domenica, marzo 31, 2019

Gocce d'inchiostro: La notte dell'ultimo bacio - Cristina Lopez Barrio

Non poter perdersi completamente nella pianura infinita di parole e inchiostro che per qualche giorno mi hanno tenuta prigioniera, in un luogo così vicino al nostro ma così lontano dalla landa deserta in cui solitamente sprofondo e che adorna la mia vita, si è rivelato un gesto più romantico che utile, e una volta terminato questo volume decisi che oramai era giunto il momento di indirizzare i miei interessi su altro.
Eppure, se decidessi di prolungare nel mondo di Berenjena la mia permanenza per qualche altro minuto, il tempo necessario per chiarire le idee e scrivere una recensione di senso compiuto, bussando con energia raddoppiata alle porte del mio animo, ho raccolto strane ed inquietanti consapevolezze.
Il mondo aveva acquisito una struttura irreale, le cose cominciavano ad acquisire significato, tutto mi sembrava allo stesso tempo famigliare e irriconoscibile. La magia galleggiava nell'aria e la fantasia che abita nei libri era solo la mera trascrizione di fatti vissuti in un secolo che non è più il nostro. Mi venne in mente, dunque, che questa mole detta realtà - così ostile e sgradevole a mostrarsi - non mi aveva dato un attimo di tregua, e che un rosario di ostacoli aveva condotto Berenjena in un luogo straordinario, fra le vecchie grigia mura di un istituto logoro. Piccola grande combattente, determinata a non essere trascinata da un'esistenza scandalosamente banale.


Titolo: La notte dell’ultimo bacio
Autore: Cristina Lopez Barrio
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: 18, 60
N° di pagine: 480
Trama: Toledo, 1625. Davanti al più feroce dei tribunali la giovane e misteriosa Barbara deve difendersi dall’accusa di eresia. I testimoni che si susseguono, però, sembrano descrivere due persone diverse: una donna perfida che getta maledizioni e l’altra santa che guarisce e consola. Qual è la verità? Solo Berenjena, la lavandaia dell’Orfanotrofio della Santa Soledad, conosce tutta la storia della ragazza e la racconta fin dal suo inizio, nella torrida estate di ventisei anni prima a Madrid. A quel tempo, la neonata Barbara viene abbandonata nell’orfanotrofio. E’ avvolta in uno scialle azzurro dai misteriosi ricami e ha le manine tanto calde da sembrare brucianti. Le suore la accolgono e la mettono a riposare accanto al piccolo malato Diego. Che durante la notte, inspiegabilmente, guarisce. Da quel momento niente può separarli. Né il passato misterioso di Barbara, figlia di una passione proibita, né l’amore impossibile di Tomàs che la vuole solo per sé, né le persecuzioni di chi la crede maledetta, perché il tocco delle sue mani può guarire o uccidere. La vicenda del processo diventa allora una tragica storia d’amore, ricca di segreti, passione, morte, orgoglio e peccato.

venerdì, marzo 29, 2019

Due chiacchiere con l'autore: Ilaria Vecchietti

E' arrivato anche il momento che del mio percorso con Ilaria e della sua produzione letteraria volgesse alla fine. Ho ottemperato alla rituale procedura di sottoporre autori che soggiornano qui, su Sogni d'inchiostro, una piccola e breve intervista.
Ilaria non ne è esente da tutto questo, e con disponibilità e gentilezza ha risposto a questo mio forse fin troppo dettagliato quesito J
Con questa intervista, dunque, è diventata oramai consuetudine non poter non consigliarvi la lettura dei suoi romanzi in cui potrete creare il vostro cantuccio personale. Scrutare quell'angolo di paradiso tutto vostro, serbando nella sua magica bellezza quei repentini cambiamenti o effetti positivi che costelleranno la vostra vita J

1.       Ciao, Ilaria! Bentornata su Sogni d'inchiostro J E' un piacere averti qui J Ma, dicci, nella vita di tutti i giorni Ilaria chi è? ;) E dove trova il tempo per dedicarsi alle sue creature di carta e inchiostro?
Ciao Gresi!
Sono felicissima di essere ospite del tuo blog, mi fa tanto piacere J

Mi presento: sono Ilaria Vecchietti, ho 30 anni e abito in Valsesia… mentre sto ancora cercando il mio posto nel mondo scrivo le mie storie, e da quando ho pubblicato il mio primo romanzo ho aperto anche un blog letterario (Buona lettura) dove recensisco e segnalo nuovi libri o eventi librosi e interviste.


2.      Da dove nascono i tuoi romanzi, e quale ruolo fondamentale svolge per te la scrittura?
Le idee per i miei libri nascono casualmente, da immagini, da sogni, dai fatti quotidiani della vita. Da ogni cosa traggo ispirazione, poi le elaboro nella mia mente, fino a quando non decido di mettermi a scriverle… e da quando scrivo non ho più smesso, quindi per me la scrittura riveste un ruolo molto importante. Infatti mi piacerebbe che diventasse il mio lavoro.

giovedì, marzo 28, 2019

Gocce d'inchiostro: La figlia oscura - Elena Ferrante

Non voglio diventare pedante. Sebbene le circostanze a causa delle quali mi hanno indotta, in questa quarta ed ultima parte del mese di marzo, dinanzi alla rotta di una saga famigliare semplicemente straordinaria ma così diversa dalle storie cui sono solita leggere, mi è ancora impossibile esprimere il più cauto parere su una storia prima del previsto. Storie di vita di questo genere non sono solamente l'unica vera arbitro della produzione ferrantiana, ma l'unico metro di giudizio della vita stessa. La Ferrante nei suoi romanzi esplica questo suo sentirsi continuamente inadatta, nel posto in cui è costretta a vivere, e continua a farlo mediante i suoi figli di carta e inchiostro. I suoi burattini, infatti, piazzatosi lungo la mia strada, mi hanno donato tante cose. La figlia oscura è il terzo tassello che compone l'ultimo atto de le Cronache del mal d'amore e si impone sul mondo a un angolo brutalmente opposto a quello propiziatoci dai volumi precedenti già solo pensando come la vita può subire variazioni, può sfasciarsi, costringendo l'individuo medesimo a vivere isolato come in una caverna.

Titolo: La figlia oscura
Autore: Elena Ferrante
Casa editrice: E/O
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 145
Trama: Leda è un'insegnante, divorziata da tempo, tutta dedita alle figlie e al lavoro. Ma le due ragazze partono per raggiungere il padre in Canada. Ci si aspetterebbe un dolore, un periodo di malinconia. Invece la donna, con imbarazzo, si sente come liberata e la vita le diventa più leggera. Decide di prendersi una vacanza al mare in un paesino del sud. Ma, dopo i primi giorni quieti e concentrati, l'incontro con alcuni personaggi di una famiglia poco rassicurante scatena una serie di eventi allarmanti. Pagina dopo pagina la trama di una piacevole riconquista di sé si logora e Leda compie un piccolo gesto opaco, ai suoi stessi occhi privo di senso, che la trascinerà verso il fondo buio della sua esperienza di madre.

martedì, marzo 26, 2019

Gocce d'inchiostro: Racconti dell'età del jazz - Francis Scott Fitzgerald

Questa recensione non era prevista, perciò mi sorprendo anche io a riempire l'ennesimo foglio bianco intrappolato in una finestra virtuale dall'aria luminosa e vaporosa con parole che non credevo di possedere. Nelle ultime settimane i miei rapporti con i romanzi sono stati estremamente concisi - non più lunghi di tre giorni - e limitati all'essenziale. Anche stavolta mi trovo a seguire questo schema. Tuttavia per questa recensione mi premuro a inserire cose che più o meno avevo detto, o per meglio dire scritto, per altri romanzi di questo autore. Nella speranza di vedere se il tempo mi avrebbe ripagato del solito silenzio, mettendo il punto, andando a capo, dicendomi fra me e me che quello mio e di Fitzgerald è un percorso che vorrei proseguire lietamente.







Titolo: Racconti dell'età del jazz
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 410
Trama: Durante la sua carriera, Francis Scott Fitzgerald fu autore di oltre duecento racconti, che gli garantirono enorme popolarità e gli offrirono un utile terreno di sperimentazione. Questa è la più celebre delle sue raccolte di short stories: scritti originariamente per varie riviste e poi pubblicate nel 1922, i "Racconti dell'età del jazz" sono undici ritratti dei "ruggenti anni Venti", un'epoca fatta di scanzonatezza, balli sfrenati, sogni di successo, liberazione dei costumi, ma nascondono anche una dolente riflessione sul rapporto tra fantasia e realtà, e sulla natura della felicità umana.

domenica, marzo 24, 2019

Gocce d'inchiostro: I giorni dell'abbandono - Elena Ferrante

E' vero; forse in un certo senso dovevo immaginarmelo. I romanzi della Ferrante superano quasi sempre di gran lunga le mie aspettative. Il romanzo di cui mi appresto a parlarvi ne avevo sentito parlare in lungo e largo. E il mio comportamento nei riguardi di questa lettura fu nettamente superiore al previsto in quanto il mio tempo trascorso in compagnia dei suoi personaggi - sentinelle attanagliate dal dolore che si aggrappano a qualunque cosa pur di sottrarsi a questo terribile destino- mi servì come espediente per interpretare il mondo.
Alla fine anche questo ennesimo esperimento ferrantiano ha avuto successo, e già programmo di accomiatarmi definitivamente con l'ultima sua straordinaria opera, La figlia oscura, che si presenta breve ma intenso. Intenso come sprazzi lunghi e sentiti di vita, e che, insomma, in un modo o nell'altro, sconquassano inevitabilmente la mia anima.

Titolo: I giorni dell'abbandono
Autore: Elena Ferrante
Casa editrice: E/O
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 211
Trama: Una donna ancora giovane, serena e appagata viene abbandonata all'improvviso dal marito e precipita in un gorgo oscuro e antico. Rimasta con i due figli e il cane, profondamente segnata dal dolore e dall'umiliazione, Olga, dalla tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, è risucchiata tra i fantasmi della sua infanzia napoletana, che si impossessano del presente e la chiudono in una alienata e intermittente percezione di sé. Comincia così una caduta rovinosa.

giovedì, marzo 21, 2019

Gocce d'inchiostro: L'ultima chance - Ilaria Vecchietti

In questo periodo, il mio stato d'animo è piuttosto instabile. Irrequieto, quasi inaffidabile. Si può definire ambivalente e contradditorio. A momenti vedo la mia personalissima armonia frantumarsi, così naturalmente lontana da me, che per vivere serenamente, per non pensarci, mi imbarco in storie che, al calar del sole, esageratamente mi scrutano con occhio clinico. Se resto a casa il pomeriggio, dopo il lavoro, è naturale che quando non ho niente da fare mi aggrappo ad amici d'inchiostro che sono certa non mi deluderanno mai. Mi basta guardarmi dentro per comprendere come la me di adesso sia diversa a quella di qualche anno fa; se oggi affronto la vita con il sorriso stampato sulle labbra è proprio perché non mi preoccupo ne mi spaventa più niente.
Questo inutile e insensato discorso per dire che, nel giro di una manciata di ore, mi sono trovata a divorare uno dopo l'altro romanzi come se fossero Nutella. Ebbene si, perché da buona amante della Nutella mi concedo certi << vizi >>. E trascorrendo lunghi e solitari pomeriggi in compagnia di anime sole e abbandonate, confuse o dilaniate dal tempo e dalla vita, ho accolto così questo breve racconto della mia amica di penna Ilaria sapendo benissimo che il nostro tempo a disposizione sarebbe stato ridotto. Non sbagliando nemmeno quando giunsi alla fine,  avvertendo senza alcun dubbio questo mio continuo smarrimento, così assoluto da farmi perdere coscienza della mia identità.

Titolo: L'ultima chance
Autore: Ilaria Vecchietti
Casa editrice: Selph Pubblishing
Prezzo ebook: 0, 99 €
N° di pagine: 33
Trama: Avete mai vissuto un amore impossibile? E nonostante questa consapevolezza gli siete stati sempre vicino, soffrendo in silenzio? A Irene è successo, eppure sono stati gli anni più belli della sua vita. Ora è riuscita a tornare a casa, tutto solamente per rivedere il suo unico grande amore.

La recensione:
Dopo una serie di giorni particolarmente frenetici, cominciava a mancarmi la solitudine. Mi siedo sulla mia poltrona preferita e mi immergo in storie di vita dal forte carattere, prendendo appunti e interrogando la mia stessa anima. Ilaria Vecchietti è una giovane blogger di soli trent'anni che passa gran parte del suo tempo a scrivere, a leggere e sa che per scrivere bene e leggere tanto ci vuole tempo e pazienza. Ciononostante sforna, a distanza di pochissimo tempo, un romanzo dopo l'altro. L'anno scorso ho accolto con una certa bramosia il suo bel fantasy, L'isola dei demoni, e quest'oggi, dopo tanto tempo, la accolgo nuovamente con un racconto brevissimo che ha girato attorno al mio cerchio personale e apparve, come del resto i romanzi della Vecchietti, con un bagaglio di speranze, semplicità e un pizzico di romanticismo. Cosa mi aspettavo da questa lettura, certamente niente che la si può definire indimenticabile. Quando si tratta di romanzi brevi o racconti non ci sarebbe nemmeno bisogno di formulare l'interrogativo. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di realizzare questo post. Ma di certo a Ilaria devo un parere, una recensione, e sebbene non sarà niente di monumentale, mi impongo di riempire queste pagine con parole che possano suscitare un certo effetto. Luminose ma non abbaglianti; straordinarie ma non necessarie. Affinchè possano ricondurci nel mondo ritratto dalla Vecchietti, in un modo o nell'altro.
Due orette trascorse in un pomeriggio uggioso ma mite confermarono i miei sospetti. Una giovane donna, folgorata dal primo incontro, travolta dai ricordi del tempo, desiderosa di mettersi in gioco, imparerà qualcosa dalla vita che solo il tempo gli concederà pur di affrontare la vita. Irene sa quale è il suo vero obiettivo, e sebbene la sua è una storia piuttosto breve vi risparmio i dettagli, come un attacco di tosse improvvisa.
Un repentino viaggio nel Giappone, l'avvento di letture che mi sorprendono continuamente, quella de L'ultima chance è un piccolo romantico affresco che ben o male ho già visto in un mucchio di romanzi, ma i cui personaggi sconosciuti sono figure di una certa importanza, in un paesaggio comune ma solitario. Sebbene di poche pagine, un racconto che scorre davvero molto velocemente e che, esplorando un pezzo dell'anima di Irene e dell'amore della sua vita è stato davvero piacevole.
Piccola voce in un coro di suoni e rumori che è stata quella pausa, quella liberazione dalla routine. Racconto che, sebbene non ampiamente, è stato dato un certo respiro, colmo di sentimenti che altro non sono che piccoli frastuoni dell'anima, come dei sassi in una macina.

mercoledì, marzo 20, 2019

Gocce d'inchiostro: L'amore molesto - Elena Ferrante

E' trascorso un certo lasso di tempo. Mi è ancora impossibile dire come mi sento, ora che ho concluso l'ennesimo ritratto umano a sfondo tragico/ drammatico la cui trama è fitta più di quel che immaginavo. Le informazioni tuttavia sono state alquanto scarse, e perciò l'unica cosa sensata è stata tacere e osservare il tutto con molta attenzione. Constatare quanto sia stato difficile scrivere di Delia e della sua amata mamma, non varcando tuttavia i confini del dimostrabile, resistendo strenuamente alle insidie dell'inventiva. La scrittura a questo proposito mi ha fornito l'ennesimo racconto dettagliato, crudele, lacerante e profondo delle esperienze di una giovane donna che, un giorno di fine maggio, sarà costretta a separarsi dalla madre. Non posso affermare con certezza quale siano le vere motivazioni che hanno spinto la Ferrante a scrivere una storia cruda e realistica come questa, ma, ciò di cui so per certo è che, in un periodo turbolento come questo, L'amore molesto ha sortito il suo effetto. Mi ha aiutato a smarrirmi, a trovarmi, e a tornare ad affrontare ogni cosa con determinazione e scioltezza.



Titolo: L'amore molesto
Autore: Elena Ferrante
Casa editrice: E/O
Prezzo:  9, 90 €
N° di pagine: 176
Trama: La trama ruota intorno al rapporto tra Delia e la madre Amalia, un rapporto madre - figlia scavato con crudeltà e passione… Che cosa è accaduto ad Amalia? Chi c'era con lei la notte in cui è morta? E' stata davvero la donna ambigua e incontentabile che sua figlia si è sempre immaginata? L'indagine di Delia si snoda in una Napoli plumbea che non dà tregua, trasformando una vicenda di quotidiani strazi familiari in un thriller domestico che mozza il respiro.

martedì, marzo 19, 2019

Due chiacchiere con l'autore: Simone Censi

Non vedo perché, se un autore che ho ospitato con tanto affetto nel mio piccolo salotto letterario, non possa soggiornare per qualche altro tempo. Non ho potuto evitare di intrattenere Simone, ne di evitare di porgli qualche piccolo quesito, ora che il nostro percorso letterario si è volto al termine. Quale migliore occasione di conoscerlo meglio, studiare la genesi delle sue storie, il motivo per cui abbia deciso di abbracciare questa passione, quasi si tratti di uno stile di vita? Quale miglior momento per non riesumare dalle soglie del tempo una rubrica come questa?
Ecco che Simone e le sue storie furono quel punto di contatto che mi hanno entusiasmato parecchio, e di me e della mia presenza non resta niente. Non resta che mettermi da parte e lasciare la parola a lui e ai suoi figli d'inchiostro.


1) Ciao Simone! Ben tornato su Sogni d'inchiostro J Spero che il tuo soggiorno sia stato/ sarà piacevole J Prima di parlarci dei tuoi romanzi, dicci… Chi è Simone nella vita di tutti i giorni?
Un marito e un papà. Ho all’attivo un paio di lauree e lavoro in un’azienda che produce calzature e accessori da donna.

lunedì, marzo 18, 2019

Gocce d'inchiostro: Amico, nemico - Simone Censi

Sono stata in un posto che mi ha portato lontana, più lontana di quel che credevo, sfogando la monotonia di un pomeriggio di metà marzo, il mio senso di impotenza, nella marcia dirompente dell'ennesimo brillante racconto di un autore che qualche tempo fa ho avuto il piacere di ospitare qui, su Sogni d'inchiostro. Sto parlando di Simone Censi, e il post a cui mi appresto a riporre queste poche righe quest'oggi prevedono in assoluto la sua ultima - per me -, ma prima opera con cui si affacciò nel mondo letterario. Immersa sola nei pensieri dei suoi protagonisti, senza curarmi delle cose intorno.
Che cosa ho visto o scorto così in questo lasso di tempo, se non una storia ambiziosa di amicizia, segreti perpetuati nel tempo? E proseguendo raggiante, mi sono accorta come Simone mi ha rapita ancora una volta, persino dalla cosa più piccola potesse esserci.






Titolo: Amico, nemico
Autore: Simone Censi
Casa editrice: Montag
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 97
Trama: Proveniente da storie familiari simili, due ragazzi si conoscono e stringono una solida amicizia all'interno di un istituto industriale irlandese, struttura d'ispirazione cattolica con lo scopo di accogliere ragazzi abbandonati o provenienti da famiglie disagiate. Amici, con caratteri diversi ma uniti dalle difficoltà vivranno fra malnutrizione e soprusi, vittime delle particolari attenzioni di chi dovrebbe garantire la loro salute e formazione. Gli eventi scardineranno la loro amicizia fino a farli allontanare e perdere di vista. Si ritroveranno più avanti, in qualità di insegnanti, ognuno su barricate differenti, ma qualcosa di profondo e terribile li avrà cambiati per sempre.

sabato, marzo 16, 2019

Gocce d'inchiostro: Colpo di fulmine - Jennifer Bosworth

Ora che mi appresto ad avvicinarmi alla fine di una settimana intensa e frenetica mi preparo a riporre nero su bianco queste poche righe ripercorrendo il cammino della dolce Mia vivendo la sua storia come se fosse una seconda pelle. La piega degli eventi, il flusso sinuoso ma talvolta incomprensibile della storia, mi condusse a domandarmi come mai il tema dei fulmini sia stato trattato in questo modo e perché l'atto dello scrivere sia stato così necessario che certe nozioni, certi eventi opprimessero così tanto. Eppure, anche se poco saliente, un nesso c'è stato. Ed è questo ciò a cui mi sono aggrappata quando ho letto questo romanzo, arrivando fino in fondo e constatando di non essermi completamente sbagliata.

Titolo: Colpo di fulmine
Autore: Jennifer Bosworth
Casa editrice: Corbaccio
Prezzo: 17, 60 €
N° di pagine: 339
Trama: Mia Price è drogata di fulmini. E sopravvissuta a infinite scariche elettriche, ma la sua dipendenza dall'energia scatenata dai temporali mette in pericolo la sua vita di chi le sta intorno. Per questo si sente tranquilla a vivere a Los Angeles, perché i temporali sono rarissimi. Ma quando un terremoto devasta la città, il posto che lei credeva il più sicuro al mondo si trasforma letteralmente in un inferno. Le spiagge diventano gigantesche tendopoli e il centro è una terra perduta dove spadroneggiano bande di saccheggiatori e assassini. Due gruppi di fanatici si contendono il governo della città ed entrambi vedono in Mia una conferma alle loro concezioni apocalittiche, perché credono che Mia sia connessa alla tempesta elettrica che ha preceduto il terremoto e che si riprenderà ancora più letale. Mia vorrebbe potersi fidare di Jeremy, affascinante ed enigmatico, che ha promesso di proteggerla e verso il quale si sente attratta da una forza e una passione irresistibili, ma dentro di sé teme di essere ingannata. E solo quando tutto sembra perduto e la catastrofe finale sta per abbattersi sulla città, Mia capirà come usare il suo potere per salvare le persone che ama. E capirà se Jeremy la ama davvero …

giovedì, marzo 14, 2019

Gocce d'inchiostro: Il prigioniero del cielo - Carlos Ruif Zafon

Non appena mi sono separata dal mio amato Paul Auster, mi sono avvicinata alla libreria più grande della mia camera accaparrandomi, quasi come priva di volontà, della quasi malconcia copia del terzo libro della quadrilogia de Il cimitero dei libri dimenticati. Prendendo il libro, poggiandolo sulle gambe a mò di leggio, entrando nella Barcellona degli anni '40 come se non me ne fossi mai andata.
Sapevo che Daniel Sempere, Fermin, la dolce Bernanda mi avrebbero accolto con un certo calore, un certo affetto; immaginavo già l'espressione che sarebbe apparsa sui loro visi non appena sarebbero venuti a conoscenza della mia visita. E come invitandomi ad entrare, ho bussato alla porta della libreria Sempere. Qualcuno ha aperto l'uscio. Ed io sono entrata.






Titolo: Il prigioniero del cielo
Autore: Carlos Ruif Zafon
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 21 €
N° di pagine: 349
Trama: Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al fedele Fermin con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio de "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermin. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermin. per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martin - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista.

martedì, marzo 12, 2019

Amori di carta: Paullina Simmons

Non ricordo a quando risale l'ultimo post riguardante una delle rubriche più amate dalla sottoscritta; all'ultimo momento, l'altro pomeriggio, fui folgorata come da un'illuminazione. Da quanto tempo non riesumavo dalle soglie del tempo la rubrica Amori di carta? A dire il vero, l'ultimo post non prevede un lasso di tempo così lungo e indimenticabile. Avevo parlato di un autrice che, sebbene non più avvezza a questo genere di letture, è un antidoto contro gli effetti repentini ma devastanti della vita. Il suo nome? Laini Taylor, e, i suoi libri, una certezza nel panorama letterario. Ho temuto un certo biasimo per non aver parlato di lei e dei suoi libri prima del tempo, ma la curiosità e il mio amore per la letteratura fu più forte di ogni altra cosa.
I miei lettori spero saranno contenti di sapere che fra non molto la casa editrice Fazi pubblicherà il secondo volume delle vicende incentrate sul bel Lasco, appassionato e fervido lettore. Per l'affetto che provo per la Taylor e soprattutto per l'insana curiosità che nutro nei riguardi de La musa della notte, non posso non tenere fede a questo sentimento e, qualche giorno dopo San Valentino, accapparrarmi di una copia. Ma per il momento, desidero allietare questa mia presenza con un post riguardante un altro autore che si annovera fra i miei preferiti: Paullina Simmons.
I romanzi che ella scrive hanno sortito una certa notevole diffidenza nel mondo in cui è stata accettata, dopo una lettura fervida e forsennata di ogni suo libro. Nel mio bagaglio culturale, la saga de Il cavaliere d'inverno si annovera fra le migliori saghe del momento, sebbene molte lettrici avranno avuto un'idea alquanto diversa su ciò che più si ritiene sia l'amore, risaltandolo in ogni sua forma o sfaccettatura.
Si, a onor del vero non ho mai dubitato della straordinaria abilità dela Simmons del saperci parlare d'amore. Mi chiedo come ho fatto, in questi anni, a non accorgermi subito della somiglianza fra le nostre anime. Così è stato questo il segreto ad unirci.
Qui, su Sogni d'inchiostro, non ero mai riuscita a confessarlo ai miei lettori più accaniti, ma all'ultimo momento sono come stata folgorata: la Simmons è un autrice estremamente brava, sebbene la sua prosa non la si può giudicare forbita o incomprensibile. E negli anni il mio parere nei suoi riguardi è nettamente migliorato; il segreto era oramai stato rivelato. Perché non lasciarmi andare a questa consapevolezza?
La storia di Tatiana e Alexander, ma anche degli altri "compagni" letterari, è l'emblema di quei poemi romantici che a me piace tantissimo leggere in cui il mio cuore non desidera altro che bearsi della compagnia dei suoi protagonisti, constatando quanto siano divenuti indispensabili, qualunque siano le colpe o i torti subiti. Combattenti in uno spazio mai visto prima di adesso, animato dal caos e dalla guerra, come in un sogno bello e rassicurante allietando il peso delle mie sofferenze. Trascinati dalla miseria, dalla solitudine, dimostrando quanto d'importante ci sia nella vita. dando sfogo alla vulnerabilità, alla dolcezza sedimentati nell'animo di chiunque.
Materie finite in uno spazio infinito che portano la bandiera della pace, e conferiscono un certo calore e una certa generosità. Quella bandiera che io ho seguito per molti anni, e che tutt'ora sento gli effetti devastanti del mio brusco allontanamento. Ripescando così dalla memoria del tempo quelle magiche sensazioni con cui mi era sembrato di cadere, travolta da qualcosa di forte e inspiegabile.
I romanzi della Simmons, la stessa autrice, sono come delle malattie che hanno cominciato a manifestarsi nell'immediato, dapprima in modo quasi intenso, e poi con la fatalità di una condanna. In pagine che altro non sono che un esaltazione alla vita, ai sentimenti, qualcosa di trascendentale, sorprendente e inspiegabile in cui si trovano tutti i tipi di buona ragione per aggrapparsi a una fede.
La supremazia, la violenza intaccano ogni cosa, appesantendo quelle che apparentemente sembrano letture di svago, in cui si guarda in faccia la morte nonostante la realtà sia ancora devastante più di quel che si crede.
Il senso di solidarietà, l'altruismo, il coraggio di dover sacrificarsi per la persona amata, l'amore, l'amicizia, costituiscono un messaggio piuttosto significativo su cui ruota lo stile dell'autrice. La Simmons inconsapevolmente trascina in luoghi apparentemente semplici che non impediscono  al lettore d'instaurare un certo legame con ogni personaggio. Con i dolorosi spasmi di entità catastrofiche e devastanti che reclamano la nostra attenzione, mediante racconti che trascendono alcun limite di età, qualunque febbrile tortura in versi, che si espande oltre le pagine, al di là della realtà.

domenica, marzo 10, 2019

Gocce d'inchiostro: L'invenzione della solitudine - Paul Auster

Il quadro si fece molto più complesso di quanto avevo immaginato. In quasi un intero pomeriggio trascorso qui, questo piccolo libriccino dalla mole piuttosto ridotta ma ricco di sentimenti ed emozioni si è rivelato sostanzialmente discreto. Ben o male, le storie che hanno del sentimento si rivelano quasi sempre di questo calibro. Scrutando dentro la nostra anima, scandagliando ogni forma o questione, studiando nell'attesa di una possibile rivelazione, senza mai demordere; ma in tutto ciò non avevo preso in considerazione che L'invenzione della solitudine  sarebbe stata una lettura profonda, triste, ma ciò che ha sortito in me non ha avuto l'effetto desiderato.
Adesso, che di questo suo immane dolore ne ho compreso e scrutato ogni forma, parvenza o colore, non so più cosa pensare. Ritengo plausibile l'ipotesi che non tuttti i romanzi di un autore che noi reputiamo preferito, o del cuore, possano appagarci completamente. Ho osservato questo romanzo sotto una prospettiva diversa da dove l'avevo osservata, e, in questo caso, non mi sono sentita più così libera.
Curiosamente l'idea della morte è ricordata mediante l'arte segreta delle parole, e sfogliare questo diario mi ha indotta a pensare che in un certo senso io non dovevo essere dove sono stata, ma in tutt'altra posizione. Eppure il mio animo sensibile, profondo ed empatico, spesso e non poche volte mi costrinse a trovarmi in situazioni in cui mi conformo ad essi, sicchè mi trovo in tempi completamente diversi a quello che vivo, uscendone destabilizzata e cambiata. Solo così ho capito, sebbene non poche volte ho avuto timore che forse non è mai troppo tardi per capire qualcosa che fortunatamente non ho ancora vissuto, che il vero fulcro di questo romanzo riassume l'identificazione dell'individuo con l'autore stesso, con la natura del suo stesso problema. E tenendo fede al suo impegno, ho letto L'invenzione della solitudine consapevole che l'Auster di queste pagine si sia rivolto contro me stessa come mordendo la persona che lo ha affiancato per tutti questi mesi. Spingendomi in una stanza vuota chiuderndomi dentro, brancolando nel buio alla ricerca di una via di fuga, prigioniera dei medesimi peccati inflitti alla sua anima appassionata ma imperscrutabile.

Titolo: L'invenzione della solitudine
Autore: Paul Auster
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 185
Trama: Il libro si compone di due scritti speculari. Il primo, "Il ritratto di un uomo invisibile", è una meditazione sulla scomparsa del padre, scritta qualche settimana dopo la sua morte. "Niente è più terribile che trovarsi faccia a faccia con gli oggetti di un morto. Le cose di per sé sono inerti: assumono significato solo in funzione della vita ne fa uso", scrive Auster nel passare in rassegna le carte e gli oggetti del padre. Nel secondo "pezzo", "Il libro della memoria", l'autore sposta la sua attenzione della sua identità di figlio a quella di padre: riflette sulla condizione solitaria dello scrittore e prova a immaginare quella che sarà fatalmente la separazione dal figlio che cresce.

venerdì, marzo 08, 2019

Gocce d'inchiostro: La scuola dei giochi segreti - Rebecca Coleman

Ci sono romanzi che non li si riesce a interpretare. Sensazioni, emozioni, in un primo momento sembrano come non esistere, come se in tutta la vicenda non avessero avuto alcun peso. Questo, a mio avviso, è un elemento che fa riflettere sulla natura artificiosa o infruttuosa di alcuni romanzi. E la cosa più importante è quando ti imbatti in letture apparentemente semplici, ma salienti. Salienti non per il contenuto, quanto per il ruolo che essi effettivamente svolgono.
Mentre sfoglio l'esordio di Rebecca Coleman, ho ascoltato la melodia che hanno sprigionato queste pagine imbrattando però ogni rimasuglio della mia anima. Ebbene, si, perché trattasi di una lettura che fa riflettere. Ci pone dinanzi a delle scelte in cui ogni cosa, qualunque persona o situazione, sembra vaporizzare nell'atmosfera come fiati di vapore. Attorcigliandoci nella sua fitta rete invisibile, tenendoci ben saldi alle maglie di una trama che non possiede nulla di speciale ma che non danno alcuna parvenza di sopravvivenza.
Titolo: La scuola dei giochi segreti
Autore: Rebecca Coleman
Casa editrice: Baldini&Castoldi
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 346
Trama: Maryland, tardi anni Novanta. Nel cortile di una scuola steineriana, tra precetti di Rudolf Streiner, insegnanti irreprensibili e sciami di adolescenti, avviene l'incontro fra chi invece avrebbe solo dovuto sfiorarsi. Lei, Judy McFarland, è una maestra d'asilo quarantatreenne che da tempo ha rinunciato a se stessa, costretta fra i propri sogni arenati e una livida vita coniguale; lui, Zach Patterson è uno studente di sedici anni dalle maniere impertinenti, diviso tra una madre incostante e la gran fatica di essere il nuovo arrivato in città. Se il passo dell'amicizia a una relazione è breve, l'ossessione che li travolge è una caduta vertiginosa in un abisso di oscuri ricordi.

mercoledì, marzo 06, 2019

Gocce d'inchiostro: Madonna col cappotto di pelliccia - Sebastian Ali

Sono stata in Turchia, una regione in cui non vi ero mai capitata, più lontana delle mie prospettive o preferenze letterarie, sfogando questa mia mancanza nella lettura di un romanzo bellissimo, intenso e profondo che ho divorato esageratamente senza rendermene nemmeno conto. Ho camminato in una città, in un luogo rurale alquanto affollato, ma misero e sporco che, assieme al protagonista, solo e immerso nei suoi pensieri, senza curarsi delle cose intorno, inconsapevolmente allaccia un rapporto di amicizia con un suo amico lavoratore che, una mattina di fine luglio, gli cadde il mondo addosso.
Che cosa potrà esserci di così bello nella confessione sussurrataci da questo uomo comune? Apparentemente niente che lo si possa definire speciale, ma ricco di pathos, sentimento che, in un primo momento, destabilizzano e, in un secondo, annientano lo spirito. Raif Effedi rimase scioccato dal quadro di una donna comunemente seduta, ma avvolta in un bellissimo cappotto di pelliccia. Alla fine non fa nessuna differenza se ella è coperta, ricca o sposata; tutto ciò che si desidera, perlomeno che io ho desiderato, è riconoscersi tra la folla concedendoci così l'opportunità di far sentire anche la nostra voce. Una voce che ha riconosciuto questa storia esattamente così com'è, serbando il ricordo speciale della loro compagnia come un talismano prezioso.

Titolo: Madonna col cappotto di pelliccia
Autore: Sebastian Ali
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 209
Trama: Ci sono incontri casuali in grado di segnare un'intera esistenza. E ci sono storie che restano segrete per una vita intera ma poi, una volta raccontate, fanno il giro del mondo. Quando ad Ankara, negli anni Trenta, un giovane conosce sul posto di lavoro Raif Effendi, viso onesto e sguardo assente, è subito colpito dalla sua mediocrità. Man mano che i due entrano in confidenza, questa prima impressione non fa altro che ricevere conferme; schernito ed evitato da tutti sul lavoro, Raif viene maltrattato persino dai suoi familiari. Quale può essere la ragione di vita di una persona simile? Quale, se c'è, il segreto dietro una vita apparentemente inutile? Il taccuino di Effendi, consegnato in punto di morte al collega, contiene le rispsote, raccontando una storia tutta nuova: dieci anni prima, un giovane e timido Raif Effendi lascia la provincia turca per imparare un mestiere a Berlino. Visitando un museo, rimane folgorato dal dipinto di una donna che indossa un cappotto di pelliccia, e ne è così affascinato che per diversi giorni torna a contemplare il quadro. Finchè una notte incrocia una donna per strada: la stessa donna del dipinto. Maria. Un incontro che gli sconvolgerà la vita.

lunedì, marzo 04, 2019

Gocce d'inchiostro: Zia Mame - Patrick Dennis

I primi giorni di marzo mi hanno vista decisa nel prendere consapevolezza di una decisione che già di primo acchito sembrava piuttosto ottima; leggere il celeberrimo Zia Mame. Senza che lo sapessi, questo romanzo attendeva me e il suo momento da qualche tempo, posto pazientemente in un piccolo angolo del mio cuore, in attesa che io lo notassi. Il romanzo di Dennis disgraziatamente l'ho notato tardi; questa frase è una risposta che era già dentro di me, formulata solamente adesso dalla mia mente.
 L'imponente e carismatica figura della signora Mame, fioco suono in una cacafonia viruale che ha influenzato la vita dello stesso autore, si abbatè sulla mia vita con la violenza di un uragano. Era stato un segno averla al mio fianco, e ora che è tutto è finito, penso che non sia stato accidentale. Una volta che si creano i legami, è davvero impossibile sciogliere il vincolo di unione con il caso, nemmeno se lo avessi voluto. Sebbene Zia Mame sia raffigurata come una donna ricca e intraprendente, ben presto anche lei subirà gli effetti del comunismo; soldi ce n'erano pochi per tutti e meno ancora per Zia Mame.
Eppure Dennis scandaglia più a fondo questo aspetto, arrivando dove esattamente voleva arrivare. Il risultato è un amorevole e avvincente trattato realistico su una fetta di eventi che sconquassarono la vita dello stesso Dennis e della sua famiglia. Qualcosa di simile all'ignoranza delle masse di cui i personaggi non riescono ad abbandonare le loro crociate per inutili ipermodernismi. Nutrendosi esclusivamente del desiderio di poter farsi valere, in un modo prettamente maschile, spiccando e distinguendosi così dalla massa.

Titolo: Zia Mame
Autore: Patrick Dennis
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 380
Trama: Immaginate di essere un ragazzino di undici anni nell'America degli anni Venti. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che vostro padre - quel ricco, freddo bacchettone poco dopo effettivamente muoia, nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all'indirizzo che la vostra balia ha con se, e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica "Ma Patrick, caro, sono tua zia Mamel!", e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte, o fuggire in cerca di tutori più accettabili, o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile che uno scrittore moderno abbia mai concepito, e attraversare insieme a lei l'America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia che non dà respiro - o dà solo il tempo, alla fine di ogni capitolo, di saltare virtualmente al collo di zia Mame e ringraziarla per il divertimento.

sabato, marzo 02, 2019

Romanzi su misura: Febbraio

Il mese di febbraio è stato più o meno come lo aspettavo; forse ancora più caotico di quel credevo. Niente novità, nessun cambiamento, e questo un po' mi rasserena, dato che non amo le novità o i cambiamenti, qualche evento o situazione che mette in discussione la mia pace interiore. Così, per riassumere in poche parole, questo secondo mese dell'anno che, come un paesaggio da sempre visto e poi amato, mi ha fornito qualche prezioso consiglio personale. Per il resto, c'è ben poco che possa contestare l'evidenzia: l'ennesima carrellata di letture che in un certo senso mi ero figurata e che confidavo poter realizzare. Tre librerie strapiene di libri, sogni o progetti ancora acerbi, sulla scrivania un diario e una penna, e mucchi di fogli. Alcuni bianchi, altri scritti a penna, centinaia di pensieri o parole, in una terra che spesso e volentieri non mi appartiene, ma che è il mio posto dove alla fine arrivo dove voglio arrivare.



Sfide letterarie:

Scritto con una certa brutalità, una certa dose di criticismo e consapevolezza, mediante le memorie di un giovane le cui gesta risalgono a un epoca puttosto lontana il cui attaccamento per queste pagine è alquanto evidente.
Valutazione d'inchiostro: 4
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