lunedì, novembre 29, 2021

Gocce d'inchiostro: Le intermittenze della morte e Il Vangelo secondo Gesù Cristo - Josè Saramago

Ero in un posto imprecisato da appena qualche minuto e già ero rimasta affascinata da ciò che trapelano queste pagine … assieme ad altre migliaia di persone. Avevo questi due romanzi che riposavano silenziosamente sullo scaffale da oltre un anno, lasso di tempo che francamente è per me una vergogna, una mancanza di rispetto per non aver dedicato del tempo a un autore come Saramago, finchè il giorno fatidico in cui potei cibarmi di queste letture avvenne sul finire del mese di novembre con un meccanismo di simbolismi, sillogismi, elevazioni mentali con la voce gracchiante dell’autore alle orecchie, disponibile ad inoltrarci in questo labirinto di parole e frasi che non molti hanno potuto accedere. Ma questo era il momento.
Questo fu il momento in cui finalmente potei leggere questi due romanzi, diversissimi fra loro per trama ma non per temi, fra un’enorme folla che si aggira nel più rigido dogma. L’impossibilità della morte o l’avvento di un adolescente che si camuffa sotto le mentite spoglie di Gesù Cristo avrebbe generato la creazione di un movimento di cittadini fermamente convinti che grazie alla semplice azione della volontà sarà possibile vincere la morte e che la scomparsa di tante personeè provocata dall’avvento di questo presunto Messia e dalle sue volontarie azioni. Proclamare il più grande sogno dell’umanità è una delle cose più belle si possa aspirare. Morire, rinascere, vivere sono atti assolutamente importanti e necessario del regno di Dio dunque vivere nella credenza che non si tratti di blasfeme, assurdità o ridicolaggini. Poiché senza morte non ci sarebbe stata resurrezione, senza l’avvento del Messia non ci sarebbe stata l’evoluzione della stirpe umana poiché si vive costantemente nel passato e accogliamo ciò come l’avvento, la novità. Dalla vetta di una montagna ho visto presiedere la presenza di due forme di vita le cui strade sono parallele, due linee rette, con qualunque opportunità di azione e agire, nonché proiezioni o trionfo dell’uomo sulla natura.


Titolo: Le intermittenze della morte
Autore: Josè Saramago
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9, 50 €
N° di pagine: 220
Trama: Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l’eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell’umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della chiesa, ora che non c’è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi come si vede, sono tanti e complessi. Ma la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all’impegno di rinnovamento dell’umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati ( o fortunati? ) destinatari che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a cui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona.

sabato, novembre 27, 2021

Gocce d'inchiostro: La piccola Fadette - George Sand

Mi fece sorridere il fatto che anche questa lettura, in un periodo davvero ricco e appassionante per le letture, perché inaspettato ma bellissimo, non riuscì ad attirare prima la mia attenzione se non adesso, non sfuggendo all’arroganza, all’inerzia del tempo e a tutto ciò che esso avrebbe comportato. Che cosa ci sarebbe da dire, se non che mi pento per aver atteso così a lungo a leggere un romanzo come questo? Sebben accolsi l’anno con la lettura di un altro romanzo dell’autrice, Nanon, che mi piacque moltissimo e cui tutt’ora tesso ancora le lodi, mi avrebbe davvero irretito, appassionato, conquistato non chiedendo nient’altro che un briciolo del tuo tempo, della tua attenzione, interessata soprattutto agli eventi che avrebbero sconvolto la vita della sua protagonista, la piccola Fadette. Si, perché sebbene la cornice narrativa sia davvero interessante – proiettata all’alba delle prime rivoluzioni napoleoniche -  la mia anima non ha potuto non elevarsi al di sopra di tutto, fra armoniche benefattrici che pervadono lo spirito con un certo sollievo, con qualche segno di eloquenza, ma afflitti dall’impossibilità di essere liberi e amare la natura così com’è riposandoci fra le forti braccia della poesia. Respirare queste pagine, esserci mi ha davvero divertito, emozionato, interessata soprattutto all’assetto emotivo, naturalistico delle cose, che come la sua autrice traspare dalla piccola Fadette, che avrà certo svolto un ruolo essenziale, provato un’infinità di sensazioni, uno sbocco sul mondo che l’hanno resa la donna anticonformista che tutti conobbero. 

Titolo: La piccola Fadette
Autore: George Sand
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: €12
N° di pagine: 240
Trama: Un’oscura credenza vuole che due fratelli gemelli non possano vivere insieme senza danneggiarsi a vicenda, e che spesso solo la morte di uno dei due possa garantire all’altro di crescere bene. Così, quando nella famiglia Barbeau nascono i gemelli Landry e Sylvinet, la levatrice non esita a mettere in guardia i genitori: occorrerà impedire che i due fratelli passino troppo tempo insieme, per far si che non si affezionino troppo l’uno all’altro e non diventino, emulandosi a vicenda, ancora più identici di quanto già non siano. Ma il consiglio viene presto accantonato e i gemelli, col tempo, diventano inseparabili e pressochè identici. Anni dopo, quando sono oramai adolescenti, il padre decide che Landry, il più forte e maturo dei due, dovrà andare a servizio presso la tenuta dei Caillaud, in un borgo vicino. Landry si rassegna all’idea di dover partire da casa. Sylvinet, il più fragile, non riesce tuttavia ad accettare che le loro vite debbano prendere strade diverse. Il suo affetto per Landry è così esclusivo e morboso che, quando il fratello lontano da casa si invaghisce della piccola Fadette, una ragazzina del borgo della Cosse. Sylvinet è divorato dalla gelosia. La Fadette è una piccola vagabonda che gli abitanti del borgo giudicano con un po' di disprezzo – la considerano brutta, sporca e dispettosa tanto da soprannominarla << il grillo >> - e un po' di timore, soprattutto per via di quelle voci che corrono sul conto della nonna, un’esperta guaritrice le cui pratiche sono viste come un incrocio di sapere e stregoneria. La ragazza, invece, benchè sia capace di rispondere per le rime a chi la provoca con malizia, ha un carattere mite e generoso: non avendo nulla, si accontenta di poco per essere felice, insegna ai suoi coetanei i rimedi per curare ferite e malanni e rispetta tutte le creature, soprattutto quelle che considera brutte come lei. Ecco allora dipanarsi i fili di una triplice educazione sentimentale in cui gli inquieti desideri di Landry, Sylvinet e della piccola Fadette si scontrano con i pregiudizi di un mondo in cui << quando due o tre persone ne perseguitano un’altra, tutti vogliono immischiarsi, scagliarle la pietra addosso e parlar male di quest’ultima senza nemmeno sapere il perché >>.

giovedì, novembre 25, 2021

The Gilmore girls booktag

Una commedia americana nei primi anni del 2000, dai tratti godibili e di facile introspezione, e storie più profonde del previsto, sciorinava la storia di due donne, una madre e una figlia, impelagate in una serie di situazioni in cui il dramma avrebbe fatto da connubio al sentimentalismo, all’estatico e al bello. Per molti versi il classico tipo di serie televisiva per tutta la famiglia, che quando fu trasmessa su Italia 1 ricordo non mi perdei nemmeno una puntata. Accompagnò serate fredde e miti, prima dello scoccare della mezzanotte, attratta specialmente dall’ennesima storia d’amore che Rory avrebbe vissuto col bello di turno. Più matura e più posata delle altre ragazze della sua età, ambiziosa e curiosa, di cui ben presto avrei scoperto che condividevamo l’amore per la letteratura e che le sue letture sarebbero state fonte di mia ispirazione. Sorrido mentre ripongo queste poche righe, perché nel pensare alle ragazze Gilmor fui come acceda da una scintilla di interesse. Non mi dispiacerebbe tornare a varcare i corridoi di Yale. E in una ricerca forsennata di consigli a tema, mi sono imbattuta in questo semplice booktag che svela qualcosa di più della mia personalità. Un piccolo passatempo per smorzare la routine che è un connubio di passioni, sensazioni, emozioni difficili da tenere a bada.


Lorelai. Un personaggio simpatico e sarcastico.



Come non citare un romanzo ironico e divertente come questo, la cui protagonista è una zia che tutti – forse non proprio tutti - desidererebbero avere?!? Un legame famigliare a cui ci si aggrappa con slancio e che dissipa qualunque forma di malessere.





martedì, novembre 23, 2021

Gocce d'inchiostro: Il fiume della colpa - Wilkie Collins

C’è chi è disperato nel vedere una pila di libri che compongono i tuoi scaffali da eoni ed eoni. C’è chi invece, come me, nel vedere così tanti libri ancora da leggere sorride poiché la mia insaziabile sete di curiosità mi mette sempre di buon umore. Mi porta a valicare sentieri, luoghi meravigliosi di cui avrei fatto presto perdere le mie tracce. E da grande appassionata della parola scritta, della letteratura vera  e propria credo fermamente che se un romanzo riposto nella tua strapiena libreria ti << chiami >> solo in quel preciso momento è perché era giusto così. Sono una credente, una romanticona, una ragazza obiettiva e determinata, e mi sembra di mancare di rispetto al suo autore o alla sua autrice quando tali opere si rivelano godibilissime, piacevolissime, sorprendenti. La procedura però è sempre la stessa: l’autore, la sua fama, i suoi romanzi, ma l’approccio fu diverso. Si perché di Wilkie Collins lessi qualcosa qualche tempo fa, recentemente desiderai rileggere La donna in bianco, e ora senza esitazioni abbracciai questa opera “minore” per usare un eufemismo il cui responso non fu poi così diverso. È una storia che mi ha letteralmente trascinata in un epoca classica poiché richiama costantemente il passato, desideroso di scovare la verità, qualunque forma di libertà che non ci incastri nel passato. La ruota della vita emergeva da un banco di nubi e oscurità, ponendoci dinanzi a ostacoli immaginari da cui sembra di uscire da un sogno. L’idea, la possibilità di scovare una via d’uscita, la scrittura sono solo alcuni di quelli aspetti che avrebbero messo a tacere quel mondo ideale che lentamente sta andando a pezzi. Questo romanzo tuttavia esplica come persino la cosa più insignificante è detentrice di sfumature che tuttavia non celano la possibilità possano recare malvagità. L’isolamento si contrappone a una condizione e dimensione famigliare implicita, analoga a quella di altri suoi romanzi ma più semplice la cui magnificenza troverà sfogo in luoghi che esaltano lo stato emotivo affidata alla sfera privata e sociale da cui non se ne torna liberamente.


Titolo: Il fiume della colpa
Autore: Wilkie Collins
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 184
Trama: Dopo anni di forzata lontananza, in seguito alla morte del padre, Gerard Roylake fa ritorno alla residenza di famiglia per prendere possesso della casa e delle terre ereditate. Quella che ritrova è una contea avvolta da un groviglio di misteri. L’incontro con Cristel Toller, la bellissima figlia del mugnaio, ridesta in Gerard ricordi sopiti dal tempo dell’infanzia e fa sorgere in lui una passione fatale, ma lo porta anche a imbattersi in un uomo misterioso e affascinante: tutti lo conoscono come “l’inquilino”, un individuo sinistro che la sordità e l’isolamento dal mondo hanno reso insofferente nei confronti di quanti lo circondano. Questi, infatuato di Cristel, finirà inevitabilmente per vedere in Gerard un pericoloso rivale in amore. Un orribile delitto sta per avere luogo, oppure i timori dei protagonisti – e del lettore – sono infondati? E qual è il motivo della strana attrazione, che, in segreto, sembra spingere Cristel tra le braccia dell’inquilino?

domenica, novembre 21, 2021

Gocce d'inchiostro: La donna di Gilles - Madeleine Bourdouxhe

Ci sono libri che ti si pongono dinanzi senza alcun motivo. Li vedi brillare, adornati di quelle coste splendidi, luminose, scintillanti, già tanto che stringerai una copia e te la porterai a casa. E, poi, dopo averlo riposto sullo scaffale, quasi lo si dimentica. La coscienza, mi dice, mentre ripongo queste poche righe, che ci sono delle volte in cui siamo davvero davvero stupidi. E lo sono anche io, che di libri ne leggo a bizzeffe ma che quando mi imbatto dinanzi al capolavoro non ne capisco la parvenza. Non vedo la sua mirabile essenza. Ma nel momento in cui accade, una debole luce scende e attornia il mio animo. Ora diviene tutto chiaro. La bellezza di un sogno assopito dal tempo che si ridesta mediante la vocina interiore della mia coscienza, sussulta come Giles quando vede la sua bella Elisa, rammollita, stordita da un ondata di forte tenerezza. Così mi sono sentita nel leggere questo indimenticabile, bellissimo romanzo, immersa nel languore di una giornata banalissima e tranquillissima, in cui il desiderio palpabile, tattili mutano a seconda del tempo. Il silenzio tutt’attorno era così grave, pesante, penetrante, così intollerabile in cui ho visto srotolarsi il mondo famigliare, quello degli affetti di una ragazza la cui vita sarà rovesciata da un fatto indicibile e inaccettabile, la cui massa esile e invisibile scivola addosso come sabbia fine.
Come l’acqua di un rubinetto gocciolato in continuazione, con la prepotenza di una bufera che inevitabilmente si è abbattuta su di me.


Titolo: La donna di Gilles
Autore: Madeleine Bourdouxhe
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 148
Trama: Elisa vorrebbe solo una cosa: annullarsi in Gilles. Vivere per e attraverso Gilles, non essere altro che sua moglie. Preparargli la cena, guardarlo mangiare, guardare i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli. Ma il giorno in cui Elisa capisce che Gilles, suo marito, è diventato l’amante di sua sorella, tutto crolla attorno a lei. Eppure sceglie di tacere, di sorridere, di sopportare in silenzio l’indifferenza di Gilles, perfino che Gilles le parli del suo amore per l’altra, della sua gelosia.

venerdì, novembre 19, 2021

Gocce d'inchiostro: Il ladro di corpi - Anne Rice

Altro giro, altra lettura. Il mio percorso con Anne Rice prosegue imperterrito verso una strada di cui francamente non ho idea di cosa aspettarmi, e sebbene anche questa lettura sia conclusa la << cerimonia >>era appena iniziata. Tornai nel santuario magico della mia camera e mi chiesi i motivi per cui questa storia fosse giunta adesso. Come l’ho scoperta? Per caso, ma tendenzialmente restia ad immergermi in uno scenario in cui da adolescente lessi, vissi, respirari innumerevoli volte. No, non potevo. Ma come ogni cosa nella vita, se io e la Rice non ci fossimo incontrate non ci sarebbe stato quel momento proprizio per sedersi qui, alla scrivani, e scrivere di lei e dei suoi figli della notte. Anche loro zeppi di segreti, inavvicinabili, intraprendenti, proiettati in un terreno sterile, macchiati di impurità attraverso cui ho osservato la luminescenza di una città che è l’essenza stessa del mondo moderno, così dimenticato e assolutamente terrificante, un grande vuoto in mezzo a vecchi edifici pittoreschi. Qualcosa di straordinario stava per accadere. Cosa, non avrei saputo dirlo, ed essere l’interprete di questi saggi barbari era divenuto qualcosa di assoluto, necessario.

Titolo: Il ladro di corpi
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Tea
Prezzo: 6,90 €
N° di pagine: 479
Trama: È la solitudine ,la “maledizione” che si impradonisce di Lestat, il vampiro immortale, il principe incontrastato del tenebroso universo dei morti viventi. Lestat avverte dolorosamente la “maledizione” della sua solitudine e desidera rinascere come mortale liberandosi quindi del suo corpo di “non – morto “ e impadronendosi di un corpo “vivo”. Intraprende così un viaggio che lo porterà da Miami al deserto del Gobi, da Amsterdam alla giungla amazzonica, fino all’incontro cruciale con l’unico uomo che può soddisfare il suo desiderio, Raglan James, il Ladro di Corpi. Più sinistro e malvagio di un demone, il Ladro di Corpi si impadronisce con l’inganno del corpo vampiresco di Lestat.

mercoledì, novembre 17, 2021

Blogtour: L'oracolo dei mondi. L'origine - Annachiara Cairoli

E' cosa risaputa che ogni storia, opera, qualunque modo la si voglia chiamare, ha predestinato un incontro. E' un mito vecchio e alquanto usato. Dovuto dal fatto forse che ognuno di noi aspira a un’insano bisogno di conoscenza, a stringere un legame, un qualcosa che forse in cuor suo sa di non poter mai avere, troppo immerso nella piscina della vita, ma anche l'unico modo per accedere all'inaccessibile; che la teoria dell’accogliere nel proprio salotto virtuale – o riaccogliere, in questo caso – un’autore emergente non impedisca la felicità, la soddisfazione umana a qualunque cuore umano, e che i pochi che rischiano di avventurarsi tornano con dietro mirabilanti storie di grandi ricchezze e effetti benefici, è un innato bisogno. L'uomo ha un innato bisogno di pensare che da qualche parte esista un Paradiso mancato, un luogo in cui poter trovare e ottenere la beatitudine eterna e in cui ogni individuo è in pace con se stesso e dove, non più sottoposto a niente e nessuno, è libero da ogni cosa. Magari anche dalla morte. Il romanzo di Annachiara Cairoli fu una delle tante letture che abbracciai prima che si concludesse quel nefasto anno del 2020, il cui messaggio esplose in mille domande, frantume di pensieri, ognuno cha va davanti a sé, a questo proposito sa leggere nel cuore umano di chi ancora crede nella bellezza dei sogni, confida in un posto migliore e, soprattutto, nell'idea di poterci vivere.  Questa storia, la mia esperienza di leggerlo è stato davvero piacevole.E sono davvero contenta di aver preso parte a questo blogtour. Se la sua autrice non mi avesse chiamato, non credo avrei potuto dedicargli attenzione. Sarebbe stata parte di quel mucchio di fogli e inchiostro che ancora non hanno preso vita, parte di una vecchia iniziativa a cui mi sono piacevolmente adattata. Perché ogni lettore possa dedicare del tempo a questa autrice e a questo suo figlio letterario, insegnandoci tutto sommato come il cuore possa riscaldarsi anche con poco, con l'aiuto della mente o della vita stessa, invadendoci e ricoprendo qualunque strato del nostro corpo.

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Titolo: L'oracolo dei mondi. L'origine
Autore: Annachiara Cairoli
Genere: Fantasy
Pagine: 250
Editore: Albatros
 
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Il Destino, l'artefice inconsapevole della creazione dell'Universo, è alla ricerca dell'"armonia perfetta" raggiungibile solo tra l'equilibrio delle forze di Madre Natura. Ombra e Luce, Aria e Fuoco, Terra ed Acqua sono sei sorelle in eterna contrapposizione, si attraggono e nello stesso tempo si respingono. Varie sono le situazioni in cui si scontreranno, minando così quella stabilità di continuo ricercata, per poi riappacificarsi per il bene dell'Umanità. Le profezie della Fenice, la guerra contro gli Angeli e i Demoni per la liberazione della Terra porteranno le nostre protagoniste a vivere numerose avventure. L'autrice Annachiara Cairoli con maestria ed ottima capacità descrittiva, mostra una creazione del Cosmo tutta al femminile: il suo è un linguaggio pulito, dalle note divertenti e fantasiose.

L’Autrice Annachiara Cairoli con maestria ed ottima capacità descrittiva, mostra una creazione del Cosmo tutta al femminile: il suo è un linguaggio pulito, dalle note divertenti e fantasiose, in grado di offrire al lettore una piacevolissima lettura.

lunedì, novembre 15, 2021

Gocce d'inchiostro: La regina dei dannati - Anne Rice

Un altro capitolo di questa incredibile, bellissima saga, che mi colpì come un treno in corsa, attenuò qualunque << impossibilità >> di divorare e interiorizzare una storia come questa. Perché scrivo questo? Perché, quando qualche settimana fa sentì gracchiare la voce della Rice dalla mensola straripante di una libreria troppo capiente, pensai che mi sarei imbattuta in qualcosa di estremamente assurdo, quasi trash, che così come aveva spalancato porte di possibilità in un battito di ciglia li avrebbe serrati. Ma questi i momenti preferiti della mia vita: scoprire come qualcosa di apparentemente insignificante, in una manciata di ore diviene indispensabile. È sempre stato così con le conoscenze, gli amori, le amicizie, non valutando mai che il peggio poteva essere dietro l’angolo.
Una zona di cui ho potuto stanziare, questa volta, comunque, la bellissima Maine dei giorni nostri in cui le vicende narrate, districate hanno scaturito una melodia più romanzata, languorosa, paurosa mista al forte desiderio di vivere una passione devastante a cui mi sono abbandonata con tutto il corpo, eccitata dal duplice scopo di ogni gesto umano. Inerpicarsi in una strada che mi ha condotta dritto dritto alle braccia di un destino che nessuno avrebbe mai compreso, colmo di amore, tristezza, l’ansia devastante di un sogno, frammista a una parola sorda, nauseante, mi pose dinanzi alla morte vera e propria. Nient’altro. Né la bellezza di un cielo trapunto di stelle, così fulgide da far smarrire le costellazioni, senza alcun disegno, alcun significato, ma la vittoria dell’energia e della materia. Questo terzo capitolo investe su un suono sordo, assurdo, assolutamente irresistibile da cui la sua autrice ha creato dal nulla quello che io ho definito << il suono del respiro >>, del battito del cuore, mosso da una forza estremamente magnetica che fra lo spazio e la terra si muove a una velocità immane e naturale, causa di tumulti invisibili e visibili.


Titolo: La regina dei dannati
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Tea
Prezzo: 6, 90 €
N° di pagine: 507
Trama: Da 6000 anni Akasha e Enkil, sovrani dei dannati, dormono un sonno profondissimo, una sorte di “vita sospesa” tra la vita e la morte. Qualcuno ha vegliato su di loro per tutti questi secoli, perché, se uno di loro dovesse morire, tutti i vampiri della terra scomparirebbero. Ma ora Lestat, il vampiro divenuto una famosa rockstar degli anni ’80, ha risvegliato la “regina dei dannati”, pronta a realizzare il suo sogno e il dominio assoluto sugli uomini e sui vampiri al fianco di Lestat di cui è perdutamente innamorata. Solo le due gemelle vampire dei capelli di fuoco potranno salvare il mondo e sopraffare la potente e sanguinaria sovrana.

sabato, novembre 13, 2021

Slanci del cuore: i miei fantasy preferiti

Arrivo in svariati porti, in letteratura, su coste in cui vi scopro altoparlanti di bordo che a tutto volume trasmettono qualche malinconica canzone, o vecchie navi arrugginite che battono sbiadite bandiere di autori o romanzi mai sentiti; tutte venute a caricare la grande, immensa ricchezza di un vasto repertorio di immagini che ci riserva.
Di fantasy, le mie strapiene librerie contano poche opere a tema. Le prime impressioni di una volta non coincidono più con quelle attuali, e parecchi romanzi di questo genere, durante il corso della mia vita, sono passate ad altre mani. A lettori più esperti di me, che sicuramente faranno miglior uso.

I miei gusti, le mie tendenze letterarie, tuttavia non mi impediscono a disdegnare o dimostrare con fatti che questo tipo di romanzi non sia più alla mia altezza. Il contrario è molto più semplice, ma anche meno interessante. Non vale questo anche come giustificazione?
Ma essendo che nessuno mi ha avvisato, nel mio quotidiano ci sono stati momenti in cui mi sono imbattuta nella lettura di romanzi che in un modo o nell’altro hanno lasciato un segno del loro passaggio. Checchè essi provengano dalla campagna, dal ghetto o da mondi magici, vi misi piede un giorno e non volsi mai più andarmene. E parlando di fantasy, per l’appunto, questi sono quelli il cui ricordo serbo gelosamente. Quelli che, in un primo momento, mi ci sono approcciata con un certo disagio, un certo diniego, poi hanno predetto felicità, godimento, gioia e svago.


Non ho potuto fare a meno di non tessere le lodi a questo abile poeta dell’anima che, seppur in maniera alquanto semplice, ti costringe a insegnare a tenersi stretti ogni cosa. Qualunque forma o significato essi abbiano. Godendo così del favore di sentirli e avvertirli come tuoi, allontanando gran parte dell’antica negligenza che domina Heap House da secoli e secoli.

giovedì, novembre 11, 2021

Gocce d'inchiostro: Il caso Charles Dexter Ward - Howard P. Lovecraft

La mia conoscenza con Lovecraft nacque, improvvisamente, una sera di fine estate. La vita era una continua corsa, piena di doveri. Ogni rapporto era difficile, una lotta per la sopravvivenza, così difficile e contorta. Non avevo – ne credo di avere mai avuto – mai un momento in cui la letteratura non abbia mai parlato alla mia anima. Ci sono stati quei momenti in cui l’approccio con quel romanzo, quella lettura non fosse adatto, questo si. Ma non ho mai considerato irriconoscibile il mio rapporto con gli autori classici o moderni. Mi alzo la mattina e mi piace avere ancora così tanto da leggere, così tante storie da vivere. Non c’è una ragione particolare, ma tutto ciò ha sempre generato un moto di bellezza e ammirazione.
Ovviamente sono capitati anche quei momenti in cui un romanzo capitasse al momento sbagliato. Pur quanto mi sforzassi a leggerlo, a interpretare i suoi meccanismi, il suo linguaggio, la mia coscienza non riusciva a stanziare per una manciata di minuti a indurmi a restare. Risiedere tranquillamente fra le sue stanze remote. Con la lettura di questo romanzo purtroppo accadde esattamente questo, con la sua storia imprigionata in un’esperienza straordinaria mediante cui mi sono mossa solo nel mese che ci siamo appena lasciati alle spalle. Ho vagato attraverso delle escursioni nell’antichità durante i quali ho potuto catturare miriade di reliquie sacre di una città antica e incantevole, l’immagine vivida e coerente dei secoli passati. E, con un certo sforzo, scovato quello spirito rintanato nel passato che mi ha condotta dinanzi a qualcosa di intangibile. Il miasma di un arredo, di un arazzo dall’intensità disarmante il cui equilibrio precario, pericolante ti induce a toccare gli apici della follia nel momento in cui si scoprono o riscoprono cose il cui effetto sul pensiero umano è incredibile e profondo.


Titolo: Il caso di Charles Dexter Ward
Autore: Howard P Lovecraft
Casa editrice: Bur
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 202
Trama: “Il caso di Charles Dexter Ward” è il romanzo di un pazzo: Ward, personaggio schivo, opaco e studioso, si trasforma lentamente in una sorta di alieno, che incute terrore e sgomento. A indagare sul caso è uno psichiatra, che ha conosciuto Ward fin dalla giovinezza e che scioglie il mistero scoprendo una realtà di orrore insospettabile, svelando pratiche ancestrali di resurrezione dei morti e oscure forze soprannaturali.

martedì, novembre 09, 2021

Gocce d'inchiostro: Scelti dalle tenebre - Anne Rice

Non è questo forse il senso della magia che certi romanzi celano così bene, e che ha tanto determinato il mio essere lettrice? Un weekend di fine ottobre mi indusse a conoscere una donna, avvicinarsi quasi con riverenza ma motivata da pensieri insulsi il cui richiamo sembrava provenisse da lontano, ma così affascinante che è stato davvero impossibile non riconoscerlo. Ancora non lo sapevo, ma questo secondo volume era la vera e propria incarnazione del Male assoluto, così barbarico e cerebrale in un mondo che non avevo ancora visto. Ma non più così nuovo ai miei occhi, ora che ne avevo appena delimitato i contorni, ma pronta ad abbracciare qualunque forma o artificio di conoscenza che sembra protrarsi all’infinito, senza poter sovrapporre armonia ad armonia fino a quando la loro stessa essenza non si fosse protratta nel suono. Mai nessuno prima della Rice aveva prodotto e realizzato una simile musicalità, ma immerso in un’immobilità, in un silenzio, nel vuoto più completo da cui ne deriva l’assenza assoluta di ogni risposta. Ed ecco che ho finito per respirare, vivere questo secondo bellissimo universo, in mezzo a spiriti che si prendono per mano, fra i suoni di una melodia dal tono perfetto che ho sentito così bene mediante un esecuzione senza sforzo, un entusiasmo che trascende qualunque sogno mortale. Narrando si una storia, ma che è un tutt’uno di lamentazioni, un futuro di terrore che ci avvolge in ritmi ipnotici di danza che hanno squassato ogni cosa. Persino la mia piccola anima.

Titolo: Scelti dalle tenebre
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Tea
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 453
Trama: “Sono il vampiro Lestat. Sono immortale. Più o meno. La luce del sole, il calore di un fuoco intenso … ecco, potrebbero annientarmi. O forse no … ora sono ciò che l’America chiama una superstar del rock”: Lestat de Lioncourt è tra noi, oggi, musicista rock adorato da migliaia e migliaia di fan. Ma le origini della sua storia sono lontane, perse in un vortice di epoche e luoghi di incontri apparizioni e misteri. Da Parigi a Venezia, dalla Sicilia al Cairo, una traccia scarlatta ricorda il passaggio del vampiro Lestat … e la sua vita è una lunga avventura, di passione, di sangue, di piacere e di orrori. Questo libro ne racconta la storia.

domenica, novembre 07, 2021

Le TBR richiami dell'anima 7°

 I primi giorni di un nuovo mese, chiunque si attardasse a risiedere in questo salotto letterario per più di qualche minuto, si accorgerebbe che di libri, pile svettanti e colorate toccano soffitti bianchi e impolverati dovuto da voglie fervide e insaziabili: una lettrice come me che ama cibarsi di storie come se non ci fosse un domani non potrà mai sentirsi soddisfatta. Di libri ce ne sono sempre tantissimi, di tempo troppo poco. A molti miei coetanei la consapevolezza che ci si inoltra in una strada da cui non se ne vede l’uscita è motivo di panico, quasi sbalordimento. Per quanto mi riguarda, sono sempre stata una lettrice coraggiosa e determinata. Voglio dire, che quando abbraccio un romanzo non mi spaventa l’idea che potrei restarne orfana o che la pila dell’ennesima TBR stia per diminuire esponenzialmente. 

Divorare libri su libri equivale a comprarne di nuovi … ma questo non è il momento. Perlomeno per qualche mese. Adesso è tempo di pensare a quelle letture che ho deciso mi accompagneranno in questo undicesimo mese dell’anno, mentre l’inverno fa ingresso nella sala d’aspetto di un santuario magico e profumato. A bella vista, l’immancabile promemoria: riuscirò a leggerli tutti? E anche se così non dovesse essere, poco importa. È motivo di grande soddisfazione e contentezza il solo proposito di parlare di libri con chi comprende cosa vuol dire vivere di libri. Beneficio per la mia anima semplice ma appassionata.

venerdì, novembre 05, 2021

Gocce d'inchiostro: La casa di cenere - Angharad Walker

Le paure, le ossessioni, le possessioni mentali e fisiche alimentano trame, snelliscono romanzi che ad una lettura appassionata e fervida trasmettono molto di più di quel che crediamo. Molti di questi lettori hanno perso il sonno dietro a figure orripilanti, mostri che subiscono mutazioni nel cuore della notte, che non muoiono nemmeno col più dei micidiale dei veleni. Certo perché tanti must della letteratura gotica e horror sono tutt’oggi un emblema della letteratura mistery. Per questo ho abbracciato il mese appena trascorso con la decisione di leggere romanzi essenzialmente spaventosi. Questo piccolo volume presentato come lettura per ragazzi ebbi modo di leggerlo, con estremo piacere, sul finire del mese di ottobre. Di romanzi da recensire, da presentare o consigliare ce ne sono sempre tanti. Il tempo è sempre troppo limitato, ma del resto scrivo per me stessa, e se la recensione di un romanzo letto qualche giorno prima è presentato quest’oggi non credo ci sia niente di male. Il bello dell’essere lettori, secondo me, è anche questo. Non sai mai cosa aspettarti. C’è sempre un romanzo, un autore che guasta i tuoi piani. Certo, perché ingenuamente non sappiamo che ciò è già scritto nelle stelle. Per questo quando questo romanzo mi chiamò non persi tempo a immergermi fra le sue pagine, vivendolo esattamente come è – una lettura semplice ma per nulla superficiale – che funse da espediente alla monotonia, alla quotidianità. A confidare di poter vivere la vita che hanno vissuto questi personaggi particolari e stranissimi, in cui il realismo magico incontra la fabula, a metafore ed aspetti di crudeltà psicologica. Non è questo forse la magia che si ricerca in questa tipologia di letture, che in un certo senso determinano il nostro spirito il nostro approccio col mondo? E sebbene rivolto ad un pubblico molto giovane sono contenta che sia stata influenzata da tale potere.


Titolo: La casa di cenere
Autore: Angharad Walker
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 345
Trama: Quando arriva alla Casa di Cenere, il ragazzo nuovo è in cerca di una cura per il male alla schiena che lo tormenta da tempo, ma anziché capitare nell’ennesima clinica si trova davanti a una dimora con le pareti di fumo e viene accolto da un gruppo di ragazzi che lo ribattezzano Sol, per Solitudine. Hanno nomi strani, come Concordia o Giustizia, e tengono in gran conto la Bontà. Sol impara a vivere con loro seguendo le regole dettate dal misterioso Direttore, di cui tutti aspettano il ritorno con ansia. Presto si accorge, però, che quella casa è l’opposto di un luogo dedicato alla cura. Non si può per alcun motivo essere malati né cercare di andarsene. Finchè un giorno arriva il Dottore.

mercoledì, novembre 03, 2021

Romanzi su misura: Ottobre

Davanti a una pila di libri, non riesco a contenere la gioia, l’ entusiasmo, limitandomi a vivere ciò che la vita mi regala. Quando infatti trenta giorni trascorrono, senza nemmeno io me ne accorga, resta intatto qualunque proposito o obiettivo di distogliermi da certi intenti. Lavoro e la vita in generale, a parte, prendo una strada da cui ne ricavo nient’altro che sostentamento. Anche questo mese di ottobre appena trascorso passò sulla mia strada con la potenza di un ciclone. Mi ha regalato e donato momenti di inestimabile bellezza. Mi hanno indotto a vivere la perfetta efficienza del romanzo gotico e orrorifico, ma non tutto quello che desideravo. Di tutta l’erba non si può di certo fare un fascio, e nonostante tutto ho avvertito la pressione di insinuarmi in certe storie con la prepotenza di un sogno, supplicando che il potere scaturito dalle sue pagine esercitasse un certo fascino su di me anche adesso che sto riportando queste poche righe. Il risultato dunque è stato soddisfacente ma non completo per come desideravo. Ma in preda all’euforia, di aver abbracciato la lettura di un grande classico come quello di Anne Rice ecco che vi porto con me a valicare quei viaggi dentro alla mia anima alla ricerca di forme di vita che d’impatto rientrano nei miei argini di lettrice. Non solo terrore e inquietudine, ma in uno stato di delirio dalla parvenza tranquilla ma scoppiettante.

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Romanzi su misura in carta e inchiostro:

Il mondo creato da Wilde è stato realizzato in maniera così intelligente, perfetta, unanime che sembra quasi impossibile si tratti di un romanzo. Ma, alla fine, non c'è in noi tutti un po' di Dorian? E non è da questa condizione che cerchiamo di capire, redimere la nostra anima da colpe che magari non sono nemmeno nostre?
Una storia che altri non è che la storia di un deterioramento graduale dello spirito di un mondo, da un mondo a un altro, dalla presa di coscienza di una nuova realtà del tutto sconosciuta, radicata nel profondo di noi stessi che come foglie secche si libra e si rigira nell'aria e scende sprofondando al suolo.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo


lunedì, novembre 01, 2021

Gocce d'inchiostro: Intervista col vampiro - Anne Rice

Una TBR lunga e infinita, programmata e stabilita come un documento di Word, con i suoi algoritmi e previsioni, credo che non potrà mai rispecchiare ciò che prova un lettore o un autore nel momento in cui decide di approcciarsi ad un libro. A me piace fare TBR. Mi piace vedere che, il mese appena entrato, sarà all’insegna di letture mastodontiche, sconosciute e che hanno atteso o attenderanno per tutto questo tempo. Ma mi piace anche essere presa di sorpresa dal Fato. Se Dio mi premura a deliziarmi di qualcosa di inaspettato ma bello in cui mi sarei potuta immergere quando avrei ritenuto più adatto, penso sia questa la vera magia che celano certe letture. Di magia, però, questo romanzo non ne esplica. Perlomeno non nel vero e proprio senso letterario del termine, e recentemente tale tesi ho potuto avvalorarla con la lettura di questo bellissimo romanzo. Io che avrei letto e amato un romanzo di Anne Rice?!? Chi l’avrebbe mai detto! Eppure, è in una frazione di tempo apparentemente normale che sono stata avvolta da un manto d’insoddisfazione e silenzio che fischiano ancora nelle mie orecchie, così pregni di paure e ansie represse in cui l’ira è una forma insita sotto superficie. Un segno del Destino ad anticiparmi Halloween? Forse, ma che ha funzionato alla grande. Perché è una lettura che mi ha ammaliato tantissimo. Trasmette quel senso di magia, di mistero in un mondo illuminato in cui figure assetate di sangue si muovono avanti e indietro nel loro mantello nero di fronte ad un pubblico sbigottito, con l’eleganza di una grande pantera, fra sussurri e gridolini. Infervorata dalla luce potente che ha invaso il mio spirito, immobilizzandomi, inquietandomi psicologicamente, influendo come una sorta di guida cui ho abbracciato con un certo entusiasmo.


 

Titolo: Intervista col vampiro
Autore: Anne Rice
Casa Editrice: Longanesi
Prezzo: 18,60 €
N° di pagine: 363
Trama: Una stanza buia. Un registratore acceso. Un giornalista. E un vampiro. Da quasi due secoli, ormai, Louis De Pointe Du Lac non è più un uomo; è una creatura della notte, e ha tutta la notte a disposizione per convincere Daniel, il giornalista, che la storia che gli sta raccontando è vera. Così come è vero il suo volto, tanto pallido ed esangue da sembrare trasparente, di una bellezza soprannaturale e per sempre cristallizzata. Louis racconta di come abbia ricevuto il dono ( o forse la maledizione?) della vita eterna proprio quando non desiderava altro che la morte. È il 1971, è un’altra New Orleans, e Luois, in seguito al suicidio dell’amatissimo fratello, vorrebbe soltanto seguirne il destino. Ma la seduzione del dono oscuro è potente, specialmente se ha i modi, la voce e l’aspetto di Lestat. Sensuale e affascinante, crudele e allo stesso tempo capace di profonda commozione, Lestat ha bisogno di Louis tanto quanto Louis ha bisogno di lui. Quando infine, dopo anni di scorribande notture, Louis sta per decidersi ad abbandonare Lestat, questi gli fa il regalo più grande: Claudia. Una bambina di appena cinque anni, in fin di vita, che solo il dono oscuro può salvare. L’unico peccato che il sacrilego e irrilevante Lestat non si può permettere: creare una vampira di soli cinque anni. Una vampira bambina, che non crescerà mai. E sarà l’inizio della fine.
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