Protagonista di queste serate, Un amore di carta di Jean Paul Didierlaurent. Un romanzo molto carino. Semplice e, a modo suo, romantico.
Titolo: Un amore di carta
Autore: Jean Paul Didierlaurent
Prezzo: 15,00 €
Casa editrice: Rizzoli
Numero di pagine: 190
Trama: Guylain Vignolles è un invisibile, uno di quegli esseri solitari che nessuno nota. Lavora in una fabbrica di riciclaggio, al servizio di un'impietosa trituratrice di libri invenduti soprannominata "la Cosa". Nient'altro gli dà gioia, se non leggere a voce alta ogni mattina, sul solito treno delle 6:27, qualche pagina scelta a caso tra le poche che il giorno prima è riuscito a salvare dai denti d'acciaio dell'infernale macchinario. Questo fin da quando, un mattino sul treno trova una chiavetta USB. Rosso granata, che contiene il diario di una giovane donna: settantadue file scritti al computer da una certa Julie, signorina addetta ai bagni di un centro commerciale, pagine su pagine che irrompono come un diluvio nella sua vita sempre uguale. E dalle quali Guylain non saprà trovare riparo. Jean - Paul Didierlaurent ha scritto una storia d'amore al quadrato tra un uomo e una donna che si scoprono legati dalla passione per la lettura e ha dipinto un universo positivo nonostante tutto, perché sopra la coltre grigia di un'esistenza scandita da una routine desolante qualcosa c'è che solleva il cuore e apre lo sguardo: le parole, e le storie che le parole raccontano.
La recensione:
“Aggiungerò infine che
da qualche tempo ho scoperto l'esistenza, su questo pianeta, di una creatura
capace di far apparire i colori più vivi, le cose meno gravi, l'inverno meno
duro, l'insopportabile più sopportabile, il bello più bello, il brutto meno
brutto, insomma, di allietarmi la vita. Quella persona è lei, Julie.”
Quando arrivai, quella sulla destra della strada era una normale grande
edificio dalle mura vecchie e ingrigite che si stagliava con uno strano profilo
contro l'orizzonte. Due giorni dopo, quando presi famigliarità con questa
piccola e solitaria strada, quella era un gigante di maschio, riversa sulle
città a guardare il vuoto in alto. Si stanziava silenziosa come una sentinella
e, lì, dalla mia prospettiva, potevo coglierne i particolari: troppo oscuro per
vedere le luci fievoli espandersi verso l'alto del soffitto; troppo in tema sui
romanzi il senso di solitudine di anime che lentamente entrano nella lotteria
della vita; troppo silenzioso perché si registrino rumori o strani suoni. C'è
un uomo, tuttavia, che ogni mattina, fra ingranaggi e pressi, a una macchina
infernale che tritura, macina, sputa e schizza, dà in pasto grossi volumi
rilegati.