venerdì, novembre 22, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti per caso 3°

Tutti, la maggior parte delle conoscenze, accompagnatori o visite di passaggio hanno una filosofia tutta loro: pensano che io legga perchè è una fissazione. Chi non legge ignora che io vivo di libri, di letteratura e che la consultazione di testi importanti, negli anni, mi ha portata lontana… In questa terza parte di quei romanzi letti e vissuti casualmente tradisco un certo entusiamo, l’ennesimo, per la parola scritta. I romanzi, le letture, quelle cioè non programmate, a volte trascinano in altalene di sensazioni straordinarie. E sebbene il tempo, gli anni, la vita stessa non si riesce a fare  a meno di sentirsi coinvolti.

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Titolo: Proibito leggere!

Autore: Alan Gratz

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 243

Trama: «E poi volevo più libri per la BLB. Volevo tutti i libri che la signora Spencer aveva bandito. Volevo una valanga di libri che straripasse dall'armadietto. E volevo che tutti li leggessero»

Amy Anne ha nove anni, obbedisce sempre ai genitori, non si lamenta mai e non dice mai la sua. Ma quando alcuni libri, tra cui il suo preferito - quello che ha già letto tredici volte e non si stancherebbe mai di rileggere -, vengono banditi dalla biblioteca della scuola perché accusati da una mamma di essere inappropriati, Amy Anne capisce di non poter restare ferma a guardare. Leggere tutti i libri messi all'indice vorrebbe essere il suo silenzioso gesto di protesta, ma altri compagni si uniscono a lei e in breve tempo si trova a gestire segretamente nel suo armadietto una Biblioteca dei Libri Banditi. Quando viene scoperta, Amy Anne e i suoi amici decidono di non arrendersi e contrattaccare: in fin dei conti, una volta che hai bandito un libro puoi bandirli tutti.

mercoledì, novembre 20, 2024

Gocce d'inchiostro: Pietro il fortunato - Henrik Pontoppidan

Ci sono romanzi, soprattutto testi classici che detengono quasi sempre un certo corollario di informazioni storiche e letterarie, che provenienti da qualche luogo sconosciuto, una terra che ho sentito solo nominare casualmente o dimenticata da Dio, familiarizzano con l’idea di lettura necessaria, consapevole che di letture necessarie effettivamente ce ne sono poche. Per meglio dire, quelle che coincidono con i nostri bisogni, le nostre necessità, anche solo per semplice diletto, ma qualunque sia la ragione con un carico di meriti e demeriti - il tempo - con cui presto o tardi dovremmo fare i conti. Questo romanzo, giunse inaspettatamente, in un momento inaspettato della mia vita, pronto a donare un maggior senso alla mia esistenza semplice, in questi anni poi ancor di più, in una fitta rete di situazioni che verteranno esclusivamente sulla rinascita di un uomo, che lasciava il << grembo >> familiare per incorrere un nuovo cammino. Un mattonazzo di quasi ottocento pagine che, me ne sono resa conto durante il corso della sua lettura, è indirizzato solo a chi ama i classici, per davvero, da cui se ne uscirà forse un pò più forti di quel che si crede, perché ci si spinge talmente oltre da dover guardare al di là di ogni velo, di ogni oscurità, un po come succede a Pietro coi fatti di cronaca della sua stessa vita.


Titolo: Pietro il fortunato

Autore: Henrik Pontoppidan

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 22 €

N° di pagine: 798

Trama: Pietro è figlio di un pastore protestante delle campagne danesi. Fin da bambino sente che la vita di paese lo soffoca e si convince di essere destinato a grandi cose, al successo, alla gloria. Dopo il diploma, si trasferisce a Copenaghen per studiare ingegneria e sviluppa un suo grande progetto tecnico: un'opera idraulica che permetta alla Danimarca di competere con le grandi potenze commerciali europee. Pietro dà così inizio alla sua scalata sociale, frequentando persone sempre più ricche e potenti, scelte in base all'eventuale avanzamento che potrebbero garantirgli: cerca di accattivarsi le simpatie di banchieri, finanzieri e grandi investitori e delle loro graziose figlie in età da marito. Ma per ottenere tutto questo occorrerebbe un atteggiamento dimesso nei confronti dei potenti, una sottomissione che Pietro non ha: vuole fare le cose a modo suo, dettare legge anche tra gli alti papaveri della Borsa, e ogni volta si ritrova al punto di partenza...

lunedì, novembre 18, 2024

Slanci del cuore: romanzi che desidero leggere entro l'anno 2°

Libri, scrittura, chi più ne ha più ne metta, sempre di libri si parla. Parlo, mi piace cibarmi. E di viaggi letterari vivere, come protagonista di qualcosa che solo la parola scritta può conferire.

L’anno sta per concludersi, e di progetti di lettura per l’anno nuovo ne ho già una caterva. Primo fra questi, smaltire la pila di quei romanzi che attendono di essere letti da un pò e che, salvo imprevisti, confido possano essere compagni di un arrivederci al prossimo anno. Libri, testi che ho acquistato tempo fa e che, su questo non ho alcun potere, trasmettono un chè di magnetico, smanioso che solo l’atto del leggerli potrà colmare.

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Riverbera nella notte, nella solitudine del cuore, nella ricerca affannosa di vivere e sopravvivere, in sconfortanti fantasticherie che pulsano nel cuore, mettono a posto qualcosa dentro di noi e il cui ricordo è quasi del tutto svanito.

Titolo: Il canto del cielo

Autore: Sebastian Faulks

Casa editrice: Best Beat

Prezzo: 13, 90 €

N° di pagine: 496

Trama: Francia, 1910. Ad Amiens il giovane inglese Stephen Wraysford incontra Isabelle, una donna irreprensibile, rassegnata a tollerare un matrimonio infelice. Tra i due scoppia improvvisa una passione divorante, ma la loro storia d'amore non è destinata a durare e presto l'uomo ritorna in Inghilterra. Sette anni dopo Stephen è di nuovo in Francia e affronta gli orrori della Prima guerra mondiale. Durante questo periodo sposa la sorella di Isabelle, Jeanne, e ne adotta la figlia, senza sapere di esserne il padre. Sarà la nipote di Stephen, a Londra, nel 1978, a ripercorrere la storia della sua famiglia attraverso il diario del nonno, in cui troverà la risposta a molte sue domande e la forza per cominciare una nuova vita.

sabato, novembre 16, 2024

Gocce d'inchiostro: Alla ricerca del tempo perduto. La parte di Guermantes - Marcel Proust

Avendo avviato il processo della lettura della Ricerca da qualche tempo, l’idea di non proseguire, lasciare a metà la lettura di un capolavoro come questo fu a dir poco impensabile. E con ciò qualunque idea malsana di rimandare la sua lettura. La stessa lettura - o viaggio, a seconda di come si vuol indicare questo straordinario cosmo, non è stata così inaccessibile come mi avevano detto. Questo timore reverenziale che si associava alla semplice idea di cimentarsi in un'avventura come questa, non è stata per me così terribile come dicono. Quanto una sorpresa continua. Difficile, ostica, intricata ma una filosofia di vita che ho professato nel giro di undici mesi, fondata dal desiderio di un uomo di comprendere i meccanismi del Tempo, dell’amore e del suo Io.

Titolo: Alla ricerca del tempo perduto. La parte di Guermantes

Autore: Marcel Proust

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 672

Trama: Ne "La parte di Guermantes", edito tra il 1920 e il 1921, il Narratore fa il proprio ingresso nel "bel mondo" che, con i suoi riti e i suoi miti, le soirée, i pranzi, i palchi all'Opéra, occupa tanta parte del libro. È la storia di un disinganno, quello della snobistica attrazione per l'aristocrazia; un lungo, rarefatto racconto capace di esaltare la "poesia perduta" della nobiltà e svelarne insieme la sterile frivolezza. Ma anche di approdare, soprattutto grazie al personaggio del barone di Charlus che introduce in maniera vibrante il tema erotico, a una dimensione che trascende la mondanità per giungere a profonde rivelazioni esistenziali.

giovedì, novembre 14, 2024

Anime alla deriva: romanzi vissuti per caso 2°

La letteratura, i libri. Molti sostengono io sia malata. Fissata, come una paziente affetta da schizofrenia cronica. Lo sono? Mah, chi può dirlo?!? E ciò ha a che fare con la felicità? Quella piccola luce che, in un momento imprecisato della vita, si sprigiona e si posa come un’areola lucente sulla nostra testa? Qualunque cosa sia, certamente c’è da dire che se leggo così tanto una motivazione è racchiusa nell’atto in se. Mi piace il profumo della carta, cibarmi di storie sconosciuti e non che trapelano non solo storie ma tanta magia. Quella magia che solo chi ama certe cose riesce e può percepire. In questa seconda parte, una discreta piletta di romanzi che ho letto e vissuto in passato hanno trasmesso qualcosa. Cosa? Beh, ancora non lo so nemmeno io. Sicuramente lasciato un profumo inebriante che invade ancora le mie narici.

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Titolo: Scrivere per dire si al mondo. Quello che i grandi autori ci insegnano sulll’arte e sulla vita

Autore: Leonardo Colombati

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 20 €

N° di pagine: 303

Trama: Leggere è uno dei più piacevoli vizi solitari, in grado di farci ricordare, immaginare, commuovere con un’intensità che prescinde da dove lo si fa ( a letto o su un treno ) e quando; Italo Calvino sosteneva che quando leggi, << il tempo sei tu che lo decidi >>. I grandi autori, da Dante a Flaubert, da Tolstoj a Proust, da Kafka a Joyce, attraverso i loro privilegiati punti di vista, potenziano la nostra percezione e il nostro sguardo, e così ci insegnano a guardare il mondo con occhi nuovi. Per questo Leonardo Colombati, scrittore, critico letterario e docente di scrittura creativa, ci prende per mano e ci conduce in un percorso di rilettura e analisi delle opere di genio, indagando – dal << principio >> << alla fine>> - le componenti essenziali della creazione letteraria: la definizione dell’io, in apparenza quello dei personaggi, in realtà quello del romanziere e, sorprendentemente, anche del lettore; l’utilizzo multiforme della parola che va a comporre la voce del narratore ( o, per meglio dire, << l’illusione di una voce >>); la creazione dei personaggi, alcuni dei quali sono diventati veri << caratteri >>, come Don Chisciotte, Falstaff, Anna Karenina o Lolita, e che alla fine sono riconducibili a due grandi categorie, gli Ulisse ( << con la sua barba e la cicatrice >> ) e gli Amleto ( << con la sua calzamaglia e il teschio >>); la gestione del tempo, così compresso nei libri rispetto a quello che sperimentiamo nella nostra vita e, diversamente da quanto succede nel mondo reale, capace di procedere in avanti e all’indietro a piacimento dell’autore; e poi l’amore, unico vero tema poetico. E come non soffermarsi sul ruolo della memoria, dalle madeleines proustiane al racconto di Ulisse alla corte dei Feaci, e sul potere curativo della lettura?

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