domenica, gennaio 31, 2021

Gocce d'inchiostro: Camera con vista - Edward Forster

Dopo tantissimo tempo fui testimone dello stato di rinascita che incorre la giovane Lucy, una rinascita spirituale, apoplettica, un'ira della forza così enorme e devastante da farci solo augurare che niente e nessuno avrebbe intaccato la sua integrità, però che soddisfazione vederla rivolta contro qualunque forma di convenzione, contrazione, lei così come tante altre eroine della letteratura classica meritava quella brutale rinascita, e quanto è stato bello vedere Lucy attingere a tutto ciò che avrebbero reso la sua figura non più rinchiusa fra le solide barriere di una cella bensì di fluttuare come le pare e piace. Una grande e magnifico esempio di redenzione ma anche intraprendenza, un buon auspicio per il secolo che sarebbe successo, e quando lessi di lei non credevo che alle donne fosse negato tutto questo. Gli anni, la lettura mi hanno insegnato come certi idiomi, certi preconcetti erano un avvertimento, una carezza, ed Edward Forster proiettò in queste pagine il coraggio e l'autocontrollo di figure inizialmente dubbiose successivamente intrepide che respingono qualunque forza di potere, qualunque protesta conduca a guardarsi non con gli occhi degli altri bensì con quelli di se stessi.




Titolo: Camera con vista
Autore: Edward Forster
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N°di pagine: 280
Trama: Lucy Honeychurch, una giovane inglese attenta alle convenzioni sociali della borghesia vittoriana ma costretta a fare i conti con i propri sentimenti. George Emerson, agnostico e anticonformista, capace di "vedere" attraverso le perplessità e di percepire la realtà nascosta dietro le apparenze. 

venerdì, gennaio 29, 2021

Una porta tra le parole: Bridgerton - Shonda Rhimes

Dai tempi dell’ultima trasposizione cinematografiva vista nel cinema più vicino della mia città non scrivevo un post relativo a film o serie tv con un certo trasporto da che ho memoria, poi la sera della vigilia di Natale Netflix annunciò la realizzazione di questo nuovo progetto, firmato da  Shonda Rhimes, una saga in costume ambientata nei primi anni del 1800, che suscitò interesse e scalpore, ed io che non sono più facilmente credulona a ciò che piace alla maggior parte della gente presi di petto la decisione di trascorrere gli ultimi giorni dell’anno con la visione di questo telefilm.
Adesso che ripongo queste poche righe posso solo dire, che anche io mi sono persa nei meandri di questa commedia inglese, londinese, di facili costumi per il suo continuo e perpetuo moto di rinascita e ancora riesco a comprendere la giovane ed ingenua Daphne ad appendersi sulla soglia della vita e ad eseguire incredibili acrobazie esclusivamente per l’occhio sociale. Cosa trarre vantaggio da tutto questo? Un racconto d’amore dolce, passionale ma anche una rinascita spirituale, individuale edificante, che ho malamente giudicato all’inizio e che ho poi accolto nel mio personalissimo cantuccio personale con un certo entusiasmo.

Per nulla indifferente, anzi, piuttosto imbarazzata, attratta dallo sharme del bel duca, mi ha particolarmente colpito tutto questo, con la sua dolcezza sciropposa, il suo orgoglio dilaniante, l'istruttivo esempio che non bisogna fare alcuna distinzione fra il colore di pelle fra una persona e un'altra, stando lentamente venendo a patti con forme alterate di convenzioni sociali dell'epoca, di cui la stessa Daphne comincerà ad abituarsi, e quando finalmente si spoglierà della sua castità immaginare cosa le avrebbe preservato il futuro sarebbe stato scandaloso. Chi l'avrebbe mai detto che un uomo egocentrico, antipatico, altezzoso potesse un giorno diventare suo marito? Chi l'avrebbe mai detto che solo il pensiero del suo esserci, della sua presenza l'avrebbe rasserenata, indispensabile conciliare l'idea che l'uno non potesse vivere senza l'altro come uno scudo contro gli orridi contorcimenti della timidezza, dell'egocentrismo, della superbia, e ora che la sua mano avrebbe stretto quella di Simon, ora che stava provando a comportarsi come una moglie, altre abitudini sarebbero subentrate. Quella che io considero normalità sarebbe stata per Daphne una nuova amica con cui prendere famigliarità, prendendo l'abitudine di farsi rispettare da qualunque forma di sottomissione, e la cosa più bella in tutto ciò è la sua rinascita. Quel timido e fragile giglio bianco che si trasformerà in una bellissima rosa. Perchè è stato Simon a farla fiorire, a farla rinascere, a renderla libera di qualcosa che prima non aveva dato peso, gesti che sono venuti poi come puri riflessi, del tutto indipendenti della sua volontà, e solo quando doveva staccarsi da lui per qualche pregiudizio o discrepanza si rendevano conto di non poter vivere l'uno senza l'altro.

Prima di tutto questo, non avevo dato credito alla possibilità che Bridgerton potesse sortire un guazzabuglio di sentimenti contrastanti. Nè mai avrei immaginato che anche io sarei caduta nelle maglie di una storia che non è per nulla ridicola o banale, anzi evidenzia quanto sia difficile essere coraggiosi in un epoca come questa con le persone che ti vogliono bene, osservando il tutto sotto una nuova ottica. Ed il bello di questa serie, la sua originalità, a mio avviso, sta in questo: cogliere ciò che inizialmente era parso da ostacolo e che ora reso evidente diviene fastidioso e irritabile. Sembra un problema di poco conto, l'ennesima storia di autoconversazione e rinascita, ma nella fattispecie una sequela di eventi che cambiano, ti cambiano, agiscono come volontà propria, e poi finalmente, dopo una serie di rovelli vari, trovano soluzione, bellezza e stupore.

Nella vita non c'è niente di certo, e di certo non era ammissibile che anche io potessi scoprirmi così ansiosa di sapere cosa dovremo aspettarci dalla seconda stagione. In questi ultimi tempi il mondo mi ha distribuito una serie di delusioni con la stessa rapidità e foga con cui si stringono le mani, e poichè di delusioni ne ho anche abbastanza ho abbracciato questa storia con la certezza che si sarebbe rivelata nient'altro che un piacevole dramma, ma che mi rendo conto sono felice sia stato molto più di questo. Perciò sono felice, mentre ripongo queste poche righe, che il Fato mi abbia posto dinanzi a questa strada, non solo per la gioia che ho condiviso con Daphne ma anche per me stessa, perchè questa nuova alternativa di felicità era ciò che più cercavo. 
Reclusa in un mondo lontano anni luce da me, ma bellissimo, straordinario, suggestivo e ammaliante che ha reso la vita un posto migliore e confortevole.

mercoledì, gennaio 27, 2021

Gocce d'inchiostro: Lo specchio dell'anima - Elena Inuso

Mi venne la tentazione di accettare l’offerta di Elena e leggere il suo romanzo, sul finire di un mese monotono ed estremamente piatto, e da quant’è che ho concluso di leggere Lo specchio dell’anima le sensazioni che serbo gelosamente sono ancora vivide e nette. Non avrei mai creduto che un romanzo apparentemente semplice, una storia comune di vita comune meritasse molta più attenzione di quel che credevo, e l’incentiva di inerpicarmi fra le sue pagine dopo qualche minuto era divenuta un’impresa più seria. Una magnifica avventura che investisce sulle sensazioni, l’emozioni umane e che, poco per volta, mi conquistò completamente. C’è tanto lavoro stilistico dietro, tanti pomeriggi ponderati nell’intavolare una storia che potesse avere un senso non solo per l’autrice ma anche per i suoi lettori, cui ogni parola contenuta è un verso di gloria lirica a cui ho riposto una certa ammirazione a questa giovane e talentuosa donna che sono davvero felice di aver ospitato nel mio salotto virtuale. Talvolta vale davvero la pena compiere qualche sforzo in più per scoprire piccoli gioiellini, opere sofisticate che effettivamente non possiedono niente di speciale ma attraggano per il loro essere più interessanti della copertina o di ciò che riporta la trama.
Elena Inuso, dunque, ferocemente dotata, ha proiettato su carta un’avventura estremamente realistica e veritiera che mi piace considerarla come un poema  in remissione. La vita talvolta ci riserva sorprese, situazioni ed eventi che sfociano in lotte o dinieghi dell’anima che distruggono ciò che si è gelosamente costruito nel corso del tempo, e che Elena descrive col suo tratto sofisticato. Mette in discussione qualunque certezza, qualunque possibilità raggiungendo però il mio cuore cauto ed in allerta, quel poco necessario per aver prodotto qualcosa dal sapore amaro ma che dona il piacere di saper cogliere la bellezza che ogni tanto la vita ci riserva, quasi come un gesto di devozione.

Titolo: Lo specchio dell'anima
Autore: Elena Inuso
Casa editrice: Leonida
Prezzo: 12, 40 €
N° di pagine: 198
Trama: Il romanzo tratta di due diverse storie: quella di una bambina, Gemma, che affronta il fallimento del matrimonio dei propri genitori cercando di mantenere la gioia di vivere, nonostante la distanza del padre e l’instabilità di una madre profondamente infelice; e quella di una giovane donna, Angela, che prova a distruggere piano piano la sua corazza di ghiaccio permettendo a un ragazzo appena conosciuto di farle scoprire cosa significa amare e fidarsi di qualcuno.

lunedì, gennaio 25, 2021

Gocce d'inchiostro: La signora di Wildfell Hall - Anne Bronte

È stato davvero strano inaugurare l'anno con la lettura di un classico, quando la maggior parte dei lettori auspica ad un tipo di lettura fuori da questi schemi, ma sono letture queste che fortificano il mio animo, e quando mi imbatto nei classici non ci penso due volte a fiondarmi fra le sue pagine, sapendo che ciò avrebbe comportato una certa ricchezza di temi e argomentazioni varie. Una decina sarebbe stato il numero che avrei letto questo mese, e che ostinata mi premuro a portare a termine, tutti però provenienti da scaffali colmi, colorati il cui irrimediabile eco sovrastò persino i miei pensieri. Fu così che la giovane Anne reclamò la mia attenzione sapendo che la sua sarebbe stata una chiamata che avrebbe funto da beneficio dell'anima, destabilizzante e un po'tragica, così relegata e messa da parte a discapito delle altre sorelle, che al minimo segnale di magnificenza sporse intorno a me creando un bellissimo effetto di colori. Il ritratto di una giovane donna e il suo desiderio di essere integrata nel mondo degli altri, concentrato su mariti buffoni e inappaganti ed indifferenti a tutto ciò li circondava, e lei così orgogliosa da salvaguardare la sua integrità nell'essere prodotta come essere finito in un mondo infinito cui è possibile scorgere la luce. Tematiche queste che possono sembrare banalissime, instantanee di vita quotidiana che una volta riposte in un cassetto non persistono nella memoria, non potendo fare a meno di tornare col pensiero a mesi di lento vagabondare fin quando non è stata scovata la salvezza.
La Bronte scova nella sua mente, nel suo intimo un che di supremo e solenne che converge con gli idiomi del cattolicesimo e delle antiche orazioni classiche. E ritrae una divinità imperfetta e mortale soggetta ai malumori e alle continue confusioni che affliggono tutti gli esseri umani, nel quale si venera l'unica cosa che non ci deluda per il resto della vita. Malgrado i dispiaceri, ma dotato di un forte e naturale disincanto in cui l'amore, il sentimento, l'emozioni non avrebbero mai cessato di esistere.


Titolo: La signora di Wildfell Hall
Autore: Anne Bronte
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: 16 
N° di pagine: 390
Trama: Chi è l'affascinate signora nerovestita che si è installata nella decrepita, isolata residenza di Wildfell Hall? Quella donna sola, che vive con un bambino e un'anziana domestica, sarà davvero la giovane vedova che dice di essere? Helen Graham è estremamente riservata e il suo passato è avvolto in un fitto mistero. Fa il possibile per ridurre al minimo i contatti con i suoi vicini, a costo di apparire scostante e ombrosa, e trascorre le giornate dipingendo e prendendosi cura - fin troppo amorevolmente, dice qualcuno - del piccolo Arthur. Ma Gilbert Markham, giovane gentiluomo di campagna tutto dedito ai suoi terreni e al corteggiamento di fanciulle tanto graziose quanto superficiali, è subito punto da una viva curiosità per quella donna che lo tratta con insolita freddezza. Il comportamento schivo di Helen suscita presto voci e pettegolezzi maligni e lo stesso Gilbert, che pure è riuscito a stringere una bella e intensa amicizia con lei, è portato a sospettare. Solo quando la donna gli consegnerà il proprio diario emergeranno i dettagli del disastroso passato che si è lasciata alle spalle.
 

sabato, gennaio 23, 2021

Gocce d'inchiostro: Io sono una famiglia. Il gabbiano - Liz Chester Brown

 Quando ci si imbatte in questo tipo di letture buttare giù qualche frase è davvero difficile. Per quanto incauti e travolgenti siano stati i battiti del mio cuore, che sotterrano qualunque forma di negatività o diniego, capì che mi sono lasciata contagiare dal tono melodrammatico, quasi vittimistico, di una giovane donna che, attanagliata dai rimorsi di una coscienza inquieta, si scoprì impegnata in una rinascita. Spiccare il volo come un bellissimo gabbiano.
Oramai sono una lettrice assidua, e di romanzi di questo tipo ne ho letto un discreto numero, perché storie che danno vita ad altre storie, prendono strade, imboccano vie che assestano quasi sempre il mio spirito, rifocillano ed stringono la mia anima con estrema cura. E senza sforzarmi più di tanto, medesima cosa accadde col romanzo di questa talentuosa autrice italiana, che in un certo senso ha evidenziato le sue doti naturali senza però sforzarsi più di tanto, sfornando un romanzo apparentemente semplice ma impegnativo, di cui non ha però risposto a tutte le domande che mi sono posta, durante il corso della lettura, sulla coniugazione intrinseca che nasce fra un genitore e un figlio, senza dilungarsi troppo per assimilare quelle nozioni astruse. Ho così letto questo romanzo immaginando me stessa, immedesimandomi a tal punto da sentire come mie le vicende della piccola Arianna, un piano narrativo assolutamente naturale e realistico, completamente conforme a questa storia. Il mio giudizio non può non essere positivo, ha soddisfatto le mie aspettative, sebbene non proprio nei tempi che avevo previsto. Contenta per essermi imbattuta fra le sue pagine, orgogliosa che il mio piccolo salotto virtuale ospiti giovani e talentuosi voci italiane proprio come Liz Chester Brown.

 

Titolo: Io sono una famiglia. Il gabbiano
Autore: Liz Chester Brown
Casa editrice: StreetLib
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 240
Trama: Sullo sfondo di una Liguria arroccata tra cielo e mare, le vicende di Arianna, dall’infanzia all’età matura, raccontate con sereno distacco e un pizzico di ironia. Un dramma familiare moderno che, con la leggerezza di un battito d’ali, non volge mai in tragedia grazie all’incrollabile forza dell’amore. La protagonista, nata e cresciuta senza l’amore materno, riuscirà infatti a uscire dal suo labirinto tirando fuori tutta l’energia positiva e costruttiva trasmessale dal padre e tenuta soffocata dalla malattia della madre. Un vibrante racconto che rimanda per anologie di contenuto e di impalcatura narrativa, al Notturno di Fryderyk Chopin.

giovedì, gennaio 21, 2021

Gocce d'inchiostro: Borgo sud - Donatella Di Pietrantonio

Questo primo mese dell’anno è stato protagonista di numerosi eventi. Testimone di spericolate ed improvvisate avventure, ma soprattutto di nuove ordinanze e restrinzioni che mi hanno costretta a restare a casa. Questi giorni, dunque, li ho vissuti sopravvivendo alla noia, alla monotonia, mediante letture che non compievo da un sacco di tempo. Romanzi appena pubblicati o che attendono sullo scaffale da un sacco di tempo, che mi autorizzò ad accrescere il mio incommensurabile amore per la letteratura. Non nego però che amo la letteratura inglese, quella classica, e quando mi imbatto nelle opere di autori italiani la mia fronte si increspa perché dubbiosa di scovare l’ennesimo buco nell’acqua.
Ma ora che ripongo queste poche righe, mi sorprendo stravolta, sconvolta, smarrita per essere finita fra le maglie di una storia che ha toccato punti salienti della mia giovane anima. Il temuto, magnifico seguito di un romanzo che francamente non conoscevo, prima di adesso, il cui abbraccio è stato inevitabile perché tutt’altro paio di maniche rispetto ad altre storie di autori nostrani, tanto che sul momento pensai non fosse all’altezza, ma questo tuffo in un mondo di cui confido di poter esplorare nuovamente, le cronache di vita di una donna il cui nome non ci verrà mai rivelato, nel tempo mi indurrà a tornarci e scrivere qualcosa al riguardo che fosse degno di nota, solo una sfilza di pensieri o squarci di ricordi di cui il tempo confido possa farmi dono.

Titolo: Borgo sud
Autore: Donatella Di Pietroantonio
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 168
Trama: E’ il momento più buio della notte, quello che precede l’alba, quando Adriana tempesta alla porta con un neonato tra le braccia. Non si vedevano da un po’, e sua sorella nemmeno sapeva che lei aspettasse un figlio. Ma da chi sta scappando? E’ davvero in pericolo? Adriana porta sempre uno scompiglio vitale, impudente, ma soprattutto una spinta risoluta a guardare in faccia la verità. Anche quella più scomoda, o troppo amara. Così tutt’a un tratto le stanze si riempiono di voci, di dubbi, di domande. Entrando nell’appartamento della sorella e di suo marito. Adtiana, arruffata e in fuga, apparente portatrice di disordine, indicherà la crepa su cui poggia quel matrimonio: le assenze di Piero, la sua tenerezza, la sua eleganza distaccata, assumono piano piano una valenza tutta diversa. Anni dopo, una telefonata improvvisa costringe la narratrice di questa storia a partire di corsa dalla città francese in cui ha deciso di vivere. Inizia una notte interminabile di viaggio – in cui mettere insieme i ricordi -, che la riporterà a Pescara, e precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città. È lì, in quel microcosmo così impenetrabile eppure così accogliente, con le sue leggi indiscutibili e la sua gente ospitale e rude, che potrà scoprire cos’è realmente successo, e forse fare pace col passato.

martedì, gennaio 19, 2021

Gocce d'inchiostro: L'usanza del paese - Edith Wharton

Certo, i classici compaiono in questo salotto virtuale con una frequenza maggiore di quel che credevo. Forse più di quel che avevo premeditato. Significa che, forse, i classici mi piacciono, per usare un eufemismo, che la mia vita, la mia carriera di lettrice è migliorata da quant’è sono approdata in questo mondo, e visto che questo nuovo intento si è rivelata l’ennesima bella sorpresa, il mio giudizio non intacca né conforma con effetti assolutamente negativi e nefasti. Non leggevo un romanzo di Edith Warthon oramai da quasi un anno, perciò i pilastri fondamentali su cui si regge questo romanzo diventarono ai miei occhi sempre meno familiari, e studiando ogni cosa ebbi intorno mentre le mie viscere si riempivano di sconvolgimenti e ansie varie, capì che la bellezza di queste letture, dei suoi romanzi dipendeva dall’assetto politico e sociale e il ruolo che esso svolge in certi ambiti sociali. Chi e come influenza certe figure di carta, animati da un certo distacco da sembrare manichini di cera ma desiderosi di scovare anche il minimo contatto,celati da sipari insondabili e impenetrabili di cui vannoe vengono e da cui tuttavia non troveranno alcuna via d’uscita. La piega di questa storia, i suoi eventi era diversa da quella ritratta in altri romanzi, ma piuttosto simile a quella de L’età dell’innocenza, che tuttavia fu ai miei occhi essenziale per l’assetto cruciale e fondamentale che subì la narrazione in una manciata di pagine. Una combinazione che qualche tempo fa avrei considerato come << rara >>, in quanto certe tipologie di romanzi non mi attravano come adesso, ma che ha prevalso su ogni cosa. Elementi di natura semplice e bellissima,in cui l’individuo regredisce impoverendo la sua anima e tutto ciò che lo circonda.

Titolo: L’usanza del paese
Autore: Edith Warthon
Casa editrice: RBA
Prezzo: 10€
N° di pagine: 400
Trama: Bellissima,furba, arrivista, spietata. Così è Undine Spragg, risultato mostruosamente perfetto del sistema, dell’usanza del paese. Il paese sono gli avventurosi e ricchissimi Stati Uniti a cavallo del 1900. L’usanza è che l’uomo persegua con ogni energia e mezzo il successo – ovvero la ricchezza – godendone distrattamente gli splendori e soffrendone impavidamente le miserie, e che la donna sia chiamata a partecipare dei primi e accuratamente tenuta al riparo delle seconde, chiusa in una sua gabbia dorata quanto arida. La vita della provincia americana è in effetti troppo angusta per Undine, ma presto lo divengono anche quella lussuosa dei grandi alberghi newyorkesi e quella raffinata di Washington Sqaure, centro attorno a cui ruota la civile e perdente aristocrazia americana. La giovane donna decide allora di conquistare la mitica Europa, la favolosa Parigi di quegli anni. A nulla valgono i richiami alla ragione, i sentimenti e gli affetti, un bambino: se il marito non può darle ciò a cui aspira, Undine lo abbandona. Sua meta successiva sarà impadronirsi di un grande nome e di un titolo glorioso. Purtroppo, successo significa ricchezza, e la ricchezza non è necessariamente caratteristica dominante delle famiglie di nobili origini. Così Undine finirà per tornare alla calda e rassicurante “usanza”, a un uomo del paese in grado di conquistare enormi quantità di ricchezza e successo, e di lasciarle il suo ruolo di donna capace unicamente di realizzare una serie infinita di dubbie scalate sociali.

domenica, gennaio 17, 2021

Gocce d'inchiostro: Amy e Isabelle - Elisabeth Strout

Mi attendeva l'emozione della scrittura immediata, scattante come una stilettata, il divertimento di leggere ed accogliere nel mio cantuccio personale Elizabeth Strout, di farmi un'idea del suo essere scrittrice e donna che sarebbe sicuramente scesa a patti con gli incauti sussulti del mio cuore, che se avrebbero risposto alla sua autrice nell'osservare questo squarcio nel mondo, mi avrebbero aspettato altre vecchie sensazioni come il dolore di ferite ancora aperte, la vista di figure che si sono tenute per mano, animate da un'esitante meraviglia, beati quasi della morte. In una posizione di precario coinvolgimento, non vedevo l'ora di sapere come l'autrice avesse districato una matassa di cui non se ne conosce l'inizio ne la fine, ma che per me sono fonte di inestimabile fascino. Rispettano e rispondono alla mia anima, ai miei bisogni, tramutano qualunque forma di incertezza in fabbisogno che mediante un processo quasi catartico, ti immergono in uno stato di fascino e oblio. La vita umana è delicata come lo scampolo di un vestito, tagliuzzato capricciosamente da momenti di egoismo. In un quadro prettamente realistico e raffinato, che ha aperto una porta su un mondo straordinario e bellissimo in cui confido di poterci tornare.
 

 
Titolo: Amy e Isabel
Autore: Elisabeth Strout
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 19, 50 €
N°di pagine: 450
Trama: È la storia, questa, di una cittadina anonima della provincia americana. Di un'estate straordinariamente torrida. Di un microscosmo di donne, impiegate presso gli uffici di una fabbrica locale. Tra wjegse de Isabelle, ancora giovane, che tenta di celare il proprio misterioso passato dietro una facciata di decoro e perbenismo; e c'è la figlia Amy, una timida adolescente con un segreto che non riesce a tenere nascosto. Il rapporto tra le due è teso, intessuto di cose non dette e di una reciproca incomprensione che si trasforma in aperta ostilità quando la madre scopre nella figlia l'esuberanza e la voglia di vivere che un tempo erano state le sue, il suo stesso desiderio di darsi a un altro e di essere amata. Il mondo di Am e Isabelle crollerà violentemente all'improvviso, e dopo un toccante, impietoso confronto durante una drammatica notte niente sarà più come prima.        

venerdì, gennaio 15, 2021

Danzando su carta: 20 °

Lo so che di libri da leggere ne ho ancora a bizzeffe, ma il Natale per un lettore è un Natale zeppo di libri. Non ne posso fare a meno! Chi mi conosce sa, che bastano una manciata di fogli stipati in copertine bellissime e colorate vergate da una scrittura fine che profuma ancora d’inchiostro, per rendermi felice. Amo particolarmente le borse, gli accessori, oggetti di cartoleria, ma ciò di cui non riesco proprio farne a meno è la lettura. Oramai è troppo tardi per arrestare questo fiume in piena. Ci sarebbero tante letture che desidero ancora vivere, il fior fiore di ciò che più mi aggrada. Capiclasse della letteratura, campioni di penna e dibattito, prodigi della scrittura per molti incomprensibili e inavvicinabili. Ma a me piacciono tantissimo lo stesso, ed insieme alla pila di romanzi ancora da leggere se ne è aggiunta un’altra che mi è stata gentilmente offerta come dono natalizio. Voleva essere un semplice gesto di attenzione, ma per me è equivalso alla completa felicità, perché una volta disfatto il pacco non ho potuto trattenere moti di imprescindibile felicità. Niente di assolutamente impensabile da vietarmi di passare le prossime settimane, a quanto pare in assoluto silenzio, perlomeno nella mia città, in compagnia di tali fantasmi.

 

Titolo: L’ombra del vento
Autore: Carlos Ruiz Zafon
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 25 €
N° di pagine: 432
Trama: Un’edizione celebrativa e di grandissimo pregio, impreziosita dalle fotografie suggestive di Frances Català – Roca, fotografo catalano recentemente riscoperto, che alla Barcellona del dopoguerra ha dedicato fotografie profondamente evocative, ideale controparte del testo di Carlos Ruiz Zafon.

mercoledì, gennaio 13, 2021

Gocce d'inchiostro: Nanon - George Sand

Di George Sand non ho mai sentito parlare più di tanto. La letteratura francese è l’ultimo dei miei pensieri, ma non perché non mi piaccia. Semplicemente perché non mi coinvolge né ammalia come quella inglese, vittoriana, persino americana, di cui è corredata da un bellissimo corredo di opere che sembra quasi impossibile non leggere e riporre speranze assolutamente indecifrabili. La letteratura vittoriana, i classici ottocenteschi hanno sempre funto da beneficio alla mia anima semplice e appassionata, rispondendo nient’altro che ai miei bisogni, permettendomi di trascorrere quasi tutto il tempo soggiornando per molto più tempo di quel che credevo. Fino ad allora, non credevo di dover prestare ascolto agli incauti sussulti di un cuore giovane, ingenuo ma dolce che mediante la risacca disomogenea dei ricordi estrapola senza alcuna autoironia – piuttosto tragicamente e sentimentalmente – figure soggette al predominio di valori più forti, la cui anima è sempre stata sottratta ad ogni privazione, rinuncia, sacrifici, isolata dal mondo intero, da un paradiso mancato irraggiungibile e alieno. Fino ad allora, della piccola Nanon non ne sapevo nemmeno l’esistenza né tantomeno di ciò che avrei dovuto aspettarmi dalla lettura di queste pagine. Il mio cuore, durante il corso della lettura, ha preso una strada tutta sua, spingendomi ancora di più ad amarne ogni pagina e al fervore del periodo storico in cui è proiettato, non riuscendo più a simulare moti di compassione o affetto nei suoi riguardi, non comprendo ancora perché abbia procrastinato per così tanto tempo. Accettare questa storia, la storia che la Sand si portò dentro non risponde esclusivamente alle << necessità >> dei suoi protagonisti, bensì è una critica piuttosto curata indirizzata a questioni politiche, passioni che avrebbero soppiantato ogni cosa, catapultandoci inevitabilmente in una dimensione urbana implicita e più complessa, simile tuttavia a quella ritratta in altri romanzi.

Titolo: Nanon
Autore: George Sand
Casa editrice: RBA
Prezzo:10€
N° di pagine: 300
Trama: Romanzo storico che narra le vicende di un’umile contadina intrecciata alle vicissitudini politiche della Rivoluzione francese, Nanon adotta lo sguardo ingenuo ed entusiasta di una bambina avida di sapere, che si affaccia alla vita facendo leva sui primi rudimenti di conoscenza urgentemente reclamati, riuscendo così ad appropriarsi del suo destino grazie all’istruzione. Parallelamente alla sorte della protagonista, si snoda il sofferto percorso di instaurazione della prima Repubblica, afflitta da sospetti tradimenti e viltà che scatenano la spietata repressione giacobina, un evento di cui il romanzo offre una vibrante testimonianza per voce dei suoi personaggi. 

lunedì, gennaio 11, 2021

Gocce d'inchiostro: L'oracolo dei mondi. L'origine - Annachiara Cairoli

Molte persone si lasciano ingannare dall’apparenza, ma se si osservasse con più attenzione, esaminare le cose da più angolazioni, ci si rende conto che dietro ogni gesto, parola o azione ci sono delle ponderazioni. Come un giocatore di shogi che ha ben chare in mente le prossime mosse. Che non mi piacciono le strategie è certo, ma Annachiara Cairoli traccia una giusta linea di demarcazione oltre la quale si spinge ma non valicando i confini dell’eccessivo o esagitato. Il suo è un romanzo dal carattere quieto, persuasa e coinvolta, stretta nelle maglie dell’ennesimo conturbante ritratto realistico che a leggerlo ho corso il rischio di restare incagliata per sempre nelle ossessioni della sua bellezza.
Approfitto di questa nuova opportunità concessami dall’autrice, a cui riserbo un ringraziamento speciale – grazie davvero!, per ospitarla nel mio salotto virtuale, e, quest’oggi, con la recensione del suo romanzo scritto. E, spassionatamente, mi premuro ad invitarvi e lasciarvi travolgere dal suo incanto. Giungere all’epilogo si è rivelato una sensazione davvero fastidiosa, consapevole che di romanzi ce ne sono a centinaia a cui potrei chiedere conforto. Eppure il cuore batte dolorosamente quando tutto, la magia al suo interno, finisce: e qui resto, in preda allo stupore più assoluto.


Titolo: L'oracolo dei mondi. L'origine
Autore: Annachiara Cairoli
Genere: Fantasy
Pagine: 250
Editore: Albatros
Il Destino, l'artefice inconsapevole della creazione dell'Universo, è alla ricerca dell'"armonia perfetta" raggiungibile solo tra l'equilibrio delle forze di Madre Natura. Ombra e Luce, Aria e Fuoco, Terra ed Acqua sono sei sorelle in eterna contrapposizione, si attraggono e nello stesso tempo si respingono. Varie sono le situazioni in cui si scontreranno, minando così quella stabilità di continuo ricercata, per poi riappacificarsi per il bene dell'Umanità. Le profezie della Fenice, la guerra contro gli Angeli e i Demoni per la liberazione della Terra porteranno le nostre protagoniste a vivere numerose avventure. L'autrice Annachiara Cairoli con maestria ed ottima capacità descrittiva, mostra una creazione del Cosmo tutta al femminile: il suo è un linguaggio pulito, dalle note divertenti e fantasiose.
Trama:

sabato, gennaio 09, 2021

Blogtour: L'oracolo dei mondi. L'origine - Annachiara Cairoli

La notizia di pubblicare un post con protagonista indiscusso il romanzo di una giovane autrice italiana, che inconsciamente giunse nel mio salotto virtuale, arrivò una mattina d’inizio dicembre, con un sole spaventoso che sembrava promettere niente di buono e nel mio tablet una storia che in poche ma indispensabili pagine racchiudeva elementi riguardo l’universo e il cosmo. Lì per lì certe notizie non mi procurano assolutamente nulla. Ma adesso che sono qui, seduta dinanzi alla scrivania, mi rendo conto come tutto ciò mi ha procurato una certa gioia. Questo espediente però fu la scusa di leggere Annachiara, con cui ho nutrito un certo piacere nel condividere questa piccola gioia con lei, con i miei lettori più affezionati che, di passaggio o abituali, albeggiano in questo piccolo angolo di paradiso.
La testa mi esplode in mille domande, frantumi di pensieri, ognuno che va avanti da sé. Penso a quante ore di scrittura Annachiara abbia avuto bisogno; a chi può essere stato a bordo di questo vascello letterario, e a chi ancora non ha avuto il piacere di essere fra l'equipaggio.
Ora che il mio percorso sta volgendo a termine, non mi resta altro che augurare un grandissimo in bocca al lupo all'autrice. Ora che tutto è finito non c'è altro da dire se non un semplice << grazie >>. Grazie per questa bella avventura!

Titolo: L'oracolo dei mondi. L'origine
Autore: Annachiara Cairoli
Genere: Fantasy
Pagine: 250
Editore: Albatros
Data di uscita: 12 maggio 2020
 
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Il Destino, l'artefice inconsapevole della creazione dell'Universo, è alla ricerca dell'"armonia perfetta" raggiungibile solo tra l'equilibrio delle forze di Madre Natura. Ombra e Luce, Aria e Fuoco, Terra ed Acqua sono sei sorelle in eterna contrapposizione, si attraggono e nello stesso tempo si respingono. Varie sono le situazioni in cui si scontreranno, minando così quella stabilità di continuo ricercata, per poi riappacificarsi per il bene dell'Umanità. Le profezie della Fenice, la guerra contro gli Angeli e i Demoni per la liberazione della Terra porteranno le nostre protagoniste a vivere numerose avventure. L'autrice Annachiara Cairoli con maestria ed ottima capacità descrittiva, mostra una creazione del Cosmo tutta al femminile: il suo è un linguaggio pulito, dalle note divertenti e fantasiose.

giovedì, gennaio 07, 2021

Gocce d'inchiostro: Il priorato dell'albero delle arance - Samantha Shannon

In media, ho procrastinato la lettura di questo romanzo per un anno intero, una storia che con draghi, leggende e rituali vari, da cui non ho mai nutrito alcun fascino - e confermo la mia poca attitudine a questo mondo inesplorato e per me invalicabile, il romanzo di Samanta Shannon così essenzialmente grosso e voluminoso che ha reclamato la mia attenzione sul finire dell’anno -, ebbe sfogo solo durante le vacanze natalizie. Cementò un’amicizia, fra la mia anima e quella del romanzo che si instaurò sin dal principio, raccontando una storia avvincente, ammaliante ma non perfetta, bellissima o indimenticabile da cui però ho appreso molti particolari sui draghi e il mondo recondito di Tolkien: per esempio che i draghi crescono e vivono fra di noi come forme di vita inestimabili, un manipolo di figure le cui vicende si snoderanno in un brillante affresco. Il viaggio infatti è stato assolutamente entusiasmante, e quindi denota un certo apprezzamento nei miei riguardi, ma non così bello come credevo in quanto la scintilla che avrebbe dovuto scoccare non è scoccata. Io, lettrice onnivora di romanzi classici e di narrativa contemporanea, impossibilitata ad instaurare quel legame che molti all’esterno hanno giudicato mozzafiato, pur quanto innovativa, dai forti echi classici, non trascende nulla di essenziale, irrinunciabile da invadere persino le mie viscere. Ci si sente coinvolti perché schiacciati da una realtà che sta sorgendo nel suo splendido fulgore, in cui il fuoco e la luce celeste misurano una serie di equilibri, ma è proprio di equilibrio di cui è povero. L’effetto devastante avrebbe dovuto detenere un certo potere: prevalere su chi è più debole, ma per quanto mi riguarda non è bastato per sentirsi partecipi sino alla fine, trasportata per vie traverse a farmi entrare in un mondo antico, quasi onirico. Eppure è stato piacevole ascoltare la storia che Samanta Shannon si porta dentro e che le ha sottratto tre anni della sua maturità individuale perché alla fine ho goduto tanto a leggerla, a sentirla raccontare, anche se in effetti il problema non sta nel modo per come è stato raccontato ma sui pilastri su cui si regge il tutto. Ma detentore di una fama che non svanisce, ha risentito delle mie spericolate incursioni. Subentrata in un ruolo che era destinato ad essere un’avventura inebriante nelle sue peculiarità discutibili.

 

 

Titolo: Il priorato dell’albero delle arance 
Autore: Samanta Shannon
Casa editrice: Oscar Vault 
Prezzo: 26 €
N° di pagine: 816 
Trama: La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un’erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell’ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c’è però Ead Duryan: non appartiene all’ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l’adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficilamente proibita a Inys. Al di là dell’Abisso, in Oriente, Tanè studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si è ostinato a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.

martedì, gennaio 05, 2021

Gocce d'inchiostro: Che tu sia per me il coltello - David Grossman

A volte si rimanda la lettura, l’approccio a un dato romanzo a data da destinarsi. Quando mi cimento a leggere un romanzo, sia il suo autore conosciuto sia sconosciuto, mi trovo in una situazione di precaria incertezza. L’arte della lettura è di per se entusiasmante, appassionante, ma quasi sempre mi lascio surclassare, influenzare da pregiudizi o dubbi che sembrano poi un’ottima motivazione per aver procrastinato quella lettura per così tanto tempo. Perché non solo il pensiero in sé tiene in vita forme di magia, spiritualità che fungono da contrappeso a certi aspetti negativi o insulsi ma la maggior parte delle volte mi aiutano a tenermi dentro, ad inghiottire qualunque remora e giudicare solo a fine lettura. E come succede quasi sempre, anche con questo romanzo è avvenuta la medesima situazione. Eppure certe storie ti aiutano a riflettere, a fare i conti con il tuo cervello guadagnandoci nient’altro che un posto d’onore fra le letture memorabili o dimenticabili, e anche se con David Grossman il mio rapporto sia stato alquanto altalenante finì per guadagnarsi il posto d’onore del << libri da leggere almeno una volta nella vita >>. E così, ora che tutto è finito, ho trascorso due giornate intere a scervellarmi, a districare questa matassa contorta di sentimenti, cuore ed emozioni. Il risultato? Nulla che i sentimenti possano trafugare da un mondo quasi onirico, essenzialmente piatto da cui è possibile scorgere squarci di anime appassionate ma irrefrenabili, inafferabili che possano appagarsi l’uno con l’altro.

Forse avevo consegnato il mio cuore ad un abile lettore di anime, che tuttavia non è stato in grado di raccontare una storia che disgraziatamente non ha una sua storia, nonostante l’infinità di sensazioni. Un recipiente vuoto le cui emozioni suscitate non sono state sufficienti a riempirlo.

 

Titolo: Che tu sia per me il coltello
Autore: David Grossman
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 330
Trama: In un gruppo di persone, un uomo vede una donna sconosciuta che con un gesto quasi impercettibile sembra volersi isolare dagli altri. Commosso, Yair le scrive, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo, ma esclusivamente epistolare. Più che una proposta è un'implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro, ognuno dei due offre all'altro ciò che mai avrebbe osato dare a qualcuno, e in questo processo di svelamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, gli chiedono con imperiosa delicatezza una svolta nella sua vita interiore. Il risultato è un romanzo avvolgente e "impudico" che ci mostra quanta strada bisogna percorrere per vincere la paura e arrivare a toccare liberamente, con pienezza, l'anima (e il corpo) di un altro essere umano.

domenica, gennaio 03, 2021

Gocce d'inchiostro: Il risveglio - Kate Chopin

Questo romanzo, quasi dimenticato, di Kate Chopin, non dice niente di nuovo da ciò che si aspetterebbe di leggere da un classico, ma si pose esattamente com’è: una melodia breve, struggente, in chiave minore, che esprime una rassegnazione senza speranza in cui si scorgono suoni di drammaticità e solitudine. Così approdò questo bel romanzo, nel mio cantuccio personale. Mi fu proposta l’idea di leggerlo colmando così una delle mie tante lacune letterarie, ed io che ero ancora indecisa su quale romanzo approcciarmi come inizio del nuovo anno pensai che fosse il momento più adatto. La misteriosa Kate Chopin divulgò particolari aspetti di vita quotidina, che galleggiano in un profondo stato di malinconia che nuoce persino alla tranquillità e all’equilibrio, non mi avrebbe sorpreso per i temi in sé piuttosto per come è strutturato perché Il risveglio non può considerarsi come un film innovativo ma già visto, che finisce però per collocarsi in quel filone letterario che conferisce svariati obiettivi sul conformismo dell’esistenza esteriore, l’interrogarsi di quello interiore. Affannandosi a cercare la quiete nella bellezza, affinchè lo stato d’animo si rilassi.

 


Titolo: Il risveglio
Autore: Kate Chopin
Casa editrice: Nova Delphi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 240
Trama: Edna Pontellier, moglie di un uomo d’affari di New Orleans e madre di due figli, si rende conto di quanto la sua vita sia schiava delle apparenze. Inizia così un cammino personale di risveglio fisico e spirituale, che la porterò a sfidare i ruoli imposti e a ricercare nel mondo quel profondo senso di libertà cui anela.

venerdì, gennaio 01, 2021

Romanzi su misura: Dicembre

La bellezza dei recap, lo stilare letture che si conoscono, rivolte a nessuno in particolare, alla nostra anima a chi ci legge o ascolta, fu che alla fine niente e nessuno ti impediasce di leggere. A differenza di tantissime persone che mi circondono, ho sempre amato leggere. Vivo leggendo, e i miei recap, le mie entrate librose, le recensioni più vivide esplicano una parte di tutto questo. Anche per questo mese, il numero di romanzi letti non sono stati pochi. Non che io voglia vincere una gara, ma semplicemente colmare lacune incolmabili che attendono di essere colmate da un sacco di tempo, o, acquietare quella sete di curiosità che ogniqualvolta mi divora le viscere.. Il nuovo anno confido si prospetti migliore di questo, con nuove scoperte letterarie, nuovi autori già conosciuti ma da approfondire maggiormente. Nel frattempo, mentre l’orologio scandisce il suo regolare tic tac, ecco il resoconto letterario dell’ultimo mese dell’anno, che mi hanno fatto soggiornare in diversi luoghi, fatto prendere consapevolezza come hanno adempiuto al loro dovere: trascinato in posti, situazioni o eventi che hanno lasciato un segno del loro passaggio.

Romanzi su misura in carta e inchiostro:

Una storia che altri non è che un sudario di rinascita, ricerca interiore di se, della propria integrità che ha spiccato come un barlume di energia in un mare di rinunce e spossatezza. Con la voce gracchiante dell’autore che mi risuonava nelle orecchie, durante il corso della lettura, che mi ha reso contenta per essermi trovata al suo fianco. 

Valutazione d’inchiostro: 4

 

 

 

 

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