Perché ho tirato
questo secondo volume, fuori dalle mensole della mia strapiena libreria,
proprio adesso? Perché tutt’a un tratto ho immaginato di voler tornare nella
campagna londinese del 1800 pur essendo la prima che aveva relegato le Piccole
donne in un cassetto della memoria sigillato dal lontano dicembre del
2017? Qualche giorno dopo l’avvento del mese di giugno le Piccole donne
crescono erano sul mio comodino.
Può darsi che
l’arco di tempo che mi ha indotta a separarmici per qualche tempo, fosse dovuto
dal fatto che i miei interessi vertevano su altro. Un Regno personale e
confortante. Per questo motivo, forse, Meg, Amy, Beth e Jo sono comparse
dinanzi a me con una certa naturalezza. Ed io cosa avrei dovuto fare, se non
credere in questa coincidenza? Quale altra occasione ci sarebbe stata dopo
questa bella folgorazione?
Alla fine la Alcott
ha lanciato la sua fattura. Mi ha indotto ad amare questa storia, strangolata
dalla stretta solida delle convenzioni sociali, l’affaticamento economico la
povertà e il desiderio di sentirsi integri consapevoli di ottenere da questi
idiomi comprensione, redenzione, l’illuminazione a precetti più
ambiziosi.
Titolo: Le piccole
donne crescono
Autore: Louisa May
Alcott
Casa editrice:
Giunti
Prezzo: 9,90€
N°di pagine:224
Trama: Quella
mattina, sul portico, le rose di giugno sbocciarono di buon’ora e più belle del
solito, liete anch’esse del cielo sereno senza nuvola. Sembravano piccoli
vicini di casa con quelle loro facce risplendenti; dondolate e piegate dal
vento, parevano commentare tra di loro gli avvenimenti cui stavano assistendo.
La recensione:
L’amore è l’unica
cosa che possiamo portare con noi, ma quando ce ne andiamo è l’amore a rendere
più facile la fine.
Anche questo
secondo romanzo non si discosta poi di molto dall’idioma di felicità che la
Alcott perseguì nel volume precedente. O meglio, penso che per lei sia stato
davvero difficile mentire. Se uno le avesse chiesto in cosa credeva, per cui
lottava e si accaniva tanto alecramente, c’erano buone possibilità che non
fosse compresa. Questi idiomi di cui parlo, nella società attuale, non appaiono
così sconcertanti più di quel che sembrava. Il coraggio della bella Jo, le
ambizioni della dolce Amy, la grinta della scrupolosa Meg l’autrice li
rincorreva mediante piccoli sotterfugi che in un certo senso l’hanno costretta
a non poter agire diversamente, ma sempre nello specifico. Sempre in quella
bolla di modernità e familiarità che la tengono salda nel più tenero dei legami
benedicendo la vita e maledicendo la morte. Nel caso in cui qualche altro
autore avesse espresso il desiderio di firmare questa storia, a meno che non
avesse avuto una ragione valida per farlo, non credo sarebbero stati abili a
destreggiarsi come la Alcott. Anzi, nel caso di un Victor Hugo avrebbe dato
libero sfogo alla frustrazione e all’insoddisfazione morale. La Alcott invece
non mente nel rivelarci la parte di una medaglia che spesso non splende, in
qualunque circostanza, persino nei momenti più improbabili. Allargò i suoi
orizzonti nel parlarci di Meg, Amy, Beth e Jo narrando i fatti accaduti in
questo secondo volume 3 anni di distanza da quello precedente. Personalmente
ignoravo l’esistenza di questo secondo volume, e alla prima occasione lo
acquistai. Non mi sembrava giusto lasciare in sospeso quello che era accaduto
in Piccole donne, figuriamoci se con un occasione del genere mi
sarei preoccupata di rimanerne delusa.
A mano a mano che
perdevo la concezione del tempo, l’individuo prevaleva sull’altro, i miei
ricordi sulle Piccole donne rinvigoriva. Stavo pensando se mi
sarebbe piaciuto conoscerle? Assolutamente si. Non avevo grandi pretese, dato
il target e i temi trattati, ma le mie riflessioni furono a braccetto con
quelle dell’autrice. O perlomeno, fin quando non giunse il momento in cui tornai
a guardarmi attorno. Dal posto in cui lessi e giudicai la mia visuale di
concezione di libertà era parecchio lontana da quella dell’autrice, zeppa di
pensieri o sprazzi di vita mondana e comune che mostrano una certa attitudine a
conoscere un mondo ‘nascosto', confondendo il falso col vero, ammirando ciò che
non era degno. Ma essere ricchi non comporta, spesso, ad essere tendenzialmente
raffinati, poiché la condizione sociale non conferisce forza né nobiltà d’animo
e che la buona educazione grida in mezzo a mille ricchezze. Una quantità
incalcolabile di ristrettezze e difficoltà si dispiegavano nei cieli della vita
come un formidabile corpo d’armata.
Fluttuando fra
sogno e realtà, fra le viscere di una biografia romanzata che si fonda sul
ricordo di successione di sgretolati eventi, quello che compresero la famiglia
della Alcott nel periodo di secessione della guerra, le vicende delle piccole
donne evidenziano quel mio lato ingenuo, sognatrice, speranzoso che da qualche
parte alberga ancora in me e che, in un punto cruciale della mia vita, sono
divenuti significativi.
Con l’irruenza di
un abbraccio non del tutto caldo ma sentito il cui sapore è agro, sebbene
abbellito da piccoli particolari, minuziose curiosità su ciò che potrebbe
piacere o non piacere, su quanto talvolta sia crudele il Fato nel voler
raggiungere la felicità di sogni che si sono infranti del tutto.
La tenacia del
confidare, la determinazione nel montare sogni o speranze che mi hanno condotta
in una modesta villetta inglese mi hanno resa unanime a Jo, Amy, Beth e Meg.
Riconoscendo quel coraggio di cui avrebbe bisogno chiunque per ritrovare la
felicità e ritrarre la propria vita sotto una nuova svolta. La storia delle Piccole
donne è un quadro famigliare che supera ogni avversità o pericolo. Una
vittoria personale in cui predominano il perdono, il rancore, la compassione,
ma anche l’amore, l’amicizia, il desiderio di essere integrati nel mondo degli
altri, sennonché di ritagliarsi un posto tutto nostro nel mondo.
Valutazione
d’inchiostro: 4
Ciao Gresi, la serie di "Piccole donne" mi ricorda la mia infanzia! Davvero un bel romanzo, anche se ricordo di aver preferito il primo ;-)
RispondiEliminaIo invece non ne sapevo nemmeno l'esistenza di questo secondo, e l'ho apprezzato come il primo 😊
Eliminai haven't read this, but sounds good, i will try to read it.Thank you .
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Thank you!! 😊😊
EliminaLetto e riletto tante volte da ragazzina, anche se non tante volte quanto il primo volume. Questo è senza dubbio più drammatico, ma ha ugualmente un posto speciale nel mio cuore.
RispondiEliminaEsattamente, Beth 😊 le Piccole donne resteranno per sempre anche nel mio cuore 😊
EliminaPiccole donne e Cuore erano i miei libri preferiti da piccola, letti un sacco di volte. Anche questo mi è piaciuto molto, ma non come il primo :)
RispondiEliminaIo invece questo romanzo non lo avevo ancora letto, poiché non ne sapevo nemmeno l'esistenza 😊😊 devo dire però che mi è piaciuto davvero molto 😊😊
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