mercoledì, luglio 31, 2024

Gocce d'inchiostro: Tutta la vita per imparare a vivere : La tranquillità dell'animo - La brevità della vita - La vita felice - Seneca

Di questi grandi autori, francamente, non se ne vedono spesso entrare o uscire dalla porta invisibile di questo salotto virtuale. Con un guazzabuglio di idee, nozioni filosofiche, generalmente questi uomini, la maggior parte vecchi e barbuti, non soggiornano qui, per non più di qualche ora. Camminando da una parte, o lo seguivo in sintonia. Accomodata su una poltrona piccola ma comoda, pronta ad ascoltare ciò che era oggetto della sua visita: senza il linguaggio non ci sarebbero state impartite queste grandi dottrine filosofiche e affinché la vita potesse essere interpretata bisognava capirla. Non paragonando la vita di ognuno all’altra, quanto come massima universale. Compenetrando l'azione provvidenziale di Dio come idealista, forma ideale, vivendo nel presente ma tuffandosi nel passato per comprendere il futuro.


Titolo: Tutta la vita per imparare a vivere : La tranquillità dell'animo - La brevità della vita - La vita felice

Autore: Seneca

Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 12
N° di pagine: 164
Trama: Potente voce della filosofia stoica, Seneca con le sue opere ci restituisce l'idea di una filosofia non di parole ma di fatti, che forma e plasma l'animo, regola la vita, governa le azioni. Nei tre brevi trattati La tranquillità dell'animo, La brevità della vita, La vita felice affronta temi come il dolore, il senso della vita e della morte, la resistenza di fronte al male, il fine dell'uomo e la consapevolezza del ruolo di Dio e del Destino nella vita dell'uomo. Temi di grande attualità, duemila anni fa come oggi, trattati da uno dei filosofi più letti di sempre in ragione, oltre che dei contenuti del suo messaggio, della chiarezza e della semplicità delle sue parole.

lunedì, luglio 29, 2024

Romanzi su misura: Luglio

In estate, le ferie, le giornate lunghe e soleggiate, sono una delle principali opportunità di conciliare il dovere col piacere. Quando si parla di libri, effettivamente, non ci sarebbe nemmeno da pensare si tratti di un dovere, figuriamoci scriverlo. Ma quando parlo di dovere, mi riferisco al fatto che i romanzi acquistati in passato o che abbiamo impunemente ignorato, dovrebbero essere letti. Uso il condizionale così mi comprendete meglio, ma per me questo verbo diventa imperativo: in estate mi impegno a smaltire qualche titolo. In particolare i mattonazzi, quelli che un giorno di tanti anni fa, mi rubarono il cuore, ma anche a partecipare a qualche sfida di lettura. Ed ecco coniati l’utile e il dilettevole. Il piacere e il dovere. E di piacere e doveri, questo settimo mese dell’anno, ne è stato protagonista, di cui io ne ero consapevole dal principio, impegnata a inseguire una sfida dietro l’altra. Sarò matta? Forse, ma alla fine, ecco il mio bottino sostanzioso. Pochi cartacei, ma tanti romanzi in digitale che, seppur imprescindibili dinanzi al profumo della carta, si sono rivelati una bella compagnia… da spiaggia 🙂

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Romanzi su misura in carta e inchiostro:

La fantascienza incontra la più bella manifestazione popolare, sin da sempre amata da tutti: la favola. Trascinante, romantico, fiabesco, a tratti intenso e drammatico, la saga di Gilded è una favola moderna talmente bello, un po' più maturo della saga delle Cronache lunari, in cui mi sono immersa al punto tale da non saper distinguere la realtà dalla finzione. Valutazione d'inchiostro: 5

sabato, luglio 27, 2024

Gocce d'inchiostro: Il capanno del pastore - Tim Winton

Quando si legge un autore sconosciuto la prima domanda  da porsi è quella relativa alla sua genesi. Da dove deriva, da dove nasce il nostro incontro? Domanda primordiale che, tirando le somme, ci fa riflettere e prendere consapevolezza del perché siamo qui. E naturalmente la risposta c’è, anche se potrebbe apparire banale e non esaustiva e che la troverete nella semplicità: la casualità. Il Caso o il Destino, come lo vogliate chiamare, mi ha condotta fra le pagine di un romanzo crudo, violento, nero come l’inchiostro che, in una manciata di pagine, ha imbrattato persino la mia anima, a cui mi sono dedicata con fervore, stimolata da uno stile semplice, frenetico in cui il Se resta immutato quando ogni cosa prese il via, il Se di questa storia che dipendeva dall’esistenza dall’altro. Da un manipolo di personaggi dominati da moti, istinti rabbiosi la cui venuta, mi parve, fosse dovuta esclusivamente per trasmettere un messaggio, quasi l’autore volesse mandarmi qualche segnale, un barlume di conoscenza o verità che avrebbe cambiato le cose. Quali cose? Quelle del protagonista Jaxie, sulla soglia della vita e della morte, inconsapevole di aver percorso una strada che sulle prime mi ha impedito di scorgere la luce. E poi…. Poi mi ha indotta a calarmi del tutto nel presente, in un meccanismo costante di necessità abbracciando il Male quasi come un tentativo da cui scovare una via di fuga, con la mera consapevolezza tuttavia si possa incappare in qualcosa di oscuro e ignoto.

Titolo: Il capanno del pastore

Autore: Tim Winton
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 276
Trama: Il quindicenne australiano Jaxie Clackton ha avuto una vita difficile: rimasto orfano di madre, abita con il padre alcolizzato e violento. Quando il padre muore in un incidente domestico, il ragazzo teme di essere accusato di omicidio e decide di fuggire. Scappando finalmente dalle botte, dall’ubriachezza e dai soprusi, come sua madre non è mai riuscita a fare, ha in mente di raggiungere Lee, la fidanzatina che gli è stata portata via. Nella speranza di procurarsi prima o poi una macchina, Jaxie parte a piedi con una borraccia, un fucile, un binocolo e poco altro. Per evitare l’autostrada e la polizia, si addentra nelle distese semidesertiche in cerca di qualche albero sotto cui ripararsi. Nel giro di poco, la sua diventa una lotta per la sopravvivenza in uno dei luoghi più ostili del pianeta. Sopravvivere da solo, in quelle terre aspre, non è cosa facile. Ma per fortuna non è solo: ormai allo stremo delle forze, s’imbatte nel capanno di un vecchio. È un prete di nome Fintan MacGillis, esiliato in quella zona in seguito a qualche misteriosa trasgressione. Dopo varie esitazioni e diffidenze, Jaxie accetta l’invito dell’uomo a mangiare, bere e lavarsi; non è certo di potersi fidare, ma da lui presto dipenderà la sua vita. Ha così inizio la loro convivenza, governata da una regola ben precisa: non parlare del passato, non chiedere all’altro quali segreti si porta dentro.

giovedì, luglio 25, 2024

Slanci del cuore: i miei classici preferiti 4 °

Soltanto su un treno sferragliante come quello dei classici posso essere me stessa, con tante ore di viaggio davanti, con paesaggi bucolici o provinciali scorrere dinanzi ai miei occhi come diapositive, improvvise tempeste di inchiostro rovesciato con fiumi neri, densi e appiccicosi, in cui quasi sempre mi lascio andare. E’ proprio in questo mondo, in cui mi sento a mio agio, che mi sento compresa e comprendo ciò che ai miei occhi era del tutto sfocato, celato, mediante una lettura attenta tentato di comprendere i meccanismi della vita. In storie che forse non hanno un significato specifico, ma riacquistano ridondanza, sapere, rilevanza in netta coesione col mondo circostante.

Una bellissima storia d’amore che ti impone a non giudicare ciò che ci si pone dinanzi, ma è anche un invito a osservare il mondo che devasta, tramortisce, rende vulnerabili in cui la suddivisione fra ceti è l’ennesimo effetto scatenante che innesca una sorta di avversione fra i personaggi.

Titolo: Due sulla torre
Autore: Thomas Hardy
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 336
Trama: Abbandonata dal marito, un ricco proprietario terriero, Viviette Constantine si innamora di Swithin St Cleve, di ben nove anni più giovane di lei, bellissimo, colto e gentile figlio di un curato di campagna. Swithin è un astronomo e lavora in cima a una torre dove trascorre tutto il suo tempo a studiare gli atri e i fenomeni celesti.

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martedì, luglio 23, 2024

Gocce d'inchiostro: Il club delle 5 del mattino. Inizia presto la giornata, dai una svolta alla tua vita - Robin Sharma

Scendere da un treno sferragliante come questo con ancora nelle orecchie la voce gracchiante del suo autore, appena letto e vissuto un saggio che altri non è che uno squarcio di vita, la mia vita, sotto la mia testa come un sole cocente e luminoso, fu come essere in compagnia di un fantasma: questo libro sembrava parlasse di me. In sua compagnia per nemmeno una settimana e non ci lasciammo nemmeno per un momento. Lui che descriveva la mia morning routine e assieme ad altri soggetti impartiva lezioni di vita da cui avremmo dovuto fare ammenda. Professando un tipo di rito che silenziosamente ho celebrato con fervore.



Titolo: Il club delle 5 del mattino. Inizia presto la giornata, dai una svolta alla tua vita

Autore: Robin Sharma

Casa editrice: Tea

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 352

Trama: Ci sono buone abitudini che, una volta acquisite, ci aiutano a vivere meglio. Svegliarsi presto la mattina per seguire una routine fatta di azioni e di gesti salutari è senza dubbio una delle più importanti, perché ci permette non solo di affrontare la nuova giornata con vitalità e ottimismo, ma anche di pianificare, nella calma delle prime ore, azioni da compiere e obiettivi da realizzare. Attraverso la storia di due insoliti personaggi, una giovane imprenditrice e un eccentrico pittore, e del loro incontro con uno stravagante e simpatico miliardario che li guiderà in un percorso di crescita individuale, Robin Sharma, esperto di leadership e di sviluppo personale, ci propone un programma basato proprio su alcune abitudini mattutine da seguire ogni giorno, per migliorare produttività e rendimento, e in generale la qualità della propria vita. I «grandi» mattinieri della Storia sono molti. Come loro, anche noi, possiamo aspirare a qualcosa di significativo e soddisfacente. E Robin Sharma ci indica la strada giusta per arrivarci... mattino dopo mattino.

domenica, luglio 21, 2024

Nella baia delle parole: romanzi sulla scrittura

Anche la scrittura, a dispetto di ciò che può sembrare, è un’arte. Una forma espressiva mediante cui innumerevoli scrittori, autori hanno espresso un tipo di libertà senza limiti che solo il piacere intrinseco della parola scritta può conferire.. e l’importante è capirlo. Perchè io che leggo così tanto, un tempo lo facevo esclusivamente per diletto, sono consapevole che la scrittura può frantumare ogni barriera, è un paese immenso da cui è possibile attingere a tante cose. E queste cose da cui attingo quasi sempre infervorano il mio spirito, facendomi dimenticare, anche se per poco, che, alla fine, si tratta quasi sempre di finzione, immaginazione e che la realtà nuda e cruda è molto più ingestibile di quel che sembra. Un tempo lavoravo molto col cuore, ma l’età adulta mi ha lasciato un bagaglio di esperienze in cui inevitabilmente bisogna ragionare con la testa per comprendere… Eppure il sole sorge sempre da una prospettiva migliore, illumina forme o archetipi architettonici di nozioni grammaticali che, messe di traverso o lungo una corrente di parole, presto o tardi domineranno il mondo. Lasceranno un segno indelebile sul cuore, delle splendide vedute artistiche, messaggi che in relazione col mondo circostante sono allegorie ad una vita migliore, più accessibile di quel che si crede.

Una miriade di situazioni forti, passionali, che trascinano in un turbinio di emozioni inspiegabili, attraverso una sorta di monologo interiore che mette a nudo l'anima dei protagonisti. Un harem fatto di lettere che tuttavia prende vita, ci divora da dentro anche solo per poco tempo, pochi secondi. Impressi nella nostra anima, e già conoscerlo a memoria.

Titolo: Il delta di Venere

Autore: Anaïs Nin

Prezzo: 12, 00 €

Casa editrice: Bompiani

Trama: Un misterioso collezionista di libri nel 1940 offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. Miller cominciò entusiasta, ma si stancò presto e passò l'incarico all'amica Anais Nin che aveva bisogno di soldi. "Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità" ricorda Anais Nin. "Passavo giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici.. Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia..." Solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante. Una voce diceva: "Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso." Nacquero così questi racconti erotici che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.

venerdì, luglio 19, 2024

Gocce d'inchiostro: Nuove abitudini - R C Sherriff

L’illusione dura solo qualche attimo. Ci lasciamo trasportare, per qualche momento, da figure recise o meno dal tempo, dal tono gaio o smorzato di una storia, vecchia o nuova checchessia, e, nell’insieme delimitiamo quello che poi, alla fine, si rivela un viaggio. Di viaggi letterari questo salotto letterario ne ha ospitato moltissimi. Chi restando per più di qualche giorno, chi invece congedandosi senza nemmeno avvisare. Una nuova storia annuncia sempre qualcosa, e quello che ne deriva successivamente dipende da noi stessi. Ho letto questa seconda fatica letteraria dell’autore spinta dalla curiosità di scoprire se, il giudizio che avevo riposto a quest’uomo, prima che l’anno si concludesse, coincide con questa nuova storia, tanto nuova poi non era dato che emise il suo vagito quasi cento anni fa, ma non per questo da annullare o depennare.

Una volta letta, però, non ho potuto fare a meno di constatare come, seppur già dal principio avevo scorto qualcosa, questo forte desiderio di alienazione e liberazione coincise col mio, mi indusse a restare. A leggere, incuriosita a scoprire se il pensionato Tom Baldwin mi avrebbe conquistata, insoddisfatto di lasciare una vita pregna di impegni a qualcosa di noioso, gretto e arrogante.

Titolo: Nuove abitudini

Autore: R C Sherriff

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18, 50€

N° di pagine: 337

Trama: Londra, anni Trenta. Quella che per la maggior parte dei pendolari della City è una giornata di lavoro come tante altre, di certo non lo è per il signor Tom Baldwin: dopo oltre quarant’anni di ligio servizio presso un’agenzia di assicurazioni, è giunta l’ora del suo pensionamento. Può sgomberare la sua postazione, pensare agli ultimi saluti, ringraziare il direttore e i colleghi; un momento dal sapore dolceamaro, che inevitabilmente porta con sé pensieri malinconici. Ma durante il viaggio sul treno che per l’ultima volta lo riporterà alla quiete dei sobborghi dove vive con la devota moglie Edith, si scatena in Tom un profondo cambio di prospettiva. Se poco prima, infatti, l’uomo aveva la certezza che il pensionamento avrebbe segnato l’inizio della sua fine, una volta arrivato a destinazione è totalmente rinfrancato. La sua mente è piena di nuovi entusiasmanti progetti: finalmente avrà il tempo di dedicarsi alla casa e al giardinaggio, ma potrà anche soddisfare il suo appetito intellettuale, mettersi a studiare, realizzare il sogno di diventare uno storico e, grazie a qualche portentosa scoperta, farsi un nome tra gli esperti del settore. Una nuova vita lo aspetta! Sin dal primo giorno, però, le cose non vanno proprio come aveva immaginato. Cambiare completamente vita non è semplice, e presto se ne accorge anche la signora Baldwin, la cui quotidianità, fatta di piccole abitudini, è destinata a essere sconvolta dalla fastidiosa e costante presenza del marito...

mercoledì, luglio 17, 2024

Danzando su carta 31°

La calorosa gentilezza di una storia, di un amico che ancora non conosci ma che, nel giro di qualche ora, potrebbe diventare il migliore, la voluttuosa naturalezza dei romanzi nuovi, che profumano ancora di nuovo, d’inchiostro appena stampato, fresco e la generale piacevole lentezza di portarli a casa, contemplarli, tessere lodi e lodi, leggerli e poi amarli e amarli, dovuta forse dal fatto che quel testo, quell’autore, fossero giunti qui, nel mio cerchio, nel momento più redditizio. I romanzi mi danno alla testa, mi fanno questo effetto. Che posso farci?

Esiste una cura? Forse… ma qualunque sia questa cura, io non voglio essere curata. Non voglio guarire da qualcosa di così innocuo, innocente, qualcosa che non scalfirà nemmeno gli insetti se non i nostri sentimenti, le nostre emozioni. Perché nel momento in cui si respira, si vive di loro qualcosa avviene. Qualcosa che rappresenta l’unica aria che desidero respirare. L’intera esistenza sotto un’enorme campana di vetro in cui crescono vite artificiali, efficienti ma pulsanti che non hanno niente a che fare con l’atto in sé, quanto ciò che trasmettono. Ciò che regalano.


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Ho amato questa saga, letta e divorata in ebook in un pomeriggio di fine maggio, già afoso ma quieto. Una lettura che possiede esattamente quei connotati tipici del genere, e che soprattutto, amo riscontrare da queste letture: immersive, magiche, straordinariamente reali.

Titolo: Belladonna e Foxglove
Autore: Adalyn Grace
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 37 €
N° di pagine: 432
Trama: Signa ha diciannove anni e da che ricordi tutte le persone che le sono state accanto sono morte. Rimasta orfana ancora bambina, è stata allevata da una serie di tutori tutti interessati più alla sua ricchezza che al suo bene, e tutti defunti prima di poter mettere le mani sulla sua eredità. Gli unici parenti che le sono rimasti sono gli Hawthornes, un’eccentrica famiglia che vive nella cupa ma ricchissima villa di Thorn Grove. Signa non ci mette molto a scoprire i segreti che gli Hawthornes celano tra le mura della tenuta: mentre il padre piange la defunta moglie organizzando feste sfrenate, il figlio maggiore lotta per mantenere alta la reputazione di una famiglia ormai in declino. Il tutto nascondendo al mondo la figlia minore, affetta da una misteriosa malattia. Quando lo spirito inquieto della donna scomparsa appare a Signa sostenendo di essere stata avvelenata e che l’assassino è ancora tra loro, la ragazza si rende conto che la famiglia è in grave pericolo. Per scoprire l’identità dell’assassino Signa ha una sola possibilità: allearsi con qualcuno di tanto pericoloso quanto affascinante che è sempre stato al suo fianco, tessendo con lei un legame potente e irresistibile che nessuno avrebbe mai creduto possibile…

lunedì, luglio 15, 2024

Gocce d'inchiostro: Shades. Jack lo Squartatore è tornato - Maureen Johnson

La luce di una candela si spegne in una pozza di cera sulla quale galleggia una piccola fiamma azzurro pallido. Mi sono avvicinata a questo strano alone avvertendo il chiarore di una storia che avevo letto qualche anno fa. Ogni cosa aveva il colore delle nude pareti. Il cuore pompava sangue, il respiro affannoso che si dimenava e contraeva nella gabbia toracica. Ho cercato di muovermi fra i meandri lattiginosi e grigiastri di questa storia, ma il mio corpo non ne voleva sapere. Ero in compagnia di Aurora, per gli amici Rory, la cui tragedia mi aveva annebbiato i sensi e i pensieri, quando avevo la sua età. Ora, solo sorriso mestamente perchè non più trascinata sull'onda del necessario, in un sonno torbido e febbrile, quanto allietato qualche pomeriggio soleggiato. Nonostante l'età non più << giovane >>, quindi, ho tentato di "sentirla" la sua mancata presenza. Ha avuto un che di affascinante tutto questo. Qualcosa mi aveva indotta a recarmi fra le mura spoglie e ingrigite di un collegio privato della capitale inglese. E tutto questo ha avuto a che fare con il senso di insoddisfazione o mancato appagamento che hanno popolato le mie nottate miti, in questi primi giorni d'estate.

Titolo: Shades. Jack lo squartatore è tornato
Autore: Maureen Johnson
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 396
Trama: Quello in cui Rory Deveaux arriva a Londra dalla Louisiana è un giorno memorabile. Per Rory è l'inizio di una nuova vita in un collegio privato della capitale inglese. Ma molti se ne ricorderanno a causa di una serie di brutali omicidi avvenuti in tutta la città, assassinii raccapriccianti che riproducono gli efferati crimini commessi da Jack lo Squartatore oltre un secolo prima, nell'autunno del 1888.
Basta poco perché la "Squartatore - mania", si diffonda, ma la polizia ha in mano solo pochi indizi e nessun testimone. Tranne uno. Rory ha intravisto sul luogo del delitto l'uomo che la polizia considera il principale sospettato. Ma è l'unica. Neppure la sua compagna di stanza, che era con lei in quel momento, ha notato l'uomo misterioso. Perché solo Rory può vederlo? E, questione assai più impellente, che cos'ha in mente di farle, costui?

sabato, luglio 13, 2024

Nel disordine delle macerie: la letteratura rivoluzionaria

Mi chiedo cosa gli autori, all’inizio, vollero trasmetterci con queste risme di carta. Leggendo tanto sono consapevole che parlare di guerra o rivoluzione, non è mai semplice. Eppure a me piace questo tipo di letteratura, quella cervellotica e cerebrale. Quelli insomma che lasciano un segno del loro passaggio, poiché ritraggono gente in sé e non semplici spiriti. Era scoppiata la guerra, nel lasso di tempo in cui i loro autori hanno stilato queste pagine, o perlomeno sono stati protagonisti che temettero questi giorni come forme inesprimibili e atroci. E l’ultimo caso che avevo letto non avvenne non molto tempo fa che, improvvisamente, pensai di incunearsi e proiettarlo in un post, nell’ennesimo, assieme ad una carrellata di testi che espugnano questo testo e che ho letto in passato. Mi era stata data un’opportunità, l’ennesima, per poterne parlare. Perché non farlo? La ragione di tutto ciò effettivamente non esiste, ma quando capitano di vivere certe cose credo sia necessario cogliere l’attimo. Viverli. Poiché quel piccolo seme che era stato gettato dai suoi autori, adesso potrà crescere e fiorire.


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Fra la bellezza di scenari noti o mai visti, ho magnificamente accolto il romanzo di Montefiore nel mio cantuccio personale. Non c'erano più inutili ansie o preoccupazioni: solo una ragazza che correva infreddolita all'interno di una limousine. Su uno scenario meraviglioso, freddo, quasi ostico, che batteva sul terreno tutta affannata a richiamare la mia attenzione. L'anima si era accordata al frenetico e appassionato ritmo di questo sogno russo, che fa cenno a quello di altri romanzi, facendomi cadere inebetita in uno stagno di parole e gioie infinite.

Titolo: Sasenka

Autore: Simon Montefiore

Casa editrice: Tea

Prezzo: 9, 80 €

N° di pagine: 623

Trama: San Pietroburgo, Inverno 1916. La rivoluzione è alle porte. Davanti all'istituto Smol'nyj per nobili fanciulle una governante inglese aspetta una ragazza, che però è attesa anche dalla polizia segreta dello zar; Sasenka Zejtlin ha solo sedici anni, un padre ricchissimo, una madre devota di Rasputin, e uno zio bolscevico che la converte alla causa rivoluzionaria. 1936. Sposata con un compagno che ha fatto carriera, madre di due figli e direttrice di un mensile, Sasenka conduce una vita agiata all'interno dell'èlite vicina a Stalin. Sopravvive alle purghe, ma alla vigilia della guerra commette un imperdonabile errore: per la prima volta in vita sua s'innamora veramente, con conseguenze impensabili per lei e per la sua famiglia.

1994. Più di mezzo secolo è trascorso, di Sasenka Zejtlin e dei suoi famigliari, dei colleghi e dei conoscenti, dello stesso Paese in cui hanno vissuto e si sono perse le tracce .. finché, Katinka, una giovane storica, viene incaricata di compiere una misteriosa ricerca. Destreggiandosi nei meandri degli archivi di partito, da poco aperti, Katinka mette insieme i pezzi di un puzzle drammatico che viene da un passato lontano e dimenticato, ma che riaffiora coinvolgendola ben più di quanto non avesse mai potuto immaginare…

giovedì, luglio 11, 2024

Gocce d'inchiostro: L’eredità di Orquidea Divina - Zoraida Cordova

Ultimamente le mie letture mi tengono in tensione , diciamo così. Leggere qualcosa che si discosta dalla mia comfort zone, a volte, può essere un buon espediente per lenire la nostra anima. Valicare cancelli celesti in cui lo splendore a cui si presta poi attenzione, sebbene non in sintonia con ciò che il nostro cuore desidera, fungono da motivazioni o espedienti per raccontare qualcosa. Una guerra, una storia d’amore, qualcosa insomma che alla fine lasci un segno del suo passaggio. Questo testo, che, lo ammetto, l’ho letto esclusivamente per la bellissima copertina, esplica un certo amore per la famiglia, le tradizioni, le unioni strettamente coniugali,e in particolare, la sua patria. La sua autrice, originaria del messico,  dipinge un quadro non propriamente bello per i miei gusti in cui i vasti echi al realismo di Marquez, a La casa degli Usher di Edgar Allan Poe e la cultura messicana, cade in mano a una fitta rete di segreti, misteri in cui raccapezzarsi, comprendere qualcosa, fra passato e presente, è stato davvero difficile. Perchè caotico, nostalgico e un pò angosciante tipicamente pregno di magia ed esoterismo che, per i miei gusti ha prodotto solo tanto rumore. Il problema di questo testo, se così lo si può definire, è che a differenza degli ultimi testi che ho recentemente recensito, poggia su un sistema letterario solido, concreto, valido ma si perde in rimasugli di vita passata, lontana, in caotiche scenate famigliari, quasi dividendo i numerosi elementi di questa famiglia anziché legandola. Perché tutti desiderano solo un’unica cosa: Madame Orquidea deve morire. Desiderio, sospiro che, giunta ad un certo punto, ho esalato anche io.


Titolo: L’eredità di Orquidea Divina
Autore: Zoraida Cordova
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 420
Trama: I Montoya sono abituati ai misteri della loro famiglia, e non fanno domande. Non si chiedono perché la dispensa di casa sia sempre ben rifornita, né perché la matriarca non lasci mai la valle di Quattrofiumi, neppure per le loro lauree, nozze o battesimi. E quando Orquídea Divina li invita tutti al suo funerale, affinché riscuotano la sua eredità, i Montoya sperano di svelare finalmente i segreti che lei ha gelosamente custodito per tutta la vita. Ma ancora una volta rimarranno con più interrogativi che risposte. Sette anni dopo, però, i suoi doni si sono manifestati nelle maniere più diverse e i nipoti Marimar, Rey e la piccola Rhiannon hanno ricevuto poteri inaspettati. Ma un oscuro personaggio sembra voler distruggere l'albero genealogico dei Montoya, eliminandoli a uno a uno per spazzare via la stirpe di Orquídea. Decisi a salvare ciò che rimane della famiglia e a scoprire cosa nasconde la loro eredità, i suoi discendenti tornano in Ecuador, lì dove Orquídea ha seppellito i suoi segreti e le promesse infrante, senza mai voltarsi indietro.

martedì, luglio 09, 2024

Slanci del cuore: i miei classici preferiti 3°

Da un posto ad un altro la mia anima è perennemente sballottata in luoghi d’infinita pace e serenità. Quello dei classici è un luogo in cui mi piace viverci, in cui avverto l’esigenza di esserci perché indirizzati esclusivamente lungo un'unica direzione, un’unica rotta: la mia anima. Eppure in fondo ad un piccolo scompartimento ho visto autori sbarbarsi di qualunque remora o difficoltà, prendere una penna in mano e dipingere il mondo a seconda di come lo videro, interpretandolo in ogni forma o sfumatura, senza mai allontanarsi dal loro proposito. ritrarre la vita stessa.

Una storia che altri non è che la storia di un deterioramento graduale dello spirito di un mondo, da un mondo a un altro, dalla presa di coscienza di una nuova realtà del tutto sconosciuta, radicata nel profondo di noi stessi che come foglie secche si libra e si rigira nell'aria e scende sprofondando al suolo.

Titolo: Il ritratto di Dorian Gray

Autore: Oscar Wilde

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 7,50 €

N° di pagine: 261

Trama: Dorian Gray, un giovane di straordinaria bellezza, si è fatto fare un ritratto da un pittore. Ossessionato dalla paura della vecchiaia, ottiene, con un sortilegio, che ogni segno che il tempo dovrebbe lasciare sul suo viso, compaia invece solo sul ritratto. Avido di piacere, si abbandona agli eccessi più sfrenati, mantenendo intatta la freschezza e la perfezione del suo viso. Poiché Hallward il pittore, gli rimprovera tanta vergogna, lo uccide. A questo punto il ritratto diventa per Dorian un atto d’accusa e un impeto di disperazione lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto: il ritratto torna a raffigurare il giovane bello e puro di un tempo e a terra giace un vecchio segnato dal vizio.

domenica, luglio 07, 2024

Gocce d'inchiostro: Where the dark stands still. La foresta dell'amore eterno - A B Poranek

I romanzi non studiati, nemmeno in minima parte, e nemmeno tanto bene, che si mostrano più baldanzosi di quel che si crede, a me non piacciono. In realtà, non mi piace dover ‘implorare‘ in un cambiamento. Da lettrice accanita e appassionata non mi tiro mai indietro, dinanzi a una sfida, qualunque essa sia, cosa che poi ha le sue conseguenze. Ma ciò che non avevo ponderato fu il fatto che la mia anima non si sentiva appagata. Per niente emozionata o esaltata, malgrado le logiche dimostrazioni dell’autrice e delle necessità che inducono la sua protagonista a vivere fra la vita e la morte, di nuovo, vi fu in verità un elemento di precipitazione in questo caso, come mi apparve alquanto evidente dopo un centinaio di pagine. Avrei potuto amare moltissimo Where the dark stands still. La foresta dell'amore eterno, ma forse i miei sentimenti al riguardo erano troppo ideali e fantastici che non si sono sposati per nulla all’aura insulsa, banalotta, ridicola. Così credetti che, a una vita travagliata, ricca di sfarzo e ricchezza, potessi trovare dietro le quinte un fascino come quello osservato in questa creatura che avrebbe potuto essere idilliaca. 

La mia visione di folklore letterario è stata dunque molto lontana da quella della sua autrice e la lettura di questo volume mi ha fatto prendere consapevolezza che considerare questo esordio un capolavoro è una blasfema. Il segreto sta in quel pizzico di solidità metaletteraria mancata di questo romanzo, il suo wordbulding, la tattilità di personaggi che sembrano solo macchiette, lo stile lento e ripetitivo, e un accozzaglia di situazioni che hanno del ridicolo che non poche volte mi hanno strappato una risata, sorprendendomi poco coinvolta. Un puzzle che quando sembra trovare il suo pezzo mancante si frantuma nuovamente in mille pezzi.


Titolo: Where the dark stands still. La foresta dell'amore eterno

Autore: A B Poranek

Casa editrice: Il Castoro

Prezzo: 24 €

N° di pagine: 408

Trama: Liska sa che è la magia è mostruosa e che chi la pratica è malvagio. Ha fatto di tutto per sopprimere il potere che le sboccia nel petto, con conseguenze disastrose. Così, per liberarsene, fugge dal suo villaggio e si inoltra nella Driada, il pericoloso bosco-vivo, per rubare il mitico fiore di felce, che le permetterà di esprimere il desiderio di una vita senza magia. Oltre al fiore, però, nella foresta Liska trova il Leszy, il demone guardiano del bosco, che invece di ucciderla le offre un patto: un anno di servitù in cambio del desiderio del fiore di felce. Costretta ad accettare per non morire, la ragazza viene portata dal mostro nel suo fatiscente maniero divorato dal bosco, e qui comincia a intravedere il groviglio di segreti e fantasmi che avviluppano il suo ospite. Eppure, intrecciati al dubbio, iniziano a germogliare in lei sentimenti nuovi. Ma qualcosa si sta svegliando nella Driada, qualcosa di letale e senza pietà. Qualcosa che spaventa persino il Leszy. Qualcosa che non può essere sconfitto, se Liska non abbraccia il mostro che ha sempre temuto di diventare…

venerdì, luglio 05, 2024

Le TBR: richiami dell'anima 39°

La mia vita, le mie giornate acquisiscono un significato quando sono allietate e circondate dall’aura lucente di una storia: nel bel mezzo della quotidianità dipingono e sfolgorano una vita apparentemente insulsa e banale, riverberando di magia e fosforescenza. Semplici scritte riposte in pagine bianche che, per me, rappresentano un mondo. Una porta magica. Questa porta tuttavia la valico e continuerò a valicare, sin quando Dio mi darà respiro, e le zone o i mondi esplorati però non sempre riescono a darmi quel caldo benvenuto che desidero. Ma, nel loro insieme, impartire qualcosa che mi tengono lontana dalla quotidianità, donano un senso ad ogni cosa. Un anima solitaria che non è mai sola se affiancata dallo splendore di una storia. Perché di storie non se ne finisce mai di saziarsi, bearsi, e anche questo settimo mese dell’anno, sarà all’insegna di immagini ballerine, o statiche che non conosco, ma che pendono dal soffitto della mia anima, vedendo in tutto ciò quella bellezza, quello sfolgorio che solo chi ama la parola scritta riesce a vedere.

Primi romanzi che mi piacerebbe rileggere, trattasi di un bell’esempio di tutto quello che la Russia in tanti anni di storia è diventata: affarista, potente, maestosa, poco affidabile. Mirata alla cura di dettagli, nozioni che sciorinano la storia di anime che si sentono imprigionate, soffocate da una realtà che presto sarebbe diventata la loro.

Titolo: Sasenka

Autore: Simon Montefiore

Casa editrice: Tea

Prezzo: 9, 80 €

N° di pagine: 623

Trama: San Pietroburgo, Inverno 1916. La rivoluzione è alle porte. Davanti all'istituto Smol'nyj per nobili fanciulle una governante inglese aspetta una ragazza, che però è attesa anche dalla polizia segreta dello zar; Sasenka Zejtlin ha solo sedici anni, un padre ricchissimo, una madre devota di Rasputin, e uno zio bolscevico che la converte alla causa rivoluzionaria. 1936. Sposata con un compagno che ha fatto carriera, madre di due figli e direttrice di un mensile, Sasenka conduce una vita agiata all'interno dell'èlite vicina a Stalin. Sopravvive alle purghe, ma alla vigilia della guerra commette un imperdonabile errore: per la prima volta in vita sua s'innamora veramente, con conseguenze impensabili per lei e per la sua famiglia.

1994. Più di mezzo secolo è trascorso, di Sasenka Zejtlin e dei suoi famigliari, dei colleghi e dei conoscenti, dello stesso Paese in cui hanno vissuto e si sono perse le tracce .. finché, Katinka, una giovane storica, viene incaricata di compiere una misteriosa ricerca. Destreggiandosi nei meandri degli archivi di partito, da poco aperti, Katinka mette insieme i pezzi di un puzzle drammatico che viene da un passato lontano e dimenticato, ma che riaffiora coinvolgendola ben più di quanto non avesse mai potuto immaginare…

Titolo: L’amore ai tempi della neve

Autore: Simon Montefiore

Casa editrice: Corbaccio

Prezzo: 16, 60 €

N° di pagine: 433

Trama: Mosca 1945; mentre Stalin si appresta a festeggiare la vittoria sui nazisti insieme ai suoi più stretti collaboratori, poco distante risuonano due spari. Un ragazzo e una ragazza vengono trovati morti su un ponte: non sono persone qualsiasi, bensì appartengono a due delle famiglie più influenti e più vicine a Stalin e frequentano entrambi il collegio più esclusivo dove studia tutta la nuova èlite politica e intellettuale dell’Unione Sovietica. Si tratta di un omicidio? Di un doppio suicidio? Di una cospirazione contro lo Stato? Le indagini si svolgono sotto il diretto controllo di Stalin, che fa interrogare i compagni di scuola costringendoli a testimoniare contro i loro amici, i loro fratelli e i loro stessi genitori, in una terribile caccia alle streghe che porta alla luce amori illeciti e segreti famigliari e in cui il più piccolo sbaglio può significare una condanna a morte.

mercoledì, luglio 03, 2024

Gocce d'inchiostro: I divoratori di libri - Sunyi Dean

Anche questa storia, l’ennesima storia che parla - o forse no? - di libri, mi deluse moltissimo. Il marketing di questo libro è incredibilmente fuorviante e questo sfortunatamente ha inasprito le mie impressioni iniziali, al punto che è impossibile dargli un parere corretto. Il migliore che queste poche righe possano trapelare secondo le mie competenze, la mia esperienza. Si stava su una bella dimora moderna americana, in un paese sperduto, se non fosse che l’idea principale è che dovesse essere ambientato in epoca vittoriana, ma la cui presenza di alcuni elementi tecnologici dopo qualche pagina, quali videogiochi o biciclette, mi ha fatta storcere un pò il naso. E vari tipi di << espedienti >> in cui la narrazione oscilla fra salti temporali continui, fra passato e presente, nulla di così originale quanto prevedibile e statico, incoerente e illogico, raccontato << al contrario >> non rendendolo affascinante bensì fastidioso. Dopo una delusione letteraria inconsapevolmente la nostra anima rifugge in qualcosa che desti la sua attenzione, comunque inatteso, o almeno così sembrò all’inizio, e adesso che comincio a pensarci, non così inattesa, perché questo romanzo era in fila ad altre letture del periodo. Il motivo, dunque, per cui mi trovo nuovamente qui, a recensire l’ennesimo romanzo fantasy, e che mi sorprende a stare seduta nella mia poltrona preferita vicino alla finestra, fu che quando guardai a lungo la sua copertina poi, così, dal nulla, sapevo in un certo senso a cosa andavo incontro. Io che sono una solerte e alacre lettrice di classici avevo già la risposta pronta, e per me è una cosa assolutamente naturale immergersi in un mondo che mi ha incuriosita sin dall’inizio e che esplica nient’altro che il messaggio di sopravvivere. Ma come? Divorando i libri. E pur quanto l’idea sembrava allettante, non propinandoci niente in cui questa magia è stata palpabile lasciandosi assorbire da elementi quali la diffidenza, l’indifferenza, concretizzando nella delusione più totale.

Titolo: I divoratori di libri

Autore: Sunyi Dean
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 24 €

N° di pagine: 324
Trama: Nascoste in Inghilterra e Scozia vivono sei antiche Famiglie di divoratori di libri. Ultimi della loro stirpe, i membri vivono ai margini della società, nutrendosi di carta stampata e mangiando volumi di ogni genere ed epoca, e così facendo ne assimilano i contenuti. Tra di loro nascono sempre meno bambini, ma Devon Fairweather ne ha avuti ben due; solo che Cai, il secondo, non è un divoratore di libri, è un divoratore di menti: non consuma le storie, ma i cervelli e i ricordi degli umani. Prima che il piccolo possa trasformarsi in un flagello per la sua stessa famiglia, e non solo, Devon scappa, e trova rifugio proprio tra gli umani, in cerca di una cura per l'appetito di Cai mentre gli procura di che sfamarsi. Ma non ha più molto tempo: la Famiglia la reclama, e intanto ogni mente di cui il figlio si nutre gli porta via un pezzo della sua interiorità.
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