Vi consiglio caldamente di immergervi in questa splendida lettura che, sono certa, farà breccia nel vostro cuore :)
1) Com'è nata la storia di Celeste 1872?
Innanzitutto devo ringraziare te,
Gresi, e il blog per lo spazio che mi date. Dunque, com'è nata la storia di
Celeste? Diciamo che da sempre sono appassionato di storie misteriose e
particolari, che stuzzicano la mia fantasia di realista e scettico: cerco
sempre di capire come potrebbe essere andato un determinato evento senza
spiegazioni, come mai quelle piramidi sono lì, perché gli aerei spariscono in
quella data area, e così via. Mi sono imbattuto nella Mary Celeste, prima nave
fantasma della storia, proprio in questo modo; il guaio è che, almeno fino agli
ultimi giorni nostri, non c'era alcuna spiegazione per la scomparsa improvvisa
del suo equipaggio. E quindi non sono più riuscito a mollare la presa fino ad
aver finito di scrivere il romanzo.
2) Nel campo dell'editoria attualmente stanno spopolando una miriade
di generi. Esistono molti romanzi che parlano di donne forti e coraggiose,
storie delicate e profonde che fanno capire come il destino, talvolta, si
rivela come una spiacevole sorpresa. Quali sono le tue idee in merito? Quanta
influenza ha su di te il Fato?
In merito ai filoni della narrativa,
soprattutto a livello commerciale, diciamo che non ho una bella opinione:
seguire un qualcosa che sta andando bene a livello di vendite, sfruttando quel
che vuole l'altro, e non mettendo invece ciò che vorresti dire tu, lo trovo
abbastanza indegno e viscido. Per questo prediligo le storie sincere, magari
più di nicchia, ma più vere, e per questo più sentite dal lettore. Il fato su
di me ha e non ha una grande influenza: ci sono cose che non posso controllare,
ma che accetto e a cui mi aggrappo per svoltare.
3) Quando scrivi, c'è qualche autore che ti influenza
particolarmente?
Coscientemente sicuramente no; a
livello inconscio non posso non dire che le migliaia di letture che ho avuto il
piacere di fare certo mi hanno cambiato e influenzato. Per esempio, adoro Saramago, Kundera
e Kafka, e penso che si senta (o che si legga).
4) Qual' è il tuo rapporto con la scrittura?
Come per tutti gli autori,
conflittuale. Porta tante belle sensazioni ed è una delle poche, pochissime
cose che mi fanno sentire vivo e al mondo. Ad ogni modo, però, mi porta ad
espormi completamente, e quando sei esposto il rischio di venir ferito è molto,
molto alto. Anche da un solo parere negativo su migliaia. Se ti colpiscono
bene, ti spezzano.
5) Si dice che un romanziere non scriva mai tutto quello che sa sui personaggi. I
lettori non devono venire a sapere tutto. Alcuni aspetti è meglio che rimangano
segreti fra lo scrittore e le sue creature. Anche per te è stato così con la
stesura dei tuoi romanzi?
Per alcuni devo ammettere di sì. Fanno parte di tutte
quelle sfumature che rendono il personaggio vivo, una sorta di impalcatura che
lo scrittore ha sempre in testa per rendere realistica la 'persona'.
Ovviamente, rendendole visibili cadrebbe tutta la struttura.
6) Prendere volentieri a modello le persone che si conoscono, per i personaggi, è una cosa
che fanno in pochi. Ma è pur vero che, così facendo, diventano più verosimili.
Espressioni, gesti, portamenti, voce e, come per magia, prendono vita al punto
che chi ne sente parlare o legge la storia riesce a "toccarli". Anche
tu hai preso come modello persone che conosci? Se si, quando scrivevi di loro
riuscivi a percepirli?
Mi è capitato una sola volta a livello intenzionale, con
uno degli ultimi lavori che ho scritto e non ancora pubblicato. Lì ho proprio
posto all'interno di un libro due persone che conosco, tali e quali (con nomi
differenti, ma nemmeno troppo). In altri libri certamente posso riconoscere
qualche caratteristica, a posteriori, di conoscenti, ma non erano scelte
razionali: semplicemente, per disegnare un mondo usi i pastelli che il mondo ti
ha già dato: crearne dal nulla, a livello creativo, è impossibile.
7) Prima di scrivere il romanzo hai fatto delle ricerche in cui ti sei posto degli
obiettivi che dovevi far raggiungere ai tuoi personaggi o, come sostengono
molti autori, narravi la storia a seconda di ciò che i personaggi ti
"sussurravano"?
Per Celeste è stato inevitabile: trattandosi di romanzo
storico, dovevo forzatamente far seguire un determinato percorso ai personaggi. Caratteriale, ma anche
fattivo. Poi, ovviamente, c'è anche il personaggio che guida la storia per
conto suo.
8) In Sotto un sole nero e Tre stelle sotto il sole, hai fatto uso di una
scrittura telegrafica, con cui hai sempre affrontato molte questioni relative
alla società. In Celeste, invece, ho notato come il tuo metodo di scrittura è
cambiato progressivamente. Hai riscontrato delle difficoltà da questo punto di
vista? Nell'abituarti ad utilizzare uno stile completamente diverso da quello
che hai adoperato in precedenza?
Difficoltà
no: sto integrando pian piano piccole correzioni stilistiche che mi piace
provare. È un percorso morbido e divertente, senza sforzi. Ho tentato anche un
cambio drammatico e totale, per esempio con Il Paese dei Poveri, rispetto al
mio solito stile, ma lo uso meno spesso, e solo per determinati argomenti.
9) Una volta intessuta la trama, qual è il passo successivo nella creazione
della storia e dei personaggi?
Il passo
successivo, oltre alla documentazione, necessaria per un libro storico, è la
schematizzazione delle idee: si fa un piccolo schema con cosa è e cosa il
personaggio non è, cosa succederà e dove andrà a parare questo o quello. Uno
scheletro del libro, insomma. E poi, lo si cerca di seguire.
10) Se potessi scegliere un personaggio del romanzo su cui scrivere un
romanzo a parte, su quale cadrebbe la tua scelta e perché?
Senz'altro Richardson: personaggio
molto tormentato e per questo molto interessante.
11) Il timore di cadere nei classici cliché che predominano nella
narrativa nostrana ti ha spinto ad adoperare questa "nuova"
metodologia di scrittura? O è stato solo uno stratagemma per sorprendere il
pubblico?
In realtà cerco sempre di essere
sperimentale ed innovativo: amo il nuovo e il sorprendente anche nelle mie
letture, quindi mi piace dare lo stesso piacere anche ai miei lettori. E poi, a
scrivere cose come le hanno scritte gli altri, che piacere c'è?
12) Hai trovato delle difficoltà nell'evolvere la personalità dei
protagonisti, specie quella di Sarah? O, scrivendo, avveniva in maniera del
tutto naturale?
Sì, diciamo che parlare dal punto di
vista di una Wasp bigotta e un poco pesante non è stato facilissimo: calandomi
nel personaggio, però, poi è stato tutto in discesa, molto naturale, appunto.
Più difficile è stato inserire i
personaggi 'germanici'.
13) Quali opere ha influenzato la storia di Sarah?
In realtà
molte, anche in Italia – questo però l'ho scoperto solo successivamente.
Insomma, la storia della prima nave fantasma è sempre fonte di ispirazione, in
qualche modo.
14) Serbi qualche ricordo speciale di qualche scena che ti abbia
divertito scrivere?
Sì: mi
ricordo benissimo la scena della mamma e
della bimba in cucina insieme al cuoco: un momento familiare molto dolce e
protettivo che probabilmente mi porterò dietro.
15)Perché hai
iniziato a scrivere?
Perché avevo bisogno di dire e di
farmi sentire, probabilmente. Non sembrerebbe, ma in passato non ero estroverso
come ora: ero molto timido e chiuso, e avevo bisogno di un ponte per far venire
qualcuno da me. La scrittura è stato quel ponte.
16) C'è un romanzo che ti sarebbe
piaciuto scrivere e che invece è stato qualcun altro a scrivere?
Sì, uno e uno solo: Saggio sulla lucidità di Saramago. Un
capolavoro vero.
17) L'arte può essere di grande
ispirazione, ma quanto c'è di personale nelle emozioni che troviamo nel libro?
Devi pensare che c'è una forte immedesimazione nei libri
che scrivi in modo autoriale – in quelli commerciali ho qualche dubbio – e
l'immedesimazione porta al sentire le stesse emozioni dei tuoi personaggi.
Funziona tutto per opera dell'empatia, caratteristica umana fondamentale che ci
fa provare determinate emozioni se ne sentiamo il richiamo nell'altro.
18) Quali sono i tuoi progetti
futuri? Scriverai qualche altro romanzo?
Allora: per il 2016 è prevista l'uscita di Minoica,
rielaborazione del mito del Minotauro e della giovane Arianna di Cnosso. Uscirà
per NullaDie – tra i primi 16 editori all'ultimo Premio Strega - e ci punto
davvero moltissimo. Per gli anni prossimi ho appena concluso altri due romanzi,
Belve e Un milione di copie vendute, e sono al lavoro su un terzo, di cui non
ho ancora il titolo: spero tutti e tre trovino la loro strada. Per il resto,
spero che la mia associazione, la mia trasmissione radio e la collana di libri
che sto curando per Amande crescano ancora un poco: mi basterebbe questo.
Ringrazio Ivano per la splendida chiacchierata!!! :)
Grazie a te, Gresi, e grazie a tutti i lettori!
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