mente e ai sentimenti più profondi sul mondo, allo scrivere alla fine un parere – soggettivo o non -, che abbia un senso comune è un’impresa davvero ardua. Forse questa recensione non avrà un senso compiuto, perché niente e nessuno mi dà quelle particolari competenze utili a parlare di un gigante della letteratura come Proust.

Ma, in qualche modo, ci tenevo a parlarne perché, nonostante sia trascorso qualche giorno dalla sua intensissima lettura, l’abitudine di affiancare un uomo come Swann è divenuta, in quasi un mese, una malattia che mi ha indotta a farmi soffrire perché così intrappolato in una volta celeste che mi ha risucchiata, e con difficoltà lasciato andare. Poiché rappresa in una muta attenzione che non turba alcun fattore esterno. Nonostante la complessità dei temi trattati, c’è un sentimento così vero, e il rispetto e la semplicità dell’interpretazione, la bellezza e la delicatezza di certi suoni in cui la stessa parola scritta acquisisce magia. Con garbo, cura e attenzione mi sono così trovata ad affrontare questo bellissimo viaggio, una continua ricerca della Verità e del piacere di scrivere, quasi con una certa inclinazione alla vita, che smorza qualunque tentativo negativo, qualunque intento crudele donando dolcezza alla bontà, malinconia alla tenerezza.

venerdì, novembre 07, 2025

Gocce d'inchiostro: Lombra - Edward Carey

Ho indugiato per qualche tempo prima di chiedere e spiegare i motivi per cui ho tralasciato questa lettura; ero giunta dinanzi alle soglie di Foulshman esaminando ciò che avevo intorno. Il freddo pungente, una coltre oppressiva che attanaglia nella sua morsa, il sentirsi guasti, sbagliati come quando si lascia marcire la roba nella spazzatura. Heap house e i suoi abitanti erano scomparsi; i minuti, le ore passavano velocemente e andavano a sfumare senza dare alcuna importanza. Londra era divenuta una fabbrica fuligginosa che macinava anime spezzate, derelitti speranzosi nel scovare una via d’uscita quando non c’era alcuna via d’uscita.
Lombra è il terzo capitolo di una trilogia che apparentemente non mi aveva entusiasmato, ma che, a suo dire, avrebbe conquistato milioni di lettori. Sorgendo dalle remote montagne di rifiuti e fetori, ho ripreso questo viaggio invaghita di qualcosa e qualcuno di cui non ne conoscevo l’epilogo. Ma questa è stata una lettura particolare e indimenticabile in piena regola, e nel momento in cui riconobbi il piccolo Clod, in mezzo a queste carcasse, mi diressi nella sua direzione per unirmi a loro.


Titolo: Lombra
Autore: Edward Carey
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 485
Trama: Dopo essersi lasciati alle spalle i resti ancora fumanti di Foulshman, gli Iremonger si sono dispersi per tutta Londra. Hanno bisogno di una nuova casa e sono determinati a trovarla. Strane cose cominciano ad accadere in tutta la città: persone care che spariscono nel nulla, oggetti bizzarri mai visti prima e un’inquietante oscurità che sembra voler ingoiare la luce del giorno. La Polizia ha spiegato le forze, ma saprà fronteggiare i temuti Iremonger? E quale sarà il ruolo di Clod: ribelle o figliol prodiigo? La storia della dinastia Iremonger, edificata sui rifiuti, sta per concludersi.

mercoledì, novembre 05, 2025

Le TBR: richiami dell'anima 54°

Coloro che si cimentano per la prima volta nella lettura di certi romanzi sanno che le sensazioni viaggiano più in fretta della luce e, prima che il finale ci sorprenda come una pugnalata in pieno petto, gli effluvi di intimità narrativa realizzatasi fra lettore e personaggi e il penetrante odore della paura, dell'adrenalina che scorrono nelle nostre vene si immischiano ancora al freddo dell'aria novembrina. Sgusciando fra gruppi di anime dannate ma pentite, donne che non hanno un passato ne un volto, raggiunsi così queste piccole cittadelle con una certa curiosità, dove attorno a me si raggrupparono altre povere creature come me, esibendo forza e decisione, in attesa che la mano elegante dei loro autori mi scegliesse per condurmi in un viaggio che non avrà mai fine perché continua oltre la carta. Armata di penna sfera e del mio blocnotes preferito, mi confusi fra la folla, nella quale riconobbi immediatamente ogni personaggio, con i quali mi sono gettata repentinamente fra le loro pagine, stretto quasi senza volerlo una vaga amicizia. Ad accogliermi, dunque, in questo penultimo mese dell'anno, storie che in passato ho potuto vivere e rivivere un mucchio di volte, e, alcune, che invece, soggiornano per la prima volta in questo salotto letterario, con un vago cenno della testa, affinchè potessi seguirli in ogni loro mossa tentando di mischiarmi alla folla, per non attirare l'attenzione di altri passanti. In generale, fui scelta ad inerpicarmi in questi nuovi/vecchi viaggi, e tutto ciò accadde nei pochi giorni che scandirono settimane frenetiche e un po' turbolenti. La mia anima si era fusa a quella di questi strambi personaggi, e mi diressi verso una strada che era stata scelta, insieme ad altri passanti che prima di me avevano lasciato un segno del loro passaggio.

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Persino le pietre, il vento, sa quanto ami questo autore. E da qui, sino alla fine dell’anno, desidero percorrere nuovamente questo pellegrinaggio, fra i meandri più oscuri del suo vissuto.


Titolo: Via dalla pazza folla

Autore: Thomas Hardy

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 19, 50 €

N° di pagine: 472

Trama: “Via dalla pazza folla” narra le appassionanti vicende di Gabriel Oak, un giovane  la cui vita viene sconvolta dall’inatteso arrivo dell’affascinante Bathsheba, bellezza orgogliosa e nullatenente di cui s’innamora. Quando le chiede di sposarlo lei lo rifiuta, ma i loro destini tornano a incrociarsi; mentre lei eredita una fattoria dallo zio, lui perde tutti i suoi averi in una notte di tempesta. Si ritrova così costretto a lavorare per Bathsheba e a contendersi le sue attenzioni con altri due uomini.

lunedì, novembre 03, 2025

Gocce d'inchiostro: Il padrone di Jalna - Mazo De La Roche

Il mondo aveva acquisito una struttura irreale, le cose cominciarono ad acquisire significato, tutto mi sembrava allo stesso tempo famigliare e irriconoscibile. La magia galleggiava nell'aria e la fantasia che abita nei libri era la vivida trasposizione tangibile di fatti vissuti dall'autrice.

Grazie alla bellissima opportunità concessami dall'autrice, non ho esitato a leggere Il padrone di Jalna con una certa irruenza, in quanto la trama appariva ai miei occhi come una proposta piuttosto allettante, un opportunità per vagare felice, con lo sguardo acceso da una strana vertigine. Inebriata dalla consapevolezza che quello che stavo vivendo fosse un posto simile al Paradiso.

Adagiata sulla mia poltrona di pelle preferita, ho letto e considerato la storia della De Roche come una sorta di talismano che mi avrebbe allontanato dai brutti pensieri. E, anche se sconosciuto, ha dato inizio a un nuovo cielo di persecuzione. Lei, che come la sottoscritta, ha sempre amato scrivere, aveva distillato sulla carta le oscurità che avvolgono l'anima dei suoi figli d'inchiostro. Posseduta dal veleno della creazione artistica, proiettata sulla carta con qualche imperfezione, raccontandoci la storia di ragazzi, uomini o donne comuni che potrebbero far parlare di se. La sua voce, così dolce ma penetrante, ha rimbombato contro le pareti spoglie del mio animo, producendo un baccano esilarante e travolgente, come una specie di sortilegio che evoca un mondo dal quale sono ospite da qualche tempo. Un mondo che ho potuto sentire come mio, e che non sospettavo nascondesse un certo fascino.

Titolo: Il padrone di Jalna

Autore: Mazo De La Roche

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 414

Trama: 

È primavera inoltrata a Jalna, e Renny Whiteoak passeggia nella tenuta. Dopo la scomparsa di Adeline ha preso in mano le redini della dimora e dell’intero clan. Il denaro scarseggia e le preoccupazioni domestiche sono all’ordine del giorno; eppure, non può fare a meno di provare gioia e soddisfazione mentre calca quei sentieri che sente suoi, percorsi da lui e dai suoi cari per decenni, tracciati dalla famiglia dove prima c’erano solo foreste: sentieri che sono stati testimoni di scene di ogni tipo, pensa sorridendo fra sé e sé. Così, quando l’amministrazione locale decide di abbattere le querce secolari nei pressi della tenuta per allargare la strada che la costeggia, Renny non ci sta: quegli alberi fanno parte della storia dei Whiteoak. Li proteggerà dall’abbattimento, costi quel che costi. Nel frattempo, il suo rapporto con Alayne si fa sempre più complicato: l’attitudine da donnaiolo non aiuta, e anche la gestione della figlia è terreno di scontro. La piccola Adeline, che ha ereditato i capelli rossi, la forza di volontà e il carattere feroce dell’omonima bisnonna, è una mina vagante. Dal canto suo, invece, Wakefield ha presto messo da parte l’amore per la poesia in favore di una scoperta ben più appassionante: le ragazze. Una in particolare. E mentre i giovani di casa vanno avanti ognuno per la propria strada, gli adulti sono divisi da antichi risentimenti…

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