venerdì, agosto 28, 2020
Gocce d'inchiostro: Memorie postume di Bràs Cubas - Machado De Assis
mercoledì, agosto 26, 2020
Gocce d'inchiostro: La brughiera - Thomas Hardy
lunedì, agosto 24, 2020
Gocce d'inchiostro: Furore - John Steinbeck
sabato, agosto 22, 2020
Gocce d'inchiostro: Non è colpa della luna - M. L. Rio
giovedì, agosto 20, 2020
Gocce d'inchiostro: J. K. Rowling. La maga dietro Harry Potter - Marc Shapiro
martedì, agosto 18, 2020
Gocce d'inchiostro: La biblioteca di Parigi - Janet Skeslien Charles
domenica, agosto 16, 2020
Gocce d'inchiostro: Via dalla pazza folla - Thomas Hardy
venerdì, agosto 14, 2020
Gocce d'inchiostro: Donne senza paura - Marta Breen. Jenny Jorddhal e La profezia dell'armadillo - Zerocalcare
mercoledì, agosto 12, 2020
Gocce d'inchiostro: La lettrice testarda - Amy Witting
sabato, agosto 08, 2020
Gocce d'inchiostro: Il professore - Charlotte Bronte
Adesso comprendo i motivi per
cui le sorelle Bronte sono così ampiamente amate, perlomeno dalla maggior parte
dei lettori. Sono loro quelle autrici i cui romanzi furono una sorta di
propaganda sociale, politico, individuale, che senza di loro devo dire non
saprei cosa voglia dire << letteratura>>. Quando ci incontrammo non
sapevo nemmeno chi fossero, ero un adolescente che divorava un fantasy dietro l’altro
e che arrancava a testa alta nel mondo insidioso della letteratura con
curiosità e interesse. All’età di diciassette anni, però, conobbi una delle sue
sorelle, Emily, e ciò proclamò il nostro incontro: un incontro definitivo che
negli anni mi ha visto recarmi in bellissimi posti, in caldi e furiosi
abbracci. Autore: Charlotte Bronte
Casa editrice: Fazi
Prezzo:18 €
N° di pagine: 298
Trama: Il protagonista è William Crimsworth, primo e unico narratore maschile da lei utilizzato, il quale racconta in prima persona la sua storia: un uomo sensibile e colto, fugge da un lavoro pesante e competitivo nella zona industriale dello Yorkshire e si trasferisce in Belgio per insegnare presso un istituto femminile. Qui conosce Frances Henri, studentessa indigente e particolarmente dotata della quale poco alla volta si innamora, corrispoto. Ma la coppia non avrà vita facile: saranno infatti molte le avversità che i due dovranno affrontare – a cominciare dall’aperta ostilità dell’astuta direttrice della scuola – prima di riuscire a coronare il loro amore.
giovedì, agosto 06, 2020
Gocce d'inchiostro: A sud del confine, a ovest del sole - Murakami Haruki
Non volevo iniziare questa recensione così. Non ho ancora le idee chiare e volevo aspettare qualche altro minuto per buttare giù qualche parola. Ma ora che ho terminato questo bel romanzo da una manciata di minuti non ha alcun senso aspettare. La prima sorpresa riguarda il fatto che Murakami Haruki, ancora una volta, ha lasciato un segno, una traccia del suo passaggio. E ciò non desta scalpore nè tantomeno sorprende, perchè tornare ancora una volta fra le sue pagine è stato davvero molto bello. Mi immagino l'autore che siede alla scrivania a scrivere un nuovo romanzo. Del resto è quello che penso faccia qualunque autore. E Murakami Haruki, a questo proposito, è un lettore di anime che coglie l’anima di chiunque. Ogni cosa.
Fra le braccia di figure che non sono altro che soggetti dall'ambizione snodata e vacui e penitenti, che scavano nel cuore della gente per riempirla di illusorie aspettative, mascherando e allontanando ciò che è importante nella loro vita. Qui sono stati depositati tutti i sentimenti negativi che hanno coltivato per tanto tempo e che hanno nutrito con rabbia e invidia. Viaggiatori lasciati soli nell'immensità di un cosmo forse un po' troppo grande persino per loro, in una trama segmentata che scivola nei recessi della psiche umana, ergendo un muro di dubbi, paure e perplessità che inquinano lo spirito.
Titolo: A sud del confine, a ovest del sole
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 13€
N° di pagine: 204
Trama: Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.














