Quando accolsi nel mio
cantuccio personale la storia di questa giovane istitutrice, fui come travolta
da un deja vu. Non è stato facile non rievocare il ricordo della dolce Jane
Eyre. È stato davvero impossibile, penso mentre ripongo queste poche righe.
Dalla mia poltrona preferita, l’ho
tenuta d’occhio. Ci sono state così tante vicende, si sono snodate tante
situazioni che hanno svolto un ruolo predominante per il mio bagaglio culturale.
Hanno arricchito il mio amore per i classici, la letteratura inglese o
vittoriana, incidendo sulle tavole del mio cuore dogmi cristiani che si
impegnano a difenderci da qualunque calunnia, qualunque aspetto o assetto
malvagio, che hanno indotto la dolce Agnes a trincerarsi dietro squarci di vita
passata, estremamente drammatica e oscura in cui l’atto di sacrificarsi per
qualcosa o qualcuno coincide con la realizzazione di un tipo di libertà
incotestuabile. Non c’è perversione, solo la Vita descritta in ogni forma o
assetto. E Agnes Grey lo esprime pienamente, sebbene con qualche assetto
stilistico simile a quello dell’opera di sua sorella, desiderando leggerla e
tornarvi nuovamente fra le campagne rurali inglesi ancora una volta.
Titolo: Agnes Grey
Autore: Emily Bronte
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 9, 50 €
N° di pagine: 288
Trama: Basato in larga misura
su esperienze dell’autrice, “Agnes Grey” narra la vicenda di una giovane
istitutrice che lascia la casa paterna spinta, più che dalla necessità
economica, dal desiderio di conoscere il mondo e di dar prova di sé: una fiura
che appare di sorprendente modernità nella sua piena consapevolezza, nella
implacabile lucidità e nelle penetrante ironia con cui osserva il mondo che la
circonda.