lunedì, luglio 30, 2018

Gocce d'inchiostro: Il mulino sulla Floss - George Eliot

Mi sono sentita eccitata, entusiasta. Sfogliavo continuamente e avidamente queste pagine rifacendo della storia della poco socievole Maggie la storia della stessa autrice - non completamente, ma in buona parte -, delle svolte della sua vita, delle continue vicende che popolano queste seicento pagine. Ma io non ci ho fatto caso; ho preso solo appunti, e maledetto me stessa per non aver mai ascoltato la sua chiamata. Mi dissi che sarei stata bene se lo avessi letto e anche dopo, forse, la mia libreria avrebbe vantato altri volumi di quest'autrice. Non credevo possibile essere giunta a questa conclusione. Mi sento una stupida nell'aver snobbato impunemente un opera magistralmente intensa e profonda come questa, e adesso che è tutto finito non mi resta altro che prendere in considerazione quello che la vita mi riserverà. Il proseguimento del mio percorso di lettrice nel mio arricchimento culturale.


Titolo: Il mulino sulla Floss
Autore: George Eliot
Prezzo: 10, 50 €
Casa editrice: Oscar Mondadori
N° di pagine: 638
Trama: Cresciuti insieme e legati da un tenace affetto i due figli del mugnaio Tulliver vedono le loro strade dividersi drammaticamente quando l'impetuosa Maggie scopre che la società, e il suo stesso fratello, non le lasciano spazio per vivere e amare.

sabato, luglio 28, 2018

Gocce d'inchiostro: La chimera di Praga - Laini Taylor

Mi sono sorpresa di quello che mi si era posto davanti, lo si è visto quando ho messo piede in una città spettrale, come un' antica lastra fotografica tutta argentata e grigia. Era una città di soli alchimisti, sognatori, i cui ciottoli medievali un tempo sono stati calpestati da golem, mistici ed eserciti invasori. Mi sono fatta una certa idea del mondo che la Taylor ha disegnato così bene, e ora, finalmente, posso parlarne liberamente. Libera non certo di concludere qui le mie gesta.
La magia intesa come elemento di sopravvivenza, i sogni come mezzo per trincerarsi da qualunque attacco esterno. Interpretazioni tutte materialistiche che hanno reso La chimera di Praga una bellissima lettura. Semplice, intensa in cui ho camminato disinvolta fra le sue strade brulicose, vivendo fuori dalle regole, permettendo alla pazzia di sopraffarmi nel momento in cui meno me lo aspettavo.





Titolo: La chimera di Praga
Autore: Laini Taylor
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 387
Trama: Karou ha 17 anni, è una studentessa d'arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un'intricata filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche disseminate per il mondo per scovare i macabri ingredienti dei riti di Sulphurus: i denti di ogni razza umana e animale.
Ma quando Karou scorge il nero marchio di una mano impresso su una di quelle porte, comprende che qualcosa di enorme e pericoloso sta accadendo e che tutto il suo universo, scisso tra l'esistenza umana e quella tra le chimere, è minacciato. Ciò che si sta scatenando è il culmine di una guerra millenaria tra gli angeli, esseri perfetti ma senz'anima, e le chimere, creature orride e grottesche solo nell'aspetto esteriore: è il conflitto tra le figure principi del mito cristiano e quelle dell'immaginario pagano. Nel disperato tentativo di aiutare la sua "famiglia" Karou si scontra con la terribile bellezza di Akiva, il serafino che per amore le risparmierà la vita.

mercoledì, luglio 25, 2018

Gocce d'inchiostro: L'unico ricordo di Flora Banks - Emily Barr

Tutte le volte che mi imbatto in storie dal forte impatto, quando inconsapevolmente si assiste alla lenta e agonizzante "morte" di un personaggio - sia in senso stretto, sia in senso lato - si sprofonda in uno strano senso di torpore. Ma non tutte le lettrici ( specialmente io stessa ) hanno il cuore fragile. Sebbene dotata di una grande sensibilità, non mi piacciono quei romanzi in cui le protagoniste sono donzelle svampite, ingenue e infantili, e prediligendo un certo tipo di letture più mature e profonde ho deciso comunque di iniziare anch'io questo percorso di Flora Banks a pescare quell'unico ricordo che le è stato donato. Stringerlo fra le sue piccole manine e custodirlo come un piccolo essere vivente.
La linfa vitale di questa storia è proprio dunque la vita di una diciassettenne ingenua e sola che, tulipano appena sbocciato e dal colore indefinito, nonostante le innumerevoli smorfie di diniego o le terribili increspature sulla mia fronte, mi ha tenuta compagnia per qualche giorno. Trascinandomi da un oscuro mondo di tenebre e ombre, trovando fra le sue pagine un posto tutto mio che mi hanno dato opportunità di giudicarla e soprattutto conoscerla meglio.

Titolo: L'unico ricordo di Flora Banks
Autore: Emily Barr
Casa editrice: Salani
Prezzo: 15, 90 €
Trama: Flora Banks, diciassette anni, non ha la memoria a breve termine. I suoi ricordi si sono fermati a quando aveva dieci anni; da allora, dopo che una malattia le ha colpito il cervello, deve continuamente fissare i momenti che vive, scrivendoli su un quaderno, su post - it, oppure direttamente sulle mani e sulle braccia. Quello che sa di sé è che mamma e papà le vogliono bene, così come Jacob, il suo adorato fratello maggiore, e che Paige è la sua migliore amica, quella che si prende cura di lei nel difficile mondo esterno. Ma una sera, durante una festa, Drake, il ragazzo di Paige la bacia sulla spiaggia e stranamente questo ricordo non svanisce come gli altri. Flora ricorda il bacio, ricorda le parole di Drake, ricorda ogni singolo istante di quell'episodio. Possibile che Drake sia l'artefice del miracolo? Peccato però che il ragazzo sia partito per studiare in Norvegia … Flora non ha dubbi: deve raggiungerlo, solo così potrà capire veramente chi è e cominciare a vivere davvero. Ma come può fidarsi degli altri se non può fidarsi nemmeno di se stessa?

lunedì, luglio 23, 2018

Gocce d'inchiostro: Sincronia colpevole - Giada Strapparava

Le recensioni talvolta sono una dura lotta: il mio cuore è quasi sempre attratto da quello del romanzo, dai personaggi, due cuori ardenti che per una manciata di giorni hanno palpitato all'unisono, contro una sola povera coscienza, in cui quasi sempre cerco di rafforzare la mia decisione con tutti i mezzi in mio possesso.
Ero giunta fra le pagine del nuovo romanzo di Giada con nessuna idea in proposito; per nessuna ragione la mia coscienza continuava ad essere sorpresa che in meno di un anno un altro romanzo di Giada potesse comporre gli scaffali stracolmi della libreria. E convinta di ciò, la mia coscienza aveva deciso per me a mente lucida e tutto ciò che mi restava da fare era non doverlo respingerlo per nessuna ragione.








Titolo: Sincronia colpevole
Autore: Giada Strapparava
Casa editrice: Senso inverso
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 117
Trama: Molte volte viviamo la vita ignari del fatto che, dall'altra parte del mondo nello stesso istante, un'altra persona possa vivere le medesime sensazioni. Non c'è però bisogno di andare molto distante per trovare due persone accomunate dallo stesso tipo di guerra interiore, basta attraversare un paio di vie in una grande città come San Francisco ed ecco un uomo di nome Daniel Rivera, che ha perso tutto nella vita: la moglie Gilda e il figlio Tommy. Oppresso dal peso del dolore e di infondati sensi di colpa, decide di punirsi per il resto dei suoi giorni vivendo per strada,
Poco distante, in un'umile casetta Connor Sullivan, dieci anni, fa i conti con una realtà ben diversa da quella dei suoi coetanei. Le sfaccettature che il destino gli ha riservato hanno fatto di quel bambino un involucro di dolore, rabbia e ingenua speranza, trascinandolo in una sofferenza troppo grande per il suo piccolo cuore. Due sconosciuti, uniti da eventi tragici e drammatici, sullo sfondo di una contemporanea San Francisco, si troveranno per caso a condividere la stessa sincronia, un abisso, lo stesso desiderio di espiazione.

domenica, luglio 22, 2018

Gocce d'inchiostro: Gli insospettabili delitti della casa in fondo alla strada - Alex Marwood

Dopo essere stata protagonista di misteriosi e macabri delitti, mi lanciai a scrivere questa recensione a velocità impressionante, forse dovuto dal fatto che di questa lettura ho sentito il bisogno di disfarmene il prima possibile. Non perché inappagante, ma poco incline ai miei gusti di lettrice. Fu così che, non appena giunsi ai ringraziamenti, non smisi per un attimo di farmi qualche problema: forse avevo abbandonato troppo in fretta questa misteriosa casa, forse questo sadico killer mi seguiva a debita distanza ed io non me ne accorsi nemmeno un istante.
Uno strambo e sfocato paesaggio mi si spiegava dinanzi. In quale storia ero andata a finire, non avrei saputo dirlo nemmeno io. Ma adesso che è tutto finito, adesso che posso darvi un parere personale riguardo il primo romanzo che leggo di quest'autore, vi lascio e vi abbraccio dandovi appuntamento alla prossima recensione. La recensione di una storia atipica ma molto bella di cui spero il mio entusiasmo nei suoi riguardi possa contagiarvi J






Titolo: Gli insospettabili delitti della casa in fondo alla strada
Autore: Alex Marwood
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 334
Trama: Tutti gli abitanti di Beulah Grove numero 23 hanno un segreto. Se non fosse così, non avrebbero affittato in contanti e senza contratto delle lerce stanze in un vecchio edificio malfamato. Quello è il tipo di posto in cui si può finire quando non si hanno alternative. I sei inquilini dello stabile fanno vite solitarie e non si può certo dire che curino i rapporti di buon vicinato, ma in un afosa notte d'estate, un terribile incidente li costringe a stringere una strana alleanza. Quello che non sanno è che uno di loro è un assassino. Ha già scelto la sua prossima vittima, e farà di tutto per proteggere il suo segreto.

venerdì, luglio 20, 2018

Gocce d'inchiostro: Ritorno a Riverton Manor - Kate Morton

Di tanto in tanto mi piace soffermarmi ad osservare, mi guardo attorno per capire dove questa volta fossi atterrata, stringo al petto il mio immancabile taccuino preferito. E allora comincio a domandarmi dove sono, con chi sono, per quale motivo mi trovo in quel determinato posto. Se guardo attentamente, riesco a mettere a fuoco ogni cosa. Figure sgargianti, innumerevoli, mi si avvicinano. Una in particolare: il suo nome Grace, e questa la sua storia. Dal viso ovale, i profondi occhi neri e le lunghe ciglia che si posano delicatamente sulle palpebre, Grace è un ex cameriera che per tanti anni ha dovuto custodire un grande segreto. E' la protagonista di questo splendido volume, generato da una donna altrettanto splendida. Sempre lei, quella donna che avevo letto qualche anno fa, eppure non più la stessa.
Reduce di un periodo pesante e soffocante, mi sono affidata alla letture di queste pagine che altri non sono che pagine di diario di una donna qualunque che, in un momento imprecisato della sua vita, ha dovuto fare i conti con un brutto scherzo del destino.
Di cosa sto parlando? Di questo non posso dirvi molto, ma se come me amate la Morton, lasciatevi sedurre e incantare dalla sua prosa semplice ma elegante. Dal suo essere << donna vittoriana moderna >>, e, soprattutto dei motivi per cui io la amo così profondamente.
Titolo: Ritorno a Riverton Maron
Autore: Kate Morton
Casa editrice: Sonzogno
Prezzo: 19, 90 €
N° di pagine: 484
Trama: Nella scena del suo film, la giovane regista Ursula Ryan immagina uno dei momenti più drammatici della storia letteraria inglese, uno scandalo da sempre circondata da un'aura di mistero, predizione e genio maledetto. Era l'estate del 1924 e i sopravvissuti alla carneficina della Grande Guerra si ritrovano a divorare la vita come se non ci fosse un futuro, come se dovessero rimanere per sempre giovani. Tra le feste alla Grande Gatsby, fiumi di alcol, amori che duravano lo spazio di una notte, quei ragazzi creavano il mito dei ruggenti anni Venti. Tra loro, era Lord Robert Hunter, astro nascente della poesia, ammirato e celebrato da tutti. Eppure, proprio quell'estate, proprio a una delle feste più belle, quella di Riverton Manor, Robert si allontanò da solo. E stringendo una pistola con mano tremante, si tolse la vita. Per Ursula, settantacinque anni dopo, quel poeta è diventato leggenda. Almeno fino a quando scopre che è rimasta una testimone degli eventi. E' Grace, custode quasi centenaria di un terribile segreto. Un segreto che ora non può più tenere per sé.

mercoledì, luglio 18, 2018

Gocce d'inchiostro: Miss Charity - Marie Aude Murail

La copertina era bellissima e il titolo evocativo, ma la ragazza ritratta sembrava trascinarsi - seduta dinanzi alla sua immancabile scrivania - come una persona che ritenesse il mondo un vero e proprio peso. Di tanto in tanto si affannava guardarlo presso un piccolo giardino, una piccola siepe, obbedendo a riflessi incondizionati o stringendo dentro il palmo di una mano piccola e rosea una penna dalla punta invisibile.
Il suo nome? Charity, e questa la sua storia. Aurora e splendore di un nuovo avvenire, il cui viso è ancora impresso nella mia mente.










Titolo: Miss Charity
Autore: Marie - Aude Murail
Casa editrice: Giunti
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 480
Trama: Charity è una bambina. E' come tutti i bambini, piena di curiosità, assetata di contatti umani, di parole e di scambi. Vuole creare e partecipare alla vita del mondo. Purtroppo, però, una ragazzina della buona società inglese dell'800 deve tacere, non mostrarsi troppo, salvo che in chiesa. Gli adulti che la circondano non fanno attenzione a lei, le sue sorelline sono morte. Allora Charity si rifugia al terzo piano del suo palazzo borghese in compagnia della servitù. Per non morire di noia, alleva dei topini nella nursery, veste un coniglietto, studia dei fughi al microscopio, impara Shakespeare e disegna incessantemente dei corvi, con la speranza che un giorno succeda qualcosa. Così comincia la vita di Charity Tiddler, ragazzina prima e donna poi che fa della libertà un principio di vita e in nome di questa sovverte tutte le regole borghesi della vita vittoriana.

lunedì, luglio 16, 2018

Gocce d'inchiostro: Il conte di Montecristo - Alexander Dumas

A prima vista le pagine del romanzo di Dumas non possiedono nulla di così speciale, nulla di quanto non potevo immaginarmi da una lettura avvincente, appassionante proprio come questa, e questa semplicità penso sia dipesa dalla volontà dell'autore, che deduco si era prefissato di scrivere una semplice storia, o meglio un romanzo d'appendice, e purché tutto fosse vero, per constatarne con i miei occhi la veridicità di tali ipotesi, mi è bastato penetrarne fra le sue pagine. Infatti, non appena vi misi piede, lo spettacolo mi attrasse immediatamente.
Il conte di Montecristo è un bellissimo affresco che mi ha tenuta compagnia per due settimane in cui Dumas ha superato se stesso, ritraendo con una certa eleganza la condizione di un uomo la cui identità sarà offesa dai suoi "amici". Così in questa manciata di giorni mi sono piazzata nella Francia del XV secolo, fatta trasportare dalla prosa ammaliante dell'autore, su un tappeto dai toni sgargianti in cui brillano ancora le gocce di uno scontro con cui ogni cosa verrà spiegata. Ogni cosa sarà evidente, mediante parole che ho visto danzare su carta, già quando involontariamente si decide di affidarsi a un Dio risplendente ed onnipotente con tutto se stessi.




Titolo: Il conte di Montecristo
Autore: Alexander Dumas
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: 4, 90 €
N° di pagine: 896
Trama: Edmondo Dantès, marinaio, prigioniero, misteriosamente ricco, mette a soqquadro l'alta società parigina. Imprigionato a Marsiglia nel 1815, il giorno delle nozze, con la falsa accusa di bonapartismo, rimane rinchiuso per 14 anni nel castello di If, vittima della rivalità in amore di Fernando e in affari di Danglars, odiato anche dal magistrato Villefort. Questi i tre nemici su cui, dopo l'evasione, cadrà la terribile vendetta di Dantès.

sabato, luglio 14, 2018

Gocce d'inchiostro: Il sognatore - Laini Taylor

Ed ecco che anch'io sono stata segnata come tanti altri lettori. La lettura a cui mi riferisco è naturalmente quella meravigliosa, surreale e sorprendente de Il sognatore; non qualcosa di semplice, già visto o sentito, ma una storia straordinariamente incredibile. Non la storia di Lazlo Strange, a discapito di ciò che potrebbe dirci la trama. Non la sua, o quella di Sarai. Mla mia. E il bisogno di prenderne atto mi legò a quella schiera di lettori che hanno amato e osannato ogni singola pagina di questo volume, che con ogni probabilità non vedrò mai, ma con cui, durante il corso della lettura, mi sono riempita i polmoni, ritrovandomi in quella famigliare intimità. La vera ragione del mio starci lì, a Pianto, penso derivi proprio dal fatto di parlare della lettura dei sogni. E, senza timore di apparire pesante, prolissa o stucchevole, eccomi qui, pronta a dire la mia, con il mio immancabile blocnotes, la mia penna a sfera, e parole che messe di traverso hanno scaturito una melodia bellissima e stupefacente.
Titolo: Il sognatore
Autore: Laini Taylor
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 14, 50 €
N° di pagine: 524
Trama: E' il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un ossessione. Una volta diventando bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dei e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.

mercoledì, luglio 11, 2018

Gocce d'inchiostro: Oceano mare - Alessandro Baricco

Attesa e domande, incarnati in un unico volto, un uomo qualunque, un puntino in una tela azzurra. Feritoia e spiraglio, porta piccola da cui rientrano storie, squarcio infinito, ferita meravigliosa, sentiero di passi in cui nulla di ciò può essere ma sarà.
Oceano mare. Questo in sintesi ciò di cui ci parla questo piccolo libriccino che, sebbene particolare, leggerlo è stato per me meraviglioso! Una sensibilità d'animo incontrollabile, esplosa in un momento imprecisato della mia vita, si frantumò nell'irresistibile silenzio di un mondo di seta dove una terra clemente riposa lietissima e piccola. Dove sospesi nell'aria, si misurano i passi lenti dell'azzurro pallido del cielo.
Questa storia ha finito di esistere nel momento in cui sono giunta nel grembo di una terra violenta e morta. Eppure, questa piccola perla poeticamente sentita, dolorosamente vista è un omaggio raffinato che si dona alla nostra solitudine, come una preghiera che ha il profumo dell'attesa.






Titolo: Oceano mare
Autore: Alessandro Baricco
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 235
Trama: "Oceano mare" racconta del naufragio di una fregata della marina francese, molto tempo fa, in un oceano. Gli uomini a bordo cercheranno di salvarsi su una zattera. Sul mare si incontreranno le vicende di strani personaggi. Come il professore Bartleboom che cerca di stabilire dove finisce il mare, o il pittore Plasson che dipinge solo con acqua marina, e tanti altri individui in cerca di sé, sospesi sul bordo dell'oceano, col destino segnato dal mare. E sul mare si affaccia anche la locanda Almayer, dove le tante storie confluiscono. Usando il mare come metafora esistenziale, Baricco narra dei suoi surreali personaggi, spaziando in vari registri stilistici.

lunedì, luglio 09, 2018

Gocce d'inchiostro: Forte come l'onda è il mio amore - Francesco Zingoni

Una passeggiata inaspettata e improvvisa lungo il mare del Galles. La magica atmosfera di abbandono, sensualità e mistero offerta come un piccolo romanzo dalla mole corposa e dal cuore tenero. Ora che sono di nuovo qui e mi sono per giunta lasciata trasportare dalla risacca disomogenea del tempo, dei ricordi, mi sono riflessa in uno specchio che è lo specchio di ogni cosa, di ogni bellezza nascosta nel mondo che, nell'istante in cui la sua identità è stata strappata via, ho assistito ad un lungo e insano pellegrinaggio brillare come una stella. Un fulgore che ha illuminato l'intero universo. L'essenza stessa della materia, la forza che lega un uomo comune a due grandi e potenti amori, e che piega qualunque legge del cosmo.
Come il Robinson Crusoe di Defoe e il bellissimo Siddharta di Hesse, mi sono imbarcata in questo meraviglioso viaggio in cui Sebastian, il vero protagonista di questa storia, dovrà scoprire la sua identità. A bordo di un'altalena che prima lo trascina sulle vette dell'esaltazione, e poi lo farà affondare negli abissi della disperazione.




Titolo: Forte come l'onda è il mio amore
Autore: Francesco Zingoni
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 607
Trama: "Buttato sulla sabbia, accecato dal fulgore di un paradiso perduto, le palpebre incollate dal sale. Riapro gli occhi. La mia mente è vuota: nessun ricordo, nessuna parola. Una tabula rasa. Non posso formulare un pensiero. Non so più distinguere i miei sentimenti, dare ordine alle mie percezioni. Qualcosa che non conosco ha annientato la mia vita. E' un sogno a salvarmi: il viso luminoso di una donna, impossibile per me riconoscerla, o ricordare il suo nome. Ma quel sorriso mi riscuote dall'oblio, diventa l'unica ragione per sopravvivere e fuggire. A guidarmi è un libro, trascinato sulla spiaggia dalla mareggiata di un tifone. Tra le sue pagine distrutte si è salvata solo una misteriosa poesia. E sembra parlare di me. Attraverserò il mondo per sapere chi sei. Vestirò nuove identità per ritrovarti. Cavalcherò un'onda paurosa per scoprire cosa nasconde il suo cono d'ombra: il nostro ultimo segreto, cancellato dall'amnesia. E alla fine sapremo solo una cosa, la più grande. Forte come quest'onda che nessuno può cavalcare fino in fondo."

domenica, luglio 08, 2018

Una voce fra le soglie del tempo: Dino Buzzati

Sapevo che quando sarebbe sopraggiunto luglio, l'ottavo giorno del mese, questa sarebbe stata l'occasione per parlarvi di un autore italiano le cui opere pian piano desidero trarne ricchezza.
Non ci sarebbe nulla da dire, nulla da utilizzare per realizzare una presentazione di senso compiuto. Eppure, presentarsi a un autore di così grande fama proprio come Buzzati è un'impresa. Si avverte uno strano smarrimento, si prova quasi soggezione. Il suo nome, la sua carriera stilistica, tutto quello cui un tempo si servì per gridare a gran voce ciò che teneva saldamente ancorato, pian piano stanno diventando << miei >>. Non riesco ancora a riconoscermi completamente in questo pezzo d'identità. Ebbene, mi ci sento intrappolata. Un amore, Il deserto dei tartari, erano divenuti parte della mia vita che avevo vissuto, la vita di cui ho scritto chilometriche ed entusiastiche recensioni, ma si tratta anche di pezzi di vita che mi hanno fatto deprimere, rattristire, ma anche gioire e sorridere. E adesso, sedermi dinanzi alla scrivania, lasciandomi tutto alle spalle per parlarvi del suo autore e della sua produzione artistica è un vero sollievo.
Dino Buzzati è sempre stata quella figura letteraria il cui genere si intrinseca in diverse direzioni. La fiaba si sposa con l'angoscia, la paura con la morte, la magia e il mistero con la ricerca dell'assoluto e la trascendenza, per poi sfociare in una disperata attesa di agognare un riscatto da un'esistenza mediocre. Protagonista indiscusso, il destino, onnipotente e imperscrutabile, spesso beffardo, che è diverso da tutto ciò che credevamo di aver letto o pensavamo di conoscere.
Mezzo di trasporto, parole che, messe di traverso, in una corrente di un fiume, incastrate e composte perfettamente, prendono alla sprovvista e inducono a nutrire strani desideri. Qualcosa privo di senso e distorto che poi, quasi senza rendercene conto, acquisisce una certa importanza. Smania di libertà, ribellione, gusto rabbioso di umiliarsi e buttarsi via, tanto amore, tanti sogni infranti, speranze, illusioni che piombano addosso, ho scoperto la bellezza di tutti questi sentimenti vivendoli in prima persona. In trame lente, estremamente calde, incarnate in personaggi ambiziosi o sfrontati, nella degradazione degli animi e delle cose, fra suoni, voci, luci equivoci, nella frenetica desolazione del secolo.
Quando si decide di leggere Buzzati non si può fare a meno di provare quel che si prova quando si è completamente assuefatti da tante cose: un disperato bisogno di amare, un patimento totale e compatto, una confusione dei sensi. Spaventosa precipitazione in cui è davvero impossibile scorgere persino ciò che ci circonda, come sensazioni strane e particolari, dovuti da una specie di appetito e inquietudine, provenienti chissà dove.
Sequela di esperienze di vita: questo il tema di cui si usufruì Buzzati, che segnarono la sua vita di giovane e ambizioso giornalista, con dentro un adorato e impossibile sogno. L'anima risplende degli antichi incanti e di un sollievo indescrivibile che si spande in tutto il corpo, in cui la voce dello stesso Buzzati si conserva ancora intatta. Mediante disinteressati gesti di bellezza, come un innocente uccellino lontano da ogni bruttura, prosperando nella monotonia, nel sentimento, negli stati d'animo. Ma innaffiati di lacrime, parole, promesse, scene di vita che fanno pensare che da qualche parte c'è un piccolo spazio nel mondo in cui c'è un paradiso per gli esseri umani. Non più sottoposti alle leggi della società, liberi da ogni cosa. Forse persino dinSapevo che quando sarebbe sopraggiunto luglio, l'ottavo giorno del mese, questa sarebbe stata l'occasione per parlarvi di un autore italiano le cui opere pian piano desidero trarne ricchezza.
Non ci sarebbe nulla da dire, nulla da utilizzare per realizzare una presentazione di senso compiuto. Eppure, presentarsi a un autore di così grande fama proprio come Buzzati è un'impresa. Si avverte uno strano smarrimento, si prova quasi soggezione. Il suo nome, la sua carriera stilistica, tutto quello cui un tempo si servì per gridare a gran voce ciò che teneva saldamente ancorato, pian piano stanno diventando << miei >>. Non riesco ancora a riconoscermi completamente in questo pezzo d'identità. Ebbene, mi ci sento intrappolata. Un amore, Il deserto dei tartari, erano divenuti parte della mia vita che avevo vissuto, la vita di cui ho scritto chilometriche ed entusiastiche recensioni, ma si tratta anche di pezzi di vita che mi hanno fatto deprimere, rattristire, ma anche gioire e sorridere. E adesso, sedermi dinanzi alla scrivania, lasciandomi tutto alle spalle per parlarvi del suo autore e della sua produzione artistica è un vero sollievo.
Dino Buzzati è sempre stata quella figura letteraria il cui genere si intrinseca in diverse direzioni. La fiaba si sposa con l'angoscia, la paura con la morte, la magia e il mistero con la ricerca dell'assoluto e la trascendenza, per poi sfociare in una disperata attesa di agognare un riscatto da un'esistenza mediocre. Protagonista indiscusso, il destino, onnipotente e imperscrutabile, spesso beffardo, che è diverso da tutto ciò che credevamo di aver letto o pensavamo di conoscere.
Mezzo di trasporto, parole che, messe di traverso, in una corrente di un fiume, incastrate e composte perfettamente, prendono alla sprovvista e inducono a nutrire strani desideri. Qualcosa privo di senso e distorto che poi, quasi senza rendercene conto, acquisisce una certa importanza. Smania di libertà, ribellione, gusto rabbioso di umiliarsi e buttarsi via, tanto amore, tanti sogni infranti, speranze, illusioni che piombano addosso, ho scoperto la bellezza di tutti questi sentimenti vivendoli in prima persona. In trame lente, estremamente calde, incarnate in personaggi ambiziosi o sfrontati, nella degradazione degli animi e delle cose, fra suoni, voci, luci equivoci, nella frenetica desolazione del secolo.
Quando si decide di leggere Buzzati non si può fare a meno di provare quel che si prova quando si è completamente assuefatti da tante cose: un disperato bisogno di amare, un patimento totale e compatto, una confusione dei sensi. Spaventosa precipitazione in cui è davvero impossibile scorgere persino ciò che ci circonda, come sensazioni strane e particolari, dovuti da una specie di appetito e inquietudine, provenienti chissà dove.
Sequela di esperienze di vita: questo il tema di cui si usufruì Buzzati, che segnarono la sua vita di giovane e ambizioso giornalista, con dentro un adorato e impossibile sogno. L'anima risplende degli antichi incanti e di un sollievo indescrivibile che si spande in tutto il corpo, in cui la voce dello stesso Buzzati si conserva ancora intatta. Mediante disinteressati gesti di bellezza, come un innocente uccellino lontano da ogni bruttura, prosperando nella monotonia, nel sentimento, negli stati d'animo. Ma innaffiati di lacrime, parole, promesse, scene di vita che fanno pensare che da qualche parte c'è un piccolo spazio nel mondo in cui c'è un paradiso per gli esseri umani. Non più sottoposti alle leggi della società, liberi da ogni cosa. Forse persino dinanzi alla morte.

sabato, luglio 07, 2018

Gocce d'inchiostro: La bibliotecaria - Marina Di Domenico

Quando iniziai il romanzo della Di Domenico non mi meravigliò constatare che avessi i miei dubbi sulla sua efficacia del voler narrare una storia che si tinge di giallo, in compagnia di una viaggiatrice lasciata sola nell'immensità del cosmo. Presto, mi dissi, avrei cominciato ad apprezzarne i contorni, i tratti del suo carattere, di cui avrei tessuto qualche lode. La bibliotecaria non è stata esattamente il tipo di storia che mi aspettavo di leggere, da un opera la cui copertina è un richiamo per la mia anima sognatrice e romantica. L'ho letta perché spinta da una certa curiosità, e nonostante tutto sono contenta sia andata così. L'autrice, forse, voleva esattamente trasmetterci un certo messaggio e lo ha fatto cercando di farsi conoscere in questo modo. Io, mi sono sentita un po' fuori da questo suo mondo creato. Eppure, l'alone di mistero che aleggia tutt'attorno, come quelle che mi piace scorgere nei romanzi che più amo, divorarono quel grumo di diffidenza che ancora pervade il mio animo.
Titolo: La bibliotecaria
Autore: Marina Di Domenico
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 150
Trama: Che cosa è successo alla piccola Angela, scomparsa da un borgo abruzzese nel 1947? A sessant'anni di distanza, in quello stesso paesino tra le montagne arriva Roberta, una giovane bibliotecaria di Novara, che ha accettato quel trasferimento per sfuggire all'ex fidanzato che ha tentato di ucciderla. La storia della bambina scomparsa arriva anche alla ragazza la quale, lentamente, si ritrova coinvolta nella ricerca della verità celata fra i locali dell'antica biblioteca in cui lavora, le rovine di un convento e le stanze abbandonate di un collegio, luoghi in cui da tanti anni si annidano segreti che qualcuno vuole svelare e qualcun altro, invece, vuole assolutamente mantenere nascosti. Cosciente di assecondare un personaggio nell'ombra, ma obbedendo al proprio innato senso di giustizia, Roberta si immergerà nel passato, in una storia fatta di relazioni proibite e di crimini perpetrati da personaggi insospettabili, le cui vittime non hanno ancora avuto giustizia. Un'impresa rischiosa e quasi disperata per Roberta, che nel contempo dovrà fronteggiare anche il ritorno del suo persecutore.


La recensione:
Un pomeriggio di inizio luglio <<l'ora della lettura >> fu impiegato in modo inaspettato. In silenzio ho attraversato montagne verdeggianti e grandi e andai verso un piccolo paesino dell'Italia, affacciato sul mare. Da una copertina blu scura, la figura di una ragazza che tiene stretto un gruppo di romanzi e la mola ridotta delle sue pagine filtravano tante cose: una storia di fantasmi, segreti sopiti dal tempo, legami di famiglia insospettabili e repentini. In un angolo, una giovane donna, sembrava sentirsi a disagio. Quasi impaurita, sembrava nel posto sbagliato al momento sbagliato. E in parte lo era. Celata sotto mucchi di romanzi, Roberta troverà e sarà coinvolta nella storia di una ragazza scomparsa. Un quadrato di carta bianco con al centro la parola << aiuto >>. Il tutto utile per una ricerca fruttuosa nel disvelare e rivelare i temibili segreti che aleggiano e popolano questo piccolo paesino. Il bersaglio è un insano senso di curiosità, di cui Roberta si troverà coinvolta e contro cui scaricherà la propria rabbia, la sua frustrazione, il suo sentirsi fuori posto.
L'autrice, con un pennarello dal tratto delicato, quasi invisibile, scrisse di Roberta e delle vicende di cui sarà impelagata in maniera troppo semplice, troppo sintetica che andarono a frantumarsi contro la parete dei miei istinti e desideri. Ogni cosa sembrava davvero pervasa da un alone trasparente, in cui le vicende di una giovane donna - improvvisata investigatrice - stridono con un certo rumore con il resto. L'amore per i libri, sebbene Roberta lavorerà in una biblioteca, è vanamente accennata. Io non mi sono sentita nella condizione di giudicare, ma, a mio avviso, in La bibliotecaria, non ho visto alcuna scintilla, alcuna foga che me l'ha fatto vedere sotto una diversa luce. L'autrice, Marina Di Domenico, ci parla di una bambina scomparsa, di un pezzettino di storia che potrebbe perpetuare nel tempo, ma intrattabile e spesso poco avvincente.
Sensazioni incredibilmente strane, particolari, dovute da una copertina incredibilmente attraente, una pila di libri posti a mò di sostegno, un paesaggio oscuro e inquietante, pagine che si leggono con avidità, non mi hanno quindi permesso di considerare La bibliotecaria come quel romanzo da annoverarsi fra le migliori letture di questo 2018 in quanto ha destato la mia attenzione solo in piccola parte. Tuttavia è  una lettura che ho abbracciato con un certo entusiasmo, pur essendo consapevole si trattasse di un autrice italiana la cui voce era ancora per me sconosciuta. Semplice, fluida, ma poco stimolante il cui legame disgraziatamente sta lentamente per finire, nel tutto, per divenire vuoto come il cielo senza nuvole.
Valutazione d'inchiostro: 3

venerdì, luglio 06, 2018

Danzando su carta: 12°

Mi sono pregustata la gioia di andare nella libreria della mia città, il senso di libertà che mi avrebbe rimesso addosso l'estate e le imminenti vacanze estive; il profumo di carta stampata e d'inchiostro appena rovesciato che, puntualmente, mi fanno sentire viva. Le biblioteche sono il ritrovo per anime solitarie e romantiche, una stazione spaziale dove accadono delle magie e in cui il mio traghetto era davvero momentaneo, di poco conto, velocissimo ed ermeticamente chiuso purché mi permettesse di godere di quei pochi momenti in cui ho potuto inerpicarmi in questo meraviglioso dedalo di carta e parole. Nelle biblioteche, nelle librerie, i libri stessi sembrano darmi un caloroso benvenuto, come se aspettassero la mia venuta e darmi quel caldo abbraccio che ogni lettore si aspetta.

Dopo quasi tre mesi dai miei ultimi acquisti, questi nuovi amici d'inchiostro che si aggregano alla cerchia già vasta di romanzi che possiedo da un po', in una manciata di minuti erano divenuti un paradiso tropicale in cui io vi avrei soggiornato presto.
In pochi minuti ho portato a casa otto amici d'inchiostro, storie belle che spero possano togliermi il fiato, che mi hanno indotta a non guardarmi indietro e a imbarcarmi in nuove avventure che sono certa non cesseranno nemmeno quando si giungerà al punto finale.

giovedì, luglio 05, 2018

Gocce d'inchiostro: Ogni respiro - Nicholas Sparks

Le storie di Sparks sono davvero particolari. Mi è davvero impossibile andare a trovarlo o visitare un posto che lui ritrae così bene senza sentirmi accolta. L'ultima sua fatica letteraria, ad esempio, mi trasmise un certo messaggio ed io l'interpretai pensando che i due amanti protagonisti di quest'ennesimo ritratto umano realistico/ sentimentale avevano avuto su di me un certo riguardo perché anch'io mi ero fatta rapire dal loro puro e sconvolgente amore.
Più di ogni altra cosa mi interessava la storia che popolano le pagine di Ogni respiro. Ennesimo caso pubblicitario? Niente affatto. Piuttosto una storia semplice ma intensissima e struggente che mi ha scaldato il cuore, fatto prendere consapevolezza di come Sparks si annovera nelle classifiche dei miei autori preferiti.


Titolo: Ogni respiro
Autore: Nicholas Sparks
Casa editrice: Sperling & Kupfker
Prezzo: 19, 90 €
N° di pagine: 400
Trama: Ogni respiro è la storia di un incontro voluto dal caso. E' la storia di un amore che toglie il respiro. Tru Walls non è mai stato in North Carolina. Lui è nato e cresciuto in Africa, dove fa la guida nei safari. Si ritrova a Sunset Beach dopo aver ricevuto una lettera da un uomo che sostiene di essere suo padre, e spera finalmente di sciogliere il mistero che ha sempre circondato la sua vita. E quella della madre, perduta insieme ai suoi ricordi nell'incendio che l'ha portata via tanti anni fa. Hope Anderson è a un punto cruciale della vita: ha sempre immaginato un futuro diverso, ma è fidanzata da sei anni con un eterno bambino e non si aspetta più una proposta di matrimonio. Dopo l'ennesima pausa di riflessione, Hope decide di visitare per l'ultima volta il cottage di famiglia a Sunset Beach, dove ha passato le meravigliose estati della sua infanzia. Quando Hope e Tru s'incontrano, tra loro nasce un'intesa immediata, qualcosa di forte e disarmante, come se si fossero riconosciuti oltre il tempo e lo spazio. Come se si fossero sempre amati in attesa di trovarsi. Ma la realtà presenta presto il conto e ognuno deve fare una scelta: tra amore e dovere, tra passato e presente, tra rimpianti e felicità.

martedì, luglio 03, 2018

Gocce d'inchiostro: Quattro amiche e un paio di jeans. La seconda estate - Ann Brashares

Non occorre scrivere una presentazione, seppur breve e di poche parole, per sapere chi è Ann Brashares e le sue donzelle con i jeans. Ogni frase, ogni gesto, sono piccoli tasselli di un puzzle composto in tre romanzi che costituiscono l'immenso mondo di Tiby, Lena, Bridget e Carmen, compreso quello amoroso, con al centro un numero di vicende, scontri e incontri che palpiteranno nei cuori di chiunque. Non occorre essere lettori voraci o sporadici per conoscerle. Basta sedersi comodamente su un divano in pelle, un pomeriggio di domenica, con un buon libro e una tazzina di caffè per conoscere l'universo brashariano. In qualche modo, ci siamo stati un po' tutti.
L'ennesima sfida indetta su Facebook mi ha condotta, dopo anni e anni dalla sua ultima lettura, fra le braccia dei personaggi della Brashares. E per avvicinarmi nuovamente, ho speso due piacevolissime serate in loro compagnia. Il risultato non è stato uguale a quello di dieci anni fa, ma, avvicinarmi ha equivalso allo stare in compagnia di giovani donne in cui mi sono riconosciuta, quando ero ragazzina, e dieci anni dopo ho rifatto la medesima strada con lo stesso sorriso di una volta.




Titolo: Quattro amiche e un paio di jeans. La seconda estate
Autore: Ann Brashares
Casa editrice: Bur
Prezzo: 8, 50 €
N° di pagine: 257
Trama: "Prima dei pantaloni viaggianti non sapevamo come rimanere unite quando eravamo lontane."

domenica, luglio 01, 2018

Romanzi su misura: Giugno

Ogni romanzo è una miniera. Basta lasciarsi andare. Prendersi tempo, stare seduti in casa, sulla tua poltrona preferita a osservare quegli amici d'inchiostro che ancora non hai letto, mettersi in un angolo della stanza, scegliere quel romanzo che ti terrà compagnia per qualche giorno e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l'amico di un amico che consiglia vivamente un romanzo che non hai ancora letto e il posto più bello, straordinario, mai visto prima che diviene uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più bisogno di andare altrove. Le miniere sono per me i romanzi: basta solo scegliere quelli giusti.
Quest'oggi sono nuovamente qui solo perché trenta giorni dall'ultimo appuntamento con la rubrica Romanzi su misura è appena trascorso, l'unica destinazione prefissata, in cui conto di intrattenervi per una manciata di minuti, il tempo di presentarvi le 17 letture che mi hanno affiancato in queste giornate assolate e luminose. Pian piano sono stata soprafatta dalla quotidianità di questo mio magico processo e avrei potuto lasciarvi le mie tracce per altri giorni. Ma altre letture, altri autori reclamano a gran voce la mia attenzione, e mediante quella lunga catena di eventi del caso, è cominciata nuovamente la mia caccia al tesoro :D

Sfide letterarie

Parlandoci di una forma obsoleta di essenza aromatica, eroine problematiche, tristi e melodrammatiche, la Caboni non mi ha permesso di avventurarmi fra le sue pagine passeggiando in tranquilla solitudine, senza curarmi di ciò che mi circondava, convinta con tutti i sensi di aver imboccato la giusta strada.
Valutazione d'inchiostro: 2
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