L’estate si è
oramai sparsa nel suo lento e caldo peggioramento. Ha lasciato spazio ad un
tipo di stagione che non amo particolarmente, ma che, dopo un periodaccio
torrido e appiccicoso, ha funto da manna dal cielo, espediente per sopravvivere
e respirare. A poco a poco, mi ci abituerò anche io all’autunno e soprattutto a
perseguire il mio scopo: smaltire la pila di romanzi accumulati. Al momento,
però, motivata dalla stessa stagione, mi sono sorpresa ad essere aperta a nuove
tematiche, nuove opere che lasciano cadere qualunque prospettiva di svago e
divertimento, ma raggruppano una nidiata di lettori nel personalissimo mood di
questo tempo. Sdraiato su una poltrona, con un plaid sulle gambe, sorseggiando
una tazza fumante di thè o caffè. Normalmente ciò che succede in questo periodo
dell’anno, incantata a vedere le foglie tingersi di giallo, il vento
solleticare la mia pelle, nuovi propositi che mi avrebbero condotta chissà
dove. E quale miglior modo, se non enunciare l’autunno con alcune proposte
librose. Alcuni romanzi che ho letto, ed altri che invece languiscono sullo
scaffale da un po’ come predisposizioni ad arrivare dove ancora non sono
disgraziatamente arrivata.
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Primo fra questa lista, uno dei
tanti romanzi di una delle mie autrici preferite, da cui fonte d’ispirazione e scorribande varie. Tassello
mancante dell’altrettanto magnifico I doni della vita, i ha conferito sensazioni bellissime ma altalenanti, che
tuttavia mi hanno schiacciato col loro peso in una condizione di pura e
semplice impasse, che mi ha vista appollaiata sulla mia poltrona preferita
curiosa e intrepida a poter vedere come i figli di carta nèmirovskiani
avrebbero potuto prendere il volo. Non così lontano da non poter tornare
indietro, ma nel bel mezzo di un disastro cosmico che li allontanerà
definitivamente dall'annientamento.